20-06-2021, 03:01 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-06-2021, 03:19 PM da Manuel The Volder.)
(20-06-2021, 02:28 PM)Giugurta Ha scritto: Lo spirito nazionalistico per lo sport Italiano si accende sempre in molti cuori![]()
E questo perché ci dobbiamo confrontare con altre nazioni, altrimenti stiamo sempre a farci le guerre tra regione e regione, tra provincia e provincia, tra comune e comune, tra frazione e frazione.
La Grande Italia è un Paese in cui il retaggio feudale è ancora vivissimo, nonostante l'unificazione sia avvenuta da ben 151 anni (prima della presa di Roma del 1870 è un'unificazione un po' scadente).
Ogni staterello di questa Italia ancora divisa ha però dietro di sé un trauma indelebile: il fatto che un qualche signore d'oltralpe l'abbia preso a bastonate.
Il tutto principalmente partire dal 1494, quando il re francese Carlo VIII scese la penisola per conquistare il Regno di Napoli, fino alle Cinque Giornate di Milano del 1848.
Il trauma antico vive ancora nel DNA.
Spiegazione già sentita in tutte le salse, godiamoci l'Europeo e se proprio bisogna farsi la guerra, facciamocela in campo correndo dietro ad un pallone.
Luca, hai ragione quando elenchi gli eccellenti risultati in un periodo molto bello, ma essendo appunto un periodo florido manca proprio il ciclo di trofei che ne giustifica la grandezza. Anzi, paradossalmente la vittoria del mondiale arriva nel colpo di coda di una grande generazione e anche in questi grandi risultati si vede come sia mancato il bomber che ti avrebbe portato il trofeo a casa. Il gol sbagliato da Del Piero all'Europeo grida ancora vendetta, con quello eri 2-0 e la partita era finita, altro che Wiltord, Trezeguet e i 4 minuti di recupero. Anche nel 1994, in una finale molto particolare, avevi la palla del mondiale, ma Massaro la tirò in bocca a Taffarel, un mondiale che se vinto avrebbe elevato Baggio a divinità pari a Maradona 1986. Il 2012 fu un miracolo, ma costò tantissimo all'Italia tanto da dover giocare con tanti infortunati in finale.