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Andy Schleck
Contador gli ha tirato una gufata immensa AsdAsd

Se per tutta la stagione si mantiene su questo livello, sarebbe meglio se si levasseEheh ... ha già vinto troppo per i miei gusti: una liegi e un tour rubato a contador.

Andy, ti ricorderò solo per la tua grandissima crono... a Grenoble! AveAve
 
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Peccato che chi doveva giudicare abbia deciso che a rubare era stato Contador Occhiolino
 
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Diciamo che contador l'aveva fregato attaccandolo dopo il salto di catena... Ma, caro Andy, tutti sanno che ti salta la catena se metti il grande davanti e il grande dietro!
Quel tour era di Alberto, le questioni del doping mi sono sembrate ridicole, poi, invece, se ha sbagliato è giusto che abbia pagato...
 
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Quel Tour sarebbe stato di Menchov se Cancellara non avesse fermato il gruppo nella tappa di Spa Sisi

Comunque basta parlare del Tour 2010, sennò poi salta fuori "l'adulatore elvetico" e comincia a sfracassare i maroni...
 
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Menchov avrebbe dovuto essere squalificato a vita per doping prima ancora di passare professionista
 
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Andy Schleck: «Non sogno di vincere il Tour de France quest'anno ma voglio tornare più forte di prima»
«Non sogno di vincere il Tour de France, non quest'anno». Queste le parole rilasciate a Velonews dal lussemburghese Andy Schleck, reduce da un 2012 d'inferno e che pian piano sta ritornando alle corse. «Voglio tornare competitivo ma devo fare un piccolo passo dopo l'altro. Ho un buon fondo ora, procederò passo dopo passo, senza fare un grande passo alla volta. Non sarò alla Grande Boucle come leader della Radioshack, no. Ci sono altri adesso, per me è importante tornare ad avere il pieno appoggio del team, vedremo come andrà a luglio. Ritornare è stato più duro di quanto pensassi: un conto è macinare chilometri per conto tuo, un altro è rientrare nel gruppo. Non dico che sia frustrante ma è solo più duro di quanto pensassi». Schleck, attualmente impegnato al Giro dei Paesi Baschi, ha inoltre affermato di non essere nemmeno lontanamente vicino alla forma con cui vinse la Liegi-Bastogne-Liegi nel 2009: «Non so se sarò in grado di competere con i migliori, prendo le cose giorno dopo giorno per essere al meglio nelle Classiche delle Ardenne, vedremo dove potrò arrivare». Nel calendario di Andy Schleck ci sono, dopo le Ardenne, l'Amgen Tour of California, un training camp con la squadra, il Giro di Svizzera ed il Tour de France. «Quando le cose vanno bene tutti ti sostengono. Quando gira male, si vede realmente chi ti sostiene. Voglio tornare quello che ero, e fare meglio di prima. C'è ancora da lavorare molto, lo ammetto».

cicloweb.it
 
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Dichiarazioni quanto meno sensate
 
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Quali sarebbero i leader? Horner? Kloden? Zubeldia!?

Alla fin fine il Tour è l'unica corsa in cui si applica, per me sarà il migliore della sua squadra anche se probabilmente non sarà ancora al livello di Froome e Contador...
 
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Kloden Rolleyes
 
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Zubeldia spaccherà i culi! Rockeggio
 
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Citazione:. «Quando le cose vanno bene tutti ti sostengono. Quando gira male, si vede realmente chi ti sostiene. Voglio tornare quello che ero, e fare meglio di prima. C'è ancora da lavorare molto, lo ammetto».

Vero vero, condivido e sottoscrivo, l'ho testato sulla mia pelle.
E mi rispecchio anche nella seconda parte.
 
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(04-04-2013, 10:53 PM)Pagliarini Ha scritto: Quali sarebbero i leader? Horner? Kloden? Zubeldia!?

Forse Voigt...

La Radioshack ha un sacco di corridori del pleistocene, e un giovane che corre come se fosse anche lui di quell'era geologica.

Non so cosa credono di fare nei GT
 
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Andy Schleck: ora sono fuori dal tunnel
«Vado alle Ardenne per lavorare e migliorare»

PROFESSIONISTI | Torna a parlare Andy Schleck e lo fa con una intervista concessa a Le Quotidien.
«Finalmente sono uscito dal tunnel - dichiara il lussemburghese della Radioshack - e mi sono lasciato il passato alle spalle. Preferisco concentrarmi sulle cose positive e attorno a me ce ne sono molte: c’è stato un momento in cui non riuscivo a vederle, ora le vedo».
E ancora: «Al Giro dei Paeisi Baschi ho cominciato a sentire sensazioni migliori, mi sono trovato bene in sella. Non so quando tornerò al mio livello, se sarà quest’anno o il prossimo, si tratta di un lungo cammino da compiere passo dopo passo. Ora so di aver sbagliato nel volermi allenare quando ero alle prese con la frattura dell’osso sacro: quell’incidente per me è stato deleterio».
Sulle Ardenne: «I miei compagni sanno che non posso vincere nessuna di queste corse e che continuerò a lavorare, speriamo che ci sia bel tempo. Quindi andrò a correre il Giro della California, sarò poi sulle Alpi e sui Pirenei per degli stage impegnativi in ricognizione sulle strade del Tour, il Giro di Svizzera, i campionati nazionali e finalmente il Tour».

tuttobiciweb.it
 
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Riporto questo articolo che mi è piaciuto molto (risale a qualche mese fa, ma è ancora attuale oramai), se volete darci 'na letta:

Di Lorenzo Franzetti

Andy è il più forte, Andy non può sbagliare. Il Tour è nelle sue mani, perché Andy vive per il Tour. Estate 2010, un salto di catena: Andy non voleva perderlo, il Tour. E, invece, gli è scivolato via. Andy è un gentiluomo, è uno leale, Andy è stato preso in giro dal mondo intero, perché sul Tourmalet non ha avuto la cattiveria di lasciarlo sul posto, quel Contador. Gli ha stretto la mano e basta: a lui la tappa, allo spagnolo la gloria. Perché Contador ha la faccia da bravo ragazzo, da uno che non ti frega, ma poi… Poi è un tribunale a stabilire che la faccia non conta. E la maglia gialla la danno a lui, a Schleck, che ha la faccia da ragazzotto meno brillante e, quindi, si becca le critiche. Sempre e comunque.

Andy è un talento, glielo dicono da molti anni: aveva il Tour in mano, anche nel 2011. Andy un giorno di luglio del 2011 volava, era un’aquila sul Galibier. Com’era bello Andy con la maglia gialla, altro che faccia poco sveglia: Andy era un guerriero in trionfo, al cospetto di un Contador col fiatone e un Cadel Evans ingobbito. Andy è un talento, gliel’hanno ripetuto anche in quei giorni: ma il Tour l’ha visto sfumare in una cronometro, un’ora di corsa, a Grenoble. Nella cronometro, sei tu Andy, che sfidi te stesso; sei tu, Andy, che sei nudo davanti al tuo limite, tu e la mente. Eccolo il problema, Andy ha perso. Andy non ha saputo vincere la sfida con la mente. Cadel Evans, invece, era tutto cuore e testa.

Sono passati anni, da quando tutto è cominciato: Andy il mite, Andy il pescatore allegro, il ragazzo sempre sorridente nei boschi del Lussemburgo. Andy non ha più saputo trovare un motivo per sentirsi aquila in bicicletta, come quel giorno sul Galibier: era tutto solo, in mezzo alla gente, quella volta. Era andato in fuga da lontano, aveva vissuto l’emozione dei grandi sull’Izoard. E poi via, più forte di tutti, fino in vetta, a quasi tremila metri. Proprio come un’aquila.

Andy ha perso, ha perso molte volte. E del Galibier, nessuno si è più ricordato: tanto che pure lui si è dimenticato di essere aquila. Andy non fa il corridore, Andy deve essere più serio, Andy deve imparare a concentrarsi, Andy bla bla…

Andy non è più aquila, non va più in salita, non va più in discesa. Ah sì la discesa, c’è quella vecchia storia, una caduta al Giro del Delfinato. Ma nel profondo c’è anche la paura che non l’ha più lasciato da quel giorno in cui vide Wouter Weylandt morire, proprio in discesa. Al Giro d’Itaoia. Quella tragedia ha segnato più di un corridore. Altro che eroi, corridori come leggende. Andy è un corridore come un uomo.

Questi ciclisti, solo uomini, poca roba: lo deve aver pensato anche quel bell’esempio di onorevole francese, quando si è imbattuto in lui, proprio Andy Schleck, in ascensore, che… o mio dio, era ubriaco. Che scandalo, vero onorevole? Cattivo esempio, mela marcia, questo ciclismo che non ha più eroi. La difficoltà di un uomo è sbandierata ai quattro venti dall’onorevole. Andy era un talento, Andy ha perso un’altra volta. Andy di qua, Andy di là. Andy smentisce e smentirà. “C’è un altro Tour, mi vedrete là”.

C’è il Tour, c’è il talento. Ma c’è anche il problema, quel problema: che non è affatto l’alcol, che non è la poca voglia. Tutte sentenze da pulpiti beceri, quelle. Sentenze vuote, ma pesanti come pietre, mentre il ciclismo degli ipocriti gli volta le spalle. Gli volta le spalle come ha fatto molte volte con altri eroi che hanno avuto la debolezza di dimostrarsi “solo” uomini.


Copyright Hugs
Prima di qualsiasi Tour c’è un problema, c’è il problema, per Andy. Non è l’unico a soffrirne, non è l’unico che sta provando ad uscirne. Nessuno ha il coraggio di parlarne, è un problema o è un male? Ma sì, chissenefrega, bisogna far la vita da corridore e tutto si risolve. Meglio nasconderlo, il problema, tenerlo nell’ombra. Roba da niente, alla prima salita tutto si risolverà. Eppure, a tu per tu con la mente, Andy rimane con le gambe in croce, come impotente, come in quella cronometro di Grenoble, contro Cadel Evans.

Andy era un’aquila, Andy è triste e vede poca luce davanti a sé, Andy ha bisogno di risolvere il suo problema, ora. Ma il ciclismo, quello degli ipocriti, continua a dimostrare di non aver capito niente. Un certo ciclismo se ne frega dei tanti drammi che si sono consumati, un certo ciclismo che, dopo aver fatto danni, si ricicla e fa finta di niente.

Andy, però, ha il diritto di poter non essere un’aquila. Semplicemente un uomo, con la sua tristezza, con un problema da risolvere. Andy ha un fardello che gli impedisce di volare alto. Prima viene l’uomo, però. Poi tutto il resto.

cyclingmagazine.it
 
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Schleckino, nuova delusione in Svizzera
Solo 54esimo ieri a Crans Montana

Scatta l’allarme in casa RadioShack Leopard dopo l’ennesima deludente prestazione firmata da Andy Schleck: a Crans-Montana, il lussemburghese è arrivato 54º a 3’20” da Bauke Mollema
«È stata una giornata deludente - conferma il diesse Kim Andersen - perché Andy era partito con l’intenzione di far bene, ma così alla fine non è stato. Ci riproveremo nei prossimi giorni, cambiano ovviamente i nostri piani».
Il giovane Schleck è reduce da un Giro della California nel quale aveva mostrato segnali di ripresa ma in Svizzera, ultimo test prima del Tour, sembra aver fatto un preoccupante passo indietro.

tuttobiciweb.it
 
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Per il compleanno s'è preso un giorno di vacanza in Svizzera.

Comunque, Andy cercherà di fare classifica al Tour con la Top 10 in uno dei suoi obiettivi principali.
 
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ma lo dici tu o lo dice lui. mah..per me l'abbiamo perso, spero di sbagliarmi che è un corridore che mi è sempre piaciuto se solo facesse il ciclista e non il corridore del tour de france
 
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Naaaa, perso no, più che altro mi vien da pensare che è lui che ormai ha perso il treno buono e resterà per sempre un eterno incompiuto...

Farà vedere ancora buone cose nei prossimi anni per me, però dubito riuscirà a tornare ai livelli del 2010...
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
Andy 2011 > Andy 2010 ci sono dati abbastanza oggettivi oltre a quanto lui stesso ha detto che possono confermarlo, dal 2010 ha continuato a crescere

https://www.youtube.com/watch?feature=pl...uZEs#at=34

Per il resto nessuno ha una minima base per esprimersi sul suo futuro (per cui evitate in generale di fare i sapientoni), ogni persona è diversa e vedremo solo col tempo se tornerà a far battere il cuore a noi tifosi

(18-06-2013, 12:35 AM)And-L Ha scritto: ma lo dici tu o lo dice lui. mah..per me l'abbiamo perso, spero di sbagliarmi che è un corridore che mi è sempre piaciuto se solo facesse il ciclista e non il corridore del tour de france

Tutti i campioni diventano quello che voi chiamate "corridore del tour de france", dovete capire per il sogno dei ciclisti è vincere il Tour, non vincere il Giro :-/ :-/

Ovviamente lo diciamo entrambi e io lo dico perché l'ha detto lui
 
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Quali sarebbero questi dati oggettivi?
 
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