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Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale
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[Immagine: Rene-Vietto.jpg]

24 frazioni, 22 tappe e 2 semitappe. Questo l'itinerario del Tour de France 1934, il primo, nella storia, a presentare nel suo percorso una prova contro il tempo, vale a dire la La Roche sur Yon - Nantes, in programma il 27 luglio.

Al via non vi è André Leducq. Il vincitore di due degli ultimi quattro Tour, sul finire del 1933, lascia l'Alcyon Dunlop, che gli negò un aumento dello stipendio di 200 franchi, per passare alla Mercier-Hutchinson diretta dalla leggenda Henri Pelissier. Henri Desgrange, che è grande amico del proprietario della Alcyon, Edmond Gentil, per ripicca decide di lasciare a casa il campione transalpino. Leducq, tuttavia, da grande uomo squadra qual è sempre stato, per poter incitare ogni giorno i suoi compagni, segue tutto il Tour in macchina insieme ai giornalisti del Paris-Soir Albert Baker d'Isy e Géo Villetan.

Al netto di una così grave defezione, la Francia, comunque, si presenta al via della Grande Boucle con l'ennesima parata di stelle. Il campione in carica Georges Speicher e il sempre taciturno Antonin Magne guidano la spedizione francese. Poi ci sono Archambaud, il detentore del titolo nazionale francese Raymond Louviot, Charles Pelissier, Roger Lapébie, fresco trionfatore della terza edizione dell'allora Criterium National, René Le Gravès e René Vietto, giovanissimo scalatore dotato di un talento debordante.

Vietto, originario di Rocheville au Cannet, ha solo 20 anni, ma ha già imparato sulla sua pelle quanto può essere dura la vita. Durante la prima guerra Mondiale, infatti, il padre, Jean, viene fatto prigioniero in Germania e solo dopo l'armistizio riesce a tornare dal figlio. René inizia a lavorare a 12 anni e, nel frattempo, culla dentro di sé un'indomita passione per il ciclismo, inebriato dalle imprese del grandissimo Alfredo Binda. E' piccolo e scattante, il più giovane degli alfieri della gloriosa selezione francese, in salita ha pochi eguali.

La Grande Boucle non può che iniziare sotto il segno della Francia: nella prima frazione vanno via in sette, Speicher e Magne, l'italiano Vasco Bergamaschi, i belgi Roman Maes, Sylvere Maes e Felicien Vervaeke (gli ultimi due cicloturisti) e il tedesco Willi Kutschbach. E' il campione in carica a vincere la volata e a indossare la prima maglia gialla.

Il giorno seguente, tuttavia, Speicher cade e perde 15' dai primi. La frazione la conquista René Le Gravès, mentre Magne, 2° di giornata, torna a vestirsi di giallo tre anni dopo l'ultima volta. Nelle tappe successive il Tour diventa un monologo blu-bianco-rosso: Lapébie vince la terza e la quarta tappa, Le Gravès e Speichler si aggiudicano ex aequo la quinta, poi il trionfatore del Tour del '33 fa sua anche la sesta davanti al sopraccitato Lapébie, mentre nella settima, la durissima Aix-les-Bains - Grenoble, tocca al novellino Vietto mettere il timbro. Il giovane René, sul Galibier, è l'ultimo a cedere al forcing del duo spagnolo composto da Federico Ezquerra e Vicente Trueba. Sulla seguente discesa, tuttavia, riprende e stacca i due rivali, involandosi tutto solo verso il suo primo sigillo sulle strade del grande giro francese. Ezquerra e Trueba, alla fine, arrivano a 3'23" dal nativo di Rocheville au Cannet, insieme anche agli italiani Giuseppe Martano ed Eduardo Molinar (cicloturista) e alla maglia gialla Magne.

A Gap, al termine della frazione numero otto, Martano spezza il dominio transalpino, conquistando la tappa con 7" di vantaggio su Magne e 28" su Vietto. Poco male perché Vietto, dopo aver staccato tutti sul Vars e aver scalato tutto solo l'Allos, torna vincente il giorno seguente, a Digne-les-Bains, dove arriva nuovamente solo al traguardo, precedendo di 2'23" Trueba e Molinar e di 6'28" un gruppetto comprendente Magne e Martano. All'indomani del secondo acuto di René, arriva una tripletta francese con Le Gravès che, in quel di Nizza, anticipa Lapébie e Louviot. A Cannes, invece, è ancora Vietto, trionfatore in una volata a due con Martano, a regalare l'ennesima gioia al paese organizzatore della Grande Boucle.

Intanto Magne continua a gestire, Lapébie vince le tappe numero 12 e 13, mentre Speicher si impone nella 14esima. Al 15esimo giorno di corsa, durante la Perpignan et Ax-les-Thermes, accade l'imponderabile: Magne cade sulla discesa Col de Puymorens e rompe ruote e telaio. Una situazione che, in altri casi, sarebbe costata il Tour. Ma nella nazionale francese la squadra viene prima del singolo, e per Tonin le Sage, un signore che non si è mai risparmiato ogni volta che si è trovato lui a dover lavorare per i compagni, anche assi del calibro di Vietto e Speicher sono disposti a sacrificarsi. Il primo gli cede la ruota, il secondo la bici e così il taciturno Antonin salva la maglia gialla arrivando a soli 45" dal gruppo di testa, regolato, per l'ennesima volta, da Roger Lapébie.

Il concetto di uno per tutti e tutti per uno, vigente nel dream team transalpino, viene sublimato al massimo nel corso della 16esima frazione, la Ax-les-Thermes - Bagnères-de-Luchon. Vietto fa fuoco e fiamme in montagna, come al solito, e si ritrova presto in testa alla corsa. Dietro, però, Magne cade in discesa e rompe la bici. Vietto, venuto a conoscenza di quanto accaduto, si gira dall'altra parte e, percorrendo la corsa in senso contrario, va da Magne per cedergli il suo mezzo. Tonin le Sage, grazie all'estremo sacrificio del giovanissimo compagno, è salvo. Più avanti riprende Lapébie, insieme a al quale si riporta anche su Martano. Solo il bolognese Adriano Vignoli riesce a resistere al ritorno dei due transalpini, conquistando, così, il successo parziale.

Magne, stanco dei vili scherzi della dea bendata, passa all'attacco nella brevissima Luchon - Tarbes (91 km). Fa fuoco e fiamme tra Peyresourde e Aspin, stacca tutti e trionfa con 6'31" su Trueba, 7'04" su Sylvere Maes, 7'46" su Mariano Cañardo e René Vietto. Martano arriva a ben 13 minuti dal re del Tour de France 1932.

La Grande Boucle, così, è in cassaforte per la selezione francese, la quale, comunque, non sazia, ottiene altri cinque successi parziali. Uno a testa per Vietto, Speicher, Le Grèves, Louviot e Antonin Magne, il quale, oltre a conquistare il suo secondo Tour, diventa anche il primo vincitore di una cronometro nella storia della corsa francese.

A gara finita, la ruggenta truppa d'astri transalpini può vantare la maglia gialla di Magné, il quale veste il simbolo del primato dal secondo all'ultimo giorno, la maglia a pois di Vietto e ben 20 vittorie parziali (5 Lapébie e Speicher, 4 Le Grèves e Vietto, 2 Magne e 1 Louviot). In classifica generale sono ben tre i francesi a piazzarsi tra i primi cinque. Oltre a Magne primo, infatti, ci sono Lapébie terzo e Vietto quinto. E' un Tour da incorniciare, frutto della coesione favolosa tra i vari componenti della nazionale francese.
 
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RE: Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale - da Luciano Pagliarini - 15-10-2018, 09:10 PM

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