Il prete scientista
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Vince Pogacar, che si porterà a casa quindi 3 maglie.
Tappa non troppo spettacolare ma ci sta con il Tour ampiamente chiuso e i valori in campo ben definiti.
Pogacar merita un po' più di supporto in salita, Majka non è terribile ma non è in grado di lanciarlo come forse potrebbe.
Bel Tour, Pogacar grandissimo corridore.
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Antisionista
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Pogacar mi piace tanto, sono contento della sua vittoria anche oggi.
Ma forse mai negli ultimi anni ho arrancato così tanto per seguire il Tour fino alla fine ...
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Utente pennuto
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Pogacar in ciabatte. Alla fine, senza Roglic, chi ha overperformato è Vingegaard, dato che Carapaz senza spunti degni di nota sarà tranquillamentr sul podio di Parigi, cosa preventivabile già alla vigilia.
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No es un ciclista es Nairoman
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Pogacar oggi con più margine rispetto a ieri. Tappa molto mogia, la mancanza di chilometri e salite si è fatta decisamente sentire
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La lunghezza delle tappe (oltre a mezzi che sono bombe rispetto a 20 anni fa) sono da collocare sovente in una sorta di misto fra juniores e dilettanti, rendendo così il ciclismo odierno, molto distante da quello di un tempo. Ed è per questo che è ancora più forte l'esigenza di guardare il talento fra i protagonisti, in quanto i corridori di oggi sono davvero dei superprotetti rispetto ai colleghi di un tempo.. Ed il talento, oggi, ci dice che in questo Tour, c'è un Pogacar che ha numeri sufficienti e giustificabili per reggere confronti col passato. Ci evidenzia un Vingegaard (che vale molto più dei 5 minuti di distacco per noti motivi), che può avviarsi ad una bella carriera da campione (farà una gran crono di chiusura, per me). Indi un Carapaz, che è molto bravo, ma non li vale, anche se è, assieme a Bernal, il più forte in salita dell'intero segmento ciclistico di una squadra che ha dato cazzotti al ciclismo secondi solo all'UCI. Il resto dei migliori in classifica sono poco e lo hanno dimostrato anche oggi. Forse, l'unica eccezione potrebbe essere Gaudu, ma avrebbe bisogno di essere guidato un po' meglio. In ogni caso, in questo Tour, il talento ha trionfato grazie pure a singoli ancora non votati alla classifica, ed alludo a gente che nella storia ciclistica ci sta già, ovvero Van der Poel, Van Aert, Alaphilippe.
Ho visto in giro, non qui, che costoro sono sempre criticati, ed allora, ancora una volta, ho la prova che troppa parte dell'osservatorio ciclistico, o e masochistico, o è eufemisticamente....ingenuo.
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La regola del tre per Pogacar vale anche in questo Tour e in questo GT. Tre successi come a Vuelta 19 e Tour 20: numeri stratosferici e inavvicinabili per chiunque. Inoltre chiude la sua contabilità anche con maglia bianca e maglia a pois per fare un perfetto remake di quello che è successo pochi mesi fa.
Un dominio quasi involontario, nel finale non mi sembrava volesse staccare ma è tutto venuto un po' di inerzia per la sua superiotà.
Un dominio che è stato bello nella prima settimana del Tour, quando il principe sloveno ha regalato show incredibili, molto meno nella seconda parte quando i Pirenei hanno scavato distacchi minimi e le tappe si sono risolte solo nei km finali.
Non comprendo la Jumbo. Oggi aveva un super Kuss a supporto, metterlo a tirare il gruppo quando sono rimasti in 4 è un nosense (anche perchè non c'erano particolari esigenze di classifica). Bisognava utilizzare l'americano per (cercare di) mettere in mezzo la maglia gialla e Carapaz e cercare il successo con uno dei due.
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NEMICO DEI BOVINI
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Le squadre non ci stanno più con la testa a voler fare sempre sti treni in salita
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Ma la Ineos ha cambiato modo di correre.
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NEMICO DEI BOVINI
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Cioè pure loro sanno che al 99 per cento Carapaz le prende e come loro tutte le altre squadre e invece di attaccare con Goganga/Altro e la UAE se vuole lavora per vincere la tappa hanno la geniale idea di tirare per poi perdere contro Pogi
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Bel Tour, tra l'altro, Tao.
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(15-07-2021, 09:19 PM)Tommeke23 Ha scritto: Le squadre non ci stanno più con la testa a voler fare sempre sti treni in salita
I treni, saranno moderni finché si vuole, ma hanno disintegrato i coglioni del telespettatore da conquistare. Feci una prova empirica anni fa (2012) in un paio di bar, dove difficilmente sarei stato riconosciuto. Già fu un miracolo trovarne due sintonizzate sul Giro d'Italia, poi il resto contro il ciclismo, venne dagli improperi dei frequentatori contro la Liquigas di Ivan Basso che tirava a treno, ed era perenne sul video. La frase meno cattiva che registrai fu: "sa tirarai che tant quel che l'è un scata mai; par cuntrulé 'e basta un gregheri drì 'e capiteni e un'et ogni tent. Al cursi acsé al fa schiv e l'è mei ciudar la television" (Cosa tireranno che tanto quello la non scatta mai; per controllare la corsa basta un gregario vicino al capitano, ed uno ogni tanto che da una mano. Le corse così fanno schifo, ed è meglio spegnere il televisore). Ora, premesso che il pubblico appassionato di ciclismo digerisce i sassi e si pone poco il tema della spettacolarità e della popolarità dello sport amato, tanto più che è l'unica disciplina sportiva
che vive esclusivamente di sponsorizzazioni e pubblicità, il sottoscritto da quel giorno di fine maggio, s'è convinto che in un GT le squadre debbano essere composte da sei elementi. Ovvio che al ciclismo serve tanto altro, soprattutto una riforma che nasca da uno studio a 360 gradi e non dalle stanze cieche e mefitiche della neoplasia pressoché unica, insistente sul pedale: l'UCI.
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Sì, Tour con molti spunti interessanti ma che ha detto praticamente zero dopo le Alpi. Magari non è colpa di nessuno o è merito di Ppgi a Le gran Bornard, però dopo quella tappa non si è letteralmente visto più niente. Sono quasi contento che domani c'è la crono e domenica Parigi.
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