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Sport: Sul Viale dei Graffiti
#14
ADDO KAZIANKA, da farmacista mancato a possibile campione

[Immagine: Kasianca%20(Copia).jpg]

Sul Viale dei Graffiti non abitano solo campioni, ma anche chi non lo è diventato, pur avendone magari le potenzialità.  Certo, ci sono gregari, spalle, luogotenenti, personaggi che hanno recitato copioni sbagliati; altri che lo hanno fatto mancando l’interpretazione, altri ancora che sono stati semplicemente se stessi, ed altri che hanno impreziosito il loro tratto con un unico dipinto, ma sufficiente per essere immortalati nel grande romanzo d’uno sport. Il protagonista di questo graffito è diventato un corridore in bicicletta quando in famiglia, il padre medico farmacista, l’aveva designato come futuro collega e coadiuvante in farmacia. Lui però, educato, gentile ed istruito come pochissimi colleghi ciclisti del suo tempo e col portamento d’un camice bianco su cui sottolineavano una sorta di coerenze anche i non tanti capelli, alla fine lasciò che a laurearsi fosse il fratello. Diventò ciclista vero, con fasce dalle tinte mondiali, ma anche quando i risultati fra i professionisti del pedale si dischiusero nello scarno, mai pensò di giungere anzitempo a mettere la bicicletta al chiodo, per andare a gestire l’albergo che il padre, nel frattempo, aveva comprato in Milano. Insomma un personaggio silenzioso, a modo, ovviamente dimenticato dalla progressiva idrovora che sovraintende e coinvolge come un virus l’osservatorio ciclistico. Voi che mi leggete, vi chiederete chi è e come è finito qui. Bene, lui è Addo (un nome sul quale si potrebbe scrivere pagine circa l’origine e sulla quale, insiste come distinguo dominante... un sottinteso di “nobile stirpe”) e di cognome Kazianka. Italianissimo, cremonese per la precisione, anche se con antenati, comunque non vicini, polacchi. Di polacco però, c’è l’indicazione in francese del leggendario che, per taluni aspetti, me lo ha spinto qui: l’amico Charly Gaul. A mia domanda su chi era stato il più forte compagno-spalla che aveva corso nelle sue squadre, l’Angelo della Montagna mi rispose che era stato Aldo Moser, ma aggiunse che anche “Le polac italien”, aveva qualità per una carriera molto migliore. “Charly, vuoi dire Addo Kazianka!”. “Sì, proprio lui” - annuì con un’espressione che mai scorderò.
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La sua carriera
Nato a Cremona l'11 maggio 1931. Passista, alto 1,70m. per 65. Professionista dal 1959 al 1961 con 3 vittorie. Oggi si direbbe che la sua struttura fisica sia quella classica dello scalatore, ma in realtà questo cremonese di origine polacca, possedeva una pedalata armoniosa e composta, da gran cronoman. In altre parole, allora come oggi, checché ne dicano i dottori preparatori-zambottini che hanno assassinato il ciclismo con la loro specializzazione, se un corridore è naturalmente talentuoso, può arrivare a testimoniarsi dove vuole, indipendentemente dalla propria naturale struttura. Ed Addo Kazianka era davvero un talento, poi a ridimensionarne la carriera, ci ha pensato una discontinuità a lunghi segmenti i cui motivi, consapevoli o inconsapevoli, li può conoscere solo lo stesso Kazianka. Di certo, al ciclismo che conta, il corridore cremonese è giunto con tangibile ritardo. D’altronde allora, con le Olimpiadi aperte solo ai dilettanti, esisteva quel gruppo di Probabili Olimpici, comunemente conosciuto solo con la sigla P.O., che, di fatto, con lo stipendio che garantiva, compassava non poco le motivazioni verso quel professionismo non sempre in grado di garantire compensi migliori.  
L’avventura di Addo nel ciclismo partì nel 1947 e nella permanenza nelle categorie giovanili, che si prolungherà, fra vittorie eclatanti e fasi oscure, fino al giugno del 1956, ebbe modo di evidenziare doti di assoluto valore nazionale e, perché no, internazionale. Non a caso il 26 ottobre 1954, al velodromo Vigorelli, stabilì il Primato del Mondo sui 5 km in 6’25”60 e due giorni dopo, sempre sulla magica pista milanese, fece suo anche il Record Mondiale sui 20 chilometri in 26’52”40.
[Immagine: 15105030797_43c11eea26_b.jpg]
Nel 1955 conquistò assieme a Campana, Pellegrini e Pizzali il Titolo Italiano nell’Inseguimento a squadre, indi, nel ’56, vinse in maglia Aurora Desio, con Domenicali, Tonero e Chiesa, la Coppa Italia e chiuse 3° il Tricolore nell’Inseguimento individuale. Fra le diverse vittorie in corse in linea, la più importante fu la Coppa San Geo nel 1951. Poi, a fine giugno ’56, quando vide che non sarebbe arrivato all’azzurro per i Giochi di Melbourne, accettò le proposte della professionistica Leo Chlorodont che aveva come capitano Gastone Nencini e nello scorcio di stagione rimasto, riuscì ad evidenziarsi solo al Giro del Ticino, chiuso al 15° posto. Il 1957 fu però un anno da dimenticare: corse pochissimo e parve sempre l’ombra di se stesso. A fine anno rimase senza contratto e passò il 1958 fra gli indipendenti, col sostegno parziale della Prevalle di Brescia e del G.S. Morosini. Nella stagione mostrò un piccolo risveglio al Giro della Regione siciliana in linea, che chiuse 12°. C’era però chi non s’era scordato di lui, niente popò di meno che Fausto Coppi, il quale lo volle con sé alla Tricofilina per la stagione 1959. Ed Addo, a dispetto della poca fiducia dei più, rispose da par suo, vincendo da campione la tappa di Argentona del Giro di Catalogna, corsa nella quale giunse pure terzo nella frazione di Lerida. In Italia finì 2° nel GP Boldrini, una crono coppie che corse con Gismondi, fu poi 4° nel GP Pontremoli e 4° nel GP di Chignolo Po, chiuse 8° il Trofeo Baracchi corso con Casati e 11° il Giro di Lombardia e 16° nella Milano Torino. Fece un buon Giro d’Italia chiuso 44° con un 7° posto nell’ultima frazione di Milano. A fine stagione con la chiusura della Tricofilina, poco prima della scomparsa di Coppi, firmò un contratto con l’Emi di Charly Gaul per il 1960.  Fu l’anno migliore di sempre per  Kazianka. Vinse da fuoriclasse la tappa di Cervinia al Giro d’Italia, manifestazione nella quale corse a fianco del suo capitano Gaul. Chiuse la “Corsa rosa” al 27° posto. Andò poi al Giro di Lussemburgo dove finì 3° nella tappa inaugurale di Esch sur Alzette. Tornato in Italia vinse da corridore di categoria superiore il Giro delle Alpi Apuane e corredò la sua bella annata col 2° posto a Ponzano Magra, il 2° nella Classifica finale del GP U.V.I., il 3° nel GP di Pistoia, il 5° nella Milano Mantova, l’8° nel GP di Cerro Maggiore e il 9° nel GP Foivizzano. A fine stagione l’Emi lasciò il ciclismo e Kazianka si accasò per il 1961 in quella che poteva considerarsi la discendente della squadra disciolta, ovvero il G.S. Vov. Con le maglie giallo-azzurro del celebre liquore, Addo entrò in uno dei suoi proverbiali segmenti d’ombra. Il 4° posto nella tappa di Vittorio Veneto al Giro d’Italia, fu una sorta di personale canto del cigno. Al Giro si ritirò alla penultima tappa, ed a fine stagione appese la bicicletta al chiodo.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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