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Francesco Casagrande
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Francesco Casagrande. La mountain bike è un bellissimo ambiente, ma manca la mentalità dei paesi stranieri
Il Campione Toscano parla a 360 gradi dei bei momenti trascorsi da professionista su strada, della sua vita e del mondo della mountain bike.

[Immagine: casagrande11homebig.jpg]

Francesco Casagrande (Firenze, 14 settembre 1970) è un ex ciclista su strada e biker italiano attivo dal 1992 al 2005 come professionista su strada e dal 2009 nuovamente attivo nella mountain bike a livello amatoriale.
Ha iniziato la carriera come specialista delle corse di un giorno e brevi corse a tappe vincendo grandi classiche come la Freccia Vallone, Clásica de San Sebastián, Giro dell'Emilia e Trofeo Matteotti, e corse come Tirreno-Adriatico e Giro di Svizzera.
Nel 1997 arriva sesto al Tour de France.
Al Giro d'Italia del 2000 vince la nona tappa da Prato all'Abetone e conquista la maglia rosa che riesce a tenere per undici giorni fino alla crono del Sestriere: conclude il Giro al secondo posto in classifica generale dietro Stefano Garzelli e si aggiudica la maglia verde degli scalatori.

L'obiettivo della stagione 2001 è ancora una volta il Giro d'Italia, ma una caduta nella prima settimana lo costringe al ritiro. Prende parte alle classiche del finale di stagione e vince Coppa Agostoni e Trofeo Melinda.
La preparazione al Giro d'Italia del 2002 è ancora una volta ottima, nelle tappe appenniniche dimostra di avere una gran gamba ma viene squalificato per aver provocato la caduta di un corridore colombiano in uno sprint valido per la classifica dei Gran Premi della Montagna.

[Immagine: casagrande116.jpg]

Nel finale di stagione prende parte alla Vuelta d’ Espana e conclude con un prestigioso settimo posto.
Ha vestito la maglia della Nazionale in 12 occasioni tra Mondiali e Olimpiadi. Ha ottenuto come miglior risultato un quarto posto al Campionato del Mondo su strada del 1999.
Dal 2009 torna a correre, stavolta in mountain bike con la Cicli Taddei di Santa Croce sull'Arno.

Dopo questa doverosa presentazione, possiamo dire di aver conosciuto un Francesco Casagrande aperto a tutte le discussioni, senza remore nel concedere pareri o critiche inerenti il settore della mtb italiana.
Una persona simpatica che abbiamo imparato a conoscere frequentando per lo più le gare toscane, in qualità di inviati per Solobike.it, dove c’è stata la possibilità di avere scambi di opinioni molto interessanti; poi una lunga chiacchierata al telefono, fatta con calma, ha rivelato la vera indole di Francesco.

Andiamo a scoprire cosa ha da dire il Campione Toscano alla redazione di Solobike.it:

Solobike.it:
ciao Francesco, come va?
Francesco Casagrande: bene, dai e a te come va?

Solobike.it: non c’è male, grazie.
Francesco Casagrande: come è andata domenica?

Solobike.it: ma scusa, le domande non dovevo farle io?
Francesco Casagrande: va bè dai, allora spara

Solobike.it: vuoi salutare i lettori di Solobike.it ed i tuoi ammiratori toscani?
Francesco Casagrande: si saluto tutti e vi ringrazio per avermi dato questa opportunità.

[Immagine: casagrande111.jpg]

Solobike.it: una domanda scontata, ma come direbbe Lubrano, nasce spontanea: come mai sei passato alla MTB?
Francesco Casagrande: ma sai, dopo aver corso con la Lampre, mi dissero che volevano prendere Cunego, a quel punto ho deciso di cambiare squadra e trovai un buon ingaggio con la Naturino, che sembrava mi portasse al Giro d’Italia, poi è saltato tutto. Io mi ero preparato bene per quell’appuntamento, ma visto come andò a finire decisi di lasciare tutto.
A quel punto mollai la bici, andavo a correre a piedi, non seguivo più il ciclismo con quella verve che avevo prima, poi degli amici mi invitarono ad andare con la mtb e da lì iniziò tutto.
Iniziai facendo qualche giro, poi qualche garetta e via via mi dedicai alla mtb, ma sempre prendendola con filosofia, poiché io mi alleno tre volte alla settimana per due ore e mezza l’una, senza avere pretese, ecco perché non sono tesserato elite. Io la mtb la pratico da agonista certamente, ma traendone del divertimento. Non importa se non vinco, quello che viene viene, una volta che alla mattina mi alzerò e non avrò più voglia di correre in mtb, allora dirò basta.

Solobike.it: qualcuno mugugna sul tuo conto dicendo che sei un professionista travestito da amatore. Cosa rispondi?
Francesco Casagrande: un elite deve allenarsi tutti i giorni, io esco tre volte la settimana per due ore e mezzo non di più. I sacrifici li ho fatti già per molti anni, non ho più voglia di farne.
Poi non ci vedo nulla di male. Io mi alleno meno di molti altri amatori, ma ho esperienza ed un motore che mi permettono di ottenere il 100% lavorando meno degli altri. Come ho già detto la vivo serenamente, quindi stiano tranquilli, che per me è solo un divertimento, certamente preso con un pò di serietà.

Solobike.it: sei stato un corridore di spicco, non ti manca il mondo del ciclismo su strada o professionistico? Non ti è mai passata per la mente di rimanere nel giro?
Francesco Casagrande: ho girato in lungo ed in largo per tantissimi anni e non ho potuto nemmeno godermi l’infanzia della mia prima figlia, perché ero sempre in giro per il mondo.
Ora voglio stare vicino alla mia famiglia. Seguire una squadra è un impegno che quando si prende comporta responsabilità ed io quando do la mia disponibilità, voglio che sia totale. Ecco perché non ho accettato incarichi di ogni tipo nel mondo del ciclismo.

Solobike.it: tanto per fare un po’ i fatti tuoi. Come vivi?
Francesco Casagrande: beh, undici anni di professionismo ad alti livelli, 52 vittorie in carriera e decine di importanti piazzamenti mi hanno permesso di garantirmi una vita serena per il futuro. Basta vivere normalmente e non fare colpi di testa, ecco che non ci sono problemi.
Comunque anche la mia attività sportiva viene ricompensata, certo in maniera misurata all’impegno ovviamente.

Solobike.it: Fabio Cecchi, il simpatico speaker dell’ Isola d’Elba, che sicuramente leggerà l’intervista, alla Granfondo Val di Merse ti ha definito la bandiera della mtb Toscana. Ti ci vedi in questa veste?

[Immagine: casagrande117.jpg]

Francesco Casagrande: certamente sì. Non c’è dubbio che da quando mi sono “insediato” in questo mondo, l’attenzione dei bikers toscani e dei media, è aumentata di molto. Lo stesso patron Taddei, mi ha confermato che ha visto un aumento nell’interessamento rispetto al settore mtb, da quando corro con loro. Anche le tv regionali che prima non dedicavano spazi a questo sport, ora hanno iniziato a concederlo. Penso che la mia presenza abbia fatto bene al movimento, ed io ne sono contento, ma non per me, ma per il movimento stesso.

Solobike.it: cosa ti manca del professionismo?
Francesco Casagrande: soprattutto gli amici che avevo coltivato in quell’ambiente. Capisci bene che navigare per undici anni in quell’ambiente e ad alti livelli, ti porta a frequentare molto le persone che gli ruotano attorno. Mi manca anche l’adrenalina che c’era prima di una gara, ma comunque sono cose di un po’ alla volta vanno affievolendosi e ad oggi mi sento tranquillo.

Solobike.it: un secondo posto al Giro d’Italia, rimanendo per undici giorni in “Maglia Rosa”. Cosa ricordi di quei momenti?
Francesco Casagrande: guarda, sono ricordi indelebili che nella vita di un ciclista rimangono in mente come un marchio inciso sulla pelle. Arrivavi alle tappe ed eri scortato dai Carabinieri, la gente che voleva toccarti e chiedeva gli autografi…una cosa che a ripensarci ti fa venire la pelle d’oca.

Solobike.it: ….e quel mondiale? Ho sofferto anch’io, forse più di te.
Francesco Casagrande: lo so, hai ragione, quello mi rimane sempre in un angolo dello stomaco e non riesco a digerirlo. Un vero peccato, ma comunque dai, ormai è andata così.

Solobike.it: Toscana, terra di grande ciclismo, ma soprattutto di mountain bike. Una terra dove soprattutto quest’anno c’è una concentrazione di gare impressionante, ma a parte qualche sporadico caso, non si riesce a creare l’ evento, e sì che i territori dovrebbero facilitarne la creazione.
Francesco Casagrande: c’era Bibona, con la Costa degli Etruschi, che poi ha avuto dei problemi, ma manca il fiore all’occhiello della regione. Forse è anche un fattore economico. I territori sono fantastici, ma non sono selettivi come quelli del nord Italia, ma questa è solo una considerazione.


Solobike.it: e la MTB Italiana?
Francesco Casagrande: qui andiamo a toccare un tasto dolente. Per me, ma parlando anche con molti dei veterani di questo settore, manca una vera programmazione a livello federale.
Quando ho iniziato con la mtb, ho cercato un calendario nazionale e non l’ho nemmeno trovato.
Poi, anche certe scelte fanno capire che non esiste programmazione: per esempio il Campionato Italiano MX, al primo di maggio è fuori da ogni schema. Se i campionati nazionali in Europa si svolgono in certi periodi, allora si dovrebbe cercare di allineare anche il calendario italiano.
Se c’è un mondiale all’estero, visto che le gare italiane sono troppo corte rispetto a quelle straniere, bisognerebbe individuare le gare più lunghe, magari interessando gli organizzatori, per permettere ai nostri atleti di arrivare al top all’appuntamento iridato. Gli atleti validi in Italia ci sono, ma non gli vengono messe a disposizione gare che gli permettano di competere con i colleghi stranieri. Svizzera, Spagna, Francia, sono esempi da seguire. Per il momento la mtb è un movimento molto amatoriale, speriamo che in futuro cambino un po’ le cose.

Solobike.it: con l’agilità non hai mai avuto un buon rapporto e spesso, anche su strada ne hai pagato le conseguenze. Ultimamente ti vedo girare di più le gambe e ti trovo migliorato in discesa: cosa stai tramando?
Francesco Casagrande: non preoccupatevi, sto cercando di pedalare un po’ più agile per rendere meglio anche nei single track in salita. Ho cambiato la corona davanti, dal 44 l’ho portata al 42, ho fatto un po’ di pignone fisso in inverno, ma nulla di eclatante. In discesa, ho migliorato, perché sto usando più la mtb della bici da strada, proprio per affinare questa specialità.

Solobike.it: 26” o 29”? Vista la tua dedizione ai rapporti duri un pensierino alla 29”….
Francesco Casagrande: come ti ho detto quando ci siamo incontrati, secondo me un atleta di spicco dovrebbe averle tutte e due. Ho parlato anche con Celestino e lui mi ha detto la stessa cosa. Forse nei tratti pedalabili e nelle gare lineari, la 29” ci può stare e può dare dei risulatati, ma nel tecnico penso che la 26” sia imbattibile.

[Immagine: casagrande112.jpg]

Solobike.it: cosa ne pensi di Solobike.it?
Francesco Casagrande: eh eh…adesso cosa dico? Devo farvi i complimenti perché siete gli unici che fanno opinione in questo settore. Complimenti davvero, continuate così.

Solobike.it: Francesco, grazie per averci concesso un po’ del tuo tempo e ti faccio gli auguri per il tuo proseguo nell’attività di bikers, oltre che per la tua vita, da parte della redazione e dei lettori di Solobike.it
Francesco Casagrande: ringrazio voi e speriamo di risentirci al più presto.

solobike.it
 
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#3
Ma ho capito male io o andrà a correre coi big della MTB?

Nel caso non potrei esimermi dal seguirlo Wub
 
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