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Mattia Gavazzi
#3
Mattia Gavazzi: «Voglio vincere questa sfida»
Scalare l’Everest senza essere in possesso di requisiti tecnici e preparazione adeguata per riuscirci. Ma con grande determinazione, grinta, impegno, spirito di sacrificio e la voglia di colmare queste qualità per fissare la bandierina a quota 8.848 della montagna himalayana, sogno di tutti gli alpinisti posta tra Cina e Nepal.
Mattia Gavazzi, secondogenito di Pierino, dall’11 ottobre scorso sta cercando di risalire la china dopo essere precipitato nel baratro della tossicodipendenza. Ventisette anni, corridore di talento, destinato a una carriera fantastica, il velocista di Provezze sta cercando di sconfiggere la cocaina che troppe volte lo ha costretto alla resa, molto di più degli avversari: da Petacchi a Greipel e via discorrendo. Nato con le stimmate del campione, vincitore alla sua seconda corsa nella categoria giovanissimi, è stato appiedato giustamente dagli organi federali una prima volta quando correva nella categoria juniores. Quindi la squalifica nel 2004 e lo stop del 21 aprile 2010 quando già pregustava la gioia della vittoria in una tappa della Settimana Lombarda by Bergamasca. Sempre per quella maledetta polvere bianca che ti fa credere il Messia mentre invece sei piccolo, talmente piccolo, che più piccolo non si può. Da quel giorno ne è passata però di acqua sotto i ponti e Mattia Gavazzi ha dovuto superare ostacoli a prima vista insormontabili. Ed è ancora qui pronto a centuplicare le sue forze per vincere la volata più importante: quella della vita.
“E’ per questo motivo che mi sono ben ficcato in testa di finirla una volta per tutte. Dall’aprile scorso a oggi ho affrontato sette-otto gradini dei dieci che devo salire per farcela. I gradini che mancano però sono quelli più duri, più impervi, da affrontare con la rabbia e la grinta giusti”.
Mattia Gavazzi è sereno come non mai mentre si racconta e soprattutto fiducioso di vincere questa battaglia. E il ciclismo gli potrebbe dare sicuramente una mano. Ma lui l’ha già tradito tre volte. “Vero anche questo ma mai come in questo momento credo fortemente di poter guardare in faccia la gente, perché sono decisissimo a farla finita una volta per sempre. Tra un paio di settimane mi recherò a Roma dove la procura antidoping attuerà la richiesta al Tna per quel che mi riguarda. Il regolamento parla chiaro e non mi faccio illusioni, ma posso dimostrare di essere deciso a tutto per farla finita con la cocaina e quindi spero nella clemenza dei giudici. Sono ancora giovane e se saprò affrontare il resto del percorso che ho davanti con la determinazione attuale credo davvero di poter sconfiggere una volta per tutte la cocaina. Per questo spero davvero di poter avere un’altra chance sportiva, anche se è la battaglia della vita che intendo vincere”.
Dall’aprile scorso Mattia Gavazzi ha deciso di voltare pagina. Decisivo l’incontro con Giovanni Mazzi della Comunità Exodus, conosciuto a Orzinuovi nel luglio 2010 dove si era recato per vedere l’arrivo della tappa del Brixia Tour. Il ciclismo che giustamente l’ha respinto, gli ha fornito una ciambella di salvataggio. Infatti nell’ottobre 2010 si è recato in comunità Exodus a Cavriana dove è rimasto tre mesi. Poi è salito a Sonico altri tre mesi. “Ho dovuto superare momenti drammatici per via di astinenza e quant’altro. Sono anche scappato un paio di volte. Ma poi ho capito quale era la strada da seguire e ora sono motivatissimo e pronto a ogni sorta di sacrificio per tornare a vivere come un comune mortale, meglio se da corridore, perché correre è l’unica cosa che so fare al momento. Sono comunque pronto anche a guardarmi attorno perché intendo dare un senso alla mia vita”.
Importante l’incontro con Giovanni Mazzi, forse ancora di più quello con Anna, bella ragazza bergamasca di Casnigo, conosciuta il 31 ottobre 2009 a Milano. “Anna è insieme a Giovanni e ai familiari il mio punto di riferimento costante. Quando sento e penso di andare in tilt mi affido a loro perché so di poter avere una parola buona, il conforto che mi consente di guardare avanti con rinnovata fiducia”.
Anche Anna l’ha conosciuta nell’ambiente ciclistico e questo non è certamente un caso. Come dire che è proprio il mondo che l’ha censurato a potergli fornire la possibilità di rifarsi una vita. L’ha capito il suo ex tecnico Roberto Damiani, attuale direttore sportivo della Lampre, che l’ha convinto a recarsi al centro tumori di Milano insieme a Scarponi per consegnare la maglia rossa ai bambini malati. “Un’esperienza tremenda e nel contempo positiva perché mi sono guardato dentro e ho capito quanto sono stato stupido per aver buttato via anni importanti della mia vita. Ma ho tutto il tempo per rifarmi. Gli occhi dei bambini malati non riesco proprio a cancellarli dalla memoria. Vorrei tornare a correre e vincere per portare a loro fiori e coppe della vittoria”.
Il percorso che sta compiendo è ricco anche di momenti pubblici importanti, tipo l’incontro con 120 alunni delle scuole primarie e secondarie a Mantova. “Insieme a Giovanni sono stato più di un’ora con loro testimoniando la mia negativa esperienza. E’ stato difficile confrontarmi con i ragazzi ma alla fine ci sono riuscito e sono contento”.
Questo è il Mattia Gavazzi di oggi, deciso a tornare in sella, ma soprattutto a cancellare un pezzo della sua vita, durante il quale è stato manipolato da persone che sicuramente non gli volevano bene e che la maledetta polvere bianca l’ha costretto spesso a compiere passi sbagliati. E chissà non abbia ancora il tempo per puntare a battere il record di papà Pierino vincitore 63 volte tar i professionisti mentre lui è fermo a 23. Avrebbe ancora tutto il tempo per farcela. Ma l’attende un tappone dolomitico durissimo e per un velocista come lui sarà davvero arduo superarlo. I corridori veri, gli uomini a tutto tondo, quando però si prefiggono di cogliere un obiettivo ci riescono. In fondo anche suo padre Pierino ha vinto le ultime due tappe del Giro d’Italia nel 1978 e 1980 dopo aver superato tutte le montagne della corsa rosa. Dovrà farlo anche lui, soprattutto per se stesso, perché continuare a pedalare fuori percorso lo porterebbe davvero in un vicolo cieco.

Angiolino Massolini - tuttobiciweb.it
 
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Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 14-02-2011, 09:55 PM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 14-02-2011, 09:56 PM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 09-06-2011, 03:48 PM
RE: Mattia Gavazzi - da BidoneJack - 09-06-2011, 04:56 PM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 26-03-2012, 06:55 PM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 07-04-2012, 05:37 PM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 09-06-2012, 04:33 AM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 26-06-2012, 04:18 AM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 19-01-2013, 05:56 PM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 20-02-2013, 10:50 AM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 11-11-2013, 12:09 PM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 08-01-2014, 12:08 PM
RE: Mattia Gavazzi - da SarriTheBest - 16-11-2015, 11:28 AM
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