14-04-2011, 08:00 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 14-04-2011, 08:00 PM da SarriTheBest.)
(14-04-2011, 07:47 PM)terateo Ha scritto: Non è possibile che voi ancora crediate che a doparsi è il singolo corridore, i corridori sono degli strumenti in mano ai direttori sportivi sono loro che dopano i corridori e i corridori professionisti sono obbligati a doparsi per mantenere il posto in squadra. L'unica regola che può funzionare è oltre a punire il corridore trovato positivo bisogna punire anche la squadra del corridore trovato positivo (es. Corridore x positivo 2 anni di squalifica, perfetto la squadra del corridore x squalificata un anno dalle competizioni ciclistiche). Non me la contano che i direttori sportivi cadono dalle nuvole quando scoprono che un loro corridore è dopato ma proprio 0.
per quanto riguarda il ciclismo giovanile la questione è semplice ogni ragazzo si fa la sua tessera alla federciclismo e corre da indipendente (se vuole correre) gestito dai genitori
Beh, il passo che fai è davvero ampio: cioè, anch'io son d'accordo sul fatto che i direttori sportivi riescono a capire chi si fa e chi no. Anche se non ce li hanno sotto gli occhi tutti i giorni, son sicuro che - in diversi casi - capiscano che sotto un miglioramento del genere non ci può non esser qualcosa. Ma preferiscono guardare da un'altra parte, e sperare che il corridore sia abbastanza furbo da non farsi beccare...
Ma da qui al doping di squadra ne scorre d'acqua sotto i ponti: mi pare esagerato dire che, per 5 cartelle cliniche richieste dai NAS, si possa arrivare alla conclusione che "tutte le squadre fanno doping di squadra".
Punire poi tutti i compagni di squadra per colpa di un coglione mi pare proprio esagerato.
Sui giovani, finchè non viene organizzata una rete di controlli, è inutile aprire discorsi: in mano ai genitori sarebbero forse peggio che in mano ai ds (visti alcuni genitori). Ma visto che i controlli sono minimi, allo stato attuale delle cose cambierebbe davvero poco in termini di squalificati...