[Morris]

Indipendentemente dall’ipocrisia che da sempre avvolge il mondo del calcio, dalle follie di mecenati che hanno imbrattato oltremodo di quattrini e di debiti le impostazioni del vecchio sport, da una Fifa e una Uefa che hanno mostrato pochezza e imbroglio e che nella migliore delle ipotesi abbracciano l’eufemistica lettura di inadeguatezza, la Superlega in cinque giorni ha consumato il più grosso bluff della storia del calcio. Possiamo discutere quanto ci pare sul perché s’è cercato di farla nascere, possiamo dividerci ed alzare la voce quanto vogliamo circa contenuti e bisogni, su danari e diritti, ma mai s’è visto una dozzina di entità così sprovvedute politicamente come queste qua. Sarebbe finita diversamente se fra questi disperati alla Brancaleone, americanizzati dal peggio del possibile dello yankee arrogante che non capisce, per miopia, quanto divenga antipatico anche ai santi, ci fosse stato qualcuno con un minimo di capacità diplomatiche o di semplice buon senso. Presupposti persino buoni finiti al macero, mi si permetta, per quello che l’uomo di strada non esita a definire imbecillità. Ed adesso le tre italiane divenute, più di tutte le altre, portatrici del cerino in mano, quindi le più stupide di tutte, ne pagheranno sicuramente delle conseguenze, magari subdole, striscianti e lunghe nel tempo. E mi chiedo, stupito e scioccato, ma davvero pensavano quei polli della Superlega che i Capi degli Stati più potenti d’Europa, in primis Boris Johnson per le evidenze di potenza della Premier, sarebbero stati zitti o genuflessi? 

Sono interista e pur essendo sportivo e non certo uomo simil ultras, vado fiero del mio tifo. Ho aspettato 45 anni per veder l’Inter rivincere una Champions, ho accettato che un filantropo come Moratti, s’imbrattasse di ingenuità ogni volta che parlava col pessimo, pessimo, pessimo  giornalismo che scrive di calcio e facesse tanti-troppi acquisti ridicoli, ma per questi colori continuo ad emozionarmi con una punta di lacrime, come quando ero bambino. Stavolta però, non posso facilmente perdonare la Società Inter per una simile idiozia. Non già nei contenuti, ma su come si pensava di farli passare. Tra l’altro una Società nerazzurra che doveva usare maggior prudenza visto che correva il rischio di macchiare il Campionato che sta per vincere dieci anni dopo il Triplete. Questo purtroppo è un fatto! Per giunta, essendo una delle tre estremiste della Superlega divenuta Superpippa, pagherà ulteriormente il già disastroso status economico che l’avvolge. Non è certo consolatorio vedere che il Presidente della Juventus è reuccio della figuraccia peggiore d’Europa, almeno non lo è per il mondo nerazzurro non coglione. Anzi, è bene ribadire che l’Inter non ha nemmeno lo stadio di proprietà, ed ha un debito maggiore del sodalizio bianconero, quindi siamo ancor più polli. Il Milan, della proprietà camuffata e quasi certamente antica, ma governata nelle evidenze  da uno dei più grandi terzini della storia, ha fatto la figura meno peggiore delle italiane. 
Quindi, cari amici nerazzurri, nell’anno del probabile ritorno al successo che può contare, sappiamo che la nostra Beneamata va rifondata, non già in chi dovrà scendere in campo che sono bravi e ben guidati, ma su qualcosa di ben più importante: lo scheletro politico, d’immagine e divulgativo del club, prima ancora di quello economico.