19-07-2017, 08:58 PM
I due più grandi campioni del novarese: Domenico Piemontesi e Pasqualino Fornara.
Piemontesi protagonista di un'epoca pioneristica, come tutti a quell'epoca inizia in bici per diletto affiancandola alla sua professione di fabbro.
Protagonista in molti Giri d'Italia, vince ben 11 tappe in carriera. Conquista anche una medaglia di bronzo nel primo Campionato del Mondo su strada in assoluto, corso nel 1927. Fa parte di quella straordinaria Nazionale italiana che piazza Binda, Girardengo, Piemontesi e Belloni ai primi quattro posti al Nurburgring.
Appesa la bici al chiodo Piemontesi comincia la carriera di direttore sportivo e guida il suo giovane compaesano Fornara.
Lino cresce all'ombra sia di Bartali sia di Coppi (fugacemente fa il gregario ai due campioni) ma poi emerge come ottimo capitano, facendo sua per quattro volte la classifica generale del prestigioso Giro di Svizzera (record).
Sfiora anche il successo al Giro d'Italia nel 1956. Veste infatti la maglia rosa nella tragica tappa del Bondone ma esce sconfitto dal freddo e dalla neve e si deve ritirare, perdendo così la grande occasione della carriera.
Piemontesi protagonista di un'epoca pioneristica, come tutti a quell'epoca inizia in bici per diletto affiancandola alla sua professione di fabbro.
Protagonista in molti Giri d'Italia, vince ben 11 tappe in carriera. Conquista anche una medaglia di bronzo nel primo Campionato del Mondo su strada in assoluto, corso nel 1927. Fa parte di quella straordinaria Nazionale italiana che piazza Binda, Girardengo, Piemontesi e Belloni ai primi quattro posti al Nurburgring.
Appesa la bici al chiodo Piemontesi comincia la carriera di direttore sportivo e guida il suo giovane compaesano Fornara.
Lino cresce all'ombra sia di Bartali sia di Coppi (fugacemente fa il gregario ai due campioni) ma poi emerge come ottimo capitano, facendo sua per quattro volte la classifica generale del prestigioso Giro di Svizzera (record).
Sfiora anche il successo al Giro d'Italia nel 1956. Veste infatti la maglia rosa nella tragica tappa del Bondone ma esce sconfitto dal freddo e dalla neve e si deve ritirare, perdendo così la grande occasione della carriera.