Lo sai che, in parte, mi trovi d'accordo.
Peraltro questo è un discorso che allargherei, a maggior ragione, a Kiryienka e anche a Thomas De Gendt.
Dico in parte perché il Tony Martin dell'ultimo lustro può giusto ambire a qualche crono e a qualche Tour du Poitou-Charentes. Dunque tanto vale che faccia il gregario, anche perché in Jumbo pare rinato in questo ruolo.
(04-07-2011, 07:08 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Io sono d'accordo con Zelk, un GT abbastanza facile (Giro e Tour 2009 ad esempio) potrebbe anche vincerlo e, già ora, nelle crono belle mosse, secondo me, è più forte di Cancellara...
8 anni fa scrivevo queste cose. Oggi viene quasi da ridere a rileggerlo, potrei anche giustificarmi dicendo che tanto avevo 16 anni (quasi 17, in realtà

). Ma, per la verità, il discorso non era campato per aria. Tonino quell'anno aveva vinto la Parigi-Nizza (resta il successo più importante della sua carriera in una corsa a tappe) e aveva fatto 2° al Tour de Romandie.
Due anni prima Tony Martin era rimasto in top-10 al Tour de France fino alla 16esima frazione, il tappone di Bourg-Saint-Maurice con Piccolo e Grande San Bernardo. Ad Andorra Arcalis era arrivato con Schleck, Evans e Armstrong. A Verbier fu 12° a 2'30" da Contador. Parliamo di due tappe di montagna entrambe over 200 km. E lui aveva 24 anni. Sul Mont Ventoux fu 2° battuto in volata dal veterano Garate. Insomma, sembrava che il suo processo di crescita lo avrebbe portato a essere uomo da GT.
Purtroppo per lui era tarato per un'era diversa da quella attuale. Nell'appena citato 2009 il Tour presentava ancora 93 km a crono, il Giro 95,5 e la Vuelta 60,5 (erano meno, ma bilanciava con la totale assenza di terza settimana).
Nel miglior anno di Tony Martin post 2011 nelle gare a tappe, vale a dire il 2014, quando rischiò di vincere il Tour de Suisse, la situazione era diventata questa: Tour 54 km a crono (pure tanti rispetto agli anni seguenti), Giro 63+27 di cronoscalata (chiaramente questa non favoriva Martin), Vuelta 49.
Negli anni '00 Gonchar rischiò di vincere un Giro, mentre gente come Michael Rogers e addirittura Bradley McGee ottennero delle top-10 nei GT. Martin era un corridore costruito ad hoc per quegli anni, ove c'erano ancora molti km a crono nei grandi giri e le tappe di montagna erano più gare di endurance che non gare di effort di 20 minuti come gran parte di quelle attuali (soprattutto al Tour e alla Vuelta). S'è ritrovato in un'epoca non sua e s'è dovuto accontentare di essere un corridore fortissimo che, però, poteva ambire solo a corse di secondo piano.