10-11-2014, 03:53 PM
22-04-2000 / Freddo, freddo, freddo!
Freddo, freddo terribile. Non ho patito tanto freddo nemmeno nei lunghi allenamenti di gennaio sotto la pioggia, a Varese. E anche la notte solente m'è capitato di svegliarmi con i piedi ghiacciati, come ai tempi della colonia da bambino, per il troppo freddo; ho temuto di prendermi un accidente e buttare in vacca tutta la preparazione. Mea culpa, ho scelto io la sistemazione. Avevo sentito telefonicamente a marzo questa signora di Pontechianale e mi aveva offerto l'affitto di un appartamentino modesto, a basso prezzo: ai piedi del Colle dell'Agnello non poteva essere più comodo. L'appartamentino era in realtà un pezzo di una vecchia stalla risistemata in qualche modo, col cucinino a gas e niente riscaldamento elettrico, e dopo aver percorso 150 chilometri, a volte 200, su e giù per le montagne tra pareti di nevi in questa strana e fredda primavera l'ultima cosa che avrei voluto era entrare in una ghiacciaia e aspettare che la legna facesse il suo compito nel camino. Quando l'ho raccontato a mio padre s'è messo a ridere: "Ti sta bene! Così, visto che non hai fatto il militare, impari un po' che vuol dire far fatica"! Come se non facessi già abbastanza fatica a pedalare tutto il giorno, e poi io avevo fatto il servizio civile!
Trascurando questi inevitabili contrattempi, l'allenamento non è andato male: ho percorso due volte il Colle dell'Agnello, una volta l'Izoard (una giornata entrambe di seguito) dai entrambi i lati, una volta Monginevro e due volte Sestriere. Avrei voluto voluto fare questa benedetta salita di Prato Nevoso, di cui tutti ne parlano un gran bene, ma avrei dovuto fare troppi chilometri per raggiungerla e non ne ho avuto il tempo. A proposito, vi racconto una curiosità: salendo l'altro giorno sull'Izoard ho intravisto un altro ciclista con una mantellina fucsia, mi ha passato come un fulmine: con quel tempo, a quella velocità - ho pensato - può essere solo un professionista. Ho cercato per 6 chilometri di raggiungerlo, poi quando ne mancavano 3 alla cima, l'ho affiancato. La sciarpa gli copriva mezzo volto, ma sembrava proprio Jan Ullrich! Non ho fatto tempo a dirgli nulla, appena si è accorto di me ha dato una nuova accelerata pazzesca, e in cima non l'ho trovato. Sta a vedere che quel tedescone ha in mente di farsi il Giro...
Domani treno per Lienz, finalmente torno a mettermi il numero sulla schiena al Giro del Trentino, stavolta si fa sul serio!
Freddo, freddo terribile. Non ho patito tanto freddo nemmeno nei lunghi allenamenti di gennaio sotto la pioggia, a Varese. E anche la notte solente m'è capitato di svegliarmi con i piedi ghiacciati, come ai tempi della colonia da bambino, per il troppo freddo; ho temuto di prendermi un accidente e buttare in vacca tutta la preparazione. Mea culpa, ho scelto io la sistemazione. Avevo sentito telefonicamente a marzo questa signora di Pontechianale e mi aveva offerto l'affitto di un appartamentino modesto, a basso prezzo: ai piedi del Colle dell'Agnello non poteva essere più comodo. L'appartamentino era in realtà un pezzo di una vecchia stalla risistemata in qualche modo, col cucinino a gas e niente riscaldamento elettrico, e dopo aver percorso 150 chilometri, a volte 200, su e giù per le montagne tra pareti di nevi in questa strana e fredda primavera l'ultima cosa che avrei voluto era entrare in una ghiacciaia e aspettare che la legna facesse il suo compito nel camino. Quando l'ho raccontato a mio padre s'è messo a ridere: "Ti sta bene! Così, visto che non hai fatto il militare, impari un po' che vuol dire far fatica"! Come se non facessi già abbastanza fatica a pedalare tutto il giorno, e poi io avevo fatto il servizio civile!
Trascurando questi inevitabili contrattempi, l'allenamento non è andato male: ho percorso due volte il Colle dell'Agnello, una volta l'Izoard (una giornata entrambe di seguito) dai entrambi i lati, una volta Monginevro e due volte Sestriere. Avrei voluto voluto fare questa benedetta salita di Prato Nevoso, di cui tutti ne parlano un gran bene, ma avrei dovuto fare troppi chilometri per raggiungerla e non ne ho avuto il tempo. A proposito, vi racconto una curiosità: salendo l'altro giorno sull'Izoard ho intravisto un altro ciclista con una mantellina fucsia, mi ha passato come un fulmine: con quel tempo, a quella velocità - ho pensato - può essere solo un professionista. Ho cercato per 6 chilometri di raggiungerlo, poi quando ne mancavano 3 alla cima, l'ho affiancato. La sciarpa gli copriva mezzo volto, ma sembrava proprio Jan Ullrich! Non ho fatto tempo a dirgli nulla, appena si è accorto di me ha dato una nuova accelerata pazzesca, e in cima non l'ho trovato. Sta a vedere che quel tedescone ha in mente di farsi il Giro...
Domani treno per Lienz, finalmente torno a mettermi il numero sulla schiena al Giro del Trentino, stavolta si fa sul serio!
![[Immagine: izoard6.jpg]](http://www.dangerousroads.org/images/stories/Newsroad4/izoard6.jpg)