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Il ciclismo ai tempi del grande dilettantismo e del Blocco Sovietico
#38
Oggi parliamo di Helmut Wechselberger, fortissimo passista-scalatore austriaco attivo negli anni '80.

Nato a Jerzens, un comune tirolese di neanche mille anime, il 12 febbraio del 1953, Wechselberger arriva al ciclismo estremamente tardi.

Da ragazzo, infatti, pratica lo sci alpino, ma a causa di un brutto infortunio viene scartato dalla squadra della sua scuola. Diplomatosi, inizia a lavorare come impiegato di banca e non si interessa più allo sport fino ai 25 anni, quando dopo alcune passeggiate in bicicletta fatte in Sardegna, durante una vacanza, coi suoceri, si accorge che guidare quel mezzo gli piace particolarmente.

Inizia a gareggiare nel 1979 tra i dilettanti e subito porta a casa una corsa: la Niederösterreich Rundfahrt. L'anno seguente, invece, arriva terzo al campionato nazionale e secondo al GP Guglielmo Tell, una gara svizzera a cui partecipano atleti di tutta Europa. Nel 1981 si fa conoscere anche qua in Italia cogliendo la piazza d'onore alla settimana bergamasca.

Dopo tre stagioni di apprendistato, a 29 anni, Helmut sboccia definitivamente: vince il Giro d'Austria, ove prima si piazza al secondo posto sul Grossglockner e, successivamente, conquista la cronometro di 24 chilometri di Klopein am Klopeiner See, ipotecando il successo finale, trionfa anche Vienna-Rabenstein-Gresten-Vienna, che qualcuno conoscerà anche come Uniqa Classic, e si impone nuovamente nel Niederösterreich Rundfahrt, stavolta battendo un certo Bernd Drogan.

Anche in campo internazionale Wechselberger non fa prigionieri. Batte tutti nella cronometro del GP Guglielmo Tell e conquista il successo finale nel Giro della Renania-Palatinato. Oltretutto, prende parte al GP delle Nazioni, all'epoca un vero e proprio campionato del mondo delle prove contro il tempo, e chiude in settima posizione a 4'52" da Bernard Hinault.

Il 1983 è probabilmente la miglior stagione di Helmut tra i dilettanti. Al Giro d'Austria vince due tappe, ma è secondo in classifica generale, battuto dal connazionale Kurt Zellhofer, una meteora. Conquista due frazioni anche alla Niedersachsen Rundfahrt, ove, oltretutto, si porta a casa la classifica dei grimpeur.

Il successo più prestigioso, però, lo ottenne al Giro delle Regioni. Nella tortuosa prima tappa, la Pescara - San Elpidio a Mare, arriva nel terzetto di testa insieme all'azzurro Ezio Moroni e al cubano Eduardo Alonso Gonzalez. Nella cronometro di Castelvetro, invece, demolisce la concorrenza: dà 13" a Olaf Ludwig secondo e 34" a un gruppetto di terzi composto da Bernd Drogan, Bojan Ropret e Eduardo Alonso Gonzalez. Ovviamente, con questo trionfo ipoteca anche la classifica generale.

Nel quadriennio seguente Helmut continua a ottenere ottimi risultati: vince ambedue i titoli nazionali austriaci nel 1984, riconquista la Niederösterreich Rundfahrt nel 1985, mentre nel 1986 serve il bis al Giro d'Austria. Nel 1987 è autore di un'annata decisamente eccellente. Domina la Niedersachsen Rundfahrt, giunge secondo al Giro d'Austria e si impone anche nel Trofeo Alcide De Gasperi.

Sul finire dell'estate prende parte ai Mondiali casalinghi e trascina l'Austria a un insperato bronzo nella cento chilometri. Un risultato incredibile, considerando che battono anche la Germania dell'Est. Dopo quel successo succede, però, che la federazione austriaca non gli vuole riconoscere un premio in denaro che gli aveva promesso in precedenza.

Stizzito da quell'atteggiamento, Helmut, che aveva sempre rifiutato le offerte delle squadre professionistiche poiché era già in età avanzata per essere un corridore e poiché voleva mantenere il suo lavoro, decide di lasciare i dilettanti e di provare l'avventura coi professionisti.

Wechselberger viene tesserato dalla Paini-Bottecchia-Sidi. Ha 34 anni e mezzo e sul finire della stagione 1987 prende parte alla Firenze-Pistoia, al tempo importante gara a cronometro. Helmut percorre i 35 chilometri che componevano il tracciato in 40'44". Il declinante Francesco Moser non riesce a battere quel tempo, chiude a 23" da Helmut. Non ci riesce nemmeno Gianni Bugno, che si limita a perdere 17". Fa decisamente peggio Tony Rominger, che dall'austriaco paga un passivo di 1'32".

L'unico che sembra in grado di batterlo è il campione in carica, il fortissimo polacco Lech Piasecki. Helmut e Lech sono stati ambedue grandi dilettanti, già si conoscono molto bene. La sfida è incredibilmente serrata, ma, per appena due secondi, anche il futuro iridato dell'inseguimento individuale deve alzare bandiera bianca. Alla seconda corsa tra i professionisti, il 34enne Wechselberger ha battuto tutti. E, per di più, lo ha fatto in una gara a cronometro, laddove per trionfare devi essere il più forte di tutti.

Nel 1988 prende parte al Giro del Trentino ove arriva terzo in classifica generale, battuto solo dagli svizzeri Urs Zimmermann e Tony Rominger. Al Giro d'Italia è considerato un outsider molto pericoloso, ma perde tanto tempo nelle prime tappe e chiude solo al 23esimo posto.

Appena un mese più tardi, però, coglie il successo più importante della carriera. Un trionfo a dir poco storico. Helmut Wechselberger, praticamente un neoprofessionista di 35 anni, conquista il Tour de Suisse, all'epoca, probabilmente, ancora la quarta gara a tappe al mondo per prestigio. Nella cronometro che da Sierre porta a Laukebard è secondo, battuto solo dal francese Jean-Claude Leclercq. Riesce a fare meglio anche di Sean Kelly, al quale rifila 13". I suoi rivali più pericolosi in ottica classifica generale, il portoghese Acacio Da Silva e il canadese Steve Bauer, prendono distacchi abissali.

In classifica generale Wechselberger rifila 1'25" a Bauer secondo e 1'44" a Da Silva terzo. Il quinto, il belga Patrick Robeet, arriva 4'09", il sesto, Francesco Cesarini, a 8'40". Dall'ottavo, Fabian Fuchs, in giù, subiscono tutti un passivo superiore ai dieci minuti.

Wechselberger continua a correre pure nel 1989, quando passa tra le file della Caja Rural. Partecipa al Tour de France ed è anche settimo nell'infausta cronometro finale. A fine stagione, tuttavia, data l'età, nonostante abbia ancora qualcosa da dare probabilmente, decide di appendere la bici al chiodo.
 
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RE: Il ciclismo ai tempi del grande dilettantismo e del Blocco Sovietico - da Luciano Pagliarini - 17-05-2020, 03:44 PM

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