[Rozzu]

Il problema, come in ogni altro aspetto in Italia è che il pesce è marcio dalla testa: in Italia la tendenza delle alte sfere dello sport e quindi del CONI, è di considerare i propri atleti colpevoli a priori. Basti pensare al caso Gibilisco per quanto riguarda il salto con l'asta, mollato totalmente dalla federazione che gli aveva negato anche il permesso di allenarsi. Gibilisco fu squalificato in primo grado, assolto in appello, condannato dal giudice di ultima istanza del CONI e poi assolto in via definitiva dal TAS di Losanna. Si guardi anche all'infelice uscita di Torri, che ha sparato a zero sul gruppo indicando come tutti dopati i ciclisti, è proprio un pregiudizio che i piani alti dello sport italiano hanno, SPESSO APPROFITTANDO DEL GRADO DI SEMI-PROFESSIONISMO DI ALCUNI SPORTIVI che svolgono la loro attività nei settori sportivi delle forze armate, e quindi sono più vulnerabili in caso di pressioni, se solo osano lamentarsi. Mi viene in mente una frase del Tenente Gallina, tratta da "La grande guerra" di Mario Monicelli: "se vinciamo questa guerra, coi mezzi che abbiamo, siamo davvero un grande esercito", la stessa può essere applicata allo sport che non implica un pallone: "se gli atleti riescono a vincere qualcosa coi mezzi che hanno, sono veramente dei campioni".

ps. se riesci a beccare Zomegnan, gli faccio trovare un percorso per il giro del Lazio coi controcazzi