Il conclave 2025 sarà una sfida tra Turkson e Tagle?
Non voglio che le mie sembrino lacrime di coccodrillo, ma penso risulti evidente come l'intento un po' denigratorio di questo topic nascesse con toni polemicamente scherzosi, per dichiarazioni poco felici di un Papa che certamente è stato anche molto importante nella storia di una Chiesa che attualmente ha nell'America del Sud il maggiore bacino di fedeli. E' stato dunque un papa figlio del proprio del tempo e figlio delle trasformazioni che la chiesa sta vivendo.
Penso che avesse seriamente un problema nell'esprimersi in lingua italiana e questa cosa lo portava ad avere un linguaggio spiccio, che poco si confaceva ai miei gusti personali (di laico), ma che probabilmente ha lasciato il segno laddove il Cristianesimo è tuttora forte o in via di espansione: America Latina, Asia, Africa.
Sia poi chiaro come Papa Francesco abbia sanato tutte le sue mancanze, mostrandosi amico del popolo martoriato di Gaza e parlando di pace quando tutti erano belli e pronti a fare la guerra alla Russia.
Il prossimo papato avrà dei segni di continuità e di discontinuità con quello precedente. Un segno di continuità sarà la provenienza del pontefice. Non europeo e non occidentale. Proverrà da uno dei tre continenti apparentemente periferici, ma ormai centrali per le sfide del cattolicesimo. Non penso che sarà di nuovo sudamericano, sarebbe un richiamo troppo forte al predecessore, penso che le scelte ricadranno su Asia o Africa.
L'Asia è rappresentata da un candidato molto forte, il filippino Luis Antonio Tagle che spiritualmente e umanamente pare essere una copia carbone di Papa Francesco. Dalla sua ha certamente molti voti, ma non quelli del fronte conservatore. Di contro ha anche un'età che per gli standard attuali potrebbe essere fin troppo giovane: 68 anni. Eleggendolo, i cardinali si assicurerebbero circa 20 anni di pontificato. Ma è davvero intenzione dei porporati creare così tanta stabilità? Gli ultimi due eletti avevano rispettivamente 78 e 76 anni, dunque pare che la tendenza sia quella di eleggere pontefici destinati a rimanere in carica un decennio, anno più anno meno, ma la rotta potrebbe ovviamente invertirsi e nessuno si scandalizzerebbe. Nel XIX secolo, per esempio, abbiamo avuto pontificati lunghissimi, nel XX pure mediamente lunghi, con le dovute eccezioni.
Quello che credo debba necessariamente essere uno standard richiesto per l'elezione è però la lunga esperienza come cardinale: Tagle ce l'ha, essendo stato nominato con quel ruolo da Benedetto XVI nel 2012, quello che gli manca sono però i voti di una certa frangia.
Chi può dunque dare un colpo al cerchio e uno alla botte? Accontentare tradizionalisti e progressisti al contempo? La risposta potrebbe risiedere nel ghanese
Peter Turkson, nominato cardinale addirittura da Giovanni Paolo II, nel 2003. Classe 1948, è uno dei papabili più anziani, ma pare fisicamente molto in forma (a vederlo nelle foto recenti gli darei 10 anni di meno). La sua elezione porterebbe al mondo il primo papa di colore (non il primo africano, ma il primo dell'Africa subsahariana) e soprattutto sarebbe una perfetta soluzione di compromesso. Turkson porterebbe avanti l'attenzione alle cause di povertà, ambientalismo, fame nel mondo e migrazione care a Francesco, ma dall'altro, sotto l'aspetto dottrinale, sarebbe molto più intransigente sulle questioni del diaconato femminile e della morale sessuale. Questo suo aspetto più conservatore potrebbe far convergere verso di lui i voti del fronte tradizionalista, che tuttavia è minoritario tra i cardinali.
Turkson è la figura che meglio incarna le caratteristiche che credo verranno richieste al nuovo pontefice:
- Provenienza geografica da uno dei 3 continenti "nuovi"
- Lunga esperienza di cardinalato
- Parziale continuità con idee di Francesco
- Maggiore intransigenza dottrinale rispetto a Francesco, così che la chiesa non si debba più spaccare, come ha rischiato di fare in questi ultimi tempi.
Un piccolo easter egg per Peter Turkson:
La profezia di Malachia (un palese falso storico, ma non si sa mai) indica come ultimo pontefice "Pietro il romano", e Turkson si chiama Peter.
Certamente questa cosa potrebbe non essere un buon segno, se si pensa ad almeno due precedenti:
- ROMA: nata con Romolo e finita con Romolo Augustolo
- COSTANTINOPOLI: nata con Costantino e finita con Costantino XI
- PAPATO: iniziato con Pietro finirà con Peter Turkson?
A questo si aggiunga un'altra diceria semiprofetica, ossia che il caput nigrum sul soglio di Pietro avrebbe segnato l'avvento della fine dei tempi.
Alla fine dei tempi però non ci deve pensare il papa, è tutta una questione da Putin, Trump, Von der Leyen, Macron, il criminale di guerra Netanyahu e altri atomici coglioni come loro. Andassero affanculo

. Tra i potenti, l'unico degno di rispetto era il papa che lamentava comicamente la frociaggine nei seminari.