19-12-2015, 02:44 PM
Vadeboncoeur: «Il motorino nelle bici? È il mostro di Loch Ness»
Il vicepresidente di Trek definisce la polemica fantascienza
In occasione della presentazione della Trek Segafredo abbiamo avuto modo di parlare di ciclismo a 360° con Joe Vadeboncoeur, vicepresidente di Trek Bicycle. Tra i temi trattati nella chiacchierata non è mancata una domanda sul "doping tecnologico" vale a dire sulla possibilità che qualcuno in gruppo utilizzi i famigerati motorini. Interessante la sua risposta, che vi proponiamo: «Mi viene sempre da sorridere quando vengono mosse queste accuse. L'uso di ingegni che potrebbero aiutare la pedalata di ciclisti professionisti in gara è pura leggenda come quella del mostro di Loch Ness. Le bici elettriche che esistono in commercio non possono essere paragonate con quelle che utilizzano gli atleti in competizione, tra l'altro super controllate. Per far stare un motorino nel telaio di una bici da strada dovrebbe essere così piccolo che l'apporto che potrebbe fornire alla pedalata non supererebbe i 5' di autonomia. Non ha senso. All'epoca in cui era stato accusato Fabian (Cancellara, ndr) correva con un altro marchio di bici, che all'epoca non aveva nemmeno in produzione bici con pedalata assistita... Non diamo adito alla fantascienza».
tuttobiciweb.it
Il vicepresidente di Trek definisce la polemica fantascienza
In occasione della presentazione della Trek Segafredo abbiamo avuto modo di parlare di ciclismo a 360° con Joe Vadeboncoeur, vicepresidente di Trek Bicycle. Tra i temi trattati nella chiacchierata non è mancata una domanda sul "doping tecnologico" vale a dire sulla possibilità che qualcuno in gruppo utilizzi i famigerati motorini. Interessante la sua risposta, che vi proponiamo: «Mi viene sempre da sorridere quando vengono mosse queste accuse. L'uso di ingegni che potrebbero aiutare la pedalata di ciclisti professionisti in gara è pura leggenda come quella del mostro di Loch Ness. Le bici elettriche che esistono in commercio non possono essere paragonate con quelle che utilizzano gli atleti in competizione, tra l'altro super controllate. Per far stare un motorino nel telaio di una bici da strada dovrebbe essere così piccolo che l'apporto che potrebbe fornire alla pedalata non supererebbe i 5' di autonomia. Non ha senso. All'epoca in cui era stato accusato Fabian (Cancellara, ndr) correva con un altro marchio di bici, che all'epoca non aveva nemmeno in produzione bici con pedalata assistita... Non diamo adito alla fantascienza».
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