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BRIATORE, MUSK et similia ... Opinioni (IM)POPOLARI
#21
Ma cosa smentiscono i dati sopra che prendono in esame contratti che oggi mai nessuno si sognerebbe di fare?

Ingegnere oggi che entra nel mercato del lavoro piglia 1200 best case scenario, come da famosa testimonianza della tipa che ha rifiutato 750, uno che entra nella falegnameria del padre prende agile il doppio.


Peraltro uno che va a fare l'ingegnere in F1 è un Enfant Prodige dell'ingegneria e di certo non esce dall'università di Frosinone o di Piacenza.
 
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#22
Avarage guadagno medio di un ingegnere in Italia una decina di anni fa, cito da altro forum in cui scrivo ove hanno riportato virgolettato di CALENDA (quando era ministro) a riguardo, è 38500 euro. Media europea è sui 50000.

Ma era un numero destinato a scendare.

Infatti oggi è sceso: https://it.talent.com/salary?job=ingegne...20all'anno.

E temo pure che si parli di lordo.
 
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#23
Peraltro, riprendendo Briatore, che non è un coglione, nonostante a gente tipo Leonardo Civitella piaccia pensare il contrario (non a caso 200 milioni in banca e i trofei di F1 in camera ce li ha Briatore, mentre i suoi critici passano le giornate su Twitter), qui siamo di fronte a un problema culturale.

Nel momento in cui io datore di lavoro cerco cinque ingegneri e ho 100 candidati, le regole le detto io. E siccome questa è la situazione da anni ormai, le regole diventano sempre più penalizzanti per i candidati.

Nel mentre trovare un idraulico o un elettricista è diventata un'impresa.

Se una parte di quei 100, anziché passare la vita a fare i precari, andasse a fare altro, ovviamente il mercato del lavoro si riequilibrerebbe.

E qui veniamo al problema culturale. A questi snob del cazzo si è insegnato che se fai l'elettricista, il muratore, il falegname, il cameriere, l'idraulico vuol dire che non sei abbastanza intelligente. Infatti il coglione del tweet nel primo post dice che queste figure non sono capaci di sviluppare un pensiero critico. Per loro andare a fare questi lavori è un qualcosa di degradante, è una roba per terrapiattisti, noVax, fascisti e tutte quelle categorie che hanno creato appositamente (perché se generalizzano loro va bene) per sentirsi più intelligenti.

E poi via di retorica sul lavoro dei sogni ecc...

Meglio fare il lavoro dei sogni, vivere con la mamma e girare con la Uno, o fare l'elettricista, vivere da solo e girare con l'Audi?

Santo sia Jokic che fa davvero un lavoro dei sogni e dopo aver raggiunto il gotha partendo dal nulla ti viene a dire che il basket è solamente una cosa in cui è bravo e che ciò che conta veramente nella vita è altro. La testa sulle spalle di un ragazzo al quale, da bambino, tiravano le bombe in testa. Altra cosa rispetto ai tripponi nostrani che sono cresciuti nella bambagia totale.

Io sono un provocatore nato e mi piace andare a colpire i miserabili che studiano filosofia o storia laddove fa più male, sventolandogli sotto il naso quel lusso che loro dotti coglioni non possono permettersi. Ma parlando seriamente: a 'sta gente, l'idea di farsi una famiglia, ad esempio, proprio non piace? E l'idea di avere una casa propria? O quantomeno quella di non pesare sempre sui genitori.

Verza vive in un paese dritto come la Svizzera e non può capire.

Ma qua con la narrazione sul lavoro dei sogni, con quella sull'importanza dell'università e quella sulla non importanza della famiglia, stanno rendendo la gente precaria a vita. E questi sono là che applaudono felici pensando che il problema sia un Briatore che, giustamente, gli dice di darsi una svegliata.

Se un laureato che trova lavoro nel suo settore a 750 euro al mese provasse per davvero a fare l'elettricista, magari scoprirebbe che fare l'elettricista prendendo i soldi che prende un elettricista e facendo la vita dell'elettricista, non è così male. Magari poi si trova la morosa, magari poi inizia a uscire più spesso con gli amici frequentando locali anche bellini, magari si fa qualche regalo che col vecchio salario non poteva permettersi, magari va a vivere da solo, magari si fa pure una famiglia. E magari scopre che stare chiuso in una stanza a lavorare ore e ore per 750 euro al mese, qualunque fosse il lavoro, non era propriamente l'aspirazione della sua vita.
 
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#24
Parlando per me, per fare poi un'analisi più ampia..

Il discorso di Luca è parzialmente condivisibile, soprattutto nella misura in cui viene ormai vissuta come un'onta il non esserdi realizzato attraverso una laurea. Ormai essere dottori è un premio ambito come un titolo nobiliare e il non esserlo è da sottosviluppati.
Conosco ragazzi non laureati che provano vergogna nel dirlo. Li conosco in ambito lavorativo e hanno, giustamente, le mie stesse identiche mansioni. E doversi giustificare nel dire non ho una laurea è veramente un qualcosa che lascia basiti.

Io credo che molte persone perdano il focus sul quale sia la loro felicità. Molta gente che si iscrive alle facoltà, umanistiche o scientifiche che siano, e passa anni agonizzando e temendo di andare fuori corso di fatto è infelice di stare lì. Mentre magari con lavori manuali, pratici o di relazione con una clientela sarebbero più soddisfatti. 

Io comunque non penso che esista qualcosa che dia felicità a chiunque e mi riferisco in particolar modo al lusso. Non mi interessa avere il suv, non mi interessa avere la punto, non mi interessa pranzare con le ostriche e non voglio neanche vestiti firmati. E oltretutto non voglio nemmeno dare alla luce un figlio su cui caricare delle responsabilità.

Quello che voglio, lavorando, è la libertà di fare quello che mi piace nei momenti in cui posso farlo. Per me fare quello che piace significa: acquistare libri, viaggiare in treno o in pullman o con mezzi di fortuna per scoprire posti nascosti, scrivere articoli, mangiate una pizza o al ristorante etnico (o vegano perché no?) con gli amici, andare a teatro ogni tanto, andare in bici...

Datemi questo con i 1700 che prendo attualmente e sono felice, ma come una pasqua proprio.
 
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#25
Non ho finito: io in università provavo veramente piacere. Piacere intellettuale se vogliamo ma ci stavo bene. Il problema è che l'università italiana è un luogo appestato da un vergognoso sistema clientelare in cui prosegue negli studi e sale di livello chi ha dietro una famiglia talmente ricca da permetterlo.
Dunque la storia dell'operaio che vuole il figlio dottore non è per niente risolta. Perché il sistema scolastico italiano quante persone poco abbienti riesce a portare ai piani alti del sapere accademico? 0%
E quando penso all'università da un lato sale la nostalgia, sale la volontà di prendermi una seconda laurea o una scuola di specializzazione coi miei soldi, dall'altro c'è il vomito al pensiero dei soggetti che dovrò incrociare: ricchi lecchini rigorosamente schierati con tutto ciò che risulti politicamente corretto, il cui pensiero critico è sempre mutuato da pensieri altrui.
 
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#26
(30-06-2023, 07:54 PM)Giugurta Ha scritto: Parlando per me, per fare poi un'analisi più ampia..

Il discorso di Luca è parzialmente condivisibile, soprattutto nella misura in cui viene ormai vissuta come un'onta il non esserdi realizzato attraverso una laurea. Ormai essere dottori è un premio ambito come un titolo nobiliare e il non esserlo è da sottosviluppati.

Qua sono d'accordissimo. E dico che questo parte anche dalle superiori, dove fare un istituto tecnico o simili per poi andare a lavorare sembra etichettare una persona come meno capace.

Anche perchè ognuno di noi ha abilità diverse, e se non sei adatto a studiare, forse è probabile che in lavori manuali e simili riesci a rendere al meglio. E viceversa, nessuno è uguale, per fortuna.
Ad esempio un mio amico aveva provato a fare l'università, dopo un anno e mezzo che non era riuscito a passare un semestre è andato a fare il meccanico e finalmente ha trovato la sua strada e ciò che riusciva a fare meglio.
 
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#27
(30-06-2023, 06:02 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Io sono un provocatore nato e mi piace andare a colpire i miserabili che studiano filosofia o storia laddove fa più male, sventolandogli sotto il naso quel lusso che loro dotti coglioni non possono permettersi. 

mamma mia che tristezza
 
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#28
(30-06-2023, 07:54 PM)Giugurta Ha scritto: Io comunque non penso che esista qualcosa che dia felicità a chiunque e mi riferisco in particolar modo al lusso. Non mi interessa avere il suv, non mi interessa avere la punto, non mi interessa pranzare con le ostriche e non voglio neanche vestiti firmati. E oltretutto non voglio nemmeno dare alla luce un figlio su cui caricare delle responsabilità.

Quello che voglio, lavorando, è la libertà di fare quello che mi piace nei momenti in cui posso farlo. Per me fare quello che piace significa: acquistare libri, viaggiare in treno o in pullman o con mezzi di fortuna per scoprire posti nascosti, scrivere articoli, mangiate una pizza o al ristorante etnico (o vegano perché no?) con gli amici, andare a teatro ogni tanto, andare in bici...

Datemi questo con i 1700 che prendo attualmente e sono felice, ma come una pasqua proprio.

Certe cose, finché non hai modo di provarle, non ti piacciono.

Andare via con la macchina, soprattutto se questa è una macchina di qualità (e non serve un suv della Lamborghini, basta una comoda Renault o Peugeot), sarà sempre meglio che girare coi mezzi pubblici. Mangiare ostriche bevendo champagne sarà sempre meglio che mangiare vegano.

Altra cosa sono le passioni che uno ha. Certamente c'è chi ama le auto e fare festa e chi, invece, preferisce leggere e stare per conto suo. Però anche il secondo può coltivare meglio le sue passioni se guadagna tanti soldi.

È inutile girarci intorno, il denaro è il motore del nostro mondo. La storia per cui si può essere felici se si fa il lavoro dei propri sogni prendendo 1200 euro al mese è una puttanata pazzesca, che viene usata per addolcire la pillola ai poveretti che 'sta supposta la prendono nel culo.

Il mondo di 20/30/40 anni fa non era più bello perché avevi più possibilità di comprarti un suv. Era più bello perché avevi molte più possibilità di partire da zero e realizzarti. Non solo nel modo in cui lo hanno fatto Berlusconi e Briatore, ma anche solamente nella maniera in cui lo hanno fatto tanti piccoli artigiani e commerciati che sono riusciti a creare attività solide che ancora oggi danno da mangiare alle loro famiglie.
 
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#29
Cozze e Falanghina >>>>>>>>>> Ostriche e champange Sisi 
(ma anche Porchetta e birra Peroni >>>>>>>>>> Ostriche e champagne Sisi )
 
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#30
In ristorante ti faccio anche Cozze e Falanghina se vieni Ghgh
 
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#31
Comunque il problema è anche scolastico: non c'è nessuna corrispondenza tra scuola e lavoro, qualunque esso sia.

In più non si può pretendere che un ragazzo delle medie decida in quel momento il futuro della sua intera vita, a 14 anni è normale non avere la giusta maturità e consapevolezza per fare una scelta ponderata, senza influenze dall'esterno.
 
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#32
ma i numeri del buon pagliarini da dove vengono? universita' della vita? Asd

ora mi tocca pure leggere che un falegname guadagna piu' di un ingegnere santoddio
 
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#33
comunque uno fa il falegname se gli va, non perche lo dice il babbo o (peggio) briatore.
un ingegnere in italia ha molte possibilita' ed è uno dei lavori meglio pagati e puoi crescere nel tempo. certo è tutto relativo, i salari italiani (anche considerando il costo della vita) non sono buoni, ma ingegneri a morir di fame ancora non ne ho visti.

altra cosa sottovalutata è la possibilità che una laurea ti da (generalizzo, non sono tutte uguali) di rivenderti a livello globale. Un ingegnere con 10 anni di esperienza in italia magari prende tra i 35 e i 50k (a meno che non lavori nel paesello in un'aziendina padronale di 4 persone), in Germania puoi tranquillamente aggiungere 30k e la vita costa uguale. in svizzera sei tranquillamente tra i 110 ed i 130 anche se poi il costo della vita è piu' alto e quindi non si puo' paragonare direttamente.

senza menzionare l'opportunita' di crescere come persona, specie se vai a studiare lontano da casa. forse è la cosa piu' importante ma è anche altamente soggettiva.

edit: aggiungo un aneddoto personale. pochi mesi fa ho fatto dei colloqui. considerate che io lavoro a Zurigo con un salario diciamo di 1.00, ho fatto colloqui per una importante azienda farmaceutica in Germania, nei pressi di Francoforte, salario negoziato 0.85 (aveva molto senso, la vita è piu' economica in germania). alcuni mesi prima sono stato approcciato dalla mia vecchia azienda a milano (multinazionale settore ingegneria e costruzione) e da un'altra azienda, non ero interessato ad andare ma ero curioso di capire quanto potevano offrire in italia quelle posizioni. entrambe erano intorno allo 0.40-0.45 di quello che mi danno a Zurigo.

scrivo questo per dire che la possibilita' di vivere una vita fuori dai confini del proprio comune di nascita (come nel caso del falegname) è anche essa un qualcosa che una persona vuole o puo' ricercare. non si puo' ridurre la decisione di non continuare la falegnameria del babbo come una scelta di vista puramente lavorativa. non lo è. e se ti va di farlo e non ti vanno bene i salari italiani (a me da piu fastidio la mentalita' del lavoro italiana) puoi muoverti e trovare ambienti interessanti e che offrono buona remunerazione e vivere la tua vita dove cavolo ti va
 
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#34
Com'era quella cosa di Michael Jackson coi popcorn?
 
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#35
https://www.lastampa.it/cronaca/2023/06/...-12870543/

Ma andasse a fare la muratrice!
 
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#36
(01-07-2023, 08:43 PM)And-L Ha scritto: ma i numeri del buon pagliarini da dove vengono? universita' della vita? Asd

ora mi tocca pure leggere che un falegname guadagna piu' di un ingegnere santoddio

Un falegname in proprio guadagna più di un ingegnere alle prime armi, quindi tutti i falegnami guadagnano più di tutti gli ingegneri checché ne dicano le stime fatte dalle ditte specializzate
 
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#37
(01-07-2023, 09:16 AM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Andare via con la macchina, soprattutto se questa è una macchina di qualità (e non serve un suv della Lamborghini, basta una comoda Renault o Peugeot), sarà sempre meglio che girare coi mezzi pubblici. Mangiare ostriche bevendo champagne sarà sempre meglio che mangiare vegano.
Se tu necessiti di un certo grado di lusso per essere felice (il che mi pare evidente dai tuoi messaggi e in realtà credo tu non abbia problemi ad ammetterlo), va benissimo così, ma non significa che ciò valga per tutti. Di nuovo proietti i tuoi gusti sul resto della popolazione, che include sicuramente gente che la pensa come te, ma anche gente che ha idee, gusti e fonti di felicità diverse dalla tua, spesso facendo la morale agli altri generalizzando non senza abbondare dei più tipici strawman arguments 

Ti potrei citare un piccolo banale esempio di un matematico che ha risolto un problema valido 1m di dollari e uno dei premi più importanti a livello universitari, ma se ne è sbattuto altamente non andando nemmeno a ritirare il premio. Tu dirai che è un coglione perché non concepisci la scelta. Non la concepisco nemmeno io, ma accetto che c'è gente diversa da me e che viene resa felice da altre cose senza giudicarla o fargli la morale. E così a occhio il mio fegato sta piuttosto meglio

https://www.quora.com/Why-did-Grigori-Pe...elds-Medal
 
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#38
I numeri li ho riportati sopra. Comunque basta parlarci con questi ingegneri.

https://www.google.com/amp/s/video.corri...7ab781/amp

Poi oh, se 35k l'anno, a 40 e passa anni, sono tanti alzo le mani. E spero almeno siano netti.

Il problema è che voi conoscete solo il magico mondo dell'università, dove vi hanno detto che siete belli, bravi, intelligenti, mentre gli altri sono feccia.

Pigliamo per il culo la gente parlando di università della vita lol.

Conosco gente laureata all'università della vita che con una piccola impresa a conduzione familiare si fa su 500 k all'anno.

E conosco gente che è partita da un piccolo laboratorio e ora fattura miliardi di euro.

Ma vuoi mettere tutto questo con la bellezza di andare a vivere a millemila chilometri da casa mia per potermi far su due soldi.

Saranno i miei gusti. Ma saranno i miei gusti perché sono uno dei pochi qua che le due realtà le ha toccate con mano. Mentre a voi vi hanno insegnato che piegandovi a 90 davanti al pensiero dominante, con la vostra bella laurea in tasca, siete intelligenti, al contrario di chi non ce l'ha che è un ignorante e magari anche un novax o un salviniano o qualsiasi altra etichetta che è stata coniata per determinati gruppi di persone e che, per qualche strano motivo, si può usare.

Guai, però, se qualche ignorante percula voi perché, alla fine della fiera, sta meglio di voi.

Mister V. continua a ripetere concettini da quinta elementare sulla felicità, il fegato e altre amenità, senza ancora averci capito una mazza. Questa deriva non è che mi dà fastidio. A me non frega un cazzo. È un problema del mercato del lavoro, che sta andando allo sfascio. Poi se sta gente è contenta così cazzi loro. Ma non vengano a rompermi i coglioni con la patrimoniale, con la secessione dei ricchi, il reddito universitario, il reddito di cittadinanza e altre cazzate. Tu (non tu V, che coi soldi dei tuoi campi per tre vite, tu avarage tizio medio che sta nel tritacarne) vivi felice senza un euro in tasca? Benissimo, ma tieni lontano le mani dalle mie tasche se, poi, per caso ti servono due euro.
 
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#39
Si però non è che uno così a caso si mette a fare chessò l'elettricista e riesce ad avere successo dal punto di vista economico automaticamente. E' molto difficile, bisogna avere molte abilità.
Non è facile neanche lì, così come non è facile con l'università.

E tra l'altro se entri a lavorare per qualcuno non è che guadagni chissà quanti soldi, anzi.


Che poi non c'entra niente con il discorso del sentirsi superiori per aver fatto/star facendo l'università, dato che è un discorso insulso e condivido quello che avevi detto anche precedentemente.
 
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[+] A 1 utente piace il post di cigolains
#40
Il fatto è che per certi lavori la concorrenza, oggi, è sterminata.

Trovare un idraulico, un elettricista, un falegname, oggi, è un'impresa. Per cui direi che il margine di manovra è molto più ampio.

Un giornale, per restare nel mio ex settore, è arrivato al punto che può addirittura permettersi di non pagarli i dipendenti.

Se a 18 anni vai a fare l'idraulico da dipendente impari un mestiere e prendi dei soldi che se li sai gestire, nell'arco di dieci anni, diventano un bel bottino. Perché i 1200 del 18enne non sono i 1200 del 30enne. E a 30 anni hai esperienza e fondi per metterti in proprio e fatturare bene.

Mentre un ingegnere bravo arriva a prendere bei soldi passati i 40, mentre un giornalista bravo continuerà a lavorare per due spicci tutta la vita. E il laureato in filosofia continuerà a fare il filosofo su Twitter col RDC fino a quando non gli daranno la pensione.
 
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