28-06-2018, 12:02 AM
La sinistra italiana è morta insieme a Berlinguer. Le sue idee sono finite con la caduta del muro.
Da allora non hanno più saputo inventarsi nulla e hanno cominciato a scimmiottare l'ala progressista di un sistema ultracapitalistico, pensando che se loro ne avessero seguito la linea politica lo avrebbe fatto anche il loro elettorato. Sì come no, la gente non è così scema.
Diceva bene Bossi in un suo discorso a fine anni '90, quando ancora non si era prostrato a Berlusconi ed era un uomo politico di notevole caratura, D'Alema è passato da Mosca a Washington con una naturalezza incredibile.
Come dice, secondo me giustamente, la Meloni: la destra è una tradizione; dunque va bene per tutte le stagioni. Salvini dice le stesse cose che diceva Bossi, ha solo cambiato gli addendi: non c'è più Roma ladrona, ma c'è Bruxelles, non ci sono più i meridionali, ma ci sono i migranti, non ci sono più la secessione e il federalismo, ma c'è la sovranità. D'altronde la destra è conservatrice per natura, non deve cambiare, è la sinistra che è progressista. Ma non c'è progresso se le ultime idee affascinanti e degne di nota sono quelle di Marx ed Engels.
Oggi leggevo, in un blog del Fatto online, un tizio che sosteneva che i nuovi leader della sinistra dovrebbero essere Soumahoro e Elly Schlein. Il primo l'ho sentito all'Aria che Tira sostenere cose atroci che manco nell'URSS degli anni '30, tipo contratto uguale per tutti quelli che fanno lo stesso lavoro (insomma un top giornalista dovrebbero pagarlo come uno alle prime armi, facendo un esempio nel mio campo, bello), la seconda è una vicina a Civati il quale, ricordiamolo, dopo essersene andato dal PD, perché non d'accordo con le politiche non di sinistra di Renzi, è stato completamente risucchiato nell'oblio. Alle elezioni di marzo era con LEU, un partito che ha preso pernacchie ovunque perché totalmente incapace di veicolare il proprio messaggio.
Chissà quando capiranno che il primo problema non è la classe dirigente dei partiti di sinistra, comunque pessima da almeno 25 anni, ma le idee.
Ciò che vogliono, oggi, ceti medi e proletari è ciò che offrono M5S e Lega, due partiti che, non a caso, sono continuamente a stretto contatto con la gente (Salvini da una parte e Di Battista dall'altra giravano l'Italia, mentre gli altri erano troppo impegnati a dargli dei fascisti). Oggi il popolo non chiede che il contratto di tutte le persone che fanno un determinato tipo di lavoro sia uguale, no! Chiedono tagli agli sprechi della politica e della pubblica amministrazione, chiedono più sicurezza, chiedono che la giustizia sia più performante ecc....
PD e antenati hanno vissuto per 25 anni perché avevano come contraltare Berlusconi, non a caso ogni volta che B. era in crisi arrivavano loro a tirarlo fuori dai guai. Una parte di popolazione li votava solo perché non erano B., poi, generalmente, prendevano sempre meno voti di Silvio, ma i consensi che avevano erano comunque molto più alti di adesso. Appena sono arrivate forza nuove a contrastarli sono affondati.
Ciò detto io non sono certo di sinistra, fossi vissuto ai tempi della prima repubblica avrei votato PLI, poi Lega fino al '96 e, dopodiché, avrei lasciato perdere per la troppa insofferenza verso la situazione che si era venuta a creare (col bipolarismo di Veltroni come apice dello squallore). Se la sinistra sparisce non mi dispero mica, comunque.
Condivido, in parte, quanto dici Angelo su Berlusconi e il suo modo di fare politica. Proprio per questo guardo al Salvimaio con un po' di speranza, perché mi sembra possa essere l'unico, vero, elemento di rottura con il Berlusconismo. I 5 stelle sono l'antitesi di Berlusconi, al contrario di DS, PDS, Margherita, PD, che erano la stessa roba, solo vista da un'altra prospettiva. E la Lega è l'unico partito, ad oggi, con una classe dirigente di un certo spessore, perché Salvini fa il caciarone, le spara grosse e via dicendo, ma dietro di lui ci sono i Giorgetti, gli Zaia, i Fedriga e non Maria Elena Boschi e Denis Verdini. Non a caso la Lega governa da oltre 20 anni le regioni più produttive d'Italia.
Io, peraltro, penso che Berlusconi, che nasce Craxiano, abbia fatto una grande mossa per lui, e pessima per noi, nell'andare a destra ed allearsi con politici di tutt'altra caratura rispetto a quelli di sinistra, come il sopraccitato Bossi e Fini, finendo per portarli con sé nel baratro. Non a caso lui avrebbe voluto con sé anche Mariotto Segni, mica scemo; d'altronde D'Alema e Veltroni gli facevano i favori pur stando dall'altra parte.
Da allora non hanno più saputo inventarsi nulla e hanno cominciato a scimmiottare l'ala progressista di un sistema ultracapitalistico, pensando che se loro ne avessero seguito la linea politica lo avrebbe fatto anche il loro elettorato. Sì come no, la gente non è così scema.
Diceva bene Bossi in un suo discorso a fine anni '90, quando ancora non si era prostrato a Berlusconi ed era un uomo politico di notevole caratura, D'Alema è passato da Mosca a Washington con una naturalezza incredibile.
Come dice, secondo me giustamente, la Meloni: la destra è una tradizione; dunque va bene per tutte le stagioni. Salvini dice le stesse cose che diceva Bossi, ha solo cambiato gli addendi: non c'è più Roma ladrona, ma c'è Bruxelles, non ci sono più i meridionali, ma ci sono i migranti, non ci sono più la secessione e il federalismo, ma c'è la sovranità. D'altronde la destra è conservatrice per natura, non deve cambiare, è la sinistra che è progressista. Ma non c'è progresso se le ultime idee affascinanti e degne di nota sono quelle di Marx ed Engels.
Oggi leggevo, in un blog del Fatto online, un tizio che sosteneva che i nuovi leader della sinistra dovrebbero essere Soumahoro e Elly Schlein. Il primo l'ho sentito all'Aria che Tira sostenere cose atroci che manco nell'URSS degli anni '30, tipo contratto uguale per tutti quelli che fanno lo stesso lavoro (insomma un top giornalista dovrebbero pagarlo come uno alle prime armi, facendo un esempio nel mio campo, bello), la seconda è una vicina a Civati il quale, ricordiamolo, dopo essersene andato dal PD, perché non d'accordo con le politiche non di sinistra di Renzi, è stato completamente risucchiato nell'oblio. Alle elezioni di marzo era con LEU, un partito che ha preso pernacchie ovunque perché totalmente incapace di veicolare il proprio messaggio.
Chissà quando capiranno che il primo problema non è la classe dirigente dei partiti di sinistra, comunque pessima da almeno 25 anni, ma le idee.
Ciò che vogliono, oggi, ceti medi e proletari è ciò che offrono M5S e Lega, due partiti che, non a caso, sono continuamente a stretto contatto con la gente (Salvini da una parte e Di Battista dall'altra giravano l'Italia, mentre gli altri erano troppo impegnati a dargli dei fascisti). Oggi il popolo non chiede che il contratto di tutte le persone che fanno un determinato tipo di lavoro sia uguale, no! Chiedono tagli agli sprechi della politica e della pubblica amministrazione, chiedono più sicurezza, chiedono che la giustizia sia più performante ecc....
PD e antenati hanno vissuto per 25 anni perché avevano come contraltare Berlusconi, non a caso ogni volta che B. era in crisi arrivavano loro a tirarlo fuori dai guai. Una parte di popolazione li votava solo perché non erano B., poi, generalmente, prendevano sempre meno voti di Silvio, ma i consensi che avevano erano comunque molto più alti di adesso. Appena sono arrivate forza nuove a contrastarli sono affondati.
Ciò detto io non sono certo di sinistra, fossi vissuto ai tempi della prima repubblica avrei votato PLI, poi Lega fino al '96 e, dopodiché, avrei lasciato perdere per la troppa insofferenza verso la situazione che si era venuta a creare (col bipolarismo di Veltroni come apice dello squallore). Se la sinistra sparisce non mi dispero mica, comunque.
Condivido, in parte, quanto dici Angelo su Berlusconi e il suo modo di fare politica. Proprio per questo guardo al Salvimaio con un po' di speranza, perché mi sembra possa essere l'unico, vero, elemento di rottura con il Berlusconismo. I 5 stelle sono l'antitesi di Berlusconi, al contrario di DS, PDS, Margherita, PD, che erano la stessa roba, solo vista da un'altra prospettiva. E la Lega è l'unico partito, ad oggi, con una classe dirigente di un certo spessore, perché Salvini fa il caciarone, le spara grosse e via dicendo, ma dietro di lui ci sono i Giorgetti, gli Zaia, i Fedriga e non Maria Elena Boschi e Denis Verdini. Non a caso la Lega governa da oltre 20 anni le regioni più produttive d'Italia.
Io, peraltro, penso che Berlusconi, che nasce Craxiano, abbia fatto una grande mossa per lui, e pessima per noi, nell'andare a destra ed allearsi con politici di tutt'altra caratura rispetto a quelli di sinistra, come il sopraccitato Bossi e Fini, finendo per portarli con sé nel baratro. Non a caso lui avrebbe voluto con sé anche Mariotto Segni, mica scemo; d'altronde D'Alema e Veltroni gli facevano i favori pur stando dall'altra parte.