14-03-2024, 11:45 AM
5a Edizione: 19 marzo 1954
Con il 1954 incominciò l'interminabile serie di affermazioni di campioni stranieri, ai quali gli italiani non riuscirono ad opporre una valida resistenza. È storia lontana, ma ancora ben impressa in chi ha più di 50 anni. Allo start di Piazza Diaz, a Milano, si presentarono in 219: ancora un nuovo record, dunque. Stavolta però, la giornata fu di quelle da tregenda, con pioggia, freddo e fango che entrava nelle carreggiate asfaltate. Era convinto di battersi per un piazzamento il grande Rik Van Steenbergen, e grande, nonché piacevolissima, fu la sua sorpresa allorché, dopo l'arrivo, scoprì di essersi aggiudicato la volata per il primo e non per il quarto posto, come aveva creduto. Da Laigueglia, infatti, era in atto una fuga di Ockers, Remy e Filippi. I tre parevano irraggiungibili e Coppi, inviò i tecnici della Bianchi a consigliare il suo giovane compagno Filippi, affinché si risparmiasse per la volata. Questi però, ces-sò addirittura la collaborazione minima e la fuga venne sventata dal gruppo, senza che Van Steenbergen se ne avvedesse, a soli 1200 metri dal termine. Tagliato il traguardo da vincitore, il belga finì fra le braccia di Girardengo, il suo anfitrione italiano, il quale, alla vigilia della Sanremo, aveva compiuto 61 anni. Sul volto pieno di fango del gigante buono Van Steenbergen, spunta-rono due lacrimoni.
Sul vincitore.
![[Immagine: 1.jpg]](https://www.cyclinglegends.co.uk/images/stories/Rik-Van-steenbergen/1.jpg)
Nato ad Arendonck (Belgio) il 9 settembre 1924. Alto 1.86, peso forma kg. 83. Un gigante con il sorriso sulle labbra, un uomo semplice che ha sempre amato la vita per le sue componenti più elementari: la famiglia ed i bambini. E di figli ne ha avuti cinque. Monumento del ciclismo belga, il suo nome vuol dire: montagna di pietra. Un eccellente albo d'oro, con le trincipali classiche; unica lacuna la mancanza di una grande corsa a tappe. Avrebbe potuto vincere il Giro d'Italia se non fosse stato eccessivamente prudente nelle discese dell’edizione del 1951, quando si piazzò secondo alle spalle di Fiorenzo Magni. Riuscì a conquistare il suo terzo Campionato del Mondo (eguagliando così Binda e Merckx) a distanza di otto anni dal primo, ottenuto nel 1949. Ben undici partecipazioni al "mondiale" in quindici anni. Professionista dal 1943 al 1966 con 303 vittorie su strada e 664 su pista, che lo pongono al 3° posto, dietro Merckx e Van Looy, nella classifica dei plurivittoriosi di tutti i tempi. 40 vittorie in Sei Giorni, ne ha disputate 134. La sintesi: 3 Campionati del Mondo (1949-1956-1957); 3 Campionati nazionali (1943-1945-1954); 2 Giri delle Fiandre (1944-1946); 2 Parigi-Roubaix (1948-1952); 2 Freccia Vallone (1949-1958); Parigi-Bruxelles (1950); Milano-Sanremo (1954); Giro di Argentina (1952); Giro dell'Ovest (1951); 40 tappe di Giri (15 al Giro d'Italia) 6 Vuelta di Spagna; 4 al Tour de France); 201 Criterium.
Ordine d’arrivo:
1° Rik Van Steenbergen (Bel) Km 282 in 7h 10 '03 media 39,344 kmh
2° Francis Anastasi FRA
3° Giuseppe Favero ITA
4° Fausto Coppi ITA
5° Loretto Petrucci ITA
6° Stan Ockers BEL
7° Désiré Keteleer FRA
8° Fiorenzo Magni ITA
9° Ettore Milano ITA
10° Guido Messina ITA
11° Donato Zampini ITA
12° Hugo Koblet SUI
13° Stefano Gaggero ITA
13° Bernard Gauthier FRA
13° Raphaël Géminiani FRA
13° Michele Gismondi ITA
13° Gino Guerrini ITA
13° Marcel Hendrickx BEL
13° Ferdinand Kübler SUI
13° Bruno Landi ITA
13° Gilbert Loof FRA
13° Luciano Maggini ITA
13° Alfredo Martini ITA
13° Antonio Medri ITA
13° Giuseppe Minardi ITA
13° Alain Moineau FRA
13° Giorgio Mondini ITA
13° Bruno Monti ITA
13° Franco Franchi ITA
13° Pasquale Fornara ITA
13° Riccardo Filippi ITA
13° Franco Aureggi ITA
13° Gino Bartali ITA
13° Louison Bobet FRA
13° Andrea Carrea ITA
13° Mario Ciabatti ITA
13° Luciano Ciancola ITA
13° Agostino Coletto ITA
13° Oreste Conte ITA
13° Angelo Conterno ITA
13° Gilberto Dall'agata ITA
13° Germain Derijcke BEL
13° Jan De Valck BEL
13° Giuseppe Doni ITA
13° Jacques Dupont FRA
13° Raymond Elena FRA
13° Mino De Rossi ITA
13° Gastone Nencini ITA
13° Valère Ollivier BEL
13° Jan Zagers BEL
13° Vincent Vitetta FRA
13° Hein Van Breenen NED
13° Jean Storms BEL
13° Brik Schotte BEL
13° André Rosseel BEL
13° Raoul Rémy FRA
13° Mario Piazzon ITA
13° Donato Piazza ITA
13° Marcello Pellegrini ITA
13° Edward Peeters BEL
61° Remo Fornasiero ITA a 1'39”
Seguono altri corridori con distacchi maggiori.
Partiti 219 corridori, arrivati 95.
51a Edizione: 19 marzo 1960
Ormai la “Sanremo” era diventata la corsa dei velocisti e dato che di grandi sprinter su strada, in Italia non se ne vedevano, Vincenzo Torriani, il patron che da dieci anni aveva raccolto l'eredità di Armando Cougnet, cercò di dare una mano ai corridori connazionali, scoprendo, giusto alle porte di Sanremo, la salita del Poggio.
Ma neppure questa “invenzione” valse a far interrompere la serie contraria che stava gravando sul ciclismo italiano. Anzi, per lungo tempo, proprio quella salitella in extremis, si mostrò abbastanza indigesta ai ciclisti di casa. Lo si constatò subito, in quel 19 marzo 1960, allorché Arnaldo Pambianco e Gastone Nencini, che erano stati tra gli animatori più validi della corsa dopo un generoso attacco di Tom Simpson, furono costretti a mollare, proprio sul Poggio, la ruota del francese René Privat.
Costui, correndo con quella razionalità che gli aveva fatto difetto due anni prima, si trovò più fornito di energia e riuscì a realizzare la grossa ed insperata performance, di arrivare primo al traguardo della “Città dei fiori”. Con meno patemi del possibile, tra l’altro, visto che il suo connazionale Graczyck, autore di un finale furibondo, cadde proprio lungo la discesa del Poggio e vide svanire la possibilità di riagguantarlo. Va detto che Privat, quella presti-giosa vittoria, se la meritava tutta.
![[Immagine: 264_001.jpg]](https://capovelo.com/wp-content/uploads/2016/12/264_001.jpg)
Il ritratto del vincitore.
Nato il 4 dicembre 1930 a Coux-Saint Sauveur, deceduto a Puy-en-Velay il 19 giugno 1995. Passista scalatore. Professionista dal 1952 al 1962 con 43 vittorie.
Renè Privat, fu uno dei non pochi corridori francesi che si distinsero in numerose gare a tappe ed in linea, nella fase forse più brillante della storia del ciclismo. Fu uno di coloro ai quali toccò in sorte di correre, appunto, negli anni difficili, cioè nel decennio che andava dal 1950 al 1960, quando il ciclismo internazionale era nella sua epoca d'oro, ed i campioni, se non i fuoriclasse, spuntavano da ogni parte, perché la base di proselitismo era enorme. In altre parole, quando lo sport del pedale, era per diversi paesi europei la disciplina sportiva principe. Lo chiamavano “Castagna” in virtù di un temperamento ed una aggressività in corsa davvero evidenti, mentre nella vita di ogni giorno, era taciturno, abbastanza introverso, quasi misterioso.
Ciclisticamente, un corridore abbastanza completo, sprint a parte, dove non era comunque fermo. Sbagliava spesso i tempi per troppa foga e, per questo, non trovò mai il sodalizio pronto a dargli i galloni da capitano. Rimase per tutta la carriera una spalla, un luogotenente con possibilità di fare sovente la propria corsa, ma le sue apprezzabili possibilità atletiche, andarono in maggioranza al servizio di altri. Ciononostante, il suo solco l’ha lasciato e qualsivoglia osservatore, lo deve necessa-riamente inserire fra gli stradisti di Francia più in vista del suo periodo. La più bella perla di carriera, Renè Privat la colse alla Milano Sanremo del ’60, l’anno dell’ingresso del Poggio nel percorso della Classicissima.
Una riprova delle sue eccellenti doti si ottiene rivivendo i fotogrammi e le cronache del suo modo di conquistare la Sanremo e per come, due anni prima, nella medesima corsa, fu autore sfortunato di una fuga lunghissima a media pazzesca. Lo stesso suo palmares in calce a queste note, è da considerarsi uno spaccato fedele di chi ha sempre visto e giudicato Privat, un corridore meritevole di considerazione. Dopo una veloce parentesi fra i dilettanti, passò presto al professionismo, ed in ogni anno seppe lasciare un segno di un certo spessore, migliorando progressivamente con l’età, soprattutto nel punto per lui più debole: la razionalità in gara. Non a caso vinse la Milano San-remo a 30 anni e non a caso si ritirò appena vide che era entrato nella parabola discendente. Una bella figura, che fu per quattro giorni maglia gialla al Tour del 1957, e che, ai successi che seguono, ha aggiunto un’infinità di piazzamenti, diversi dei quali di grande prestigio.
![[Immagine: WfgRvX1Kj0gvNMx7okJ_E_tB_XJsVGzzEPVcR4CO...1M_OH1I4Vn]](https://lh5.googleusercontent.com/proxy/WfgRvX1Kj0gvNMx7okJ_E_tB_XJsVGzzEPVcR4COEYTtgRKUx0rrR1_u8HV7dDjYlSy9QFrwzVayQVCPCLP9b98XJ23R_NIxiGJTf7puZgnQV7rdZwf0yZ-Rzhuw73GB6u1M_OH1I4Vn)
Tutte le sue vittorie. 1952: 3a tappa del Giro delle 6 Province. 1953: Circuit Drome-Ardeche; GP Rives; 5a tappa del Giro dell’Ovest; Circuito Annegasse. 1954: Giro del Monte Bianco; 2a tappa (a) del Criterium du Dauphine Libere; GP de la Taren-taise, Circuito di Sallanches. 1955: Criterium National; Genova Nizza; 1a tappa del Criterium du Dauphine Libere; Classifica a punti del Criterium du Dauphine Libere; 5a tappa del Giro delle 6 Province; 2a tappa della Lione-Montlucon-Lione; Circuito di Puy. 1956: GP Pneumatique; GP de Vals-les-Bains; Circuito de l'Ain; Circuito des Boucles de la Seine; Circuito d'Aix; Cir-cuito de la Rade de Brest; Circuito La Grand-Combe. 1957: 2a, 3a (Cronosquadre), 11a e 15a (a) tappa del Tour de France; Parigi-Limoges; 1a tappa del Criterium du Dauphine Libere. 1958: Tour del Var; 1a tappa del Tour del Var; Circuito di Salignac. 1959: GP Stan Ockers; Tour del Sud-Est; 1a tappa del Tour del Sud Est; 2a tappa del Tour del Var: Circuito di Montalimar. 1960: Milano-Sanremo; 2a tappa del Tour de France; Ronde de Seignelay; 5a tappa del Tour del Sud Est; Circuito di Dinan; Circuito di Auxerre.
Ordine d’arrivo:
1° René Privat (Fra) Km 288 in 6h45'15 media 42,640 kmh
2° Jean Graczyk FRA a 11”
3° Yvo Molenaers BEL a 20”
4° Arthur De Cabooter BEL a 1'40”
5° Pierre Ruby FRA
6° Rik Van Looy BEL
7° Frans De Mulder BEL
8° Jo De Roo NED
9° René Fournier FRA
10° Frans Schoubben BEL
11° François Mahé FRA
12° Coen Niesten NED
13° Alfred De Bruyne BEL
14° Alessandro Fantini ITA
15° Noël Fore BEL
16° Romeo Venturelli ITA
17° Agostino Coletto ITA
18° Federico Galeaz ITA
19° Gilbert Desmet 1 BEL
20° Désiré Keteleer FRA
21° Edgard Sorgeloos BEL
22° Roger Rivière FRA
23° Jacques Anquetil FRA
24° Luis Otano Arcelus ESP
25° Joseph Groussard FRA
26° Miguel Poblet ESP
27° Jean Forestier FRA
28° Pino Cerami BEL
29° Gastone Nencini ITA
30° Angelo Coletto ITA
31° Fernand Picot FRA
32° Graziano Battistini ITA
33° Jean-Claude Annaert FRA
34° Imerio Massignan ITA
35° Aldo Moser ITA
36° Arnaldo Pambianco ITA
37° Gugielmo Garello ITA
38° Tom Simpson GBR
39° Michel Dejouhannet FRA
40° Georges Mortiers BEL
41° Mario Tosato ITA
42° André Vlayen BEL
43° Piet Damen NED
44° Norbert Kerckhove BEL
45° Michele Gismondi ITA
46° Frans Van Looveren BEL
47° Salvador Botella ESP
48° Wladimiro Bartolozzi ITA
49° Petrus Oellibrandt BEL
50° Giovanni Avagnina ITA
51° Michel Vermeulen FRA
52° Pietro Zoppas ITA
53° Raymond Vrancken BEL
54° Roberto Falaschi ITA
55° Marino Fontana ITA
56° Giancarlo Gentina ITA
57° Nino Defilippis ITA
58° Willy Haelterman BEL
59° Alcide Vaucher SUI
60° Joseph Hoevenaers BEL
61° Giuseppe Fallarini ITA
62° Diego Ronchini ITA
63° Bruno Monti ITA
64° Ernesto Bono ITA
65° José Segu ESP
66° Fernando Brandolini ITA
67° Raymond Impanis BEL
68° Idrio Bui ITA
69° Carlo Azzini ITA
70° Dominique Forlini FRA
71° Willy Vannitsen BEL
72° Armand Desmet BEL
73° Jean-marie Cieleska FRA
74° Marcel Janssens BEL
75° Robert Cazala FRA
76° Giuliano Natucci ITA
77° Fernando Manzaneque ESP
78° Guido Messina ITA
79° Emile Daems BEL
80° Adriano Zamboni ITA
81° Renzo Accordi ITA
82° Walter Martin ITA
83° Gianni Mana ITA
84° Pierino Baffi ITA
85° Vito Favero ITA
86° Tino Sabbadini FRA
87° Angelo Conterno ITA
88° Joseph Schils BEL
89° Germain Derijcke BEL
90° Bent-ole Retvig DAN
91° Arrigo Padovan ITA
Seguono altri corridori con distacchi maggiori.
Partiti 203, arrivati 121
Maurizio Ricci detto Morris
-continua-
Con il 1954 incominciò l'interminabile serie di affermazioni di campioni stranieri, ai quali gli italiani non riuscirono ad opporre una valida resistenza. È storia lontana, ma ancora ben impressa in chi ha più di 50 anni. Allo start di Piazza Diaz, a Milano, si presentarono in 219: ancora un nuovo record, dunque. Stavolta però, la giornata fu di quelle da tregenda, con pioggia, freddo e fango che entrava nelle carreggiate asfaltate. Era convinto di battersi per un piazzamento il grande Rik Van Steenbergen, e grande, nonché piacevolissima, fu la sua sorpresa allorché, dopo l'arrivo, scoprì di essersi aggiudicato la volata per il primo e non per il quarto posto, come aveva creduto. Da Laigueglia, infatti, era in atto una fuga di Ockers, Remy e Filippi. I tre parevano irraggiungibili e Coppi, inviò i tecnici della Bianchi a consigliare il suo giovane compagno Filippi, affinché si risparmiasse per la volata. Questi però, ces-sò addirittura la collaborazione minima e la fuga venne sventata dal gruppo, senza che Van Steenbergen se ne avvedesse, a soli 1200 metri dal termine. Tagliato il traguardo da vincitore, il belga finì fra le braccia di Girardengo, il suo anfitrione italiano, il quale, alla vigilia della Sanremo, aveva compiuto 61 anni. Sul volto pieno di fango del gigante buono Van Steenbergen, spunta-rono due lacrimoni.
Sul vincitore.
![[Immagine: 1.jpg]](https://www.cyclinglegends.co.uk/images/stories/Rik-Van-steenbergen/1.jpg)
Nato ad Arendonck (Belgio) il 9 settembre 1924. Alto 1.86, peso forma kg. 83. Un gigante con il sorriso sulle labbra, un uomo semplice che ha sempre amato la vita per le sue componenti più elementari: la famiglia ed i bambini. E di figli ne ha avuti cinque. Monumento del ciclismo belga, il suo nome vuol dire: montagna di pietra. Un eccellente albo d'oro, con le trincipali classiche; unica lacuna la mancanza di una grande corsa a tappe. Avrebbe potuto vincere il Giro d'Italia se non fosse stato eccessivamente prudente nelle discese dell’edizione del 1951, quando si piazzò secondo alle spalle di Fiorenzo Magni. Riuscì a conquistare il suo terzo Campionato del Mondo (eguagliando così Binda e Merckx) a distanza di otto anni dal primo, ottenuto nel 1949. Ben undici partecipazioni al "mondiale" in quindici anni. Professionista dal 1943 al 1966 con 303 vittorie su strada e 664 su pista, che lo pongono al 3° posto, dietro Merckx e Van Looy, nella classifica dei plurivittoriosi di tutti i tempi. 40 vittorie in Sei Giorni, ne ha disputate 134. La sintesi: 3 Campionati del Mondo (1949-1956-1957); 3 Campionati nazionali (1943-1945-1954); 2 Giri delle Fiandre (1944-1946); 2 Parigi-Roubaix (1948-1952); 2 Freccia Vallone (1949-1958); Parigi-Bruxelles (1950); Milano-Sanremo (1954); Giro di Argentina (1952); Giro dell'Ovest (1951); 40 tappe di Giri (15 al Giro d'Italia) 6 Vuelta di Spagna; 4 al Tour de France); 201 Criterium.
Ordine d’arrivo:
1° Rik Van Steenbergen (Bel) Km 282 in 7h 10 '03 media 39,344 kmh
2° Francis Anastasi FRA
3° Giuseppe Favero ITA
4° Fausto Coppi ITA
5° Loretto Petrucci ITA
6° Stan Ockers BEL
7° Désiré Keteleer FRA
8° Fiorenzo Magni ITA
9° Ettore Milano ITA
10° Guido Messina ITA
11° Donato Zampini ITA
12° Hugo Koblet SUI
13° Stefano Gaggero ITA
13° Bernard Gauthier FRA
13° Raphaël Géminiani FRA
13° Michele Gismondi ITA
13° Gino Guerrini ITA
13° Marcel Hendrickx BEL
13° Ferdinand Kübler SUI
13° Bruno Landi ITA
13° Gilbert Loof FRA
13° Luciano Maggini ITA
13° Alfredo Martini ITA
13° Antonio Medri ITA
13° Giuseppe Minardi ITA
13° Alain Moineau FRA
13° Giorgio Mondini ITA
13° Bruno Monti ITA
13° Franco Franchi ITA
13° Pasquale Fornara ITA
13° Riccardo Filippi ITA
13° Franco Aureggi ITA
13° Gino Bartali ITA
13° Louison Bobet FRA
13° Andrea Carrea ITA
13° Mario Ciabatti ITA
13° Luciano Ciancola ITA
13° Agostino Coletto ITA
13° Oreste Conte ITA
13° Angelo Conterno ITA
13° Gilberto Dall'agata ITA
13° Germain Derijcke BEL
13° Jan De Valck BEL
13° Giuseppe Doni ITA
13° Jacques Dupont FRA
13° Raymond Elena FRA
13° Mino De Rossi ITA
13° Gastone Nencini ITA
13° Valère Ollivier BEL
13° Jan Zagers BEL
13° Vincent Vitetta FRA
13° Hein Van Breenen NED
13° Jean Storms BEL
13° Brik Schotte BEL
13° André Rosseel BEL
13° Raoul Rémy FRA
13° Mario Piazzon ITA
13° Donato Piazza ITA
13° Marcello Pellegrini ITA
13° Edward Peeters BEL
61° Remo Fornasiero ITA a 1'39”
Seguono altri corridori con distacchi maggiori.
Partiti 219 corridori, arrivati 95.
51a Edizione: 19 marzo 1960
Ormai la “Sanremo” era diventata la corsa dei velocisti e dato che di grandi sprinter su strada, in Italia non se ne vedevano, Vincenzo Torriani, il patron che da dieci anni aveva raccolto l'eredità di Armando Cougnet, cercò di dare una mano ai corridori connazionali, scoprendo, giusto alle porte di Sanremo, la salita del Poggio.
Ma neppure questa “invenzione” valse a far interrompere la serie contraria che stava gravando sul ciclismo italiano. Anzi, per lungo tempo, proprio quella salitella in extremis, si mostrò abbastanza indigesta ai ciclisti di casa. Lo si constatò subito, in quel 19 marzo 1960, allorché Arnaldo Pambianco e Gastone Nencini, che erano stati tra gli animatori più validi della corsa dopo un generoso attacco di Tom Simpson, furono costretti a mollare, proprio sul Poggio, la ruota del francese René Privat.
Costui, correndo con quella razionalità che gli aveva fatto difetto due anni prima, si trovò più fornito di energia e riuscì a realizzare la grossa ed insperata performance, di arrivare primo al traguardo della “Città dei fiori”. Con meno patemi del possibile, tra l’altro, visto che il suo connazionale Graczyck, autore di un finale furibondo, cadde proprio lungo la discesa del Poggio e vide svanire la possibilità di riagguantarlo. Va detto che Privat, quella presti-giosa vittoria, se la meritava tutta.
![[Immagine: 264_001.jpg]](https://capovelo.com/wp-content/uploads/2016/12/264_001.jpg)
Il ritratto del vincitore.
Nato il 4 dicembre 1930 a Coux-Saint Sauveur, deceduto a Puy-en-Velay il 19 giugno 1995. Passista scalatore. Professionista dal 1952 al 1962 con 43 vittorie.
Renè Privat, fu uno dei non pochi corridori francesi che si distinsero in numerose gare a tappe ed in linea, nella fase forse più brillante della storia del ciclismo. Fu uno di coloro ai quali toccò in sorte di correre, appunto, negli anni difficili, cioè nel decennio che andava dal 1950 al 1960, quando il ciclismo internazionale era nella sua epoca d'oro, ed i campioni, se non i fuoriclasse, spuntavano da ogni parte, perché la base di proselitismo era enorme. In altre parole, quando lo sport del pedale, era per diversi paesi europei la disciplina sportiva principe. Lo chiamavano “Castagna” in virtù di un temperamento ed una aggressività in corsa davvero evidenti, mentre nella vita di ogni giorno, era taciturno, abbastanza introverso, quasi misterioso.
Ciclisticamente, un corridore abbastanza completo, sprint a parte, dove non era comunque fermo. Sbagliava spesso i tempi per troppa foga e, per questo, non trovò mai il sodalizio pronto a dargli i galloni da capitano. Rimase per tutta la carriera una spalla, un luogotenente con possibilità di fare sovente la propria corsa, ma le sue apprezzabili possibilità atletiche, andarono in maggioranza al servizio di altri. Ciononostante, il suo solco l’ha lasciato e qualsivoglia osservatore, lo deve necessa-riamente inserire fra gli stradisti di Francia più in vista del suo periodo. La più bella perla di carriera, Renè Privat la colse alla Milano Sanremo del ’60, l’anno dell’ingresso del Poggio nel percorso della Classicissima.
Una riprova delle sue eccellenti doti si ottiene rivivendo i fotogrammi e le cronache del suo modo di conquistare la Sanremo e per come, due anni prima, nella medesima corsa, fu autore sfortunato di una fuga lunghissima a media pazzesca. Lo stesso suo palmares in calce a queste note, è da considerarsi uno spaccato fedele di chi ha sempre visto e giudicato Privat, un corridore meritevole di considerazione. Dopo una veloce parentesi fra i dilettanti, passò presto al professionismo, ed in ogni anno seppe lasciare un segno di un certo spessore, migliorando progressivamente con l’età, soprattutto nel punto per lui più debole: la razionalità in gara. Non a caso vinse la Milano San-remo a 30 anni e non a caso si ritirò appena vide che era entrato nella parabola discendente. Una bella figura, che fu per quattro giorni maglia gialla al Tour del 1957, e che, ai successi che seguono, ha aggiunto un’infinità di piazzamenti, diversi dei quali di grande prestigio.
Tutte le sue vittorie. 1952: 3a tappa del Giro delle 6 Province. 1953: Circuit Drome-Ardeche; GP Rives; 5a tappa del Giro dell’Ovest; Circuito Annegasse. 1954: Giro del Monte Bianco; 2a tappa (a) del Criterium du Dauphine Libere; GP de la Taren-taise, Circuito di Sallanches. 1955: Criterium National; Genova Nizza; 1a tappa del Criterium du Dauphine Libere; Classifica a punti del Criterium du Dauphine Libere; 5a tappa del Giro delle 6 Province; 2a tappa della Lione-Montlucon-Lione; Circuito di Puy. 1956: GP Pneumatique; GP de Vals-les-Bains; Circuito de l'Ain; Circuito des Boucles de la Seine; Circuito d'Aix; Cir-cuito de la Rade de Brest; Circuito La Grand-Combe. 1957: 2a, 3a (Cronosquadre), 11a e 15a (a) tappa del Tour de France; Parigi-Limoges; 1a tappa del Criterium du Dauphine Libere. 1958: Tour del Var; 1a tappa del Tour del Var; Circuito di Salignac. 1959: GP Stan Ockers; Tour del Sud-Est; 1a tappa del Tour del Sud Est; 2a tappa del Tour del Var: Circuito di Montalimar. 1960: Milano-Sanremo; 2a tappa del Tour de France; Ronde de Seignelay; 5a tappa del Tour del Sud Est; Circuito di Dinan; Circuito di Auxerre.
Ordine d’arrivo:
1° René Privat (Fra) Km 288 in 6h45'15 media 42,640 kmh
2° Jean Graczyk FRA a 11”
3° Yvo Molenaers BEL a 20”
4° Arthur De Cabooter BEL a 1'40”
5° Pierre Ruby FRA
6° Rik Van Looy BEL
7° Frans De Mulder BEL
8° Jo De Roo NED
9° René Fournier FRA
10° Frans Schoubben BEL
11° François Mahé FRA
12° Coen Niesten NED
13° Alfred De Bruyne BEL
14° Alessandro Fantini ITA
15° Noël Fore BEL
16° Romeo Venturelli ITA
17° Agostino Coletto ITA
18° Federico Galeaz ITA
19° Gilbert Desmet 1 BEL
20° Désiré Keteleer FRA
21° Edgard Sorgeloos BEL
22° Roger Rivière FRA
23° Jacques Anquetil FRA
24° Luis Otano Arcelus ESP
25° Joseph Groussard FRA
26° Miguel Poblet ESP
27° Jean Forestier FRA
28° Pino Cerami BEL
29° Gastone Nencini ITA
30° Angelo Coletto ITA
31° Fernand Picot FRA
32° Graziano Battistini ITA
33° Jean-Claude Annaert FRA
34° Imerio Massignan ITA
35° Aldo Moser ITA
36° Arnaldo Pambianco ITA
37° Gugielmo Garello ITA
38° Tom Simpson GBR
39° Michel Dejouhannet FRA
40° Georges Mortiers BEL
41° Mario Tosato ITA
42° André Vlayen BEL
43° Piet Damen NED
44° Norbert Kerckhove BEL
45° Michele Gismondi ITA
46° Frans Van Looveren BEL
47° Salvador Botella ESP
48° Wladimiro Bartolozzi ITA
49° Petrus Oellibrandt BEL
50° Giovanni Avagnina ITA
51° Michel Vermeulen FRA
52° Pietro Zoppas ITA
53° Raymond Vrancken BEL
54° Roberto Falaschi ITA
55° Marino Fontana ITA
56° Giancarlo Gentina ITA
57° Nino Defilippis ITA
58° Willy Haelterman BEL
59° Alcide Vaucher SUI
60° Joseph Hoevenaers BEL
61° Giuseppe Fallarini ITA
62° Diego Ronchini ITA
63° Bruno Monti ITA
64° Ernesto Bono ITA
65° José Segu ESP
66° Fernando Brandolini ITA
67° Raymond Impanis BEL
68° Idrio Bui ITA
69° Carlo Azzini ITA
70° Dominique Forlini FRA
71° Willy Vannitsen BEL
72° Armand Desmet BEL
73° Jean-marie Cieleska FRA
74° Marcel Janssens BEL
75° Robert Cazala FRA
76° Giuliano Natucci ITA
77° Fernando Manzaneque ESP
78° Guido Messina ITA
79° Emile Daems BEL
80° Adriano Zamboni ITA
81° Renzo Accordi ITA
82° Walter Martin ITA
83° Gianni Mana ITA
84° Pierino Baffi ITA
85° Vito Favero ITA
86° Tino Sabbadini FRA
87° Angelo Conterno ITA
88° Joseph Schils BEL
89° Germain Derijcke BEL
90° Bent-ole Retvig DAN
91° Arrigo Padovan ITA
Seguono altri corridori con distacchi maggiori.
Partiti 203, arrivati 121
Maurizio Ricci detto Morris
-continua-