[Luciano Pagliarini]

Dopo 50 partite direi che si può fare un bel punto della situazione.

CLASSIFICA

Partiamo con la Eastern Conference.

Detto che Cleveland è già sicura del primo posto a meno che LBJ non si spacchi.

Toronto guidata da un fantasmagorico Kyle Lowry sta emergendo come la rivale più credibile dopo aver vinto 11 partite in fila nel mese di gennaio. Sembra essere l'anno buono per arrivare alle finali di conference l'unico dubbio riguarda il playbook offensivo limitato di coach Casey, l'attacco dei Raptors non gira granché ed è facilmente neutralizzabile.

Dietro i canadesi ci sono quattro squadre a giocarsi gli ultimi due posti che attribuiscono il fattore campo nel primo turno dei playoff: Atlanta Hawks, Boston Celtics, Chicago Bulls e Miami Heat.

I primi però potrebbero togliersi di loro spontanea volontà dalla corsa al terzo posto. Jeff Teague verrà scambiato entro la deadline per arrivare ad un 2 o ad un 3, però nel pacchetto potrebbero aggiungere Al Horford, storico pivot di Atlanta il quale non ha ancora rinnovato e dopo nove anni potrebbe lasciare la Georgia. In ogni caso il progetto futuro dei falchi girerà attorno al giovane playmaker tedesco Dennis Schroeder.

I Boston Celtics sono un ammasso di mediomen guidati da un coach in gamba quale Brad Stevens e dal funambolo Isaiah Thomas fresco di convocazione all'ASG. La squadra ad oggi non è nulla di che, ma giocano bene ed inoltre sono pieni di asset che potrebbero far fruttare entro la deadline per arrivare a dei giocatori di valore, tra i più chiacchierati i due sopraccitati Horford e Teague, ma anche il nostro Danilo Gallinari.

Chicago invece continua ad andare ad intermittenza trascinata del fenomenale Jimmy Butler(il più forte giocatore ad est dopo Lebron probabilmente ). Il rapporto tra il nuovo coach Hoiberg ed un gruppo che in estate verrà smembrato continua a non decollare.

Nemmeno i Miami Heat di Chris Bosh e del redivivo Dwayne Wade, ma in questo caso gran parte della colpa è della sfortuna che continua ad abbattersi contro la franchigia della Florida.

I Detroit Piston e gli Indiana Pacers del tridente George - Ellis - Turner occupano gli ultimi due slot disponibili per i playoff mentre dietro gli Charlotte Hornets di coach Clifford restano a contatto nell'attesa di recuperare Nick Batum ed Al Jefferson.

Washington e New York credono ancora nei playoff con i secondi che cercheranno di prendere un playmaker entro la deadline per rinforzarsi(Teague è il nome caldo anche per i Knicks).

Chi invece ha ormai mollato la presa sono gli Orlando Magic ed i Milwaukee Bucks. Le due squadre sono piene di giovani interessanti, ma che non fittano tra loro ed i rispettivi front office dovranno muoversi in estate per rendere le due franchigie competitive.

I Brooklyn Nets sono la squadra più frustrante da tifare in questo momento, sono scarsi e non hanno scelte al draft fino al 2019, in pratica sono senza futuro. I tifosi dei bianconeri in questo momento possono consolarsi solo vedendo giocare il meraviglioso(ma anacronistico) Brook Lopez. In estate quantomeno avranno spazio salariale, ma c'è il rischio che vengano fatti contratti assurdi a gente come DeMar DeRozan o Evan Turner solo per provare a raggiungere l'ottavo posto.

"The project" ormai ha le ore contante così come la permanenza di Sam Hinkie a capo del front office dei Philadelphia 76ers in caso la franchigia della Pennsylvania non dovesse mettere le mani su Ben Simmons al draft. Il GM sopraccitato che nel 2013 decise di smembrare la squadra(a ragione visto che i nomi su cui aveva puntato la precedente gestione ovvero Jrue Holiday ed Andrew Bynum si erano rivelati marci fisicamente) per poter perdere il più possibile ed avere scelte al draft. Fin qui tutto bene se non fosse che dietro a questa strategia non c'era una vero e proprio progetto tecnico ed Hinkie al draft ha sempre scelto per talento e mai per ruolo finendo a prendere giocatori infortunati o che sono rimasti a giocare in Europa e soprattutto su tre pick nelle prime dieci tutte e tre giocano nello stesso ruolo. A questo aggiungiamoci che i roster sono sempre stati costruiti in modo scriteriato, Philadelphia non ha mai firmato un veterano o un giocatore da NBA negli ultimi anni, ma solo undrafted e D-Leaguers. La lega alla fine ha deciso di "commissionare" la franchigia della Pennsylvania mettendo Colangelo al fianco di Hinkie a capo del front office e quest'estate tutti gli asset accumulati in questi tre anni di tanking estremo verranno spesi il che vuol dire che la squadra verrà rivoluzionata di punto in bianco. Quasi certamente partirà Jahlil Okafor, il centro scelto quest'anno con la numero 3 ha mostrato di avere un talento offensivo notevolissimo, ma anche evidenti lacune in difesa e non è giocatore adatto al "Seven second or Less" che Colangelo sta cercando di importare a Phila(come dimostra l'avere preso Mike D'Antoni come vice allenatore).

Oggi pomeriggio poi arriva il punto sulla Western.