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Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale
#40
Ciò che segue rappresenta una prima assoluta, sul web e non solo. Un regalo? Qui senza dubbio. Alla faccia di chi, nel luogo dal quale provengo, non ha fatto altro che tirarmi materiale poco simpatico alle spalle…..

“Ai mari, ai laghi, ai monti” - 1910

Una corsa che ha l’indubbio merito di essersi creata una sua originalità nel panorama delle corse a tappe nella storia del ciclismo italiano. Fu la terza dopo il “Sicilia” di Florio e il Giro d’Italia de “La Gazzetta dello Sport, in ordine di nascita, ma acquisì un suo spazio, purtroppo circoscritto ad una sola annata, sia per la stravagante denominazione, che per la morfologia e le entità toccate. In essa si racchiudeva la grandezza degli organizzatori di un giornale come “Il Secolo”, testata milanese, di gran lunga miglior prodotto della stampa italiana di fine ottocento, oltre che più diffuso fino a quando poté godere di quella libertà ed indipendenza dalla politica che, in termini non solo assoluti, ma di segmento medio,  rappresenta, checché ne dica gran parte del mondo intellettuale, una utopia storica. Fondato nel 1866 per volontà dell’editore Edoardo Sonzogno, “Il Secolo” recitò pagine memorabili per lo sviluppo di un pensiero, tanto democratico quanto libero, nonché una sua via eccellente, in quanto a modernizzazione ed apogei culturali. 
[Immagine: featured02-14.jpg]
Poi, per la sua linea d’obiettività, la testata si scontrò, nel 1898, col potere politico, al punto di incorrere nella repressione del governo, che accusò il giornale di aver fomentato la rivolta che sfociò nei tumulti d’inizio maggio, poi repressi nel sangue dal generale Bava Beccaris. Il Secolo dovette sospendere le pubblicazioni ed il direttore Romussi fu arrestato. Poi, le cose rientrarono, ma solo in apparenza, ed in un clima di diffidenza da parte dei poteri forti, la testata iniziò a perdere lettori fino al sorpasso del “Corriere della Sera”, avvenuto nel 1904. Un superamento che, probabilmente, non  sarebbe mai avvenuto senza quegli antefatti. Per anni “Il Secolo”, tentò di invertire il trend negativo, ed in questo quadro, si collocò l’organizzazione di una corsa ciclistica a tappe di 2000 chilometri, come “Ai mari, ai laghi, ai monti”. Una prova che qualcuno definì un maldestro tentativo d’imitare il Giro d’Italia, ma che, in realtà, con l’azzeccata denominazione, racchiuse nelle sue otto tappe, un modo interessante di unire il mare adriatico di Rimini con quello tirrenico di Genova, località termali come Salsomaggiore e Acqui, passando attraverso i monti dell’Appennino fino alle alture lombarde, nonché i laghi di località come Pallanza e Salò. Un itinerario votato all’estate (si corse dal 31 luglio al 14 agosto), al turismo, alla ricerca di quelle bellezze paesaggistiche e culturali, di cui il giovane Stato italiano aveva bisogno per elevarsi e determinarsi. 
Una manifestazione che ebbe un grandissimo successo di pubblico, che aiutò l’ascesa del ciclismo a primo sport nazionale e che, tecnicamente, poté appoggiarsi su un cast di valore nazionale primario, arricchito dalla presenza di due importanti corridori francesi come Beaugendre e Dortignacq e da un montepremi di pregio. Purtroppo, le vicende de “Il Secolo”, che il fascismo seppellì definitivamente nel 1927, non garantirono la prosecuzione della corsa con altre edizioni, ma il ricordo di quell’unica occasione del 1910, è giusto superi il lavoro degli storici e dei ricercatori, per abbracciare l’interesse degli appassionati lettori.

1a Tappa  Alessandria-Salsomaggiore – 31 luglio 1910
Al via di Porta Marengo d’Alessandria, col pubblico che invase ogni centimetro possibile, i favori del pronostico andavano a Giovanni Gerbi, nonostante l’involuzione che lo aveva colpito da mesi e mesi. Era però il frutto della popolarità, perché un Carlo Galetti, fresco della vittoria al Giro d’Italia e costante protagonista da anni, non poteva essere da meno a nessuno, “Diavolo Rosso” compreso. Curiosità e attenzioni anche per i due francesi in gara: Jean Baptiste Dortignacq, popolare in Italia, nonché sovente vincitore sulle strade della penisola e Omer Beaugendre, vincitore della Parigi Tours e della Parigi Lille nel 1907, nonché terzo arrivato qualche giorno prima alla Tre Coppe di Parabiago, proprio dietro lo stesso Dortignacq e il vincitore Galetti. La prima tappa si mosse abbastanza veloce, nonostante una fase iniziale densa di trabocchetti e di asperità piuttosto aspre, anche se non lunghe. Il fatto cardine di frazione avvenne al 163esimo chilometro, quando sulle ceneri di un tentativo di Clemente Canepari, partì in contropiede Eberardo Pavesi, sorprendendo tutti. Ogni inseguimento fu vano, ed all’arrivo di Salsomaggiore, Pavesi (futuro “Avocatt”), vinse con 4 minuti su Galetti e 9 sul giovane Enrico Sala. Un epilogo sorprendente, anche se l’abilità del vincitore, era notoria.
Ordine d’arrivo:
1° Ederardo Pavesi km 213 alla media di 27,782 kmh
2° Carlo Galetti  
3° Enrico Sala
4° Giovanni Cervi 
5° Pietro Aimo 
6° Domenico Dilda 
7° Cesare Costa 
8° Cesare Osnaghi 
9° Jean Baptiste Dortignacq (Fra)
10° Alfredo Sivocci
11° Ernesto Ghironi
12° Giovanni Marchese
13° Luigi Chiodi
14° Emilio Braschi
15° Giuseppe Galbai 

Leader: Eberardo Pavesi (Ita)

2a Tappa  Salsomaggiore-Rimini – 2 agosto 1910
Una tappa veloce, ma zeppa di incidenti, fra cadute e forature, che la renderanno durissima nell’economia del Giro, soprattutto perché, alla fine, saranno diversi i corridori evidenti che chiuderanno qui la loro avventura in questa corsa. Causa cadute, infatti, si ritireranno, fra gli altri, Enrico Sala, Jean Baptiste Dortignacq, Carlo Vertua che finì all’ospedale e Battista Casale. Il gruppo di testa progressivamente assottigliatosi per questa serie di incidenti, portò otto uomini a giocarsi il traguardo di Rimini. Nella volata decisiva il grande pubblico poté conoscere un corridore come Giuseppe Brambilla, capace di un rush al fulmicotone, che non lasciò scampo agli esperti Pavesi (che rafforzò il primato in classifica) e Galetti, finiti nell’ordine. E dire, che a pochi chilometri dal termine il vincitore era stato costretto ad un formidabile inseguimento causa caduta.
Ordine d’arrivo:
1° Giuseppe Brambilla km 261 alla media di 29,270 kmh
2° Eberardo Pavesi
3° Carlo Galetti
4° Giuseppe Galbai
5° Pietro Aimo 
6° Ernesto Ghironi
7° Giuseppe Santhià
8° Cesare Costa 
9° Aldo Benassi 
10° Giuseppe Contesini
11° Fedele Dradi
12° Alfredo Sivocci
13° Domenico Cittera 
14° Luigi Chiodi
15° Giovanni Cervi

Leader: Eberardo Pavesi (Ita)

3a Tappa Rimini-Montecatini – 4 agosto 1910
La temuta tappa che dal mare di Rimini portava al traguardo termale di Montecatini, attraverso l’Appennino tosco-romagnolo, per taluni aspetti partorì un topolino. Nelle fasi iniziali tanti tentativi, che provocarono selezione forse anche maggiore rispetto alle solite forature e alle sempre presenti cadute. Ciononostante, il gruppo dei più forti si ruppe poco rispetto alle attese. E nemmeno portò scompiglio il tentativo di Gerbi che restò al comando diversi chilometri. Quando l’astigiano fu raggiunto, il prevedibile contropiede di qualcun altro, fu sciolto dall’entrata sulla carreggiata di un branco di buoi, che costrinse i corridori a fermarsi, provocando un rallentamento che favorì il rientro di qualche attardato. Fra questi, anche il temuto velocista Mario Buschera. Sul rettilineo finale di Montecatini, alla fine, si presentarono compatti in 6, con gli altri, sgranati, comunque poco distanti. Gerbi lanciò uno sprint lungo, ma per il milanese Buschera fu facile la rimonta, così come il contenimento del tentativo di ritornare su di lui, da parte del friulano Micheletto e del piemontese Pietro Aimo. Galetti, 4°, rosicchiò qualche punto a Pavesi, 6°.
Ordine d’arrivo:
1° Mario Bruschera Km 213 alla media di 24,160 kmh
2° Giovanni Micheletto  
3° Pietro Aimo
4° Carlo Galetti
5° Giovanni Gerbi
6° Eberardo Pavesi
7° Giuseppe Santhià
8° Cesare Costa
9° Luigi Fiaschi 
10° Emilio Petiva
11° Giuseppe Brambilla
12° Giovanni Rossignoli
13° Giovanni Cocchi
14° Giuseppe Contesini
15° Giovanni Cervi 

Leader: Eberardo Pavesi (Ita)

4a Tappa Montecatini-Genova – 6 agosto 1910
Tappa piuttosto dura con diverse salite anche nel finale. Galetti, deciso a prendersi la testa della classifica, capì che c’era terreno per evitare arrivi affollati, con conseguente pericolo di perdere punti. Poi se la sarebbe giocata con Pavesi, sempre pimpante e pronto ad inseguirlo, o a tentare a sua volta. In fondo la corsa dura stava bene ad entrambi. Sul Passo del Bracco il loro ritmo si dimostrò impossibile per gli altri ed a Rapallo, i due si trovarono soli con circa sei minuti di vantaggio su un solo inseguitore, Giovanni Micheletto. Qui però, un tubolare di Pavesi scoppiò e per Galetti fu facile raggiungere il l’arrivo in solitudine, mentre per il leader di classifica, oltre alla beffa dell’incidente, vi fu il ricongiungimento di Micheletto, che lo beffò nella volata per il  posto d’onore, rendendogli ancor più amara la perdita della testa della corsa.
Ordine d'arrivo:
1° Carlo Galetti km 240 alla media di 26,665 kmh
2° Giovanni Micheletto  
3° Eberardo Pavesi
4° Omer Beaugendre (Fra)
5° Alfredo Sivocci
6° Giuseppe Brambilla
7° Giuseppe Galbai
8° Pietro Aimo
9° Giuseppe Santhià
10° Giovanni Cocchi
11° Luigi Chiodi
12° Gaetano Garavaglia 
13° Aldo Benassi
14° Fedele Dradi
15° Mario Bruschera 

Leader: Carlo Galetti (Ita)

5a Tappa Genova-Acqui – 8 agosto 1910
La giuria, in considerazione del pessimo stato delle strade, spostò la partenza a Voltri. Un particolare comunque da poco nella grande battaglia fra i “giganti” Galetti e Pavesi. Costoro però, trovarono sulla loro strada tre corridori in grande giornata: Giuseppe Santhià, il temuto velocista Mario Buschera, particolarmente ispirato e il solito Pietro Aimo. Questi tre, lungo i saliscendi di una tappa corsa a grande andatura, risposero alla pari dei primi due della Generale e fra un mare di folla, poterono giocarsi le loro possibilità nello sprint decisivo. Qui, Buschera rintuzzò l’affondo di Galetti e lo rimontò bellamente, vincendo così una seconda tappa. Al leader milanese, restò la con-solazione di mettere in saccoccia un piccolo rafforzamento del suo primo posto in classifica, sul sempre ottimo Pavesi.
Ordine d’arrivo:
1° Mario Bruschera Km 225 alla media di 28,600 kmh
2° Carlo Galetti  
3° Eberardo Pavesi
4° Pietro Aimo
5° Giuseppe Santhià
6° Giuseppe Brambilla
7° Giuseppe Contesini
8° Giovanni Cervi
9° Gaetano Garavaglia 
10° Giovanni Gerbi
11° Ildebrando Gamberini
12° Giovanni Cocchi
13° Francesco Beglia
14° Luigi Chiodi
15° Emilio Petiva 

Leader: Carlo Galetti (Ita)

6a Tappa Acqui-Pallanza – 10 agosto 1910
Una tappa condotta a gran ritmo fin dall’inizio. Ad animarla, anche il “Diavolo Rosso” Gerbi, il quale, non riuscendo a ritrovarsi, ed in chiara fase di tramonto, per soddisfare i suoi numerosi tifosi lungo le strade di casa, cercò più volte la via della fuga, ma fu costretto ad accontentarsi di essere il primo al passaggio di Asti, la sua città. Il pubblico, sempre strabocchevole lungo le strade, spinse ulteriormente i corridori a dare il meglio. Ad Adorno, purtroppo, il clima di festa e d’attesa per i ciclisti, favorì una tragedia. Un bimbo di due anni, mentre attendeva il passaggio della carovana, cadde dal balcone della sua casa al secondo piano e morì. La corsa intanto, visse la sua fase più delicata proprio nel biellese, dove fra forature e cadute, che coinvolsero anche Galetti, rimasero in testa Sivocci, Brambilla, Aimo, Santhià e lo stesso Galetti, autore di inseguimenti portentosi, mentre Pavesi, non in grandissima giornata, continuò a rimanere staccato. I 5 riuscirono ad arrivare senza problemi al traguardo e qui, il sempre più convincente Brambilla, anticipò Sivocci e Galetti, a  sua volta contento, per aver rafforzato il primato in classifica. Indi i meno veloci Aimo e Santhià.
Ordine d'arrivo:
1° Giuseppe Brambilla Km 261 alla media di 28,786 kmh
2° Alfredo Sivocci  
3° Carlo Galetti
4° Pietro Aimo
5° Giuseppe Santhià
6° Eberardo Pavesi
7° Giuseppe Galbai
8° Giovanni Cocchi
9° Giovanni Cervi
10° Giuseppe Contesini
11° Giovanni Gerbi
12° Gaetano Garavaglia
13° Aldo Benassi
14° Mario Buschera
15° Giovanni Rossignoli 

Leader: Carlo Galetti (Ita)

7a Tappa Pallanza-Salò – 12 agosto 1910
Una tappa senza episodi di cronaca importanti, ma sempre condotta a buona andatura. Nel finale si poté assistere ad un disperato tentativo di Gerbi di uscire solitario dal gruppo e la sua iniziativa, anche se non lo lanciò verso l’arrivo, ebbe comunque il merito di diradare il drappello di testa. Al resto ci pensò la discesa che da Tormini portava all’arrivo di Salò. Qui rimasero al comando in 9, ma a 3 chilometri dal traguardo uno di questi, il veloce Bruschera, fu appiedato da una foratura. Lo sprint decisivo fu bellissimo. Ai 200 metri, Galetti sembrava aver partita vinta, ma uno straordinario ritorno di Brambilla lo piegò. Per il ventiduenne di Melzo, si trattava del 3° successo di tappa, forse il più bello, per come era riuscito a coglierlo. Il leader Galetti, si prese la piazza d’onore per una sola gomma di vantaggio su Sivocci.  
Ordine d’arrivo:
1° Giuseppe Brambilla Km 267 alla media di 28,455 kmh
2° Carlo Galetti  
3° Alfredo Sivocci
4° Eberardo Pavesi
5° Giovanni Gerbi
6° Pietro Aimo
7° Giuseppe Santhià
8° Giovanni Cocchi
9° Giovanni Rossignoli
10° Giuseppe Galbai
11° Pietro Gallia
12° Mario Bruschera
13° Aldo Benassi
14° Giuseppe Contesini
15° Gaetano Garavaglia 

Leader: Carlo Galetti (Ita)

8a Tappa Salò-Milano – 14 agosto 1910
L’ultima tappa, la più lunga, anche se poi si concluse con un volatone, non fu una passerella. Numerosi tentativi, soprattutto da parte di chi non era riuscito ad emergere nelle tappe precedenti. Tra l’altro, l’esiguo numero di corridori rimasti in gara, apparentemente favoriva le fughe, ma non fu così. Di nota, a metà gara, l’incidente alla bicicletta di Mario Buschera, che fu costretto al ritiro, proprio in una tappa che, sulla carta, poteva esaltare le sue doti di sprinter. All’arrivo all’Arena di Milano, con un pubblico che nonostante la domenica antecedente Ferragosto si mostrò foltissimo, fu un’apoteosi per Carlo Galetti, che si prese una rivincita su Brambilla a cui tanto aveva dovuto cedere nelle tappe precedenti e suggellò un dominio sulla corsa che andava a confermare la vittoria di due mesi prima al Giro d’Italia. Era il numero uno nazionale e si confermò tale.  
Ordine d’arrivo:
1° Carlo Galetti km 284  alla media di 28,410 kmh
2° Giuseppe Brambilla  
3° Giovanni Gerbi
4° Alfredo Sivocci
5° Ildebrando Gamberni
6° Pietro Aimo
7° Gaetano Garavaglia
8° Eberardo Pavesi
9° Giovanni Cervi
10° Giuseppe Galbai
11° Giuseppe Santhià
12° Giovanni Cocchi
13° Giovanni Rossignoli
14° Lauro Bordin
15° Canzio Brasey
[Immagine: galleti_ok.jpg]
Classifica Generale Finale:

1° Carlo Galetti punti 18
2° Eberardo Pavesi punti 33
3° Pietro Aimo punti 41
4° Giuseppe Brambilla punti 43
5° Alfredo Sivocci punti 56
6° Giuseppe Santhià punti 58
7° Giuseppe Galbai punti 75
8° Giovanni Cervi punti 78
9° Giovanni Gerbi punti 81
10° Giovanni Cocchi punti 87

Maurizio Ricci detto Morris
 
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RE: Storia e gloria del grande ciclismo prima della seconda guerra mondiale - da Morris - 16-12-2018, 09:51 AM

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