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Il Pagellone non plus ultra del Tour de France
#1
10+
Vincenzo Nibali: ha vinto solo perché non c’erano Contador, Froome, Merckx, Anquetil e Riis, ma ha vinto. Quattro vittorie di tappa e un capolavoro sul pavé, il Maradona del ciclismo, aveva il 41 ma è un numero 10, anzi 10+

10
Paolo Slongo: al Delfinato Nibali si staccava da Van den Broeck (wtf), al Tour gli ha dato trentaquattro minuti scritti a lettere. La differenza sta nel fatto che il primo è un campione e l’altro no, ma il primo ha anche un preparatore che è un campione. Rivincita italiana.

9
Thibaut Pinot: non ha fatto un Tour da 9, ma il modo in cui ha sodomizzato Valverde nella crono gli vale almeno due voti. Il miglior francese in circolazione, però è solido come un Cornetto Algida lasciato al sole in una giornata di agosto.
Pancani-Martinello-De Luca: grande Tour per la Rai, senza Cassani la buttano sul ridere e funziona, De Luca in studio fa ridere e aggiunge anche argomenti interessanti, le imprecazioni in diretta di Moser fanno il resto. Ridotte al minimo anche le incursioni mortali della De Stefano, quest’anno hanno fatto solo 12 vittime.
Tony Martin: fa il suo dovere e anche di più. Miglior cronoman al mondo ormai da un sacco di anni, grande uomo squadra e fuggitivo di lusso. Ha anche rischiato di far vincere una tappa a Michal Kwiatkowski, ma i miracoli competono solo al Signore.

8
Jean-Christophe Peraud: bravissimo, niente da dire. Non è certo un corridore esaltante, però grande grinta, un po’ biker anche su strada e molto regolare. L’anno scorso concluse ricoperto di sangue, quest’anno sarà ricoperto di coriandoli a Parigi.
Tinkoff-Saxo: hanno reagito come meglio non si poteva al ritiro di Contador. Sono simpatici come una mattonata sul parabrezza ma vincono. Si è parlato del record di scalata dell’Hautacam di Riis, ma pochi sanno che quella famosa prestazione del ’96 è il record assoluto di percorrenza di quella strada in entrambi i sensi: sia in salita che in discesa.
Marcel Kittel: il miglior velocista al mondo e ora anche abbastanza nettamente. Certo, se durasse un po’ più di 4 giorni sarebbe meglio, non perde una volata da inizio aprile (vabè ha perso a Nimes, ma detto così fa più scena, poi a Nimes in fondo la volata manco l’ha fatta), ma la maggior parte delle volte si perde prima.
Alexander Kristoff: rivelazione del 2014, continua a regalare soddisfazioni alla BMC che lo lasciò andare dopo averlo scoperto, preferendogli Adam Blythe. Grande velocista ma non solo, un po’ deludente nella prima parte, perché tra pavé e salitelle inglesi poteva puntare alla maglia gialla.

7
Romain Bardet: sarebbe stato 10 per la foto alla Julia Mancuso per il sito del Tour, però in corsa è stato da 7. Ha solo pochi mesi meno di Pinot ma è molto più indietro, l’impressione però è che tra qualche anno potrà essere lui quello più avanti, almeno negli ordini d’arrivo.
Tony Gallopin: Nibali gli ha regalato una Maglia Gialla che francamente conta poco. Però non si è accontentato ed è andato a prendersi una tappa. Altro nome della rinascita del ciclismo francese.
Matteo Trentin: ottimo Tour per lui, fa un ulteriore salto di qualità vincendo una tappa battendo tutti i migliori in volata e non con una fuga come l’anno scorso. Utile come gregario ma anche grande finalizzatore, nome importante per la nazionale e per le prossime Sanremo.
Giovanni Visconti: battuto da mister simpatia nel tappone pirenaico, ma importa relativamente. Una maglia per il Mondiale è già sua. Certo, dev’essere difficile vedere che il tuo grade rivale da dilettante ora vince il Tour mentre tu fatichi così anche per vincere corse di secondo piano, però ci sono buoni segnali.
Alessandro De Marchi: supercombattivo del Tour, sempre in fuga, poco concreto. Molto utile come gregario, l’unico della Cannondale capace di rimanere con Sagan nei finali delle tappe un po’ più mosse. Non è un campione ma avrà sempre un posto nel World Tour.
Leopold Konig: non è particolarmente regolare, ogni tanto va in trance agonistica e sforna prestazioni tipo Chamrousse, ogni tanto si prende delle batoste memorabili. Però è forte e può puntare ancora più in alto.

6
Tejay Van Garderen: sei giusto per il finale con Hautacam e la crono, ma non se lo meriterebbe. Ha pareggiato il risultato del 2012 ma a quest’ora doveva essere più avanti. Comunque rigenerato dopo i disastri dell’anno scorso, ma questo non è il nuovo Armstrong, con la bomba può essere sì e no il nuovo Landis.
Luca Paolini: odioso come sempre, il cellulare in corsa è una chicca di stupidità irragiungibile, però bisogna ammettere che come gregario vale tantissimo. Nelle vittorie di Kristoff c’è tanto di suo. Ha già fatto Giro e Tour, difficile che arrivi in forma al Mondiale, ma per un Modolo/Trentin sarebbe molto utile.
Daniel Oss: tanti piazzamenti nei 10 e buone prestazioni in appoggio ai capitani, ma vogliamo di più da Daniel Oss. Sarà uno degli uomini chiave delle prossime nazionali di Cassani, ma nessuno lo vede come un finalizzatore e non è un bene.
Andrè Greipel: si salva vincendo una tappa (senza Kittel) ma è stato un Tour decisamente sottotono (come per tutta la Lotto-Belisol). Il treno non funziona più, bisogna cambiare qualcosa.

5
Alejandro Valverde: in un Tour in cui Nibali ha vinto la generale e 4 tappe, lui ha comunque regalato agli italiani più soddisfazioni, perdendo in continuazione e alla fine crollando nella crono. Quando conta la vittoria arriva secondo, quando conta il podio arriva quarto. Ti vogliamo bene Valv-Piti.
Voeckler & Chavanel: la media tra 6 e 4, la vecchia guardia del ciclismo francese alla fine deve lasciare il passo ai nuovi, non che sia una cosa negativa visto che i nuovi hanno molto più potenziale. Magari hanno ancora qualcosa da dire, ma non sarà qualcosa di importante.

4
John Degenkolb: gli ho dato 4 solo perché 4 a qualcuno dovevo pur darlo, in realtà meritava meno. Un mezzo disastro, sbagliata già la scelta di venire al Tour (ha un Mondiale fatto apposta per lui, se ci arriva stanco è da crocifiggere).

3
Michal Kwiatkowski: l’unica cosa buona che fa è lanciare la volata a Trentin nella tappa di Nancy, il resto è un disastro totale. Non c’erano molte tappe realmente adatte ma allora perché venire al Tour? Non credo che diventerà mai un corridore da grandi giri, dovrebbe dedicarsi completamente alle Classiche.
Bauke Mollema: una tragedia, come tutti i corridori olandesi a un certo punto comincia a regredire. L’anno scorso partì forte e chiuso morto, quest’anno ha fatto pena dal primo all’ultimo giorno. La crono finale è da guinnes dei primati, neanche Rasmussen sarebbe stato capace.
Joaquim Rodriguez: la buona volontà non basta, fallisce tutti gli obiettivi e non arriva mai ad uno stato di forma accettabile. Col senno di poi, un altro che faceva meglio a restare a casa e preparare la Vuelta.

2
Fabian Cancellara: sul pavé si è staccato da Nibali e come al solito ha bisticciato con Sagan per un piazzamento. Anonimo per tutto il resto del Tour, a parte uno scattino nel finale della prima tappa che qualche anno fa gli sarebbe riuscito. Gli anni passano.
Garmin-Sharp: si sono salvati in corner grazie a Navardauskas, però che disastro…Ok che Talansky è caduto 10 volte (non è solo sfortuna), ok che Millar gufava da casa, però questo è veramente troppo poco. Lo sponsor per il 2015 l’hanno già trovato ed è una fortuna perché se contavano sul Tour stavano freschi.

1
Team Sky: non so perché 1, ma dargli 0 era brutto, in fondo il capitano è caduto e si è ritirato quindi c’entra anche la sfortuna. Però i sostituti sono stati disastrosi, non solo Porte. Male Nieve, Thomas ha dato il meglio trascinando Porte nella tappa del pavé, Kiryienka incomprensibile.

0
Elia Viviani: più che aiutare Sagan, è un ostacolo, ma fortunatamente alle volate finali non è praticamente mai arrivato. Chi ha deciso di portarlo al Tour merita il carcere duro a vita.
Lampre-Merida: lo 0 della Lampre è una certezza, meritatissimo in questo Tour. Sono stati anche sfortunati, ma hanno soprattutto fatto pena. Horner umiliato da Nibali verso Hautacam, Rui Costa disastroso anche finché stava bene, gli altri non so manco chi erano.
I rosiconi: divertitevi a farvi i film mentali su come Contador avrebbe staccato Nibali di 30’’ su ogni salita. Nibali non è mai stato così forte in carriera e avrebbe dato filo da torcere a qualsiasi corridore visto negli ultimi anni e il resto conta poco.
 
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Il Pagellone non plus ultra del Tour de France - da Gershwin - 27-07-2014, 09:35 PM

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