08-10-2016, 08:15 PM
TUE, la Gran Bretagna indaga su Wiggins
L'inchiesta è condotta dalla UK Anti-Doping
Il caso è scoppiato: la Gran Bretagna indaga su una delle sue massime glorie sportive, sir Bradley Wiggins. L'Agenzia Antidoping del Regno Unito ha aperto ufficialmente un'inchiesta sul caso delle TUE - le autorizzazioni terapeutiche ad assumere farmaci vietati - che riguardano il pluricampione olimpico.
In particolare, riporta il Daily Mail in un articolo a firma di Matt Lawton (CLICCA QUI), nel mirino degli investigatori ci sarebbe quanto accaduto nel giugno del 2011, esattamente il 12 giugno: quel giorno un funzionario della British Cycling - che si è scoperto essere Simon Cope, a quel tempo tecnico della nazionale femminile e oggi dirigente del Team Wiggins - è volato in aereo da Londra a Ginevra, poi ha noleggiato un'auto per raggiungere La Toussuire, dove si concludeva una tappa del Delfinato, ha consegnato un misterioso pacchetto ai responsabili del Team Sky ed è subito ripartito per fare il percorso inverso.
La menzogna che parlava di un viaggio per incontrare Emma Pooley è stata rapidamente smascherata dall'atleta che ha dimostrato che in quei giorni si stava allenando in Spagna.
Da parte sua British Cycling ha confermato il viaggio e la consegna di un plico per un corridore del Team Sky, ma non ha svelato né il nome del farmaco (il principio attivo dovrebbe essere il triamcinolone, stando alla TUE) é il destinatario del pacco trincerandosi dietro il diritto alla privacy. Ma c'è un altro giallo che è quello che riguarda la data della TUE, concessa il 29 giugno 2011...
Tanto Wiggins, quanto il team manager Braidsford e il medico Richard Freman non hanno risposto alle domande del giornalista su un possibile incontro tra il medico e Wiggins che sarebbe avvenuto subito dopo la conclusione della tappa e che sarebbe testimoniato da un video "sospetto".
Il caso, lo ricordiamo, è scoppiato dopo che hacker russi hanno violato il database della WADA portando allo scoperto le autorizzazioni all'uso terapeutico di farmaci vietati concesse da numerose federazioni internazionali a centinaia di atleti più o meno famosi.
tuttobiciweb.it
L'inchiesta è condotta dalla UK Anti-Doping
Il caso è scoppiato: la Gran Bretagna indaga su una delle sue massime glorie sportive, sir Bradley Wiggins. L'Agenzia Antidoping del Regno Unito ha aperto ufficialmente un'inchiesta sul caso delle TUE - le autorizzazioni terapeutiche ad assumere farmaci vietati - che riguardano il pluricampione olimpico.
In particolare, riporta il Daily Mail in un articolo a firma di Matt Lawton (CLICCA QUI), nel mirino degli investigatori ci sarebbe quanto accaduto nel giugno del 2011, esattamente il 12 giugno: quel giorno un funzionario della British Cycling - che si è scoperto essere Simon Cope, a quel tempo tecnico della nazionale femminile e oggi dirigente del Team Wiggins - è volato in aereo da Londra a Ginevra, poi ha noleggiato un'auto per raggiungere La Toussuire, dove si concludeva una tappa del Delfinato, ha consegnato un misterioso pacchetto ai responsabili del Team Sky ed è subito ripartito per fare il percorso inverso.
La menzogna che parlava di un viaggio per incontrare Emma Pooley è stata rapidamente smascherata dall'atleta che ha dimostrato che in quei giorni si stava allenando in Spagna.
Da parte sua British Cycling ha confermato il viaggio e la consegna di un plico per un corridore del Team Sky, ma non ha svelato né il nome del farmaco (il principio attivo dovrebbe essere il triamcinolone, stando alla TUE) é il destinatario del pacco trincerandosi dietro il diritto alla privacy. Ma c'è un altro giallo che è quello che riguarda la data della TUE, concessa il 29 giugno 2011...
Tanto Wiggins, quanto il team manager Braidsford e il medico Richard Freman non hanno risposto alle domande del giornalista su un possibile incontro tra il medico e Wiggins che sarebbe avvenuto subito dopo la conclusione della tappa e che sarebbe testimoniato da un video "sospetto".
Il caso, lo ricordiamo, è scoppiato dopo che hacker russi hanno violato il database della WADA portando allo scoperto le autorizzazioni all'uso terapeutico di farmaci vietati concesse da numerose federazioni internazionali a centinaia di atleti più o meno famosi.
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