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Giro d'Italia 2017 | La presentazione del percorso
#36
Visto che a quanto pare l'analisi delle tappe della Vuelta è stata apprezzata, mi vedo "costretto", mentre aspetto che inizi Celtics - Hawks, a proporne una simile anche per il Giro, anche se penso che dovrò impegnarmi un po' di più per renderla interessante.

Parto dicendo che il disegno del percorso di quest'anno mi intriga nonostante alcuni difetti, il Giro si riconferma Grand Tour d'antan e continua a riproporre alcune tipologie di tappa che ormai sono diventate una sua esclusiva.

Ritengo che in Sardegna si potessero anche disegnare frazioni migliori, ma le prime due non sono per nulla banali e verosimilmente si riveleranno frizzanti poiché in molti proveranno a sfruttare le leggere difficoltà altimetriche che presentano per appropiarsi della maglia rosa.

Il Giro però entra veramente nel vivo nella quarta tappa, un'ascesa lunga e dura come l'Etna salendo verso rifugio Sapienza raramente è stata proposta così presto nelle passate 99 edizioni della corsa rosa. Non parliamo di un Santuario di Montevergine qualsiasi, il versante è lo stesso in cui Contador mise su uno show nel 2011(con la collaborazione del mas grande José Humberto Rujano Guillen), il disegno della frazione in sé invece è diverso, in primis dal punto di vista del kilometraggio, 160 km nel 2011 contro 180 nel 2017 e poi perché la tappa vinta da Contador presentava prima dell'ascesa finale la scalata di un altro versante dell'Etna, mentre quest'anno l'altra grande difficoltà altimetrica è l'inedito Portella Femmina Morta(nome simpatico, direi), una salita molto lunga, ma non particolarmente impegnativa(4,5% di pendenza media). Difficile vedere uno svolgimento simil 2011, meramente per la posizione della tappa nel calendario della corsa, più facile che segua un canovaccio stile Abetone 2015 con più di qualche schermaglia tra i super big, ma nessuno che riesce a fare il vuoto. Sotto spoiler vi metto l'altimetria della salita dal nome non particolarmente bello.

Gli arrivi da finisseur di Terme Luigiane e Peschici(uguale a quello in cui vinse Di Luca nel 2000, peraltro) si alternano con un paio di frazioni da sprinters e ci conducono alla nona tappa, dove sarà nuovamente tempo per gli scalatori di mettere in mostra le loro qualità, essa infatti presenta il ritorno di una vecchia conoscenza della Corsa Rosa, il temibile Blockhaus, una delle salite più lunghe e dure del Centro-Italia, oltre 20 km sempre sopra al 6,5% di pendenza. La frazione è breve e non offre altre difficoltà altimetriche, ma difficilmente l'ascesa finale non farà la differenza, anche se ovviamente non sarà qua che si deciderà il Giro. Occhio soprattutto ad Aru in quest'occasione, abbiamo visto bene in passato, a Montecampione ad esempio, come si esalti facilmente nelle unipuerto. Sotto spoiler metto l'altimetria della salita.

La frazione seguente, che arriva dopo il giorno di riposo, è la cronometro, 39 km molto mossi da Foligno a Montefalco. Personalmente non apprezzo granché la deriva che stanno prendendo le prove contro il tempo al Giro, preferirei dei più tradizionali piattoni, dove, solitamente, i distacchi sono più ampi.

La tappa successiva, il classico mangia e bevi appenninico con quattro GPM da Firenze a Bagno di Romagna, è quel tipo di frazione in cui può succedere o tutto o nulla. Dipenderà soprattutto dai corridori, dalla classifica generale e, ovviamente, dal meteo. Può uscire una Pescara 2013 o una La Spezia 2015 come la più classica delle tappe da maxi - fuga.

Dopo un paio di giorni riservati ai velocisti abbiamo un'altra simpatica unipuerto di 130 km con arrivo al Santuario di Oropa, che credo chiunque conosca. Oropa è una salita che a me piace, ma il disegno della tappa lascia parecchio a desiderare e verosimilmente qua i distacchi tra i big saranno minimi, come nel 2014.

Anche la frazione seguente, che ricalca il finale del Lombardia 2016, non mi esalta particolarmente. Abbiamo visto in passato, ad esempio con l'arrivo sul San Luca al Giro 2009, come mettere brani di classiche collinari nei GT difficilmente possa risultare un'idea vincente.

Dopo quattordici giorni in cui si alterneranno momenti di brio ad altri di stanca, inizierà finalmente la terza settimana, assoluto piatto forte di questo Giro, che verrà introdotta da un tappone che si preannuncia a dir poco epico. 230 km da Rovetta a Bormio con la combo Mortirolo - Stelvio che ricalca quanto visto nella 20esima frazione del Giro 2012, quella dell'impresa di De Gendt, a fare da "antipasto" all'inedito Umbrail Pass. Una tappa disegnata in questa maniera sarà per forza di cose spettacolare, la lunghezza del percorso unita a delle ascese durissime che superano i duemila metri di altitudine(tranne nel caso del Mortirolo) rappresenta un mix devastante. Vi metto sotto spoiler l'altimetria dell'Umbrail Pass.

Dopo una frazione praticamente di trasferimento da Tirano a Canazei(fuga neanche quotata) eccoci di fronte ad un atipico tappone dolomitico. Atipico per la lunghezza, solo 137 km, in cui però saranno concentrati ben cinque GPM: Pordoi, Valparola(che già abbiamo visto l'anno scorso), Gardena, Pinei e Pontives. Tappa esplosiva, dal disegno moderno, in cui potrà succedere di tutto. Metto sotto spoiler l'altimetria del Pontives.

La due giorni seguente presenta un paio di tappe dalla lunghezza pressoché speculare, 190 km per entrambe infatti. La 19esima, con arrivo a Piancavallo, dove vinse Pantani nel 98, rischia di essere un po' sacrificata, visto che è quasi una unipuerto, in mezzo a due frazioni senz'altro più impegnative. Mentre la Pordenone - Asiago, con la combo Grappa - Forza, in caso di classifica ancora incerta rischia di essere una discreta bomba. Metto sotto spoiler l'altrimetria del versante del Grappa che affronteranno.

Si chiude in bellezza con una crono di 30 km che, ribadisco, preferisco a una tappa in linea in cui a giocarsi la vittoria non sono nomi di primo piano come è successo negli ultimi anni. Non che abbia qualcosa contro i Mezgec o gli Arndt, però ho il desiderio "sgarbozziano" di vedere la corsa chiusa col trionfo di un corridore di spicco.

Questi i miei voti alle tre settimane:
- Prima settimana 7
- Seconda settimana 5
- Terza settimana 8,5

Voto al percorso: 7(sarebbe stato 7-, ma arrotondo perché, per una volta, non ci hanno propinato cronosquadre e cronoscalate varie).

Dunque nel complesso abbiamo una prima settimana vivace e mai banale che alterna tappe di vario genere, una seconda invece in cui riponiamo tutte le nostre speranze nella frazione di Bagno di Romagna, mentre le altre si preannunciano ben poco spettacolari e per finire una terza che oserei definire mostruosa, dove però una o addirittura due tappe potrebbero essere sprecate nel caso il Giro si chiudesse ad Ortisei. Un percorso nel complesso un po' sbilanciato, però alcune frazioni sono disegnate veramente bene.
 
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RE: Giro d'Italia 2017 | La presentazione del percorso - da Luciano Pagliarini - 14-01-2017, 04:33 AM

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