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Culture & Cycling Tournament - Finalissima Bartali vs Coppi
#64
Gli altri del Girone E:

Vicente Trueba: come caratteristiche forse non è mai esistito uno scalatore così puro: 50 chili di peso, praticamente imbattibile in salita ma decisamente carente in tutto il resto. Al Tour de France 1933 transitò sul Galibier con undici minuti di vantaggio su Guerra, ma la "Locomotiva umana" si riportò sulla "Pulce di Torrelavega" e vinse la tappa. Quell'anno si aggiudicò la classifica scalatori del Tour, condita da un sesto posto finale ma per il resto il suo palmares è molto povero.

Vittorio Adorni: ottimo passista, forte a cronometro, solido in salita, Adorni fu un corridore completo che nonostante si sia scontrato con corridori come Gimondi, Anquetil, Merckx ha raccolto diversi successi, in primis un Giro d'Italia e un Mondiale memorabile nel 1968, nel quale andò in fuga insieme ad Agostinho e Van Looy e, a 90 chilometri dall'arrivo, staccò i compagni di fuga e vinse con quasi 10 minuti di distacco. Conclusa la carriera ciclistica, è diventato commentatore televisivo a fianco del grande De Zan.

Pedro Delgado: scalatore spagnolo, vinse due edizioni della Vuelta ma soprattutto un Tour de France in cui si dimostrò praticamente inattaccabile in salita mentre i suoi rivali più pericolosi (Fignon, Kelly, Bernard, Herrera) presero molti minuti di ritardo soprattutto nella tappa dell'Alpe d'Huez.

Erik Breukink: altro corridore completo che forse, se si fosse "specializzato" un pochino in un particolare tipo di corsa, avrebbe ottenuto vittorie più importanti. Ottenne infatti diverse vittorie di tappa e piazzamenti nei primi nelle classifiche dei GT ma non riuscì mai a vincerne uno. Arrivò al massimo secondo al Giro 1988, nel quale vinse la storica tappa del Gavia, con un tempo da tregenda.

Michele Bartoli: qui sono di parte, in assoluto è il corridore con più classe che io abbia mai visto. A parte (forse) i Grandi Giri avrebbe potuto vincere qualunque corsa. Un grave infortunio nel 1999 ne ha complicato notevolmente la carriera ma è riuscito comunque a togliersi altre soddisfazioni come due Giri di Lombardia e un'Amstel Gold Race. Le sue più grandi imprese sono comunque il Giro delle Fiandre 1996 e la Liegi-Bastogne-Liegi 1997, in cui fa sembrare Jalabert un dilettante. Forse esagero, ma le sue qualità gli avrebbero permesso un palmares ancora più ampio rispetto a quello notevole che già ha.

Oscar Freire: chi si stupisce del fatto che Sagan tenga bene in salita nonostante sia molto competitivo anche nelle volate di gruppo forse non si ricorda di Freire. Se c'è uno che ha vinto tutte le corse per velocisti è lui: Milano-Sanremo (3 volte), Parigi-Tours, Vattenfal Cyclassics, Gand-Wevelgem, Mondiale (3 volte). E nelle salite medie o nelle cotes delle Ardenne si difendeva egregiamente. Corridore scaltro, sapeva leggere la corsa come pochi altri.
 
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RE: Culture & Cycling Tournament - Chi sarà il più importante di tutti i tempi? - da Paruzzo - 31-12-2013, 12:57 PM

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