24-08-2019, 06:19 PM
Però, considera, io non sono un ultrà di nessun partito, tanto meno di questo PD. Mai avuto tessere (e fin da quando avevo 16 anni avevo chiarissimo che invece conveniva averne una) e nel corso della mia vita ho votato molte formazioni politiche diverse, ovviamente sempre nell'area riformista - moderatamente di sinistra in cui mi ritrovo meglio come idee (una volta, ad esempio, ho votato PRI). Negli ultimi 25 anni spesso, ma non sempre, mi sono trovato d'accordo con le idee di Veltroni. Credo di aver chiarito molto bene la mia geografia politica.
Ho proposto dei contenuti, una opinione fondata su idee. Va osservato che il numero dei parlamentari è legato ai collegi, alla popolazione, in coerenza con la legge elettorale. Poi, non sono affatto un esperto, né di diritto né di economia, mi occupo di tutt'altro.
Si può ridurre il rapporto tra rappresentanza e popolazione, è un aspetto su cui si può riflettere, magari da parte di chi ha maggiori competenze per farlo. La questione dei costi è quasi irrilevante, specialmente in un contesto meno disonesto dell'attuale.
Il nodo essenziale, e quello che ho cercato di sostenere dal mio punto di vista, è che si tratta di una questione di modesto rilievo in questo momento, la cui unica giustificazione come questione "prioritaria" è elettorale. Questo a me basta per squalificare questa impostazione, come ogni altra posizione strumentale connessa solo o quasi all'effetto elettorale che può avere.
Per me, e da molto tempo dato come vanno le cose in Italia, parlare di politica non significa sostenere idee schierate da una parte o dall'altra. Ovviamente ho le mie idee (le ho chiarite, credo), ma il confronto sulle idee politiche viene dopo il pieno ripristino di un meccanismo democratico che funzioni, con formazioni politiche degne di questo nome e un dibattito in cui si avverta che il bene del Paese non è solo una frase efficace di fronte alle telecamere.
In questo non avverto l'esigenza di "definire" la persona con cui chiacchiero, se sia possessore di occhiali al salame o di mosconi ronzanti al posto dei neuroni, presumendo che come altri cittadini avrebbe interesse a una politica più alta e più sana. Poi magari io dispongo di entrambi gli accessori e non me ne accorgo.
Ti faccio un esempio: ho l'opinione che i sondaggi contribuiscano a erodere la qualità della politica. Prima ci si chiedeva se una determinata dichiarazione avrebbe avuto un effetto positivo o meno sull'elettorato, se una determinata scelta poteva allargare o meno i consensi, se infine poteva essere una cosa buona o meno. Oggi dico "Questa cosa ha rotto i co...ni" e scopro che il sondaggio successivo mi accredita dello 0,3% in più. I sondaggi favoriscono una politica a brevissimo termine, oggi per domani e poco altro. La pubblicazione dei sondaggi è vietata negli ultimi 15 giorni prima delle elezioni. Perché? E bastano 15 giorni?
Io credo sarebbe mio interesse come cittadino vietare i sondaggi su come si voterebbe. Non vietarne la pubblicazione, vietarli e basta. Non è una opinione di destra o di sinistra, liberale o riformista. E' una piccola riflessione come cittadino che ha interessi diversi da quelli di un politico o l'altro. Non è una questione essenziale ma potrebbe essere una piccola briciola positiva.
Come cittadino ho un grande interesse per la libertà di stampa. L'Italia non è messa benissimo al riguardo. Le varie forze politiche hanno interesse al potere sull'informazione (nonché sulla RAI), il mio interesse è diverso, avere regole e istituzioni che favoriscano una valida democrazia. Poi viviamo anche tempi in cui magari un tweet conta più di un articolo ma è difficile obbligare la gente a pensare.
Ho proposto dei contenuti, una opinione fondata su idee. Va osservato che il numero dei parlamentari è legato ai collegi, alla popolazione, in coerenza con la legge elettorale. Poi, non sono affatto un esperto, né di diritto né di economia, mi occupo di tutt'altro.
Si può ridurre il rapporto tra rappresentanza e popolazione, è un aspetto su cui si può riflettere, magari da parte di chi ha maggiori competenze per farlo. La questione dei costi è quasi irrilevante, specialmente in un contesto meno disonesto dell'attuale.
Il nodo essenziale, e quello che ho cercato di sostenere dal mio punto di vista, è che si tratta di una questione di modesto rilievo in questo momento, la cui unica giustificazione come questione "prioritaria" è elettorale. Questo a me basta per squalificare questa impostazione, come ogni altra posizione strumentale connessa solo o quasi all'effetto elettorale che può avere.
Per me, e da molto tempo dato come vanno le cose in Italia, parlare di politica non significa sostenere idee schierate da una parte o dall'altra. Ovviamente ho le mie idee (le ho chiarite, credo), ma il confronto sulle idee politiche viene dopo il pieno ripristino di un meccanismo democratico che funzioni, con formazioni politiche degne di questo nome e un dibattito in cui si avverta che il bene del Paese non è solo una frase efficace di fronte alle telecamere.
In questo non avverto l'esigenza di "definire" la persona con cui chiacchiero, se sia possessore di occhiali al salame o di mosconi ronzanti al posto dei neuroni, presumendo che come altri cittadini avrebbe interesse a una politica più alta e più sana. Poi magari io dispongo di entrambi gli accessori e non me ne accorgo.
Ti faccio un esempio: ho l'opinione che i sondaggi contribuiscano a erodere la qualità della politica. Prima ci si chiedeva se una determinata dichiarazione avrebbe avuto un effetto positivo o meno sull'elettorato, se una determinata scelta poteva allargare o meno i consensi, se infine poteva essere una cosa buona o meno. Oggi dico "Questa cosa ha rotto i co...ni" e scopro che il sondaggio successivo mi accredita dello 0,3% in più. I sondaggi favoriscono una politica a brevissimo termine, oggi per domani e poco altro. La pubblicazione dei sondaggi è vietata negli ultimi 15 giorni prima delle elezioni. Perché? E bastano 15 giorni?
Io credo sarebbe mio interesse come cittadino vietare i sondaggi su come si voterebbe. Non vietarne la pubblicazione, vietarli e basta. Non è una opinione di destra o di sinistra, liberale o riformista. E' una piccola riflessione come cittadino che ha interessi diversi da quelli di un politico o l'altro. Non è una questione essenziale ma potrebbe essere una piccola briciola positiva.
Come cittadino ho un grande interesse per la libertà di stampa. L'Italia non è messa benissimo al riguardo. Le varie forze politiche hanno interesse al potere sull'informazione (nonché sulla RAI), il mio interesse è diverso, avere regole e istituzioni che favoriscano una valida democrazia. Poi viviamo anche tempi in cui magari un tweet conta più di un articolo ma è difficile obbligare la gente a pensare.