Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Sport: Sul Viale dei Graffiti
#19
JOHNNY FOMECHON, il piuma iridato di Melbourne
         [Immagine: f993224c5245439bea596d724d386874]

Nacque a Parigi il 28 marzo 1945. Le condizioni della sua famiglia, già in origine povera, con la guerra, si aggravarono fino alla disperazione. S’aprirono così le porte per quella emigrazione che tanta parte ha avuto nella storia di quello stato, quasi continente, in cui i Famechon si trasferirono, l’Australia.
Johnny, vero nome Jean-Pierre, cordiale ragazzo, ma tenace e testardo nella ricerca di una sua dimensione, nella nuova terra, divenne pugile come fosse la caduta naturale del suo io, e non perché suo zio Ray Famechon era stato Campione Europeo dei pesi piuma nonché avversario del grande Duilio Loi. Non era violento Johnny, il suo corpo era esile e la statura era simile a quella di un pigmeo, ma quando i più grandi lo tartassavano fino all’arrabbiatura, non ce n’era per nessuno. Faceva male per difendersi e, per questo, ben presto venne orientato verso una “prova” in palestra. Già al sacco, dimostrò di saper portare i colpi, poi, al primo contatto con un avversario, lo mandò a gambe levate. Fu subito chiaro che aveva stoffa.
Stabilitosi definitivamente a Melbourne, per le necessità sue e della famiglia di portare qualche dollaro a casa, saltò praticamente la categoria dei dilettanti, passando professionista a soli sedici anni, nel 1961. Debuttò alla Festival Hall della sua città, pareggiando sulle quattro riprese, con Sammy Lang. I suoi inizi non furono brillantissimi: incassò un paio di sconfitte ai punti, ma coloro che riuscirono a batterlo, Roy Spackman e Max Murphy, si ritrovarono entrambi a perdere nettamente la rivincita. La crescita di Famechon, s’avviò così verso l’inarrestabile. Le sue qualità di pugile ardimentoso e veloce, capace di portare tutti i colpi, con un destro non potentissimo, ma tagliente, ed una predisposizione tra le più evidenti ad incassare senza punti sensibili nel corpo (una dote rara nella storia dei piuma), trovarono via via importanti conferme. Nel novembre del 1964, a soli 19 anni, conquistò il titolo australiano dei piuma, sconfiggendo ai punti un pugile che, poi si rivelerà forte (conquisterà il titolo europeo) Domenico (Antonio) Chiloiro, tarantino emigrato in possesso del doppio passaporto, col quale ingaggerà i guantoni ben 4 volte (due vittorie di Johnny e due pari).  Nel 1967, dopo aver messo a tacere tutte le velleità dei connazionali, si avventurò verso il titolo del Commonwealth, per un australiano quasi un mondiale. Sul ring della Festival Hall di Melbourne, il 24 novembre, sconfisse ai punti il britannico John O’Brian, con un perentorio KO all’undicesima ripresa. Successivamente, andò nella natia Parigi per un “assaggio” extra-australiano con Renè Roque, un idolo dei suoi ex connazionali. Vinse l’incontro, ma il verdetto fu un casalingo “pari”. Il 13 settembre 1968, sempre a Melbourne difese il titolo del Commonwealth con lo scozzese Billy McGrundle, demolendolo con un terrificante KO alla dodicesima ripresa.
[Immagine: 1531039926-johnny-famechon-feature-960x600.jpg]
L’ascesa di Famechon, tanto visibile, ma col neo di troppi combattimenti in patria, trovò la conferma più importante nella possibilità di battersi per il titolo mondiale WBC, a Londra, col cubano Josè Legra, un pugile con la bellezza di 109 incontri e solo 6 sconfitte. Johnny, convinto dei suoi mezzi, si trasferì in Inghilterra, ed accettò di combattere solo dieci giorni prima del match iridato, sul medesimo ring, con l’ispanico Miguel Herrera. Fu un buon allenamento, con un chiaro successo ai punti. Poi, il 21 gennaio 1969, il gran giorno del mondiale. Famechon, con una serie fittissima di colpi, dominò Legra per undici delle quindici riprese dell’incontro e la sua vittoria ai punti fu netta. Il sogno suo e della sua famiglia s’era così avverato. Accolto a Melbourne come un eroe, non si montò la testa e decise di testarsi per la difesa della cintura, attraverso incontri con pugili che oggi varrebbero tranquillamente un titolo mondiale. Su tutti, l’italiano Giovanni Girgenti, un tecnico di nota ma non potente che era da considerarsi, aldilà dei titoli, uno dei migliori piuma d’Europa. Col pugile di Marsala, aveva già combattuto un paio di volte: pareggiando la prima e vincendo la seconda. Sul ring ormai amico di Londra, Johnny dominò il pugile italiano, vincendo praticamente tutte le 10 riprese.
Il 28 luglio 1969 sul ring del Sydney Stadium, difese il titolo mondiale dall’attacco del fortissimo giapponese Masahiko Harada. Fu un incontro fra titani: alla maggior classe dell’australiano, s’oppose la maggior potenza del pugile nipponico. Alla fine, con tre atterramenti dell’australiano contro uno del giapponese, a cui andava con diversi punti di scarto il verdetto finale, i giudici, intimiditi  dal pubblico, consegnarono la vittoria a Fomechon. Fu una conclusione abbastanza scandalosa, quanto basta perché lo stesso WBC, a quei tempi molto vicino alla boxe giapponese, imponesse una rivincita da svolgersi nel Sol Levante. E così, il 6 gennaio 1970, sul ring di Tokyo, i due si ritrovarono di fronte, per chiarire meglio chi fosse il più meritevole della cintura iridata. Davanti a diecimila spettatori inneggianti Masahiko, Johnny Famechon servì il suo capolavoro. I colpi del giapponese, delle autentiche rasoiate, trovarono un muro nell’elasticità della difesa di Johnny, mentre la gragnola di destri e sinistri dell’australiano, cominciarono a lasciare effetti devastanti sul viso e sui fianchi del nipponico. Alla dodicesima ripresa, l’incontro, ormai completamente nelle mani di Famechon, registrò il disperato attacco di Harada, il quale, sulle ali del tifo, richiamò le ultime forze per cercare un liberatorio KO. Masahiko puntò tutto sui ganci, il colpo più facile e naturale quando le forze si affievoliscono, ma le gambe ed il tronco di Johnny, si trasformarono in cavallette e gomma. Alla fine della ripresa, il nipponico andò all’angolo distrutto e si capì che solo un colpo fortunoso, poteva salvarlo dalla sconfitta netta o dal KO. Nel round successivo, Famechon ancora perfettamente in forze, ragionò come meglio non si poteva: attaccò senza scoprirsi, seppellì di destri il giapponese senza dargli una sola occasione per sferrare un efficace gancio. All’inizio della penultima ripresa l’epilogo: Johnny, dapprima con un paio di diretti sinistri fece vistosamente traballare Harada e poi, con un destro al fulmicotone mandò a gambe levate e fuori dalle corde il giapponese, che non si rialzò. Fomechon, aveva vinto da maestro, a soli 25 anni, nella bolgia del tifo avversario, il match più difficile della sua carriera. L’etichetta di “grande”, giunse siamese alla sua cintura iridata. Melbourne lo accolse ancora una volta con onori regali, ma in lui cominciò, dopo dieci anni di boxe, a serpeggiare l’appagamento, il bisogno di mettere un punto. Quattro mesi dopo la grande notte di Tokyo, andò solo per soldi a Johannesburg, per incontrare, senza titolo in palio, Arnold Taylor, idolo locale, nonché ottimo pugile. Vinse nettamente ai punti, ma ormai la sua voglia di combattere e concentrarsi si stava affievolendo. Decise così di ritirarsi all’indomani del mondiale di Roma, col campione WBA, il grandissimo picchiatore messicano Vicente Saldivar. Giurò a se stesso che non avrebbe cambiato idea, nemmeno di fronte ad una sconfitta. Da persona intelligente, Johnny aveva capito che per rimanere ai vertici serviva una determinazione che non aveva più. D’altronde a venticinque anni, dopo dieci anni di combattimenti da professionista, una forte flessione della tensione agonistica era più che normale, soprattutto per uno come lui sì denso dell’acume necessario per non farsi del male. Nella sua mente c’era il sostegno alla famiglia in altro modo, pensava al padre che macinava chilometri su un camion negli sconfinati itinerari d’Australia.
[Immagine: images?q=tbn:ANd9GcTCyvlNmuQDflSKZqZ7_3T...A&usqp=CAU]
Andò così a Roma per mettere la parola fine alla carriera, senza quello spirito che fu determinante nel successo con Harada. Ciononostante fu un degno avversario per l’emergente pugile messicano. Saldivar, vinse ai punti, ma con uno scarto minimo e, soprattutto, nemmeno il gran picchiatore centroamericano fu capace di far piegare definitivamente le ginocchia di Famechon. Non c’era riuscito nessuno e Johnny si ritirò come aveva promesso a se stesso: su 67 combattimenti da professionista aveva subito solo 5 sconfitte ai punti.
Diversi anni dopo il match romano, quando i postumi di un gravissimo incidente gli avevano imposto una perenne menomazione, Famechon, si confessò al mio grande amico Thomas Christou. “Certo – gli disse – dopo il match con Harada a Tokyo, la caduta della mia concentrazione verso il pugilato mi coinvolse completamente. Era giusto smettere al più presto. Andai a Roma con Saldivar per onorare un impegno, ma niente m’avrebbe fatto cambiare idea, nemmeno se l’avessi messo KO”.
Johnny era stato grande a sufficienza e chi lo ha visto combattere, non lo dimenticherà mai.
Oggi, Famechon, vive a Melbourne, come negli anni d’oro della sua carriera.

Maurizio Ricci detto Morris
 
Rispondi


[+] A 2 utenti piace il post di Morris
  


Messaggi in questa discussione
Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 19-01-2022, 11:22 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 19-01-2022, 11:57 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 19-01-2022, 07:50 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 20-01-2022, 10:52 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 20-01-2022, 09:40 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 21-01-2022, 08:09 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 22-01-2022, 09:19 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 23-01-2022, 11:30 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 25-01-2022, 12:33 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 25-01-2022, 06:31 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 26-01-2022, 07:01 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Paruzzo - 26-01-2022, 10:08 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 27-01-2022, 10:26 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 27-01-2022, 08:15 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 02-02-2022, 11:36 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 02-02-2022, 06:28 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da winter - 04-02-2022, 08:43 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 09-02-2022, 12:01 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 09-02-2022, 10:41 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 10-02-2022, 08:50 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 17-02-2022, 11:13 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 19-02-2022, 10:11 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 02-03-2022, 04:17 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Paruzzo - 02-03-2022, 04:51 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 02-03-2022, 09:39 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da OldGibi - 02-03-2022, 05:40 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 02-03-2022, 09:48 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Paruzzo - 02-03-2022, 10:18 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 02-03-2022, 11:09 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Paruzzo - 03-03-2022, 07:15 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 03-03-2022, 11:35 AM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 03-03-2022, 06:07 PM
RE: Sport: Sul Viale dei Graffiti - da Morris - 28-04-2023, 09:23 AM

Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)