Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Davide Appollonio
#4
tuttoBICI. Appollonio, il nuovo che avanza
È entrato nel mondo dei professionisti quasi in punta di piedi, ma con il passare dei mesi è riuscito a raccogliere risultati importanti e ad attirare l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori. Davide Appollonio è nato ad Isernia il 2 giugno 1989 ed è infatti una delle giovani rivelazioni della stagione. Nel 2009 ha centrato quattro successi tra gli Under 23 con il Team Hopplà Seano Bellissima di Forconi e poi ha corso Giro di Gran Bre­tagna e Giro d’Irlanda tra i prof come stagista della Cervelo. È stato solo un antipasto perché il definitivo salto è avvenuto ad inizio 2010 sempre con la maglia della Cervelo. AppoJet, così lo chiamano gli amici da quando era allievo, è balzato agli onori della cronaca do­po la frazione vinta al Tour de Limousin e dopo altri interessanti piazzamenti. Il bilancio stagionale è positivo, la sua attenzione è già rivolta al domani e al futuro che lo attende con la maglia del Team Movistar.

Il 2010 è stato il tuo primo vero anno da professionista. Sei soddisfatto?
«Sì, perché ho avuto un ottimo impatto con la squadra e con la categoria. Il passaggio in un team straniero poteva nascondere delle insidie, invece la Cervelo mi ha dato fiducia permettendomi di partecipare a gare importanti e concedendomi il giusto spazio. Considerando la vittoria firmata al Tour de Limousin e altri buoni piazzamenti il bilancio non può che essere positivo».

Quali differenze hai riscontrato tra il mondo giovanile e quello dei big?
«Il salto di categoria è un passo difficile. Non ho corso i grandi giri, ma al Romandia e Delfinato ho sofferto un po’ sulla tenuta. Il ritmo è più alto e le distanze sono più lunghe rispetto ai dilettanti, ma mi sono trovato bene perché le gare hanno uno svolgimento più lineare».

Il 20 agosto hai ottenuto la tua prima vittoria nei professionisti. Raccontaci com’è andata?
«Al Giro di Polonia avevo fatto fatica, ma al Tour de Limousin ho avvertito le giuste sensazioni. Le gambe giravano e nell’ultima frazione ho anticipato lo sprint con uno scatto nel finale. Per fortuna è andata bene. Da giovane ho vinto tanto in questo modo, ma tra i professionisti è tutta un’altra storia».

Cos’hai provato?
«Ho realizzato quanto avevo fatto solo due giorni dopo perché a caldo ero emozionatissimo. Quella vittoria mi ha dato sicurezza e mi ha fatto credere di più nelle mie possibilità».

Infatti dopo hai ottenuto altri piazzamenti rilevanti..
«Con l’undicesimo posto di Plouay e il secondo di Fourmies ho mostrato continuità e capacità di competere con i più forti. Da inizio anno sono cresciuto e ho capito di avere i mezzi per conquistare più spazio. Ho tanto da imparare, ma sono felice perché ho corso in prima linea e ho accumulato esperienza».

Come ti sei trovato alla Cervelo?
«Benissimo e mi dispiace che chiuda. È stato bello correre vicino a tanti campioni ed essere considerato uno di loro. Con la Cervelo ho corso gare importanti e ho avuto possibilità che un team italiano non poteva offrirmi. Mi sono sentito stimato, sono cresciuto a livello umano e ho migliorato la mia conoscenza delle lingue. L’unico cruccio è aver corso poco in Ita­lia».

Qual è il compagno di squadra con cui hai legato di più?
«Il portoghese Joao Correia, ma con tutti ho un ottimo rapporto».

Quali sono le tue caratteristiche tecniche?
«Sono uno scattista, ma se la gamba risponde vado bene su ogni tipo di percorso. Posso dire la mia in volata, tentare un allungo nel finale e tengo bene anche in salite non troppo lunghe».

E a livello caratteriale quali sono i tuoi punti di forza?
«Se mi metto in testa una cosa, faccio di tutto per raggiungerla. Se ci riesco ok, altrimenti non voglio avere rimpianti per non averci provato. Sono testardo, orgoglioso, grintoso, ma anche umile».

Qual è la corsa dei tuoi sogni?
«La Milano-Sanremo. È una gara unica e affascinante perché è aperta a tutti. Ha un finale eccitante, in cui ogni metro è decisivo. Si può vincere nella salita del Poggio, ma anche in discesa, in pianura con uno scatto da finisseur o in volata. È lunga e completa e penso che sia adatta alle mie qualità».

Chi è stato il tuo idolo da ragazzo?
«Mi ispiro a Bettini e credo, con le debite proporzioni, di somigliargli un po’. Lui è stato un grande campione, mentre io devo ancora dimostrare tutto. Non mi illudo, ma spero di imitarlo anche come vittorie. Il mio idolo era invece Pan­tani. L’ho visto correre solo negli ultimi anni, ma la sua vicenda sportiva e umana mi ha profondamente colpito».

Bettini fa rima con nazionale. Cosa rappresenta per te la maglia azzurra?
«È un sogno e un obiettivo per il quale lottare già dal prossimo anno. Ho fatto parte della nazionale juniores e under 23 e spero di vestire la maglia azzurra anche da professionista. Rappresentare l’Italia è una piacevole responsabilità ed un motivo di orgoglio».

Quando hai cominciato ad andare in bici?
«Ho giocato a calcio per 8 anni come centrocampista e solo successivamente mi sono avvicinato al ciclismo. Mio cugino Palmerino Angelone correva e ho iniziato a fare qualche passeggiata con lui. Mi è piaciuto e alla fine del 2003 mi sono aggregato alla squadra del mio paese, il Pedale Molisano. Ero negli esordienti e vinsi quattro gare su sette».

Qual è stata l’affermazione più bella tra quelle raccolte nelle categorie giovanili?
«Ogni successo è speciale, ma il più significativo è stato quello ottenuto nella Firenze-Empoli 2009. È stato il primo tra gli Under 23 ed è arrivato in una delle corse più belle, la prima stagionale. In più venivo da un anno difficile e quella vittoria ha segnato la mia rinascita».

Chi ti ha aiutato di più nella tua crescita sportiva?
«La mia famiglia in primis e poi Riccardo Forconi. È stato il mio direttore sportivo da Juniores e da Under 23. Mi ha dato sempre consigli preziosi e anche adesso mi sta molto vicino».

Parlaci un po’ di come sei al di fuori del ciclismo. Dove vivi?
«Abito e mi alleno a Empoli, ma quando torno in Molise sto con i miei genitori Dina e Domenico e con mia sorella Giorgia che ha 17 anni. Siamo uniti e anche quando sono fuori ci sentiamo spesso per telefono. La famiglia nella mia vita conta davvero tanto».

Fidanzato?
«No. Al momento sono single».

Che rapporto hai con il tuo Molise?
«Sono fiero della mia terra e voglio portarla sempre più in alto. Sono uno dei pochi ciclisti molisani e spero che anche grazie a me altri giovani possano avvicinarsi a questo sport. La Toscana invece è il posto ideale per allenarmi ed è la mia seconda casa».

Che tipo di studi hai fatto?
«Ho preso lo scorso anno il diploma di ragioniere. Non è stato facile perché la bici mi assorbe molto a livello di testa, ma mi sono impegnato e alla fine ce l’ho fatta».

Cosa fai nel tempo libero?
«Mi piace uscire con gli amici, ma anche rilassarmi al computer o ascoltare musica, in particolare Vasco Rossi e pop. Non pratico invece altri sport. Il ciclismo è sufficiente».

Cinema o lettura?
«Non sono appassionato di film e di libri, leggo solo quotidiani e riviste».

C’è una località che ti piacerebbe visitare?
«Sicuramente Miami. È una meta che mi attira moltissimo».

A tavola come te la cavi?
«Nei periodi di gara e di allenamento ci sto attento, durante le pause mi concedo qualcosa in più».

Qual è il tuo piatto preferito?
«La pizza. Quando torno dall’estero è la prima cosa che mangio ed è sempre un piacere».

C’è un oggetto che porti sempre con te in ritiro?
«Una collana che possiedo da quattro anni e che è ormai diventata il mio portafortuna».

E uno sfizio che ti piacerebbe toglierti per una vittoria importante?
«Vado pazzo per le auto veloci e se dovessi farmi un regalo mi comprerei una bella Bmw serie 1».

Cosa rappresenta il ciclismo per te?
«È una passione che con il tempo è diventata anche una professione, è lo sport che amo, è qualcosa che è sempre in cima ai miei pensieri. I duri allenamenti non sono un peso perché la bici mi rilassa e mi consente di isolarmi dal resto del mondo».

Daniele Gigli
da tuttoBICI n. 11 - Novembre 2010
 
Rispondi
  


Messaggi in questa discussione
Davide Appollonio - da SarriTheBest - 14-09-2010, 04:11 AM
RE: Davide Appollonio - da BidoneJack - 16-11-2010, 09:28 PM
RE: Davide Appollonio - da SarriTheBest - 17-11-2010, 04:22 AM
RE: Davide Appollonio - da SarriTheBest - 30-11-2010, 04:14 PM
RE: Davide Appollonio - da Danilo M. - 04-05-2011, 08:39 PM
RE: Davide Appollonio - da Carles Puyol 3 - 22-05-2011, 11:50 AM
RE: Davide Appollonio - da Danilo M. - 22-05-2011, 08:13 PM
RE: Davide Appollonio - da Luciano Pagliarini - 14-01-2014, 04:03 PM
RE: Davide Appollonio - da Danilo M. - 14-01-2014, 04:24 PM
RE: Davide Appollonio - da SarriTheBest - 17-03-2014, 04:41 PM
RE: Davide Appollonio - da Danilo M. - 17-03-2014, 07:13 PM
RE: Davide Appollonio - da SarriTheBest - 06-10-2014, 03:43 AM
RE: Davide Appollonio - da SarriTheBest - 16-03-2015, 03:47 PM
RE: Davide Appollonio - da Carles Puyol 3 - 17-03-2015, 06:32 PM

Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)