05-07-2017, 08:28 PM
Raccolta di quegli eventi insignificanti oppure addirittura apparentemente negativi che invece sono stati decisivi per una vittoria importante o per la carriera di un ciclista.
Parto con la squalifica di Pellizotti nel 2010, che ha portato Nibali a dover disputare il Giro (e Vuelta) al posto del suo abituale Tour.
Vincenzo è sempre stato un corridore di accertato talento, ma quei Tour, seppur buoni e che mostravano sprazzi interessantissimi, lo continuavano a porre ben lontano dalle luci della ribalta.
Invece il Giro 2010 lo mette in una condizione diversa, lo fa crescere e lo fa entrare nel cuore dei tifosi italiani. In quelle tre settimane succede di tutto: prende la maglia rosa, cade infangato, si rialza, vince una bella tappa ed è determinante per il trionfo finale del suo capitano Basso. Essere protagonista, una condizione che non gli era mai veramente mai capitata da professionista e che da quel giorno diventerà una costante della sua carriera.
E poi a fine anno arriva la Vuelta, primo alloro e propedeutica alla sfilza di successi che seguirà...
La seconda è un libro che ancora si sta scrivendo, ma che comunque fin da ora ha dato dei responsi, cioè Aru che si infortuna a Sierra Nevada pre-Giro ed è costretto a saltare la corsa rosa in favore della Grand Boucle.
Ri-testarsi al Tour la trovo una "rivincita" più giusta per Fabio, perchè si sta correndo sulle stesse strade dove un anno fa andò in crisi nera e può dimostrare di essere un corridore vero al di fuori dell'orticello.
Nessuno può sapere come andrà a finire la storia, ma già una vittoria di tappa al Tour contro i migliori al Mondo (e la maglia di campione italiano come corollario interessante) vale comunque di più per un suo personale percorso di crescita rispetto a quanto avrebbe dato un ennesimo podio al Giro.
Parto con la squalifica di Pellizotti nel 2010, che ha portato Nibali a dover disputare il Giro (e Vuelta) al posto del suo abituale Tour.
Vincenzo è sempre stato un corridore di accertato talento, ma quei Tour, seppur buoni e che mostravano sprazzi interessantissimi, lo continuavano a porre ben lontano dalle luci della ribalta.
Invece il Giro 2010 lo mette in una condizione diversa, lo fa crescere e lo fa entrare nel cuore dei tifosi italiani. In quelle tre settimane succede di tutto: prende la maglia rosa, cade infangato, si rialza, vince una bella tappa ed è determinante per il trionfo finale del suo capitano Basso. Essere protagonista, una condizione che non gli era mai veramente mai capitata da professionista e che da quel giorno diventerà una costante della sua carriera.
E poi a fine anno arriva la Vuelta, primo alloro e propedeutica alla sfilza di successi che seguirà...
La seconda è un libro che ancora si sta scrivendo, ma che comunque fin da ora ha dato dei responsi, cioè Aru che si infortuna a Sierra Nevada pre-Giro ed è costretto a saltare la corsa rosa in favore della Grand Boucle.
Ri-testarsi al Tour la trovo una "rivincita" più giusta per Fabio, perchè si sta correndo sulle stesse strade dove un anno fa andò in crisi nera e può dimostrare di essere un corridore vero al di fuori dell'orticello.
Nessuno può sapere come andrà a finire la storia, ma già una vittoria di tappa al Tour contro i migliori al Mondo (e la maglia di campione italiano come corollario interessante) vale comunque di più per un suo personale percorso di crescita rispetto a quanto avrebbe dato un ennesimo podio al Giro.