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Riflessioni
#1
Il nuovo ciclismo forum…
L’abbandono di Luca (Pagliarini) ha creato uno squarcio, è stato un colpo a bruciapelo per il forum. Diciamo la verità: senza di lui i numeri sono crollati e c’è il concreto rischio di andare verso la morte delle discussioni, degli approfondimenti su uno sport che avrebbe bisogno di una genesi nuova degli appassionati, in grado di incidere sulla federazione sportiva italiana più scarsa (da tempo quasi uguale alla mia età) e, conseguentemente, su una UCI che è l’ente mondiale più vergognoso di uno sport (e sono buono limitandomi a solo questo).
Sulla spinta del “Paglia” il sito-forum, saliva e scendeva sul cammino della storia ciclistica, si cercava di capire quello che c’era e che sarebbe servito oggi, o quello che era realmente giunto al vetusto e all’obsoleto. Si cercava di vedere il corridore e l’atleta di altri sport, su una luce che fosse pure in grado di far emergere modificazioni sorte davvero naturalmente, o che assumevano il timbro dell’inevitabile. Tutta roba che un Conti manco avrebbe inteso fra domande e risposte…
Con Luca, nel “nuovo ciclismo”, s’era determinato un gruppo straordinario di giovani, molti dei quali ora assenti o in fase di inutilità sul sito più deludente che conosco e che non voglio menzionare, per non rendere ancor più pesanti le ferite che là mi son fatto.

Su “Qualche zoom sui ciclisti nati oggi” …
Trentasei ore prima dell’abbandono, avevo chiamato Luca perché intendevo pubblicare testi che stavo per buttare, ma che sarebbero stati un ottimo riferimento per “cyclingchronicles.it”. Lui mi rispose che andava bene il “vecchio” metodo: pubblicare qui, per poi portare taluni contenuti anche di là. In Luca era evidente l’amarezza, ma non mi sarei mai immaginato le decisioni che poi prese.
Ho mantenuto la promessa, ed è nata qui quella sorta di rubrica “Qualche zoom sui ciclisti nati oggi”, che ho poi scoperto essere una prima mondiale. Diversi siti infatti pubblicano l’elenco dei nati nel tal giorno, ma nessuno ne zooma quattro presi a caso. In ogni caso, considerando il lancio che il sottoscritto ed amici hanno portato avanti fra le rispettive conoscenze, la rubrica è stata un gran fallimento: appesantisce il sito (ma questo si sapeva ed è il lato minore), disincentiva discussioni e non avvicina nessun utente nuovo al forum. Non interessa o incuriosisce, bensì evidenzia, purtroppo, la crisi del forum. È utile solo a giornalisti o divulgatori di mestiere o solo occasionali, che vengono a scopiazzare, ma anche questa non è una novità per me….
Al momento, non so se continuerò ad aprile …..

Sul grande Minà…..
Ho dato uno sguardo a certi interventi e giudizi apparsi su quel sito deludente eccetera eccetera. Sono rimasto basito. Taluni senza conoscere un tubo dell’uomo e, potrei dire, visto quel che ho letto, dello stesso divulgatore, s’è permesso di dire che Gianni non amava il ciclismo…che non ha fatto nulla perché Blitz (trasmissione condotta da Minà in onda la domenica pomeriggio su Rai 2 dal 1981 al 1984), non “mutilasse tutte le classiche ciclistiche del Nord in Rai ecc. Ora, dando per scontato che non sia blasfemo amare uno sport più di un altro: dove s’è letto, o sentito, che Minà non amava o addirittura odiava il ciclismo? Nel citato periodo, Gianni, non era direttore della Rai, non stendeva palinsesti e non poteva in alcun modo (e chi ha avuto a che fare con la RAI lo sa bene) togliere arbitrariamente la linea a tizio, o sempronio. Il ciclismo era trattato male per altre ragioni, esattamente come il tennis, per altre ragioni che si chiamavano “presidentissimo socialistissimo Galgani”, era trattato iper-bene, al punto di finire per addormentare i telespettatori in RAI, con ore di diretta sui tornei di Roccacannuccia, Ausdrubalasia, Pandorina e Pievelumacuccia. I partiti politici occupavano la RAI e non era facile fare i professionisti di valore, in un simile ambiente, anche perché si finiva silurati, solo per aver calpestato il Portascopino dell’On. Trambusti, o del Sen. Sotutto. Ma quando un Marco Pantani, che non era grande solo sulla bici, dopo l’attentato di Madonna di Campiglio, dove il santo ciclismo si raccordò con la camorra per toglierselo dai piedi, volle che ad intervistarlo, o meglio, a dialogare con lui, sul fattaccio e sull’intorno, non scelse uno scrivano o commentatore ciclistico qualunque, ma Gianni Minà, perché gli riconosceva superiorità e grandezza intellettuale. Il “mutilatore del ciclismo”, visto quanto “odiava” il pedale, poteva defilarsi, invece no, accettò perché lui amava lo sport e uno come Pantani, lo vedeva enorme anche oltre i confini della bicicletta, come vedeva Alì oltre quelli della Boxe e Maradona quelli del calcio.

Anche dopo questo …che dire?
Che il pubblico del pedale continua ad essere disposto a digerire tutto ciò che c’è come ciclismo universale, masturbandosi di pedalate e basta, senza farsi la benché minima domanda su quel che grava su questa disciplina. Ed oggi, che la RAI s’è sublimata sul ciclismo, che accetta audience in calo (talvolta ridicoli), che tira fuori da lì i propri direttori, nessuno dell’osservatorio con laurea a monte, è stato capace di chiedersi su palcoscenici importanti, con dibattito conseguente cosa succederebbe se questa azienda tornasse realmente a dare spazi limitati?
Soprattutto, nessuno che sappia urlare, dalla nuova comunicazione del web, social ovviamente compresi, quanto sia scarsa la FCI e quanto criminaloide l’UCI, coi suoi team World Tour che vivono di sola sponsorizzazione, senza il becco di entrate da diritti televisivi ecc.
Senza chiedersi se 50 milioni di budget (ufficiali, perché gli ufficiosi….?) di un Team, possono essere retti dalla circolazioni delle sponsorizzazioni a monte, senza far intervenire i reali ritorni di evasioni alle Cayman o consorelle (attraverso Londra, ovvio), oppure sull’ipocrisia fessa della disciplina finalmente libera dal doping.
Il tutto con un “Habemus UCI et ius est norma agendi”.

Morris
 
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Messaggi in questa discussione
Riflessioni - da Morris - 30-03-2023, 03:58 PM
RE: Riflessioni - da OldGibi - 31-03-2023, 02:34 PM

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