04-03-2012, 05:26 AM
Martin: obiettivo Londra
Tony, dopo quattro anni con la HTC, hai sposato il progetto della Omega Pharma Quick Step. Ti cercavano in tanti, come mai la scelta è caduta su Patrick Lefevere?
«È vero, avevo tante altre proposte, tutte molto interessanti, così ho deciso di non farmi prendere dalla fretta. Ho pensato molto, ho valutato tutto con tranquillità, poi ho incontrato più e più volte Patrick e alla fine ho scelto il suo progetto, perché mi ha dato chiare garanzie per il futuro».
A corteggiarti c’era anche la Project 1t4i.
«È vero, ho avuto alcune riunioni molto interessanti con il management della ex Skil Shimano. Sono stato in procinto di firmare per loro ma alla fine, come ti ho detto, ha prevalso l’Omega Pharma - Quick Step per alcuni piccoli dettagli che per me hanno fatto la differenza: il materiale, le opportunità del calendario. In ogni caso sono rimasto in ottimi rapporti con il team olandese».
Come è stato il tuo inserimento nel team di Patrick Lefevere?
«Molto buono. Tutti sono molto simpatici ed è piacevole e stimolante scoprire nuove persone. Stiamo cercando di imparare a conoscerci e stiamo costruendo lo spirito di squadra. Io generalmente non amo cambiare. Il mio motto è: “non cambiare mai un sistema che funziona”. La fine della HTC però mi ha imposto di farlo e sono felicissimo della scelta».
Cosa ti rimane della HTC?
«Tutto. Ho vissuto anni bellissimi. A questo team, ai dirigenti, ai compagni di squadra, a tutto il personale sarò sempre grato. Ricordo ancora il giorno che ho saputo che quell’avventura sarebbe terminata... Sono felice solo di una cosa: che tutti abbiano trovato la loro nuova e meritata sistemazione».
Un 2012 tutto da vivere: tanti chilometri contro il tempo al Tour de France e poi alle Olimpiadi di Londra…
«Vorrei fare molto, tanto, non pormi limiti, anche se questi due obiettivi sono in cima ai miei pensieri. Sono i miei desideri».
Ti piace il Tour de France?
«Sì, il percorso mi piace molto. C’è questo lungo prologo iniziale che mi darà l’opportunità di lottare subito per la maglia gialla. Credo davvero di essere in grado di dare buoni risultati alla squadra».
Obiettivo podio?
«Tutti me lo chiedono, ma io sono concentrato soprattutto sulla crono dei Giochi Olimpici. Temo che possa essere molto difficile competere sia per il podio del Tour che per i Giochi, ma tutto può accadere».
Pensi di poter vincere il Tour, in futuro?
«Sì, perché no? Compirò 27 anni ad aprile, quindi ho ancora una decina di anni davanti a me. Devo solo crescere, fare esperienza, verificarmi in questa corsa, ma sono certo di poter salire sul gradino più alto del podio».
Cancellara ha detto: “Anche se rimane il favorito, io so come battere Tony Martin.” Cosa ne pensi?
«Lo sa lui, ma lo so anch’io... Lo scorso anno ho vissuto una stagione magica: stavo benissimo, la mia condizione è stata certamente migliore rispetto a quella di Fabian. Ma ogni anno è una storia tutta da riscrivere e Fabian resta l’avversario più forte che ci sia».
Il tuo 2011 è stato davvero un anno eccezionale.
«L’anno scorso ho raccolto davvero grandi soddisfazioni. Algarve, Parigi-Nizza, Campionato del Mondo e Giro di Pechino: non potevo chiedere di più. Il vero obiettivo quest’anno sarà ripetersi e migliorarsi».
Ora però cominceranno a farsi sentire anche le responsablità.
«Di sicuro. Finora potevo permettermi di dire: “forse vincerò qui o là”. Ora le cose sono cambiate. Quando dico che è una corsa che voglio vincere, devo fare tutto il possibile per ottenere l’obiettivo. La pressione è maggiore, ma la cosa non mi preoccupa».
Hai già fatto la ricognizione del percorso dei Giochi Olimpici?
«No. So molto, mi hanno spiegato tanto, ho visionato dei video, a Londra andrò quando il traffico sarà chiuso».
Al tuo fianco c’è un big come Levi Leipheimer. Come pensi di lavorare con lui?
«Dare un giudizio adesso è difficile. Una cosa è certa: è sempre la strada a dire quali sono i valori in campo. Ma non abbiamo solo Leipheimer, ma anche Peter Velits che ha già dimostrato di farsi valere nei Grandi Giri».
Come sta il ciclismo tedesco?
«Ha vissuto un periodo molto brutto, ma qualcosa sta cambiando. Gli sportivi e gli sponsor si sono allontanati ma ora, dopo la grande epurazione, l’interesse sta crescendo e anche i giornalisti offrono un’altra visione al mondo. Molto presto, spero, potremmo tornare ad avere una grandissima squadra tedesca e anche qualche bella corsa di un alto livello in un paese che ha sempre dimostrato di amare molto questo sport».
di Jerome Christiaens
per il mensile tuttoBICI di Febbraio - www.tuttobiciweb.it
Tony, dopo quattro anni con la HTC, hai sposato il progetto della Omega Pharma Quick Step. Ti cercavano in tanti, come mai la scelta è caduta su Patrick Lefevere?
«È vero, avevo tante altre proposte, tutte molto interessanti, così ho deciso di non farmi prendere dalla fretta. Ho pensato molto, ho valutato tutto con tranquillità, poi ho incontrato più e più volte Patrick e alla fine ho scelto il suo progetto, perché mi ha dato chiare garanzie per il futuro».
A corteggiarti c’era anche la Project 1t4i.
«È vero, ho avuto alcune riunioni molto interessanti con il management della ex Skil Shimano. Sono stato in procinto di firmare per loro ma alla fine, come ti ho detto, ha prevalso l’Omega Pharma - Quick Step per alcuni piccoli dettagli che per me hanno fatto la differenza: il materiale, le opportunità del calendario. In ogni caso sono rimasto in ottimi rapporti con il team olandese».
Come è stato il tuo inserimento nel team di Patrick Lefevere?
«Molto buono. Tutti sono molto simpatici ed è piacevole e stimolante scoprire nuove persone. Stiamo cercando di imparare a conoscerci e stiamo costruendo lo spirito di squadra. Io generalmente non amo cambiare. Il mio motto è: “non cambiare mai un sistema che funziona”. La fine della HTC però mi ha imposto di farlo e sono felicissimo della scelta».
Cosa ti rimane della HTC?
«Tutto. Ho vissuto anni bellissimi. A questo team, ai dirigenti, ai compagni di squadra, a tutto il personale sarò sempre grato. Ricordo ancora il giorno che ho saputo che quell’avventura sarebbe terminata... Sono felice solo di una cosa: che tutti abbiano trovato la loro nuova e meritata sistemazione».
Un 2012 tutto da vivere: tanti chilometri contro il tempo al Tour de France e poi alle Olimpiadi di Londra…
«Vorrei fare molto, tanto, non pormi limiti, anche se questi due obiettivi sono in cima ai miei pensieri. Sono i miei desideri».
Ti piace il Tour de France?
«Sì, il percorso mi piace molto. C’è questo lungo prologo iniziale che mi darà l’opportunità di lottare subito per la maglia gialla. Credo davvero di essere in grado di dare buoni risultati alla squadra».
Obiettivo podio?
«Tutti me lo chiedono, ma io sono concentrato soprattutto sulla crono dei Giochi Olimpici. Temo che possa essere molto difficile competere sia per il podio del Tour che per i Giochi, ma tutto può accadere».
Pensi di poter vincere il Tour, in futuro?
«Sì, perché no? Compirò 27 anni ad aprile, quindi ho ancora una decina di anni davanti a me. Devo solo crescere, fare esperienza, verificarmi in questa corsa, ma sono certo di poter salire sul gradino più alto del podio».
Cancellara ha detto: “Anche se rimane il favorito, io so come battere Tony Martin.” Cosa ne pensi?
«Lo sa lui, ma lo so anch’io... Lo scorso anno ho vissuto una stagione magica: stavo benissimo, la mia condizione è stata certamente migliore rispetto a quella di Fabian. Ma ogni anno è una storia tutta da riscrivere e Fabian resta l’avversario più forte che ci sia».
Il tuo 2011 è stato davvero un anno eccezionale.
«L’anno scorso ho raccolto davvero grandi soddisfazioni. Algarve, Parigi-Nizza, Campionato del Mondo e Giro di Pechino: non potevo chiedere di più. Il vero obiettivo quest’anno sarà ripetersi e migliorarsi».
Ora però cominceranno a farsi sentire anche le responsablità.
«Di sicuro. Finora potevo permettermi di dire: “forse vincerò qui o là”. Ora le cose sono cambiate. Quando dico che è una corsa che voglio vincere, devo fare tutto il possibile per ottenere l’obiettivo. La pressione è maggiore, ma la cosa non mi preoccupa».
Hai già fatto la ricognizione del percorso dei Giochi Olimpici?
«No. So molto, mi hanno spiegato tanto, ho visionato dei video, a Londra andrò quando il traffico sarà chiuso».
Al tuo fianco c’è un big come Levi Leipheimer. Come pensi di lavorare con lui?
«Dare un giudizio adesso è difficile. Una cosa è certa: è sempre la strada a dire quali sono i valori in campo. Ma non abbiamo solo Leipheimer, ma anche Peter Velits che ha già dimostrato di farsi valere nei Grandi Giri».
Come sta il ciclismo tedesco?
«Ha vissuto un periodo molto brutto, ma qualcosa sta cambiando. Gli sportivi e gli sponsor si sono allontanati ma ora, dopo la grande epurazione, l’interesse sta crescendo e anche i giornalisti offrono un’altra visione al mondo. Molto presto, spero, potremmo tornare ad avere una grandissima squadra tedesca e anche qualche bella corsa di un alto livello in un paese che ha sempre dimostrato di amare molto questo sport».
di Jerome Christiaens
per il mensile tuttoBICI di Febbraio - www.tuttobiciweb.it