[Morris]

Lo scorso anno avevamo la LuLa ed Eriksen che sapevano fare la differenza. Ci è rimasto solo Lautaro, divenuto l'ovvio bersaglio dei giornalistipappagalli di chi ben si sa e di un gruppo di tifosi orrendi, che sono la feccia delle tifoserie italiane, col QI calcistico e non, più basso in assoluto. In fondo era lui da colpire, perchè poteva fare la differenza. Ma a calcio si gioca in undici e se il giocatore che deve essere colpito, è uno che segna come pochi contro le grandi squadre, sia nell'Inter che in Nazionale, è ancor più fragoroso che si dimentichi che gioca con un compagno di reparto, vecchio ed abituato a giocare da solo e si omette che alle spalle dell'obiettivo da impallinae, c'è un centrocampo dove, fra caduta fisica e limiti di alcuni (il turco in particolare), si tossisce assai. Per settimane si son date tutte le colpe a Lautaro, dicendo che non segnava, che era un inutile strapagato, che era incapace di darsi un minimo di continuità. Eppure, in quel periodo era andato in Sudamerica e aveva fatto i due gol sulle due partite decisive per portare la Selecion in Qatar. Gli attacchi sono continuati in ogni dove, coi tifosi più imbecilli che gli mettevano davanti tutti, proprio tutti: non solo Scamacca, ma persino Pippo Caputo. Sono vecchio, ma uno schifo come questo, non l'avevo mai visto. Ed è duro da digerire. Se ieri sera avesse avuto la maglia rossonera, in finale ci sarebbe finito il Milan. Eppure, tempo qualche giorno, ed i galletti dell'imbecillità scrivana o tifosesca, ripartiranno a dargli tutte le colpe. Sì si, le colpa sono tutte di Lautaro. E, mi raccomando, contro la Roma, il perno dell'attacco interista, che sia il giovin Dzeko (un fu grande giocatore, ma non adatto a giocare con un centravanti come l’argentino). Spezzoni okay, ma inamovibile, è da stupidi. Lautaro è la luce di un asse che parte da Skriniar, si proietta con Brozovic, s’allarga con un Perisic mai visto così forte e si nutre del brio di Barella. Sono questi i cardini insostituibili del gioco dell’Inter. Dimenticarlo è grave. Eppure, grazie ad una gestione non sempre all’altezza, due di questi se ne andranno. Uno, già da tempo promesso, che ama l’Inter come nessuno, non sarà sosatituito degnamente.