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Il declino del ciclismo dei grandi giri
#8
Credo che per favorire la bellezza complessiva di un grande giro vadano inseriti tutti gli elementi che abbiamo più volte considerato. 
In questo Giro si è visto che anche una salita non trascendentale come il Sestriere, e al termine di una tappa non dura (anche se con le energie ridotte di fine Giro), può dare spettacolo se le esigenze di corsa, di attaccare, lo propongono. 
Da qui l'esigenza che le cronometro ci siano prima (o anche prima) e non brevissime, per creare distacchi e quindi motivi per attaccare. 
Poi, però, ci devono essere veri tapponi di grande montagna over 2000 (almeno 2 per GT), nell'ordine di 200 km. e con più salite importanti, oltre ad altre tappe con salite significative. 
Un paio di arrivi su muri finali si possono anche fare ma meglio non abusarne, stanno nell'idea di "spettacolo" che sta annacquando i valori dei GT. 
Le tappe lunghe e difficili in stile classica sono una componente che deve essere inserita, questo Giro in parte lo ha fatto, con un po' di "braccino" (finali tranquilli ad ammorbidire l'esito). Pietre e sterrato, perché no? 
Anche la riduzione delle squadre a 7 è da provare, tra l'altro con il vantaggio di dare più spazio (e ossigeno) alle professional. 
La lunghezza delle tappe va ben dosata, tappe pianeggianti per velocisti brevi (non necessariamente piatte piatte), tappe impegnative più lunghe, magari arrivando a 3.700 km. complessivi piuttosto che 3.300. Il dislivello non può essere mitizzato, una tappa come quella di Madonna di Campiglio ha molti difetti se si desidera davvero un bel Giro. 

Poi, ovvio che la percezione di spettacolo delle corse di un giorno più belle non può essere attesa in ogni singola tappa. Sono due delle componenti del ciclismo, entrambe necessarie. Per una tappa durissima e possibilmente leggendaria di un GT servono tante tappe per arrivarci, poi lì si scrive una parte di storia del ciclismo. 
Ah, e i corridori non devono rompere per tappe troppo lunghe, dure o difficili: il percorso si conosce prima, nessuno obbliga la partecipazione a quel GT. Ci sono regole per la sicurezza e sul maltempo, per il resto si corre. Se il ciclismo appassiona è anche e soprattutto per il ricordo di tappe fantastiche e di imprese di grandi campioni, con qualche rampa da garage e troppe volate il grande ciclismo muore (e il giro di denaro diminuirebbe molto).
 
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RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - da OldGibi - 26-10-2020, 10:34 AM

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