04-01-2011, 12:30 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 05-01-2011, 06:04 AM da SarriTheBest.)
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Raffaele Ferrara
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04-01-2011, 12:30 PM
Raffaele Ferrara ha deciso di ritirarsi
Raffaele Ferrara, ciclista professionista classe 1976, lascia il ciclismo agonistico dopo una lunga carriera iniziata più di 20 anni fa.
Il campano, nato a Napoli il 3 ottobre 1976, chiude dunque dopo una lunga militanza tra i professionisti (è passato nel 2001 nella Alessio) ed ha già iniziato una nuova attività lavorativa nell’azienda del suocero, nel comparto dei trasporti.
Questione di stimoli per Ferrara che nel 2010 non ha più trovato quel colpo di pedale che lo aveva portato ad ottenere diversi risultati importanti anche se il suo successo più prestigioso resta il Giro d’Italia Baby nel 2000.
“Si chiude una fase importante della mia vita, ma lascio sicuro della mia scelta – spiega Ferrara – ed ora mi dedicherò maggiormente alla mia famiglia, mia moglie Elisa ed i figli Sonny e Justin”.
LA SVOLTA: “Credo che la mia carriera sia finita con la morte di mio padre, nel 2009, anno in cui sono rimasto inattivo come corridore. E’ stato lui a mettermi in sella, il primo anno da Juniores, per salvarmi dalle brutte compagnie e dalla vita sbagliata che avrei sicuramente incontrato se fossi rimasto nel mio quartiere, San Pietro a Patierno (NA), dove malavita e droga la fanno da padrone. Una volta venuto a mancare papà Domenico anche la voglia di fare il corridore è passata, correvo per lui. Il ciclismo era la sua grande passione”.
Al termine di una carriera intensa ricca di episodi, oltre alla moglie Elisa, ci sono alcune persone che Ferrara ricorda con particolare gratitudine. “Con qualcuno ho instaurato un rapporto personale molto profondo. Si tratta del mio primo direttore sportivo, Luigi Gudiero, di Bruno Cenghialta, team manager ai tempi dell’Alessio, di Davide Boifava, Franco Ballerini ed infine Lorenzo Di Silvestro. Tutte persone a cui sarò sempre grato”.
Personaggio atipico per il mondo del ciclismo, sempre pronto alla battuta ed allo scherzo, il napoletano si prepara ora ad una nuova sfida. “Allenarmi era diventato pesante ed ho preferito non trascinarmi oltre. Uno stop netto, maturato in estate, anche se qualcuno la possibilità di continuare me l’avrebbe ancora data. Ora mi sembra piuttosto strano fare una vita “normale” senza dover stare attendo al cibo in modo ossessivo e con così tanto tempo da trascorrere in famiglia. Non è comunque detto che la mia avventura nell’ambiente ciclistico non possa continuare sotto altre forme. Ho voglia di trasmettere la mia passione ed i miei valori ai giovani”.
tuttobiciweb.it
Raffaele Ferrara, ciclista professionista classe 1976, lascia il ciclismo agonistico dopo una lunga carriera iniziata più di 20 anni fa.
Il campano, nato a Napoli il 3 ottobre 1976, chiude dunque dopo una lunga militanza tra i professionisti (è passato nel 2001 nella Alessio) ed ha già iniziato una nuova attività lavorativa nell’azienda del suocero, nel comparto dei trasporti.
Questione di stimoli per Ferrara che nel 2010 non ha più trovato quel colpo di pedale che lo aveva portato ad ottenere diversi risultati importanti anche se il suo successo più prestigioso resta il Giro d’Italia Baby nel 2000.
“Si chiude una fase importante della mia vita, ma lascio sicuro della mia scelta – spiega Ferrara – ed ora mi dedicherò maggiormente alla mia famiglia, mia moglie Elisa ed i figli Sonny e Justin”.
LA SVOLTA: “Credo che la mia carriera sia finita con la morte di mio padre, nel 2009, anno in cui sono rimasto inattivo come corridore. E’ stato lui a mettermi in sella, il primo anno da Juniores, per salvarmi dalle brutte compagnie e dalla vita sbagliata che avrei sicuramente incontrato se fossi rimasto nel mio quartiere, San Pietro a Patierno (NA), dove malavita e droga la fanno da padrone. Una volta venuto a mancare papà Domenico anche la voglia di fare il corridore è passata, correvo per lui. Il ciclismo era la sua grande passione”.
Al termine di una carriera intensa ricca di episodi, oltre alla moglie Elisa, ci sono alcune persone che Ferrara ricorda con particolare gratitudine. “Con qualcuno ho instaurato un rapporto personale molto profondo. Si tratta del mio primo direttore sportivo, Luigi Gudiero, di Bruno Cenghialta, team manager ai tempi dell’Alessio, di Davide Boifava, Franco Ballerini ed infine Lorenzo Di Silvestro. Tutte persone a cui sarò sempre grato”.
Personaggio atipico per il mondo del ciclismo, sempre pronto alla battuta ed allo scherzo, il napoletano si prepara ora ad una nuova sfida. “Allenarmi era diventato pesante ed ho preferito non trascinarmi oltre. Uno stop netto, maturato in estate, anche se qualcuno la possibilità di continuare me l’avrebbe ancora data. Ora mi sembra piuttosto strano fare una vita “normale” senza dover stare attendo al cibo in modo ossessivo e con così tanto tempo da trascorrere in famiglia. Non è comunque detto che la mia avventura nell’ambiente ciclistico non possa continuare sotto altre forme. Ho voglia di trasmettere la mia passione ed i miei valori ai giovani”.
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