09-10-2021, 10:31 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-10-2021, 11:26 PM da Luciano Pagliarini.)
Volendo tratteggiare un discorso un po' più ampio: questo Giro di Lombardia è stata una partita a scacchi.
Poi si è effettivamente deciso con un attacco dalla media distanza, ma di recente eravamo abituati a vedere gare esplodere alla prima vera asperità di giornata, mentre qua non è successo nulla fino all'ultima.
E' diventato, dunque, importantissimo arrivare all'Uganda risparmiando quante più energie possibili. Spesso facciamo il discorso che, in certe gare, si spende meno a stare davanti che non a stare in gruppo. Questo perché in gruppo si va a fiammate e si deve lottare continuamente per le posizioni.
In una tappa di un grande giro la situazione non è mai così estrema innanzitutto perché, nelle tappe dure, non c'è mai così tanta gente che vuole stare davanti e, poi, perché i favoriti di solito hanno un "bodyguard" che li tutela in questi frangenti. Roglic, alla Vuelta, aveva Van Hooydonck che se lo prendeva e se lo metteva in tasca ogni volta che c'era un po' di bagarre.
Al Lombardia, e la stessa cosa è successa alla Liegi, Roglic non aveva un compagno capace di fare il lavoro di Van Hooydonck e, quindi, in ambedue le corse si è visto costretto a fare degli sforzi per rimontare posizioni che, poi, ha pagato nel momento chiave della gara.
Alla Liegi, se non ricordo male, gli era successo sulla Redoute, mentre qua all'inizio del Ganda. E' chiaro che lui pecca, poi, anche di esperienza in questi frangenti, perché potrebbe fare sforzi meno violenti.
Comunque, per dire, questo, in carriera, è stato il vero grande limite del buon Diego Ulissi. Poi Roglic, essendo più forte di Ulissi, riesce comunque ad arrivare davanti in queste gare, al contrario del toscano. Non è un caso, però, che Primoz la classica over 250 l'ha vinta quando aveva di fianco un Dumoulin che ha saputo fare un lavoro che nessun altro corridore, nelle altre occasioni, ha fatto per lui.
Al contrario uno come Valverde, che al Sicilia si era staccato da Nibali e alla Mi-To non aveva visto palla, forte di una Movistar che è stata, probabilmente, la miglior squadra in gara, ha sfornato la miglior prestazione della stagione. La Movistar, oggi, era veramente sempre là davanti. Sono stati enormi.
Pogacar è un fenomeno nelle piccole cose tanto quanto nelle grandi cose (e 'sta sua qualità era evidente già nel 2017) e in gare in cui è necessario andare giù di gomito, al momento, pare imbattibile. Per me il Pogacar di oggi non era tanto più forte di quello della Milano-Torino. Il Pogi della prima settimana del Tour non sarebbe mai stato ripreso da Masnada. Credo che sia partito così presto anche per evitare un eventuale testa a testa in salita con Roglic o con Yates. Però, nelle situazioni di cui sopra è talmente bravo a non spendere nulla più del necessario, che è arrivato al momento chiave della gara molto più fresco degli altri.
Poi si è effettivamente deciso con un attacco dalla media distanza, ma di recente eravamo abituati a vedere gare esplodere alla prima vera asperità di giornata, mentre qua non è successo nulla fino all'ultima.
E' diventato, dunque, importantissimo arrivare all'Uganda risparmiando quante più energie possibili. Spesso facciamo il discorso che, in certe gare, si spende meno a stare davanti che non a stare in gruppo. Questo perché in gruppo si va a fiammate e si deve lottare continuamente per le posizioni.
In una tappa di un grande giro la situazione non è mai così estrema innanzitutto perché, nelle tappe dure, non c'è mai così tanta gente che vuole stare davanti e, poi, perché i favoriti di solito hanno un "bodyguard" che li tutela in questi frangenti. Roglic, alla Vuelta, aveva Van Hooydonck che se lo prendeva e se lo metteva in tasca ogni volta che c'era un po' di bagarre.
Al Lombardia, e la stessa cosa è successa alla Liegi, Roglic non aveva un compagno capace di fare il lavoro di Van Hooydonck e, quindi, in ambedue le corse si è visto costretto a fare degli sforzi per rimontare posizioni che, poi, ha pagato nel momento chiave della gara.
Alla Liegi, se non ricordo male, gli era successo sulla Redoute, mentre qua all'inizio del Ganda. E' chiaro che lui pecca, poi, anche di esperienza in questi frangenti, perché potrebbe fare sforzi meno violenti.
Comunque, per dire, questo, in carriera, è stato il vero grande limite del buon Diego Ulissi. Poi Roglic, essendo più forte di Ulissi, riesce comunque ad arrivare davanti in queste gare, al contrario del toscano. Non è un caso, però, che Primoz la classica over 250 l'ha vinta quando aveva di fianco un Dumoulin che ha saputo fare un lavoro che nessun altro corridore, nelle altre occasioni, ha fatto per lui.
Al contrario uno come Valverde, che al Sicilia si era staccato da Nibali e alla Mi-To non aveva visto palla, forte di una Movistar che è stata, probabilmente, la miglior squadra in gara, ha sfornato la miglior prestazione della stagione. La Movistar, oggi, era veramente sempre là davanti. Sono stati enormi.
Pogacar è un fenomeno nelle piccole cose tanto quanto nelle grandi cose (e 'sta sua qualità era evidente già nel 2017) e in gare in cui è necessario andare giù di gomito, al momento, pare imbattibile. Per me il Pogacar di oggi non era tanto più forte di quello della Milano-Torino. Il Pogi della prima settimana del Tour non sarebbe mai stato ripreso da Masnada. Credo che sia partito così presto anche per evitare un eventuale testa a testa in salita con Roglic o con Yates. Però, nelle situazioni di cui sopra è talmente bravo a non spendere nulla più del necessario, che è arrivato al momento chiave della gara molto più fresco degli altri.