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Le corse dimenticate
#40
Trentatreesima Edizione 27/04-01/05-1955
(Gran Premio Ciclomotoristico delle Nazioni)

L’esito della tappa di Napoli dell’anno precedente e le conseguenti critiche, raffreddarono un poco il rapporto del giornale “Il Tempo” con la manifestazione. La testata continuò a sostenere e sponsorizzare la corsa, ma lasciò il compito di tirare completamente le fila al Corriere dello sport, mentre si stava avvicinando, con un rapporto nel 1955 ancora marginale, un'altra testata storica italiana: Il Giornale d’Italia.
[Immagine: Ciclomot%201955_zpsrx2ty1bq.jpg?t=1546097600]
Come si può evincere dal manifesto sopra riportato, il cambio del nome da Roma-Napoli-Roma a Gran Premio Ciclomotoristico delle Nazioni, che era latente da tempo attraverso l’abbinamento, divenne preponderante ed a tutti gli effetti ufficiale. Per motivi molteplici: non ultimi quelli di una migliore mondializzazione e per liberare meglio l’idea che fosse una corsa non legata solamente alle città di Roma e Napoli, ma a tutto il centro-sud d’Italia. Il numero dei corridori invitati, fu mantenuto a 36, col limite massimo di tre per ogni squadra, mentre il percorso modificò in parte le sedi d’arrivo e si predispose verso una più larga geografia, con lo scopo di giungere, al più presto, verso un numero di tappe, che cementasse la fama di gara, nella sua specificità, dura e di alto profilo per la preparazione dei corridori verso lo stesso Giro d’Italia. La fama che il GP Ciclomotoristico delle Nazioni stava raggiungendo all’estero, per le sue anomale morfologie e per quel calore che il sud italiano sapeva portare, era la dimostrazione di una vivacità per il movimento ciclistico d’Italia, che poi la storia dell’UVI prima e, soprattutto, della FCI poi, non furono capaci di tradurre e sfruttare. Anche sul “governo di questo sport”, purtroppo, si visse, progressivamente, la linea di scimmiottare l’andazzo, salvo rari casi, della mai illuminata politica italiana.
Altra novità intervenuta nell’edizione del 1955, fu quella di svolgere una punzonatura che fosse degna di una corsa fuori dall’ordinario, quale era, appunto, il GP Ciclomotoristico. Si volle avvolgere l’unicità di Roma - checché ne dica qualcuno, presente e passato, da almeno un millennio la più fascinosa  città del mondo - attorno alla corsa, saldando a spicchi le straordinarie bellezze e specificità culturali, artistiche e paesaggistiche del luogo, coi tempi moderni che la prova rappresentava. Ed allora punzonatura alla Basilica di Massenzio, o di Costantino, come sarebbe più giusto dire, in una atmosfera strana e divertente, dove, incorniciati dal verde intenso dei pini, i ricordi solenni della Roma antica, facevano contrasto con biciclette e motoscooter. I corridori, gli assi del pedale, salivano su una pedana che abitualmente ospitava celebri orchestre sinfoniche, protetti (ma ben visibili) da transenne, ed uno stuolo notevole di forze dell’ordine, pronte a rendere ordinato l’entusiasmo di una folla che, come sempre, contava su migliaia e migliaia di unità. Fu uno spettacolo pittoresco, potremmo dire naif, che si sciolse al crepuscolo, quasi immergendosi sull’orizzonte, fra sogni, storia, ed i cuori palpitanti dei più giovani. Un grande segmento lungo quattro ore, ove l’abbraccio ai protagonisti del mezzo spinto a motore umano, impreziosì gli animi con l’assistenza delle cinquanta Gilera a motore meccanico, accompagnate dalle altrettante  tute azzurre dei loro piloti, per assumerne un’unione nelle esteriorità, quanto nell’immaginario della tanta gente. Le acclamazione verso campioni e comprimari, risultarono essere odi, come fossero muse. Davvero un incanto.
I dati tecnici.
La presenza dei migliori italiani, compreso l’applauditissimo Fausto Coppi, alla sua terza partecipazione e una bella e significativa rappresentanza straniera, a cui venne a mancare per infortunio Stan Ockers, sostituito all’ultimo momento da Marcel Hendrickx, vincitore qualche giorno prima della Parigi Bruxelles, la sua seconda consecutiva. Di nota la prima presenza extracontinentale, ovvero il due volte Olimpionico nelle discipline veloci della pista, l’australiano Russel Mockridge. Dopo i successi nel “chilometro con partenza da fermo” e nel “tandem” ai Giochi di Helsinki, questo possente corridore, fu il primo nel dopoguerra che, dalla velocità pura, volle determinarsi stradista. E ci stava riuscendo. Insomma un ottimo cast, come da tradizione dal 1950 in avanti.

Prima tappa: Roma-Caserta

Il ritrovo di partenza alle 8 del mattino, per la prima volta avvenne in Piazza Aracoeli, in pieno centro di Roma, indi l’intera carovana si mosse con una lunga passeggiata turistica attraverso le vie della città, marcia interrotta a Piazza Venezia per un omaggio al Milite Ignoto. Lo start ufficiale di tappa avvenne a Cinecittà alle ore 9,45.  La frazione Roma Caserta, prevedeva senza soluzione di continuità,. un tratto in linea di 208 chilometri, ed uno dietro motoscooter sul circuito casertano Carlo III, per complessivi 37 chilometri. 
La parte iniziale della tappa, si consumò come fosse una semplice marcia di trasferimento, rotta solo dagli spunti di velocità per i traguardi volanti e dai “pancia a terra” dei colpiti da forature e dei gregari “portatori d’acqua”. 
Sul GPM di Montecompatri, Astrua passò primo su Carrea per gli abbuoini di 30” e 15”, indi i traguardi volanti vinti da Benedetti due volte, ed una volta ciascuno da Defilippis e da Hassenforder. Quando i 36 concorrenti si agganciarono al rullo dei motoscooter, iniziò la battaglia. Kobiet, Benedetti e Coppi furono i più pronti ma Monti dietro il rombo dei motori era come in paradiso. Nello spazio di poche centinaia di metri, il romano acciuffò quanti lo precedevano, li superò e passò in testai. Alla fine del primo giro aveva già una cinquantina di metri di vantaggio. La sua velocità pur su un tracciato denso di curve, provocò una gran selezione, con  rimescolamenti e un’unica certezza: il progressivo aumento del vantaggio del battistrada, vincitore uscente della corsa. Bruno Monti, arrivò da trionfatore al traguardo finale, ed ancora una volta, il Campionissimo Fausto Coppi, fu relegato al secondo posto. Giorgio Albani completò il podio di tappa.
[Immagine: Monti_zps51qfvifv.jpg?t=1546099428]
Ordine d’arrivo: 
1° Bruno Monti (km 209 su strada e 37 km in circuito dietro motoscooter) in 6h58’35”, alla media nel tratto in linea di 31,320 kmh, e nel tratto dietro moto, di 57,535 kmh: 2° Fausto Coppi a 54”; 3° Giorgio Albani a 2’06”; 4° Guido Messina a 2’27”; 5° Nino Defilippis a 2’46”; 6° Angelo Conterno a 3’38”; 7° Rino Benedetti a 3’39”; 8° Giuseppe Minardi a 3’46”; 9° Cleto Maule a 3’48”; 10° Guido De Santi a 5’26”; 11° Aldo Moser a 5’58”; 12° André Rosseel (Bel) a 6’02”; 13° Albino Crespi a 6’25”; 14° Hugo Koblet (Sui) a 6’29”; 15° Riccardo Filippi id; 16° Bernard Gauthier (Fra) a 6’33”; 17° Luciano Maggini a 6’39”; 18° Giancarlo Astrua (abbuono 30”) a 7’47”; 19° Andrea Carrea (abbuono 15”) a 7’54”; 20° Russel Mockridge (Aus) a 7’58”; 21° Marcel Hendrickx (Bel) a 8’15”; 22° Jacques Dupont (Fra) a 8’16”; 23° Vincenzo Zucconelli a 8’18”; 24° Robert Maitland (Gbr) a 8’19”; 25° Carlo Clerici (Sui) a 8’40”; 26° Emiel Severeyns (Bel) a 8’53”; 27° Emilio Croci Torti (Sui) a 9’06”; 28° Fiorenzo Crippa a 9’11”; 29° Vincenzo Rossello a 10’53” 30° Agostino  Coletto a 10’58”; 31° Ettore Milano a 11’34”; 32° Alessandro Fantini a 12’41”; 33° Marcello Ciolli a 13’41”; 34° Roger Hassenforder (Fra) a 14’48”; 35° Michele Gismondi a 15’59”; 36° Luciano Pezzi a 16’11”.

 Seconda tappa: Benevento-Foggia
La partenza da Benevento, fu data alle 8 del mattino, per una giornata, la seconda, davvero intensa. Come ormai costumanza della manifestazione, i 109 chilometri da percorrere in linea per arrivare a Foggia, non furono prodighi di emozioni, anche se le premesse iniziali con la fuga di Koblet, Astrua, il leader Monti, De Santi, Pezzi e Defilippis, lasciava presagire qualcosa di più, perlomeno fra i big. Invece, questo tentativo si spense presto. Un sussulto al GPM di Ariano Irpino, dove Defilippis passò con 9” su Astrua. Finalmente un’azione degna di nota dieci chilometri dopo. Ad attaccare con gran piglio, il trentaduenne Vincenzo Rossello della Frejus. Il gruppo non reagì subito, ed infatti, vedendo il battistrada con un bel vantaggio, dal grosso se ne andarono a loro volta Coletto, Moser, Benedetti, Filippi e Zucconelli. Il loro inseguimento fu furioso, ma Rossello, che era un gran bel corridore, anche se anziano e con mille battaglie alle spalle, seppe tenere fino al traguardo di Foggia. Alle sue spalle, con 53” di distacco, Benedetti, Maggini, Filippi, Coletto e Moser,  finiti nell’ordine. Zucconelli, non arrivò con loro perché a 10 km dal termine  ebbe una crisi. Il plotone, regolato da Defilippis (che guadagnò una posizione in classifica per l’abbuono conquistato sul GPM), arrivò a oltre due minuti e mezzo.

Sul vincitore.
[Immagine: 1228475612ROSSELLO%20Vincenzo%20-%204.jpg]

Vincenzo Rossello nacque a Stella San Bernardo (Savona), il 16 febbraio1923. Deceduto ad Alessandria il 20 gennaio 1989. Passista-scalatore, alto 1,75 per kg. 75. Professionista dal 1946 al 1958 con 6 vittorie. Un corridore che lo si potrebbe definire classico gregario di un’epoca dove diverse di queste figure avevano scorza assai superiore a ciò che assorbiva l’osservatorio. In altre parole, quasi dei campioni a livello individuale, dei fuoriclasse nella loro professionalità al servizio degli altri. Vincenzo merita un inchino, per la generosità e quei colpi che non si isolano come successi individuali, ma sono decisivi per le prestazioni dei capitani e delle squadre nazionali. Ha vinto poco, ma almeno quattro, delle sue sei vittorie, appartengono alle pagine del ciclismo, che oggi fanno incrementare portafogli e donano popolarità e chi le scrive: due tappe al Tour de France e due al Giro d’Italia. 
La guerra gli precluse una buona crescita sportiva, perciò al suo passaggio al professionismo avvenuto nell’ottobre del 1945, la sua maturità era inferiore ai 22 anni e mezzo anagrafici. Ma fece presto a recuperare. Già all’esordio, al Giro di Lombardia, si classificò 15°, davvero un buon piazzamento per un debuttante. L’inesperienza la pagò al primo Giro d'Italia  del dopoguerra l’anno successivo, dove una cotta lo costrinse al ritiro, ma prima aveva colto l’interesse dei palati fini del ciclismo con un bel terzo posto nella dura tappa Prato-Bologna. Già “specializzatosi” come spalla nella nuova squadra, la prestigiosa Willier Triestina, continuò a dar segni di qualità, col 5° posto alla Milano Torino e al Giro del Lazio, fino a guadagnarsi la selezione nella Nazionale che partecipò al primo Tour de France del dopoguerra. Qui, dopo essersi già messo in luce con il 2° posto a Besancon e altri buoni piazzamenti, alle porte di Bordeaux, un'auto lo buttò a terra, e Rossello ne uscì col braccio destro gravemente ferito. Ebbe la forza di concludere, ultimo, solo, a denti stretti, la tappa, ma non poté continuare quel magnifico Tour che lo aveva visto salvare Ronconi sul Galibier, passandogli la provvidenziale ruota (perché lui era là, con i primi) e che lo aveva visto aiutare Cottur sui Pirenei; che lo aveva visto riportare in gruppo, in pianura, un Brambilla che già sentiva i sintomi della famosa crisi. Provò a ripartire, ma il dolore lo vinse.
Nel '48 tornò al Giro d’Italia e ruppe il ghiaccio con la vittoria, trionfando nella difficile tappa Udine-Auronzo. Chiuse il Giro 18°, nella Legnano, al servizio di Gino Bartali che lo volle assolutamente con sé al Tour de France. Qui, alla seconda tappa che si concludeva a Dinard, andò a prendere i fuggitivi Bobet ed Engels e li regolò entrambi in volata. Non poté però terminare nemmeno quel Tour. Nella stagione colse anche un bel piazzamento, 3°, al Giro dell’Appennino. L'anno successivo, dopo esser giunto 2° nella Sassari-Cagliari e 5° nella Milano Sanremo, chiuse il Giro d’Italia nuovamente 18°, ma vinse ancora una tappa, nella “sua” Genova, trovando una grande collaborazione nel fratello minore Vittorio, anch’egli passato professionista. Partecipò poi alla sua terza Grande Boucle, al servizio di Coppi e riuscì a vincere pure a quel Tour un’altra tappa, la frazione del Gran San Bernardo che si concludeva a Losanna, dove superò il compagno di fuga anch’egli italiano, Pasquini. Fu poi peculiare nel sostegno al successo finale di Fausto. Chiuse la Grande Boucle 36°. Successivamente, per un triennio continuò a piazzarsi ed a lavorare sempre più per gli altri. Tornò al successo nel 1953, vincendo il Circuito di Maggiora Il suo “canto del cigno” nel 1955, quando vinse la tappa di Foggia al Gran Premio Ciclomotoristico. Corse fino al 1958. In carriera partecipò a 12 Giri d’Italia di cui nove conclusi e a 4 Tour de France di cui 2 finiti. Fu azzurro ai Mondiali di Lugano, nel 1953, dove Coppi trionfò e lui, il generoso Vincenzo, chiuse 26°.

Ordine d’arrivo: 
1° Vincenzo Rossello (Frejus)  km 109 in 3h30’03” alla media di 31,080 kmh; 2° Rino Benedetti a 53”; 3° Luciano Maggini; 4° Riccardo Filippi; 5° Agostino Coletto; 6° Aldo Moser, 7° Nino Defilippis a 2’35”; 8° Cleto Maule; 9° Albino Crespi; 10° Emiel Severeyns (Bel), segue il gruppo. 36° Hugo Koblet (Sui) a 2’57” per una foratura negli ultimi chilometri. 
Invariata la Classifica Generale nelle prime posizioni, salvo il passaggio dal 5° al 4° posto di Defilippis, in virtù dell’abbuono conquistato sul GPM di Ariano Irpino.

Terza tappa: Foggia-Bari

Pranzo a Foggia, coi corridori a buttar giù nello stomaco in fretta e furia, ed i tifosi raggruppati come sardine davanti ai ristoranti, per godersi la “loro visione ravvicinata” dei protagonisti. Alle 13,30 nuova partenza. Col gruppo intenzionato a digerire in pace, un “dissidente”, Cleto Maule, si prese un cumulo di parolacce. Poco dopo Cerignola, infatti, il corridore della Torpado, tagliò la corda. Lo seguì Ettore Milano, giusto per non venire a meno alla sua missione di “angelo di Coppi”. I due non andarono molto avanti, prima vennero ripresi da Koblet e De Santi, poi da tutto il gruppo. Con andatura turistica, i corridori arrivarono a Bari, per agganciare le moto e correre al vento un circuito da ripetere 10 volte.  Il leader Monti, vero asso della specialità, fu il migliore nello scatto iniziale, precedendo Benedetti, Messina e Koblet; Coppi, invece, pasticciò un poco e al primo del dieci passaggi transitò all'ottavo posto. Il corridore romano continuò a conservare il comando fino al traguardo finale, aumentando il vantaggio fino al sesto giro, per poi difenderlo, anche se nelle ultime due tornate, subì una flessione. Dietro di lui arrivarono Koblet a 36” e Coppi a 43”. Monti, rafforzando il suo primato in classifica, ipotecò un nuovo successo finale nella manifestazione.

Ordine d’arrivo: 
1° Bruno Monti km 167 in 4h46’05” alla media di 35,034 kmh (tempo del tratto in linea 4h8’26” alla media di km 31,089 kmh ed il tratto dietro motoscooter nel tempo di 37’39” alla media di 57,384 kmh); 
2° Hugo Koblet (Sui) a 36”; 3° Fausto Coppi a 43”; 4° Guido Messina a 1’22”; 5° Giorgio Albani a 1’37”; 6° Guido De Santi a 2’05”; 7° Nino Defilippis a 2’36”; 8° Ettore Milano a 3’03”; 9° Bernard Gauthier (Fra) a 3’06”; 10° Agostino Coletto a 3’12”.

Classifica Generale dopo la seconda giornata:
1° Bruno Monti; 2° Fausto Coppi a 1’37”; 3° Giorgio Albani a 3’43”; 4° Guido Messina a 3’49”; 5° Nino Defilippis a 4’52”; 6° Rino Benedetti a 5’50”; 7° Hugo Koblet a 7’23”; 8° Giuseppe Minardi a 7’30”; 9° Guido De Santi a 7’31”; 10° Angelo Conterno a 7’59”; 11° Cleto Maule a 8’07”; 12° Aldo Moser a 9’03”; 13° Bernard Gauthier (Fra) a 9’39”; 14° Albino Crespi a 10’51”; 15° Luciano Maggini a 11’29”; 16° André Rosseel (Bel) a 11’23”; 17 Riccardo Filippi a 11’46”; 18° agostino Coletto a 12’38”; 19° Emiel Severyns (Bel) a 13’18”; 20° Vincenzo Zucconelli a 13’38”; 21° Jacques Dupont (Fra) a 13’42”; 22° Fiorenzo Crippa a 14’16”; 23° Russel Mockridge (Aus) a 14’17” 24° Ettore Milano a 14’17” 25°  Andrea Carrea a 14’18”.

Quarta tappa: Bari-Potenza
Una tappa dura, che si svolse interamente in linea e, finalmente, battagliata. Soprattutto una frazione, lunga 145 chilometri, che seppe stravolgere la classifica, portando alla ribalta nuove figure, decise a giocare le proprie carte, senza il minimo segno d’attesa. Da Bari partirono subito forte, soprattutto il francese Bernard Gauthier, apparve combattivo come da sua fama e pure l’abruzzese di Foccacesia, ma trapiantato a Brescia, Alessandro Fantini, avente l’obiettivo di vincere i traguardi volanti, alla cui classifica stava mirando, si trovarono nelle condizioni di movimentare non poco la corsa. I due, con l’italiano comunque sempre a  rimorchio del transalpino se ne andarono dopo meno di dieci chilometri dal via. La salita di Irsinia, non dura, ma lunga, cementò la situazione di estrema combattività: Davanti Gauthier e Fantini e, dietro, un quintetto inseguitore, composto da Defilippis, Astrua (a caccia di punti per il GPM), Koblet , Conterno e Moser. A fine discesa quando i cinque erano rinvenuti sui due battistrada, Koblet, per una macchia d’olio, cadde e non inseguì per rientrare. Poco dopo anche Astrua che aveva saputo del consistente vantaggio dei fuggitivi, si fermò in un bar, fece provviste e aspettò il capitano Monti, in ritardo. I battistrada rimasti, scavarono un vantaggio enorme sul gruppo e poterono giungere allo sprint decisivo di Potenza. Senza Gauthier però, perché a tre chilometri da termine mollò, fra i morsi della tanta fatica nata dagli sforzi profusi. Si presentarono così in quattro: tre Torpado e un Lygie, Fantini. Costui, che era veloce e che non aveva tirato un metro, partì lungo e parve in grado di poter vincere agevolmente, sennonché Conterno lo afferrò per la maglia e Defilippis lo costrinse quasi a fermarsi chiudendolo con un placcaggio degno del rugby su una bicicletta. Sul traguardo, passarono nell’ordine, Defilippis, Conterno, Moser e il danneggiato Fantini. La giuria rilevò la vistosa infrazione e penalizzò i due Torpado, decretando l’ordine seguente: 1° Moser, 2° Fantini, 3° Defilippis e 4° Conterno. Monti, Coppi e gli altri big, giunsero col gruppo a quasi otto minuti. Un distacco che rivoluzionò la classifica e portò in Maglia Rosso-Oro, Nino Defilippis.

(Sul vincitore Aldo Moser, posterò quanto-prima il ritratto nell'apposita sezione relativa ai corridori ritirati)

Ordine d'arrivo:

1° Aldo Moser km 145 in 4h15'19", alla media di 34,075 kmh; 2° Alessandro Fantini; 3° Nono Defilippis; 4° Angelo Conterno; 5° Bernard Gauthier a 15"; 6° Hugo Koblet (Sui) a 3'48"; 7° Guido De Santi st; 8° Agostino Coletto a 7'39"; 9° Russel Mockridge (Aus) a 7'42"; 10° Guido Messina a 7'46"; il gruppo con lo stesso tempo di Messina.

Classifica:
1° Nino Defilippis; 2° Bruno Monti a 2’52”; 3° Angelo Conterno a 3’07”; 4° Aldo Moser a 3’41”; 5° Fausto Coppi a 4’30”; 6° Bernard Gauthier (Fra) a 4’47”; 7° Hugo Koblet (Sui) a 6’19”; 8° Guido De Santi a 6’27”; 9° Rino Benedetti a 8’44”; 10° Giuseppe Minardi a 10’24”. 

Quinta tappa: Potenza-Salerno
Anche la seconda frazione di giornata, visse fasi discretamente vivaci. Giuseppe Minardi fuggì poco prima del paesino di Auletta. Dopo poco, sul Valico dello Scorzo, valevole per il Gran Premio della Montagna, al suo inseguimento si  posero Coletto, Carrea, e Astrua. Il romagnolo tenne duro fino alla cima che passò con 1’30 sui tre inseguitori che, nel frattempo erano diventati quattro, perché dal gruppo con una grande azione era uscito, raggiungendo quelli davanti, l’australiano Russell Mockridge. Col traguardo del GPM dello Scorzo, Giancarlo Astrua si assicurò i punti necessari per vincere la speciale classifica dell’edizione. Ad Eboli, Minardi fu raggiunto dagli altri. I cinque, come furono a Salerno, si agganciarono ai motoscooter con ben 8'37” di vantaggio sul gruppo, e gli assi in esso contenuti, vennero salutati da fischi abbastanza nutriti. La lotta sul circuito non riservò episodi palpitanti e si svolse in una discreta confusione, poiché il gruppo si inserì lungo l'anello di gara quando la pattuglia di testa già aveva compiuto due giri. Dei cinque che correvano per vincere la frazione, il migliore fu nettamente Coletto, mentre tra i campioni Monti, ancora una volta, superò Coppi. Defilippis nei confronti di Monti perse terreno, ma gli riuscì tuttavia di conservare il primato.

Ordine d'arrivo:
1° Agostino Coletto km 150,7 in 4h16'37" alla media di 38,232 kmh (tempo dei 123,900 km del tratto in linea, 3h 44'37", alla media di 33,108 kmh; tempo dei 26,8 km del tratto dietro motori, 32', alla media di 50,260 kmh); 2° Giuseppe. Minardi a 57"; 3° Giancarlo Astrua a l'06"; 4° Andrea Carrea a 2'07"; 6° Russell Mockridge (Aus) a 3’42"; 6° Bruno Monti a 6'19"; 7° Fausto Coppi a 7'20"; 8° Giorgio Albani a 7'31"; 9° Aldo Moser a 7'51"; 10° Nino Defilippis a 8'04"; 11° Hugo Koblet (Sui) a 8'18'; 12° Angelo Conterno a 8'19"; 13° Riccardo Filippi a 8'26".

Classifica generale dopo la terza giornata: 

1° Nino Defilippis in 24h02'14"; 2° Bruno Monti a 1’08”; 3° Giuseppe Minardi a 1’48”; 4° Angelo Conterno a 2'43"; 5° Fausto Coppi a 8'46"; 6° Giorgio Albani a 5'57"; 7° Aldo Moser a 6'08"; 8° Hugo Koblet (Sui) a 6'28"; 9° Guido Messina a 6'32"; 10° Guido De Santi a 7'18"; 11° Agostino Coletto a 7'21"; 12° Bernard Gauthier a 7’40”.

Sesta tappa: Salerno-Napoli
La quarta tappa del Gran Premio Ciclomotoristico, partì da Salerno in un meraviglioso pomeriggio di. Primavera. Sui 74 chilometri che portavano a Napoli da percorrere in linea, si creò ben presto una spaccatura, che divise sette corridori al comando, tutti fuori classifica, ed il gruppo coi vertici della corsa, ad aspettare il tratto “motoristico”. I battistrada portavano i nomi dell’australiano  Mockridge, l’Olim-pionico di Helsinki, che aveva acceso le polveri subito dopo il via e, con lui, Gismondi, Zucconelli, Ciolli, il belga Rosseel, il francese Hassenforder e l'inglese Maitland. I sette di testa arrivarono all’aggancio col rullo dei motoscooter, con un vantaggio sul gruppo di oltre 10 minuti. Il teatro di corsa, a Napoli raggiunta, divenne il circuito di fronte al mare, avente cardine su viale Caracciolo che, complessivamente aggiungeva altri 36 chilometri alla tappa in linea. Qui, la questione per la vittoria di tappa si risolse presto, con Gismondi che incontrò una leggera resistenza solo in Zucconelli nelle fasi iniziali. Nel gruppo degli assi, invece, il duello impostato tra Defilippis e Monti per la Maglia Giallo-Oro, offrì una pagina decisamente vivace: il ragazzo di Albano si agganciò in testa a tutti e nella sua scia passarono Koblet, Coppi, Albani e Defilippis nell'ordine; poi, mentre Koblet, Albani e lo stesso Coppi, rallentarono la velocità, Defilippis trovò il ritmo buono e si buttò all'inseguimento di Monti, decisamente scatenato e sicuro di ritornare al comando della classifica. Tra il romano e il piemontese, alla fine, ci furono solo 31”, insufficienti per Monti allo scopo di riconquistare il primo posto in classifica. 

Sul vincitore.
[Immagine: GISMONDI_OR_F.jpg?resize=800%2C1066]
Michele Gismondi è nato a Montegranaro (FM, ai tempi di nascita AP) l’11 giugno 1931. Passista completo, alto m. 1,75 per kg. 72/73. Professionista dal 1952 al 1960, complessivamente ha ottenuto 6 vittorie. Forse per la particolare morfologia del territorio di nascita e per un fisico che, senza saperlo, era allora come oggi predisposto a raccogliere qualità su diverse variabili del pedale, Michele bruciò le tappe nelle attenzioni dell’os-servatorio. Al punto che, ancor giovane dilettante, la SIOF di Novi Ligure, guidata dal “mago dei Muscoli” Biagio Cavanna, se lo portò in Piemonte per imparare bene il mestiere di ciclista. E che divenisse uno dei più grandi gregari del Campionissimo Fausto Coppi,  era scritto. Nel 1952 passò professionista con la Bianchi e seguì con devozione il suo capitano nelle vittorie quanto nelle sconfitte, nei programmi e nei cambi di squadra,  fino all’ultimo giorno di corse di questi. Tecnicamente adattabile a qualsiasi percorso e con un ottimo spunto veloce, Gismondi pagò non poco a livello individuale il fatto di fare il gregario, ma nelle rare occasioni di libertà e, soprattutto alla fine degli anni ’50, con Coppi al lumicino, poté vincere e togliersi delle soddisfazioni. Nel suo carnet sono così finite sei vittorie: il Gran Premio Belmonte Piceno '53, le tappe di Aprilia e di Napoli nel Ciclomotoristico '55 e di Roccaraso nel '56, infine il Gran Premiod'Europa a Imola nel '58 e la Coppa Agostoni nel '59. Notevoli e significativi i suoi piazzamenti: nelle tre partecipazioni al Mondiale colse il 4° posto a Lugano ’53 a 7'34" da Coppi, il 4° a Soilingen ’54 a 3’03” da Bobet e il 2° posto battuto in volata da Darrigade, nel '59 a Zandvoort. Ha partecipato a 7 Giri d’Italia, col miglior piazzamento nel ’55, 13°. Ha partecipato al Tour ’59, 30°. Per i postumi di una caduta su una pista in terra battuta, a Rho, l’11 giugno 1960, che lo misero in serio pericolo di vita, fu costretto ad abbandonare l’attività agonistica a soli 29 anni.

Ordine d'arrivo:  
1° Michele Gismondi km 145.5 in ore 2h42'46",alla media di 40,344 kmh (media settore in linea 37,324 kmh; media settore motoristico 55,859 kmh); 2° Vincenzo Zucconelli a 1'22"; 3° Robert Maitland (Gbr) a 3'29"; 4° André Rosseel (Bel) a 4'04"; 5° Marcello Ciolli a 4'61"; 6° Russel Mockridge (Aus) a 5'27"; 7° Bruno Monti a 7'06"; 8° Nino Defilippis a 7'31; 9° Fausto Coppi a 8'02"; 10° Giorgio Albani a 8'17"; 11° Hugo Koblet (Sui) a 9'09"; 12° Roger Hassenforder (Fra) a 10'06"; 13° Guido  Messina a 10'29". 

 Classifica generale dopo la quarta giornata: 
1° Nino Defilippis in 262'31"; 2° Bruno Monti a 43"; 3° Fausto Coppi a 4'17"; 4° Angelo Conterno a 6'02"; 5° Giorgio Albani a 6'43"; 6° Hugo Koblet (Sui) a 8'08" ; 7° Giuseppe Minardi a 8'45"; 8° Guido Messina a 9'30"; 9° Russel Mockridge (Aus) a 10'21"; 10° Aldo Moser a 11'; 11° Guido De Santi a 11'17"; 12° Rino Benedetti a 15’02”; 13° Agostino Coletto a 15’04”; 14° Bernard Gauthier (Fra) a 16’06”; 15° Andrea Carrea a 17’03”.

Settima tappa: Napoli-Aprilia
I concorrenti partirono da Napoli alle 7 del mattino, per la stressante ultima giornata della corsa. La prima frazioni li avrebbe condotto a Latina, in linea e, da qui, si sarebbero agganciati al rullo dei motoscooter per gli ultimi 30 chilometri onde raggiungere l’arrivo di Aprilia. Un totale di tappa di 192 chilometri, ed una risposta dei corridori sul metro delle ultime tappe, relativamente alla parte in linea: con una combattività non prevedibile. Diversi tentativi di fuga approfittando dei quattro traguardi volanti, vinti da Zucconelli (2), Minardi e Benedetti. L’episodio che poi determinerà l’intera tappa, iniziò a circa cinquanta chilometri da Latina, ad opera di Zucconelli e Gismondi, al cui inseguimento si posero, trenta chilometri dopo, Fantini, Benedetti, Coletto, Hendrichx, Moser e Ciolli. A Latina, dove iniziò il tratto “motoristico” i due battistrada arrivarono con 4'15" di vantaggio sui sei inseguitori e con 4'50" sul gruppo in rimonta. Nel settore finale al rullo degli allenatori, attaccò Monti, deciso a conquistare la Maglia Rosso-Oro, Ciò provocò un’andatura notevolissima dei big nel gruppo, che rinvenne su tutti i fuggitivi, tranne Gismondi, gregario di Coppi, ma indubbiamente corridore di un certo spessore. Sul traguardo di Aprilia, il marchigiano, per lo sport divenuto quasi piemontese, andò a vincere la sua seconda tappa, ancora una volta meritatamente. Riuscì a contenere con ampio margine il ritorno di Monti, che conquistò il primato in classifica come da obiettivo. Terzo finì il Campionissimo Coppi che, nel finale, superò il combattivo Zucconelli, che era stato subito staccato da Gismondi, appena iniziato il segmento di tappa dietro motoscooter.

Ordine di arrivo:
1° Michele Gismondi km 192 in ore in 5h19’05” alla media di 36,112 kmh (tempo dei 162 km in linea 4h45’19", alla media di 34,202 kmh; tratto di 30 km dietro motori in 33’46" alla media di 58,631 kmh); 
2° Bruno Monti a 2’38"; 3° Fausto Coppi a 3’06”; 4° Vincenzo Zucconelli a 3’58”; 5° Hugo Koblet (Sui) a 4’15”; 6° Nino Defilippis a 5’08”

Classifica Generale dopo la frazione di Aprilia:
1° Bruno Monti; 2° Nino Defilippis a 1’47”; 3° Fausto Coppi a 4’08”; 4° Giorgo Albani a 6’58”; 5° Hugo Koblet (Sui) a 7’23”

Ottava tappa: Aprilia-Roma
Dopo il pranzo, ed il solito poco tempo per riuscire a digerire, partì alle 16, da Aprilia, l’ultima semitappa dell’edizione 1955. La prima parte in linea fu condotta a buona andatura, o meglio, a “passo turistico spinto”. Ovviamente, all’insegna del “tutti insieme”, per poi scatenare i furori, al raggiungimento del circuito delle Terme di Caracalla in Roma, dove ad attendere i corridori, c’erano gli allenatori in motoscooter. Monti, voleva vincere la tappa per suggellare il suo secondo trionfo nella corsa di casa. Coppi, fin lì autore di una gara non da Campionissimo, voleva centrare l’obiettivo di una tappa. Defilippis, sotto sotto, una piccola speranza di soffiare a Monti il successo finale la nutriva, mentre Koblet, pur coinvolto suo malgrado, a tenere testa alle volontà modaiole della moglie che viaggiava con lui, la volontà di andare a bersaglio per affinare anche moralmente la forma per il Giro d’Italia, la sentiva come un obbligo. Ovviamente questi quattro furono protagonisti, ma la battaglia vera alla fine si restrinse a due: il Campionissimo Fausto Coppi e l’enfant prodige di queste prove, Bruno Monti. Il loro duello fu appassionante e rimase incerto fino all’ultimo chilometro. Lo strappettino del circuito di Caracalla, fu il trampolino dell’Airone che, transitato nel primi tre giri in seconda posizione, rimontò il rivale al quarto  passaggio. Monti, punto sul vivo, si impegnò allo stremo delle forze e con una splendida rimonta arrivò a due terzi della gara a pochi metri da Coppi; ma Fausto, che indossava una candida maglietta bianca, forzò il ritmo dell'azione. Il varco fra i due si riaprì e, all'arrivo, 26 secondi separarono gli antagonisti. Corsa dunque al romano, tappa al leggendario campione. Il pubblico invase la pista, mentre il sole calante giocava a moscacieca tra gli alberi del parco. Monti fu preso, alzato di peso, sballottato anche da un gruppetto di ufficiali di polizia, che riuscirono ad issarlo sul piccolo podio delle autorità. Un mazzo di fiori, qualche lacrima di emozione e via di corsa verso casa. La sera, ad Albano, ci fu festa. Il ragazzo, aveva superato ancora una volta il Campionissimo.

Ordine d’arrivo:
1° Fausto Coppi km 83,1 in 1h59'56" alla media di 41,034 kmh (tratto in linea di 38,8 km in 1h17’30” alla media di 34,889 kmh; tratto dietro motoscooter di 44,4 km in 42’46” alla media di 63,026 kmh); 2° Bruno Monti a 26"; 3° Hugo Koblet (Sui) a 1'20"; 4° Giorgio Albani a 1'23"; 5° Nino Defilippis a 1'43"; 6° Cleto Maule a 2'35".

Classifica Generale Finale:
1° Bruno Monti km 1099 in 34h15'14";
2° Nino Defilippis a 3'04"; 3° Fausto Coppi a 3'36"; 4° Giorgio Albani a 9'32"; 5° Hugo Koblet (Sui) a 9'54"; 6°Angelo Conterno a 13'31"; 7° Guido Messina a 15'07"; 8° Giuseppe Minardi a 17'19"; 9° Aldo Moser a 20'22"; 10° Guido De Santi a 20'25"; 11° Rino Benedetti a 20'41"; 12°Agostino Coletto a 21'19"; 13°Cleto Maule a 22'13"; 14° Russel Mockridge (Aus) a 24'52"; 15° Bernard Gauthier (Fra) a 26'06".

Maurizio Ricci detto Morris

......segue
 
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