15-03-2017, 08:02 PM
MANUEL QUINZIATO È DOTTORE IN GIURISPRUDENZA
Il bolzanino della BMC si è laureato oggi a Trento
La corona d'alloro portata a testa alta, lo sguardo fiero, l'abbraccio orgoglioso di mamma e papà: Manuel Quinziato si è laureato oggi in Giurisprudenza.
«Sono davvero molto felice per essere riuscito a portare a termine un corso di studio impegnativo: non ho mai mollato nonostante ritiri, allenamenti e gare, anzi confesso che l'esperienza sportiva mi ha insegnato quanto contano organizzazione e motivazione.».
Bolzanino, classe 1979 e professionista dal 2002, Manuel si è laureato all'Università di Trento con una tesi di laurea dal titolo "L'ordinamento sportivo e i rapporti tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria" che gli è valsa il voto finale di 95/110.
«La salute è un diritto: tra controlli e reperibilità il ciclismo ha fatto tanto e la garanzia è che questo sia un mondo pulito. Il problema del doping è stato risolto, ora è necessario concentrarsi per migliorare l'immagine del nostro movimento».
Accantoa lui i genitori Marilena e Dino, per i quali c'è stato un pensiero speciale: «Sono stati fondamentali per la carriera sportiva visto che mi hanno portato in giro per tutta Italia e sono stati un esempio che mi ha spronato a terminare gli studi. Spero di poter riuscire a fare io altrettanto per mio figlio Gabriel. Ho ben chiaro quale sarà il mio futuro una volta sceso dalla sella: inizio la pratica di avvocato per diventare procuratore sportivo. Vorrei anche essere un esempio per i più giovani e motivarli a proseguire la loro esperienza come studenti. La carriera professionistica è piena di incognite, costruirsi un futuro alternativo è importante. E poi non bisogna di menticare che, in ogni caso, la carriera sportiva non dura tutta la vita».
Nemmeno prima della laurea, comunque, la bicicletta è rimasta fuori dalla vita di Manuel: «Dopo aver ripassato - ammette Quinziato - ho scaricato un po' di tensione pedalando, è l'antistress più efficace. E poi sabato c'è la Milano-Sanremo: se in gruppo non mi chiamano dottore, non mi giro più...»
tuttobiciweb.it
Il bolzanino della BMC si è laureato oggi a Trento
La corona d'alloro portata a testa alta, lo sguardo fiero, l'abbraccio orgoglioso di mamma e papà: Manuel Quinziato si è laureato oggi in Giurisprudenza.
«Sono davvero molto felice per essere riuscito a portare a termine un corso di studio impegnativo: non ho mai mollato nonostante ritiri, allenamenti e gare, anzi confesso che l'esperienza sportiva mi ha insegnato quanto contano organizzazione e motivazione.».
Bolzanino, classe 1979 e professionista dal 2002, Manuel si è laureato all'Università di Trento con una tesi di laurea dal titolo "L'ordinamento sportivo e i rapporti tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria" che gli è valsa il voto finale di 95/110.
«La salute è un diritto: tra controlli e reperibilità il ciclismo ha fatto tanto e la garanzia è che questo sia un mondo pulito. Il problema del doping è stato risolto, ora è necessario concentrarsi per migliorare l'immagine del nostro movimento».
Accantoa lui i genitori Marilena e Dino, per i quali c'è stato un pensiero speciale: «Sono stati fondamentali per la carriera sportiva visto che mi hanno portato in giro per tutta Italia e sono stati un esempio che mi ha spronato a terminare gli studi. Spero di poter riuscire a fare io altrettanto per mio figlio Gabriel. Ho ben chiaro quale sarà il mio futuro una volta sceso dalla sella: inizio la pratica di avvocato per diventare procuratore sportivo. Vorrei anche essere un esempio per i più giovani e motivarli a proseguire la loro esperienza come studenti. La carriera professionistica è piena di incognite, costruirsi un futuro alternativo è importante. E poi non bisogna di menticare che, in ogni caso, la carriera sportiva non dura tutta la vita».
Nemmeno prima della laurea, comunque, la bicicletta è rimasta fuori dalla vita di Manuel: «Dopo aver ripassato - ammette Quinziato - ho scaricato un po' di tensione pedalando, è l'antistress più efficace. E poi sabato c'è la Milano-Sanremo: se in gruppo non mi chiamano dottore, non mi giro più...»
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