01-06-2017, 08:29 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 01-06-2017, 08:32 PM da Des.)
Il mio voto nel complesso è negativo.
Innanzitutto a me Pancani e Martinello non piacciono, non li rivaluto solo per il confronto con Aiello e Magrini (posto che Riccardo si ama a prescindere). Soprattutto è la saccenza, di entrambi ma soprattutto di Pancani, che trovo insopportabile. Oltre al fatto che troppo spesso si perde in divagazioni senza stare attento a ciò che accade in corsa. E se qualcuno glielo fa notare, si inalbera anche. La partigianeria purtroppo è necessaria, la capisco anche se spesso e volentieri rende il racconto poco aderente alla realtà.
Non mi è dispiaciuto "Villaggio di partenza", grazie anche ad un Di Bella all'altezza del ruolo, ma trovo inconcepibile che sia andato più volte in differita, con la corsa già iniziata da un pezzo. Che senso aveva? Magari per far vedere in concomitanza con la registrazione del programma e l'inizio reale della corsa, la replica della tappa del giorno precedente.
Saligari molto bene, lo apprezzo fin dai tempi di Eurosport e Bike Channel. De Luca è spigliato, non mi dispiace però non trovo accettabile un inglese di così basso livello. Gli serve per lavoro, perferzionarsi non è un'impresa così impossibile. Stesso problema anche per gli altri due inviati di cui colpevolmente adesso non ricordo i nomi. Dal punto di vista della padronanza delle lingue invece molto bene la new entry Rizzato.
La "Grande Corsa" merita un capitolo a parte. Stimo Rosolino atleta, un grandissimo, ma con il ciclismo non c'entra niente. Lollobrigida idem come sopra ma essendo un giornalista ci si aspetterebbe un tentativo di informarsi della materia trattata invece ogni cosa che diceva, relativa alla corsa ed ai corridori, mi sembrava improvvisata. Beh, si affidava al Professor Pancani (pausa scenica). Laura Betto promossa, non solo per l'avvenenza. Alla fine in quel contesto emergeva anche per conoscenza della materia. Signor Brambilla NG.
La ratio della "Grande Corsa" è chiara, avvicinare un pubblico più generalista ma la sua collocazione, oscurando la tappa, è stata troppo penalizzante per gli appassionati di sempre. Probabilmente sarebbe stato più giusto continuare a trasmetterla su Rai Sport1 nel mentre tanto chi poteva, ciòè chi aveva a disposizione Eurosport oppure poteva utilizzare il sito della Rai (benedetto in tante occasioni), girava canale per guardare la corsa. Tanti momenti anche importanti e significativi sono andati persi. A volte per via della "Grande Corsa", a volte invece per il lancio della pubblicità. Lì la componente sfiga ha contribuito.
Non bene il GPS, raramente affidabile, ed anche la grafica con la ciliegina sulla torta del "countdown per la maglia rosa" totalmente ad cazzum.
Non c'entra esattamente con la Rai ma sottolinierei ancora una volta l'inadeguatezza del sito del Giro d'Italia. Incredibile che nel 2017 non ci sia la possibilità di avere un live all'altezza (soprattutto durante le prove contro il tempo) o che ci sia bisogno di aspettare ore per avere un ordine di arrivo completo.
Non giudico il "Processo" perchè l'ho seguito poche volte.
Innanzitutto a me Pancani e Martinello non piacciono, non li rivaluto solo per il confronto con Aiello e Magrini (posto che Riccardo si ama a prescindere). Soprattutto è la saccenza, di entrambi ma soprattutto di Pancani, che trovo insopportabile. Oltre al fatto che troppo spesso si perde in divagazioni senza stare attento a ciò che accade in corsa. E se qualcuno glielo fa notare, si inalbera anche. La partigianeria purtroppo è necessaria, la capisco anche se spesso e volentieri rende il racconto poco aderente alla realtà.
Non mi è dispiaciuto "Villaggio di partenza", grazie anche ad un Di Bella all'altezza del ruolo, ma trovo inconcepibile che sia andato più volte in differita, con la corsa già iniziata da un pezzo. Che senso aveva? Magari per far vedere in concomitanza con la registrazione del programma e l'inizio reale della corsa, la replica della tappa del giorno precedente.
Saligari molto bene, lo apprezzo fin dai tempi di Eurosport e Bike Channel. De Luca è spigliato, non mi dispiace però non trovo accettabile un inglese di così basso livello. Gli serve per lavoro, perferzionarsi non è un'impresa così impossibile. Stesso problema anche per gli altri due inviati di cui colpevolmente adesso non ricordo i nomi. Dal punto di vista della padronanza delle lingue invece molto bene la new entry Rizzato.
La "Grande Corsa" merita un capitolo a parte. Stimo Rosolino atleta, un grandissimo, ma con il ciclismo non c'entra niente. Lollobrigida idem come sopra ma essendo un giornalista ci si aspetterebbe un tentativo di informarsi della materia trattata invece ogni cosa che diceva, relativa alla corsa ed ai corridori, mi sembrava improvvisata. Beh, si affidava al Professor Pancani (pausa scenica). Laura Betto promossa, non solo per l'avvenenza. Alla fine in quel contesto emergeva anche per conoscenza della materia. Signor Brambilla NG.
La ratio della "Grande Corsa" è chiara, avvicinare un pubblico più generalista ma la sua collocazione, oscurando la tappa, è stata troppo penalizzante per gli appassionati di sempre. Probabilmente sarebbe stato più giusto continuare a trasmetterla su Rai Sport1 nel mentre tanto chi poteva, ciòè chi aveva a disposizione Eurosport oppure poteva utilizzare il sito della Rai (benedetto in tante occasioni), girava canale per guardare la corsa. Tanti momenti anche importanti e significativi sono andati persi. A volte per via della "Grande Corsa", a volte invece per il lancio della pubblicità. Lì la componente sfiga ha contribuito.
Non bene il GPS, raramente affidabile, ed anche la grafica con la ciliegina sulla torta del "countdown per la maglia rosa" totalmente ad cazzum.
Non c'entra esattamente con la Rai ma sottolinierei ancora una volta l'inadeguatezza del sito del Giro d'Italia. Incredibile che nel 2017 non ci sia la possibilità di avere un live all'altezza (soprattutto durante le prove contro il tempo) o che ci sia bisogno di aspettare ore per avere un ordine di arrivo completo.
Non giudico il "Processo" perchè l'ho seguito poche volte.