11-02-2021, 05:02 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12-02-2021, 06:23 AM da Luciano Pagliarini.)
L'inseguimento individuale, purtroppo, dopo essere stato estromesso dal programma olimpico, è diventata una disciplina parecchio snobbata.
Non è un caso che, benché storica e spettacolare, sia stata esclusa anche dal programma della futura Champions League (io non sono d'accordo, lo avevo già scritto; era, anzi, una buona occasione per rilanciarlo).
Ganna dei grandi dell'epoca immediatamente antecedente alla sua ha incrociato solo Michael Hepburn.
Kung, Phinney, Bobridge mai visti. E parliamo comunque di tre che svaniscono rispetto ai nomi che citerò tra poco.
Siamo al paradosso che, tolta l'Italia, sul podio del Mondiale dell'inseguimento a squadre troviamo nazionali (Danimarca, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda) che nell'ultimo triennio non hanno preso una medaglia nell'individuale. Di fatto il ritorno della Madison nel programma olimpico ha impoverito ancor di più l'inseguimento individuale poiché è un ulteriore prova di endurance che sottrae potenziali inseguitori insieme a quelle facenti parte dell'Omnium.
L'Italia s'è presentata con un quartetto comprendente il primo e il quarto dell'inseguimento individuale nella prova a squadre.....e fa terza dietro a due nazionali che non avevano nemmeno preso parte alla prova individuale.
La Nuova Zelanda, che comunque tempi alla mano è sensibilmente inferiore all'Italia, ha Kerby, l'unico ad aver battuto Ganna al Mondiale, il quale non prende parte alla prova individuale proprio da quando trionfò nel 2017.
La Danimarca, invece, era superiore all'Italia e aveva un quartetto per 3/4 giovanissimo. Tolto capitan Norman Hansen, infatti, avevano due classe 1998 quali Frederik Rodenberg e Rasmus Pedersen e un 1999, vale a dire quel Julius Johansen che non credo necessiti di presentazioni.
Mi pare chiaro, dunque, che ci siano nazioni che avrebbero dei potenziali competitor decisamente più seri rispetto ai vari Domenic Weinstein, Ashton Lambie, Ivo Oliveira, Corentin Ermenault che Ganna, ormai da un triennio, strapazza a piacimento.
Altro problema, oltre al livello evidentemente basso delle ultime edizioni dei Mondiali (e i tempi contano relativamente perché ormai calano vistosamente anno dopo anno), è la semplificazione del torneo dell'inseguimento. Ora si gareggia solo due volte, il recupero è diventato una dote decisamente meno importante.
Non scrivo a caso che il ceiling di Ganna è diventare il numero due all time.
Ganna ha già vinto più titoli mondiali di Roger Riviere e, magari, finirà la carriera con dieci Mondiali.
Ma come si può considerare Ganna, che batte il meccanico Lambie ed Ermenault, alla pari di uno che, innanzitutto, è imbattuto alla rassegna iridata (se non cadeva in un burrone chissà quanti ne vinceva) e nel corso della sua carriera, benché poco più che ventenne, ha dominato contro Guido Messina, Leandro Faggin, Jacques Anquetil, Jean Brankart ed Ercole Baldini?
E cosa dire dello stesso Guido Messina? Un pistard capace di vincere il Mondiale dilettanti a diciassette anni, il quale, oltretutto, detronizzò Coppi e vinse tre titoli iridati consecutivi battendo gente come Hugo Koblet, Jacques Anquetil e Wim van Est.
Cioè, vengono i brividi solo a farli certi nomi. Da un lato gli sconfitti si chiamavano Koblet, Coppi e Anquetil. Dall'altro si chiamano Lambie, Oliveira e Weinstein.
E ancora: cosa diciamo di Tiemen Groen, che vinse tre titoli iridati consecutivi tra i dilettanti, passò tra gli Elite, conquistò subito la rassegna iridata lasciandosi alle spalle Hugh Porter e Leandro Faggin (otto Mondiali e venti medaglie mondiali in due) e, successivamente, si ritirò a 21 anni (!!!).
I numeri di Ganna sono e saranno sempre più stellari. Ma corre in un contesto che è il meno competitivo, attualmente, dell'universo pista.
Guardate che nomi, invece, si sfidavano tra gli anni '50 e la fine del secolo scorso.
Uno come Knut Knudsen, che su strada era simile a ciò che potrebbe diventare Ganna imho, non ha mai vinto il titolo iridato tra gli Elite. Ha conquistato oro olimpico e mondiale dilettanti, ma mai quello Elite. I nomi di chi lo ha battuto quando provò a vincere il Mondiale Elite: Roy Schuiten, Francesco Moser, Gregor Braun.
Pippo ha comunque delle qualità incredibili, motivo per cui merita di stare nelle discussioni per il numero due dopo sua maestà Roger. Ma non sono i numeri, pompatissimi dal contesto, a permettergli di sedersi a quel tavolo.
Non è un caso che, benché storica e spettacolare, sia stata esclusa anche dal programma della futura Champions League (io non sono d'accordo, lo avevo già scritto; era, anzi, una buona occasione per rilanciarlo).
Ganna dei grandi dell'epoca immediatamente antecedente alla sua ha incrociato solo Michael Hepburn.
Kung, Phinney, Bobridge mai visti. E parliamo comunque di tre che svaniscono rispetto ai nomi che citerò tra poco.
Siamo al paradosso che, tolta l'Italia, sul podio del Mondiale dell'inseguimento a squadre troviamo nazionali (Danimarca, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda) che nell'ultimo triennio non hanno preso una medaglia nell'individuale. Di fatto il ritorno della Madison nel programma olimpico ha impoverito ancor di più l'inseguimento individuale poiché è un ulteriore prova di endurance che sottrae potenziali inseguitori insieme a quelle facenti parte dell'Omnium.
L'Italia s'è presentata con un quartetto comprendente il primo e il quarto dell'inseguimento individuale nella prova a squadre.....e fa terza dietro a due nazionali che non avevano nemmeno preso parte alla prova individuale.
La Nuova Zelanda, che comunque tempi alla mano è sensibilmente inferiore all'Italia, ha Kerby, l'unico ad aver battuto Ganna al Mondiale, il quale non prende parte alla prova individuale proprio da quando trionfò nel 2017.
La Danimarca, invece, era superiore all'Italia e aveva un quartetto per 3/4 giovanissimo. Tolto capitan Norman Hansen, infatti, avevano due classe 1998 quali Frederik Rodenberg e Rasmus Pedersen e un 1999, vale a dire quel Julius Johansen che non credo necessiti di presentazioni.
Mi pare chiaro, dunque, che ci siano nazioni che avrebbero dei potenziali competitor decisamente più seri rispetto ai vari Domenic Weinstein, Ashton Lambie, Ivo Oliveira, Corentin Ermenault che Ganna, ormai da un triennio, strapazza a piacimento.
Altro problema, oltre al livello evidentemente basso delle ultime edizioni dei Mondiali (e i tempi contano relativamente perché ormai calano vistosamente anno dopo anno), è la semplificazione del torneo dell'inseguimento. Ora si gareggia solo due volte, il recupero è diventato una dote decisamente meno importante.
Non scrivo a caso che il ceiling di Ganna è diventare il numero due all time.
Ganna ha già vinto più titoli mondiali di Roger Riviere e, magari, finirà la carriera con dieci Mondiali.
Ma come si può considerare Ganna, che batte il meccanico Lambie ed Ermenault, alla pari di uno che, innanzitutto, è imbattuto alla rassegna iridata (se non cadeva in un burrone chissà quanti ne vinceva) e nel corso della sua carriera, benché poco più che ventenne, ha dominato contro Guido Messina, Leandro Faggin, Jacques Anquetil, Jean Brankart ed Ercole Baldini?
E cosa dire dello stesso Guido Messina? Un pistard capace di vincere il Mondiale dilettanti a diciassette anni, il quale, oltretutto, detronizzò Coppi e vinse tre titoli iridati consecutivi battendo gente come Hugo Koblet, Jacques Anquetil e Wim van Est.
Cioè, vengono i brividi solo a farli certi nomi. Da un lato gli sconfitti si chiamavano Koblet, Coppi e Anquetil. Dall'altro si chiamano Lambie, Oliveira e Weinstein.
E ancora: cosa diciamo di Tiemen Groen, che vinse tre titoli iridati consecutivi tra i dilettanti, passò tra gli Elite, conquistò subito la rassegna iridata lasciandosi alle spalle Hugh Porter e Leandro Faggin (otto Mondiali e venti medaglie mondiali in due) e, successivamente, si ritirò a 21 anni (!!!).
I numeri di Ganna sono e saranno sempre più stellari. Ma corre in un contesto che è il meno competitivo, attualmente, dell'universo pista.
Guardate che nomi, invece, si sfidavano tra gli anni '50 e la fine del secolo scorso.
Uno come Knut Knudsen, che su strada era simile a ciò che potrebbe diventare Ganna imho, non ha mai vinto il titolo iridato tra gli Elite. Ha conquistato oro olimpico e mondiale dilettanti, ma mai quello Elite. I nomi di chi lo ha battuto quando provò a vincere il Mondiale Elite: Roy Schuiten, Francesco Moser, Gregor Braun.
Pippo ha comunque delle qualità incredibili, motivo per cui merita di stare nelle discussioni per il numero due dopo sua maestà Roger. Ma non sono i numeri, pompatissimi dal contesto, a permettergli di sedersi a quel tavolo.