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La Fleche Wallonne 2011
#7
Freccia Vallone, una questione per 4?
La Freccia Vallone è di quelle classiche senza mezze misure, senza tanti giochi di squadra. Si arriva ai piedi di Huy generalmente tutti insieme, e lì chi ne ha sta davanti a giocarsi il finale, e chi non ne ha si deve accontentare delle retrovie. Ovviamente si possono sviluppare edizioni più o meno dure, a seconda dell’andatura imposta dalle varie squadre sulle côtes sparse per il percorso o dalle composizioni di fughe e di gruppetti di attaccanti. Ma alla fine è Huy che decide chi sta dentro e chi sta fuori, chi è degno della vittoria e chi di un piazzamento: Huy non perdona.

Ma chi è questo Huy? Il muro di Huy è il simbolo della Freccia Vallone, un po’ come il Cauberg per l’Amstel o la Redoute per la Liegi (tanto per limitare il raggio al trittico delle Ardenne). Proprio come il Cauberg, viene affrontato per 3 volte durante il percorso, e anche lui fa da traguardo finale della propria classica.
Le differenze con il Cauberg dell’Amstel Gold Race ci sono eccome, però.
Intanto dal punto di vista geo-politico ci spostiamo dall’Olanda alla piena Vallonia, regione meridionale francofona del Belgio: e la partenza della Freccia Vallone da Charleroi, città più popolosa della regione con i suoi 200.000 abitanti, è il simbolo del attaccamento del territorio verso questa corsa, vista da molti come una piccola Liegi.
E, soprattutto, dal punto di vista altimetrico c’è un abisso tra le due colline: il muro di Huy è una vera e propria asperità, lunga 1 chilometro e 300 metri con pendenza media del 9,8%, ma con dei tratti che superano decisamente il 20% di pendenza e che mettono a durissima prova le gambe dei corridori.

UNA FRECCIA PER 4 – Contador, Gesink, Joaquin Rodriguez, Schleck. In ordine puramente alfabetico. Beh, in realtà Schleck vale per due, ma per il fatto che corrono l’uno in conseguenza dell’altro si può anche chiudere un occhio.
Cominciamo con Alberto Contador (Saxo Bank). Tutti riconoscono la grandezza del pistolero di Pinto, la sua straripante forza nelle brevi/grandi corse a tappe; ma nelle corse di un giorno qualche perplessità c’era, eccome se c’era! Eppure è bastata una partecipazione alle Ardenne, quella dello scorso anno, per fugare ogni dubbio: alla Freccia prese Huy di petto e, anche per la mancanza d’esperienza, ottenne “solo” un 3° posto che poteva essere molto di più. Alla Liegi poi concluse 9°, risultando decisivo per il successo di Vinokourov. Le dichiarazioni di giornata («Questa corsa è stata importante, anche se non ho avuto molta fortuna. Adesso penso a recuperare energie in un paio di giorni e poi andrò in Belgio. Per vincere? Non credo, vado ad aiutare i miei compagni di squadra») sanno tanto di pretattica: su Huy sarà certamente uno dei protagonisti.
Robert Gesink (Rabobank) ha tutte le carte in regola per togliersi la sua prima grande soddisfazione: longilineo, scalatore – seppur atipico – puro, a dir la verità, in questo inizio di stagione, ha più impressionato per i netti miglioramenti a cronometro rispetto agli exploit in salita. Certo, nella tappa regina dell’Oman, quando è partito, i suoi avversari l’hanno rivisto solo al traguardo: però è sempre parso un po’ discontinuo. Discontinuo per modo di dire, comunque: stiamo parlando di un corridore che, nel 2011, ha vinto il Tour dell’Oman, è arrivato 2° alla Tirreno-Adriatico e 3° al Giro dei Paesi Baschi. Le uniche 3 corse a cui ha preso parte finora, oltre all’Amstel di domenica, conclusa alla 9° posizione. Avrà inoltre il tifo di mamma e fidanzata su Huy, e sopratutto la forza di onorare il padre deceduto solo pochi mesi fa, durante una corsa di mountain bike.
Joaquin Rodriguez (Katusha) è l’uomo ideale per domare Huy, probabilmente il favorito n° 1: all’Amstel ha dimostrato una grandissima condizione e, nonostante il Cauberg fosse troppo “leggerino” per lui, è riuscito a scavare un fossato tra lui e tutti gli altri (sfortuna – per JRO – vuole che Gilbert sia un caso a parte). Ha una squadra forte alle spalle, composta da uomini d’esperienza come Ivanov, Kolobnev e Di Luca: roba che in pochi si possono permettere. Insomma, senza troppi giri di parole: ha tutte le carte in regola per mettere il primo sigillo alla Freccia Vallone, dopo il 2° posto dello scorso anno.
Infine gli Schleck Brothers, all’anagrafe Andy e Frank Schleck (Leopard-Trek). Senza ombra di dubbio, Andy dei due è il più talentuoso. E, in questo momento, pare che sia anche quello con la condizione migliore: ai Paesi Baschi mandava in avanscoperta il fratello, ma la sensazione era che fosse lui, quello dei due, a pedalare meglio. L’Amstel ha dimostrato questa ipotesi: certo, Frank è caduto (un’altra volta, come nel 2009) a metà gruppo e quindi non possiamo immaginare cosa poteva fare; ma di sicuro Andy ha una grandissima condizione, e l’attacco ai -10km dalla fine, che ai più appariva rasentare la follia, c’è mancato poco che rovinasse i piani di Gilbert e di tutti gli altri big. In più, sarà banale, ma possono giocare con la superiorità numerica, che, ed è da sottolineare, non è sicuramente intaccata da invidie, gelosie o cose del genere: l’amore fraterno tra i due può diventare l’arma in più per gli Schleck Brothers. Anche se, in passato, l’eccessiva apprensione di Andy verso Frank ha avuto più risvolti negativi (anche per lo spettacolo) che positivi…

CASA ITALIA – La prova di Damiano Cunego (Lampre) all’Amstel ha spento qualsiasi riverbero d’entusiasmo: nella corsa più adatta alle qualità del principino, nella quale il podio era nettamente alla portata, Cunego ha preso una bella cantonata, chiudendo solo 15° all’arrivo e non dando mai dimostrazione di una gamba degna di una classica di questo calibro. Sempre appannato, alle prime accelerazioni ha subito pagato dazio. La Freccia poi è una classica che lo ha visto sì tra i protagonisti (3° sia nel 2008 che nel 2009), ma mai protagonista: nel punto di maggior pendenza di Huy infatti il nostro Damiano ha sempre perso contatto con chi si giocava la vittoria, riuscendo a rimontare solo quando la strada spianava: ma, a quel punto, la situazione era già praticamente risolta, e il podio appariva solo come un magro premio di consolazione.
Anche Ivan Basso (Liquigas) non se la passa poi benissimo: non si attacca il numero sulla schiena dal 6 Aprile, quando, alla Vuelta al Pais Vasco, avverte pessime sensazioni fin dai primi giorni di gara, ed è costretto a ritirarsi (virus?) durante la terza tappa. Tra l’altro, viste le sue le caratteristiche, è forse più adatto ad un percorso per fondisti com’è quello della Liegi rispetto all’ascesa secca di Huy, e dunque non ci sarebbe da stupirsi se il varesino decidesse di risparmiarsi in vista di domenica, magari limitandosi solamente a testare la gamba sul percorso della Freccia. Anche se, agli esordi (2001), riuscì a strappare un 2° posto che, oggi, sarebbe oro per i nostri colori: solo Bennati, quest’anno, è riuscito ad arrivare tanto in alto, quand’è stato battuto nella volata di Wevelgem da Tom Boonen.
Tolti questi due, c’è poco altro da salvare: Danilo Di Luca (Katusha), che in passato ha occupato tutti e 3 i gradini del podio, correrà sicuramente in favore del captano Joaquin Rodriguez; Dario Cataldo (Quick Step), Ivan Santaromita (BMC) e Marco Marcato (Vacansoleil) non danno grandi garanzie, così come Francesco Gavazzi (Lampre), che in più dovrà fiancheggiare Cunego; infine Rinaldo Nocentini (AG2R), 5° nel 2007 e 10° nel 2009, non si è ancora praticamente mai visto.
Una classica che, dal 1999 ad oggi, abbiamo vinto al ritmo di una ogni due anni, nel 2011 sarà già un successo se riusciremo ad eguagliare il risultato della scorsa stagione (5° posto di Cunego). Stiam messi bene…

GLI OUTSIDER – Non sono pochi i corridori che possono proporsi come alternativa ai quattro big di turno: certo, non siamo ai livelli dell’imprevedibilità dell’Amstel, però qualche sorpresa pure la Freccia ce la può riservare.
Partiamo da un duo davvero pericoloso e da tenere d’occhio: Samuel Sanchez e Igor Anton (Euskaltel). Il primo all’Amstel non si è mai visto, ma la classica olandese gli è sempre andata un po’ di traverso e la gamba, fino all’altro giorno, era pari a quella di Joaquin Rodriguez & soci; alla Freccia Vallone, tra l’altro, conta un paio di ottimo piazzamenti, come il 2° del 2006 e il 3° del 2009. Il secondo l’anno scorso ottenne un ottimo 4° posto, alle spalle di corridori del calibro di Evans, Rodriguez e Contador; la prima parte del 2011 non è stata delle migliori, ma il 3° posto della Castilla y Leon raccolto solo 2 giorni fa non può che far ben sperare.
Philippe Gilbert (Omega Pharma) per la Freccia è, strano ma vero, inserito nelle posizioni di rincalzo, insieme agli outsider: un abbaglio? Un colpo di sole un po’ precoce? Beh, c’è da considerare che Huy non è proprio il suo pane: o meglio, c’è chi va più forte di lui su una salita del genere. E poi domenica ci sarà la Liegi, il suo sogno da quando era bambino. Sicuramente non si tirerà indietro, com’è nelle sue caratteristiche: ma obiettivamente confermare il piazzamento tra i 5 del 2010 sarebbe già un ottimo risultato.
In casa Sky la punta sarà Simon Gerrans, reduce dall’ottimo podio dell’Amstel e già 8° nel 2009. Attenzione però anche a mine vaganti come Thomas Lokvist, Rigoberto Uran e Lars Petter Nordaugh.
In buona condizione sono anche Ben Hermans (Radioshack), piazzato all’Amstel, Xavi Tondo (Movistar), che arriva dalla vittoria della Vuelta a Castilla y Leon e che in salita è stato spesso tra i protagonisti in questo 2011, e Johnny Hoogerland (Vacansoleil), sempre pimpante durante l’ultima settimana.
La Garmin, preoccupata dalle condizioni di Hesjedal, potrebbe lasciare spazio al giovane Daniel Martin, promettente scalatore irlandese, e a Christophe Le Mevel, che ha però alle spalle un inizio di stagione difficoltoso.
Per concludere, Michael Albasini (HTC-Columbia) dovrebbe ottenere il classico piazzamento in top 10, mentre per corridori come Alexandre Vinokourov (Astana), che probabilmente ha già la Liegi nella testa, Greg Van Avermaet (BMC), Nick Nuyens (Saxo Bank), se realmente Contador volesse farsi da parte, Jerome Coppel (Saur Sojasun), Janez Brajkovic (RadioShack) e John Gadret (AG2R) un posto tra i 20 sarebbe già un dignitoso traguardo.

Gilberto Cominetti
 
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La Fleche Wallonne 2011 - da Francesco G. - 25-01-2011, 01:41 PM
RE: La Fleche Wallonne - da Francesco G. - 25-01-2011, 01:42 PM
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RE: La Fleche Wallonne - da bepper89 - 20-04-2011, 06:44 PM
RE: La Fleche Wallonne - da SarriTheBest - 20-04-2011, 06:58 PM
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RE: La Fleche Wallonne - da Manuel The Volder - 20-04-2011, 07:54 PM
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RE: La Fleche Wallonne - da rainbow04 - 20-04-2011, 09:04 PM
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