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Tour de France 2013: le pagelle degli utenti
#1
Apro questa discussione per chi ha voglia di postare le proprie pagelle sulla 100° edizione della Grande Boucle

Ecco le mie pagelle (ovviamente non ho tenuto in considerazione l'ultima tappa di domani)
Pagelle Tour de France 2013

Christopher Froome: 9, domina e stradomina il Tour nelle prime due settimane, ma dalla tappa di Chorges in poi sembra calare. Normale, per uno che ha dominato la stagione in lungo e in largo, vincendo ogni corsa a tappe a cui ha partecipato, a parte la Tirreno Adriatico.

Nairo Quintana: 10, 23 anni, prima partecipazione al Tour, vince la maglia bianca e a pois ottenendo un 2° posto nella classifica generale, sprecato dalla squadra. Avrebbe potuto mettere in difficoltà Froome, ma sarà per l’anno prossimo.

Joaquim Rodriguez: 7, dopo una stagione quasi invisibile arriva al Tour e sui Pirenei sembra in difficoltà, così come nella prima cronometro. Smentisce chi lo dava per finito nella terza settimana, andandosi a prendere il lusso di staccare la maglia gialla e di guadagnarsi il podio, il suo obiettivo stagionale.

Alberto Contador: 4, le sue prestazioni non sono quelle dei suoi tempi d’oro, dice di correre per vincere ma gli unici attacchi che ha fatto sono in discesa e pianura. Supportato dalla squadra più forte del Tour si salva e nonostante sia fuori dai migliori 5 in salita ottiene un (comunque deludente) 4° posto finale grazie alla sua classe. Fa tirare tantissimo la squadra, sacrificando sia Rogers che Kreuziger senza mai abbozzare un attacco e un campione come lui non compie nemmeno il gesto di lasciare salire il suo compagno di squadra Kreuziger al 4° posto a Parigi, dopo averlo spremuto per tutto il Tour ed essere arrivato dopo di lui su ogni salita tranne l’Alpe d’Huez.

Roman Kreuziger: 8, al di sopra di ogni aspettativa si dimostra il più forte della Saxo Tinkoff, spesso fermato in salita per aiutare Contador avrebbe potuto giocare le sue carte e magari lottare per il podio. Un’eterna promessa sempre incompiuta, chissà che l’anno prossimo non sarà maturato abbastanza da essere autore di una grande prestazione pur coi gradi di capitano, che ha sempre sofferto molto.

Bauke Mollema: 7, rimane davanti in classifica nelle prime due settimane ma dimostra ancora una volta di pagare la terza settimana, coglie comunque un ottimo 6° posto.

Jakob Fuglsang: 7.5, dopo una carriera a fare il gregario si prende finalmente il lusso di affrontare una grande corsa a tappe col ruolo di leader e non delude: sempre davanti in salita, tiene bene a cronometro e finisce 7°. Lui pure in calo a fine Tour, ma ci può stare alla prima esperienza.

Alejandro Valverde: 8.5, primo umano ad Ax 3 Domaines è secondo in classifica generale quando una foratura nella tappa dei ventagli gli fa perdere 10’ e ogni ambizione di classifica. Si mette comunque in mostra, anche solo per aiutare Quintana e mantiene dei livelli che in salita non aveva mai mostrato, risalendo all’ottava posizione in classifica a Parigi.

Michal Kwiatkowski: 7, stagione incredibile per lui, davanti dalla Tirreno Adriatico, al Fiandre, alle Ardenne e pure al Tour de France. Sacrificato per lavorare per Cavendish, veste a lungo la maglia bianca di miglior giovane e rimane fino all’ultimo nei primi 10 in classifica. Cala inesorabilmente nella terza settimana, ma stringe i denti e chiude 11°.

Mikel Nieve: 7.5, in salita dimostra di essere cresciuto molto, spesso nei primi 5 anche se mai davanti. Esce di classifica a causa delle cronometro e soprattutto dei ventagli, peccato: con una maggiore attenzione sarebbe senz’altro nei primi 10.

Laurens Ten Dam: 7, la sua forma segue parallelamente quella del suo compagno di squadra Mollema: davanti sui Pirenei, paga la terza settimana ed esce dai primi 10, per lui si tratta comunque di un buon Tour.

Maxime Monfort: 7, anche lui sempre gregario, è il più costante della RadioShack e infatti finisce 14°, sempre in crescita nelle ultime stagioni potrebbe raggiungere dei buoni livelli, anche se l’età comincia a essere avanzata.

Andy Schleck: 6*, tutta la stagione altalenante, arriva al Tour ben lontano dalla condizione migliore nel tentativo di cogliere una Top 10. Si difende sul primo arrivo in salita e sembra quasi ritrovato il giorno dopo, in cui rispondeva agli attacchi in salita seguendo la ruota di Froome senza accennare una minima smorfia. Doveva essere in crescita e puntare alla terza settimana, ma sul Ventoux va in crisi perdendo oltre 10’. Sembra l’occasione per vincere qualche tappa e si mette in mostra con un ottimo attacco sulla prima ascesa dell’Alpe d’Huez, salvo poi scoppiare sulla scalata finale. Non cerca nemmeno la fuga nei giorni successivi e finisce lontano, fino a fare il gregario sull’ultimo arrivo in salita, in cui non è comunque apparso brillantissimo. Merita la sufficienza perché a marzo era quasi depresso, con il fratello squalificato, una condizione a dir poco ridicola che non migliorava e i genitori che gli dicevano di smettere col ciclismo e di farsi un’altra vita. Andy ha dimostrato che sa pensare con la sua testa e ha quantomeno avuto il carattere di andare avanti e provarci, anche se i risultati quest’anno non sono arrivati. Questi due anni possono essere l’occasione per maturare mentalmente e non ripetere gli errori che ha fatto in passato.

Jan Bakelants: 8, nessuno se lo aspettava davanti, eppure vince una tappa e veste la maglia gialla per due giorni. Cerca le fughe e si dimostra su ottimi livelli in salita, terminando tra i primi 20 nella classifica finale.

Simon Gerrans: 7.5, vince una tappa e veste la maglia gialla con la cronosquadre, dopo due giorni cede volontariamente il segno del primato al suo compagno di squadra Impey, primo sudafricano in maglia gialla.

Cadel Evans: 1, reduce da un Giro d’Italia più che positivo, l’australiano di Stabio vuole partire come capitano al Tour de France. Male ad Ax 3 Domaines, è ancora fiducioso di arrivare nei primi 10, salvo poi cambiare piano e decidere di perdere volontariamente tempo a cronometro per provare a fare qualcosa in salita: dove?

Richie Porte: 8.5, a un certo punto sembrava destinato a finire 2° a Parigi ma crolla in una tappa di montagna, rivelandosi comunque fondamentale per il suo compagno di squadra Froome e fortissimo in salita.

Tejay Van Garderen: 4, delude in classifica generale sin dalla prima tappa (fa addirittura peggio di Evans) e gestisce malissimo un’ottima opportunità di vincere all’Alpe d’Huez, attaccando inutilmente sin dal primo passaggio.

Garmin: 5, fanno quasi esplodere la corsa nella tappa di Bagnèrese de Bigorre, ma il resto del Tour corrono davvero male senza un minimo di senso tattico. Li salva Talansky che finisce nei primi 10 nella classifica generale, anche grazie a una fuga andata in porto.

Europcar: 2, sin dalla prima tappa si capisce che sono al via per vincere la maglia a pois. Un deludente Voeckler (1) ci prova raramente e dura poco, mentre Rolland (4) rinuncia alle ambizioni di classifica generale per vincere quest’altra classifica, va sempre in fuga ma sbaglia tatticamente: era ovvio che con la Sky a gestire la corsa e la gran parte dei punti distribuiti in cima agli arrivi in salita, non avrebbero ottenuto granché. Non vincono nemmeno una tappa nonostante ci abbiano provato tutti i giorni, tutto per vincere una maglia difficilissima da vincere.

Peter Sagan: 6, spessissimo 2° in tappe su misura per lui, vince “solo” una tappa, che per uno come lui è poco. Ormai deve cominciare a fare confidenza col fatto che è il più forte e tutti corrono contro di lui, e non è facile. Vince comunque abbondantemente la maglia verde, ma l’anno scorso ha senz’altro mostrato di meglio.

Mark Cavendish: 4.5, vince due sole tappe nonostante avesse tutta la squadra (e che squadra!) per lui, mostrando per la prima volta dei limiti in volata.
Marcel Kittel: 8.5, prima maglia gialla complice le cadute che hanno messo fuori gioco tutti gli altri velocisti, dimostra che non è stata solo fortuna vincendo altre due tappe andando addirittura più veloce di Cavendish, le volate probabilmente non saranno più probabilmente così nette.

Disegno del Tour de France: 8, quest’anno il percorso è stato sicuramente ben studiato e la scelta di mettere due cronometro più brevi, così come un numero maggiore di tappe di montagna e di arrivi in salita, ha sicuramente pagato dal punto di vista dello spettacolo. Per la 100° edizione mancavano le due montagne simbolo del Tour: il Galibier e il Tourmalet.
 
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Tour de France 2013: le pagelle degli utenti - da Andy Schleck - 20-07-2013, 06:51 PM

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