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Gatti&Misfatti: Tutti malati, come i vigili di Roma a Capodanno
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Gatti&Misfatti: Tutti malati, come i vigili di Roma a Capodanno
Prima di lasciare il Tour si fa di tutto, al Giro basta poco

In tutte le corse ci sono ritiri eccellenti. Ma c’è una particolarità innegabile: prima di ritirarsi dal Tour bisogna avere 42 di febbre o un femore fratturato in più punti, per ritirarsi dal Giro basta un brufolo al mento o un brutto sogno notturno. Questa è la vera differenza, purtroppo. E anche qui, anche quest’anno, se ne ha quotidiana conferma. Via pure Dumoulin. Il parco favoriti perde un altro pezzo, il Giro perde un altro pezzo di credibilità e autorevolezza. Prima dell’olandese (già maglia rosa), via Landa, via Cancellara, via Kittel.

Escludendo Landa dai discorsi, perché effettivamente flagellato da virus, gli altri cedimenti hanno tutti il retrogusto della diserzione. Del tradimento. E se la parola sembra eccessiva, usiamone una più appropriata: hanno il retrogusto imperdonabile della mancanza di rispetto.

Ma sì, le giustificazioni mediche sono ineccepibili. Hanno tutti il certificato. Come metterlo in discussione. Però è ben strana questa tempistica: prima di arrivare in montagna, dilagano le epidemie. A me ricordano molto quelle tra i vigili urbani di Roma sotto Capodanno. Se è una coincidenza, sono ben sfortunati, questi malati. Cancellara stesso, che nell’ambiente non si può pronunciare senza sciacquarsi prima la bocca, se ne va per il famoso virus, un virus che comunque non gli impedisce di arrivare quarto nella cronometro del Chianti, sotto il temporale. Casualmente, poche ore dopo, il malanno diventa insostenibile e il campione svizzero getta la spugna. E non parliamo di Kittel: due vittorie e taglia la corda. Come un paio d’anni fa. Poi ci sono pure quelli che non si ritirano, ma praticamente è come se non ci fossero proprio.

È questo, purtroppo, il rispetto che all’estero hanno nei confronti del Giro e dell’Italia. Per molti di loro, si tratta di una gustosa scampagnata primaverile. Del famoso slogan rosa – la corsa più dura del mondo, nel paese più bello del mondo – loro vivono sulla propria pelle solo la seconda parte. Quando scoprono la durezza, girano i tacchi. Vengono, rifiniscono la preparazione, mangiano qualche piatto decente, contemplano le bellezze artistiche, poi tornano alle loro vere occupazioni.

Ricordo benissimo uno dei pionieri di queste vacanze italiane: Greg Lemond. Veniva con il nomome del fuoriclasse, tanto per lasciar dire che al Giro c’era Lemond, ma in realtà viaggiava stabilmente a mezz’ora dal primo, tutti i giorni.
Passano le stagioni, passano i campioni, non passano le pessime abitudini. E’ una vera mortificazione. Il Giro non si merita questo trattamento. Ma è difficile, anzi impossibile impedirlo. Non abbiamo armi. Possiamo solo ribellarci moralmente. Quando i finti malati e i lenoni se ne vanno, li accompagni almeno il nostro più fervido augurio perchè se ne vadano cordialmente anche al diavolo.

di Cristiano Gatti per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...&cod=90431
 
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Gatti&Misfatti: Tutti malati, come i vigili di Roma a Capodanno - da SarriTheBest - 19-05-2016, 02:42 AM

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