10-07-2018, 12:14 PM
Elias Figueroa, ovvero un predestinato ad una vita distorta fra handicap e povertà accecante che si elegge cigno del calcio, capace dalla difesa di scolpirsi statuario atleta di classe che non disdegna il gol per rendere numero due chi aveva avuto tutto: Franz Beckenbauer. Un monumento, Elias, che è passato troppo silenzioso per le penne del vecchio continente che stavan divenendo decadenti, ma con un romanzo di vita,ed un saper dipingere calcio,da farne una favola. Già, perché lo straordinario, oggi, nel gergo di un uomo sempre più freddo come quei numeri che ama sì tanto, diviene favola, intendendola unicamente come tentacolare bugia, sol perché non sa riconoscere l’arte e quei percorsi che non si possono tradurre con la matematica.
Ho scritto di questo grande cileno, che vide il suo primo luminoso proscenio nel Penarol di Montevideo, così come ho ritratto i suoi tre leggendari compagni in giallo nero, ovvero l’ecuadoregno, ma uruguauiano di fama e di gol, Alberto Spencer e gli uruguagi Pedro Rocha ed il personale idolo-arquero Ladislao Mazurkiewicz. Solo di quest’ultimo però, o di Julio Cesar Abbadia, giusto per citare un altro “celeste”, posso postare qualche spezzone. Magari fra qualche mese….li pubblicherò tutti.
Ciao!
Ho scritto di questo grande cileno, che vide il suo primo luminoso proscenio nel Penarol di Montevideo, così come ho ritratto i suoi tre leggendari compagni in giallo nero, ovvero l’ecuadoregno, ma uruguauiano di fama e di gol, Alberto Spencer e gli uruguagi Pedro Rocha ed il personale idolo-arquero Ladislao Mazurkiewicz. Solo di quest’ultimo però, o di Julio Cesar Abbadia, giusto per citare un altro “celeste”, posso postare qualche spezzone. Magari fra qualche mese….li pubblicherò tutti.
Ciao!