31-03-2020, 03:49 PM
CoVid: il tunnel, il fallout, l’Europa…
Non sono nemmeno lontanamente un esperto di politica internazionale ma provo a stimolare le nostre chiacchiere.
Gli aspetti biologici della pandemia in atto sono ormai solo una parte dello tsunami che sta colpendo il pianeta. Il dopo sarà molto diverso dal prima, in un mondo alle prese con complessità enormi. Chi può sta mettendo in campo risorse eccezionali e la politica internazionale è in pieno fervore. Molti potenti usciranno discretamente dal tunnel, la Cina in primis, pronta a tessere nuove amicizie e relazioni, a sostegno della sua già notevole influenza.
Il gigante USA si scoprirà fortemente ferito ma resta un gigante. Sta mobilitando riserve umane e l’industria, alle spalle il suo eccezionale apparato militare.
Il Giappone tiene bene, da quanto visto finora la sua economia ne risentirà in modo limitato e continuerà ad incrementare le forze armate, la Cina è un vicino scomodo e gli Stati Uniti sono un po’ meno “presenti”.
La Russia non è più l’URSS ma il suo deterrente nucleare resta importante, Putin è un capace uomo di potere e stratega, e per ora il virus non ha fatto troppi danni.
L’Europa è evidentemente la vittima più fragile, disunita e incerta già prima di questa emergenza. La Germania ha i mezzi per affrontare discretamente questa catastrofe ma è di fronte ad un bivio: salvare se stessa e ritrovarsi esposta, da sola, alle maggiori forze economiche e militari del pianeta o cedere qualcosa per tenere insieme l’Unione?
La Francia, unica potenza nucleare, si interroga, quali rapporti con la Germania sempre più leader, quale strada intraprendere?
La differenza tra una semplice unione di convenienza commerciale, quale l’Europa di fatto sembra, e l’Unione Europea sta tutta nelle sue istituzioni, alquanto deboli ma esistenti. Ursula Von der Layen ha per ora seguito una linea a buon sostegno dell’Europa ma è un po’ sparita negli ultimi giorni (e non dimentica di certo di essere tedesca), probabilmente sotto traccia è in corso la partita importante. La BCE ha iniziato male ma sembra sempre più consapevole del suo ruolo di difensore dell’Euro.
Di sicuro l’Europa ha sbagliato a non concordare in anticipo le strategie di contenimento del virus, ognuno ha pensato per sé (come sempre). La Germania si è disposta a fare molti tamponi (sin da gennaio) e a contare sul suo sistema sanitario ma, appunto, senza una visione globale, che pure è nell’interesse della sua leadership e dell’enorme mercato allargato di cui fruisce. Se l’Unione si indebolisce la Germania non potrà esserne contenta. Un qualcosa a supporto della crisi se lo inventeranno, non sarà un elefante ma bisognerà vedere se si tratterà di un bufalo, di un maiale o di un pollo.
Se gli aspetti economici attengono tutti alla spaccatura nord – sud, mi stupisce come non ci sia una iniziativa europea a supporto della crisi sanitaria spagnola. L’Italia sembra poter riuscire per ora a far fronte all’epidemia, a me sembra potenzialmente più grave la situazione spagnola, la debolezza dell’attenzione europea su questo mi stupisce.
Sempre più evidente il bivio, o nasceranno i presupposti per una maggiore coesione o l’Europa si avvicinerà ad un parziale sfaldamento, in cui sarà da vedere se il legame dell’Euro basterà a tenerla insieme, peraltro dopo la sospensione del patto di stabilità.
L’Italia è disperata e gioca come può. Resta un partner importante, per economia e posizione strategica. Tanti attestati di amicizia, aiuti spesso simbolici (Cina), modesti (Germania, Francia), discreti (Russia), appena un po’ più significativi dal tentativo di recupero USA (la sensazione che gli Stati Uniti se ne stessero fregando, come in effetti era ed è, ha consigliato alla diplomazia un gesto di amicizia).
Giuseppi ha battuto i pugnetti sul tavolo all’ultimo consiglio, causando l’inarcamento delle sopracciglia tedesche. Si sarà solo sfogato o manterrà la linea?
La situazione è così complessa che meriterebbe una riflessione politica bipartizan, una linea di politica estera costruita insieme (non accadrà, ovviamente, specie finché Salvini resterà ancorato alla politica del consenso by social, con i 5 stelle sempre come incognita e l’arroganza / stupidità / convenienza di Renzi a condire il tutto).
Grillo se ne esce con il reddito universale… Ma un corrispettivo di lavoro per il reddito di cittadinanza / emergenza, invece, non è immaginabile? 20 ore a settimana, in cambio del reddito, per mettere in moto giovani e nuove iniziative?
Difficilmente, in ogni caso, avremo grandi aiuti. Altrettanto bipartizan dovrebbe essere, a mio modo di vedere, il tavolo della ricostruzione. Qualcosa che esca dalle logiche elettorali, che dia al Paese un senso di unione, che aiuti a tenerlo insieme e che fruisca di ogni apporto. Un tavolo dove non vedrei male la presenza delle regioni.
E’ vero, a mio modo di vedere, quello che ha scritto Luca su una “presenza” delle regioni più efficace e percepibile rispetto alla politica nazionale.
Giuseppi fa male a dire che rifarebbe tutto, a rivendicare il lavoro svolto in pura versione consenso, come fa male chi gli chiede ora di assumere la responsabilità di errori e morti. Tante manovrine politico – elettorali, quando il presente della Nazione chiama all’adunata. Tutti sordi?
A volte dalle crisi (e dalle guerre) emerge la leadership di uomini migliori, meno inconsistenti, spero sia così anche stavolta.