[SeppVanMaffen]

Il modo di correre che stanno avendo tutti i presunti protagonisti della classifica somiglia tantissimo al peggior periodo della mia vita, quello in cui stavo scrivendo la tesi magistrale. Ogni giorno un buonissimo motivo per procrastinare, evitare obblighi e opportunità, vegetare, temporeggiare, in sintesi ignorare la realtà. Perchè fare qualcosa oggi quando la puoi fare domani? Perchè rischiare di mettersi nei guai con una mossa propositiva quando il totale immobilismo garantisce una comoda situazione di mediocrità (rispetto alle proprie potenzialità)? Tutto ragionevole, tutto regolare, tutto drammaticamente mesto.

Fin quando non si sbatte la faccia contro il fallimento arrivare a un obiettivo alto è impossibile. Fin quando l'Almeida di turno non salterà per aria una volta e col botto non saprà mai nè qual è il suo limite nè se, come spesso lascia trasparire con il suo atteggiamento, è davvero in grado di competere ai massimi livelli. La crescita personale rimane un miraggio.

Ieri i presunti protagonisti della classifica generale mi sono passati a 30cm sullo strappo finale, facce concentrate, serie, pronte e attente. Nessuno, però, era realmente sotto sforzo. Nessuno aveva il piglio e le intenzioni di proporre una sfida agli avversari. Stavano svolgendo un compitino. Nello specifico, come abbiamo avuto modo di sentire nelle dichiarazioni post tappa, fare la Boccola davanti perchè la strada è stretta e la situazione caotica. Compito svolto. 6 in pagella e suona la campanella.

Sarà retorica, sarà spicciolo storytelling ma ho provato il triplo delle emozioni al passaggio dei vari corridori disastrati, da Bonifazio e Albanese totalmente fritti dopo una fuga senza senso per le loro caratteristiche e comunque vogliosi di portare a casa un piazzamento dando senso alla fatica, passando per Rubio che, ormai sparita la possibilità di vincere la tappa, si portava a ruota Mollema con tutto ciò che aveva per guadagnare qualche minuto in classifica, finendo con il calvario di Alberto Dainese, il cui Giro è lo specchio perfetto della situazione che purtroppo sta vivendo in DSM, colpito da calci e schiaffi mentre bendato continua comunque a fare il suo lavoro con dignità. Sogno che a Roma possa alzare le braccia, mi aprirebbe un largo sorriso sul viso e qualche spiraglio di luce verso questo sport che ormai in troppe occasioni manco prova ad illuderci.