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BRIATORE, MUSK et similia ... Opinioni (IM)POPOLARI
#61
(02-07-2023, 05:15 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Peraltro, once again, io non devo prendere per il culo i poveraccio che pretendono di spiegare la vita a Briatore. Però se facessi un topic per prendere per il culo i Salviniani o i No Vax andrebbe bene, no?

Io di sicuro non approverei, come al solito vedi due studentelli arroganti su Twitter e generalizzi.

Se ti va di informarti un pochino prima di sparare altre sentenze basate sul nulla ( Asd Asd Asd  ) vai ad esempio nel topic del tennis a leggere quello che ho scritto su Djokovic (tennista/personaggio che mi è sempre piaciuto 0 )
 
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#62
(02-07-2023, 02:57 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Bisogna pagare per leggere più di un tot di tweet


avviserei le farmacie della tua zona di ordinare qualche camion in meno di farmaci contro la cirrosi epatica
 
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#63
Il problema è che gli studentelli arroganti non sono due.

Lo sfigato del primo post ha 1400 like.

Ripeto: è purtroppo un problema generazionale e culturale, alimentato da una determinata parte politica e mediatica, come sottolineava giustamente Briatore.

Ed è un problema che sta portando al collasso del mercato del lavoro.

Io, forte del fatto di avere avuto un po' di fortuna nella mia vita, mi sono fatto da parte. E non potevo fare scelta migliore. Tanti altri stanno finendo male....e pretendono di continuare a spiegare la vita agli altri.
 
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#64
'Sta ironia da elettore di Calenda temo non faccia ridere nessuno.
 
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#65
Penso che uno dei problemi principali da risolvere nella vita sia capire cosa realmente vogliamo essere, cosa vogliamo fare e cosa invece siamo portati (o forzati) a fare per condizionamenti esterni di vario genere o per passioni momentanee. 

Evidentemente Pagliarini ha da poco tempo iniziato a seguire la strada che più gli dà soddisfazione. Intraprendere questa strada però gli ha lasciato un fondo di rabbia ed amarezza per gli anni trascorsi seguendo altre ambizioni. 

Vorrei assicurargli che arriverà anche la fase in cui farà pace con quel passato e lo accetterà, come è giusto che sia.
 
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#66
Ho unito i topic, vista la similitudine nel tema.

Spero tutti possano commentare alla discussione, non vorrei averla inavvertitamente chiusa
 
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#67
(02-07-2023, 10:08 PM)Giugurta Ha scritto: Penso che uno dei problemi principali da risolvere nella vita sia capire cosa realmente vogliamo essere, cosa vogliamo fare e cosa invece siamo portati (o forzati) a fare per condizionamenti esterni di vario genere o per passioni momentanee. 

Evidentemente Pagliarini ha da poco tempo iniziato a seguire la strada che più gli dà soddisfazione. Intraprendere questa strada però gli ha lasciato un fondo di rabbia ed amarezza per gli anni trascorsi seguendo altre ambizioni. 

Vorrei assicurargli che arriverà anche la fase in cui farà pace con quel passato e lo accetterà, come è giusto che sia.

True sul secondo paragrafo.

Falso il terzo.

Ma mi sono svegliato in tempo, per cui mi dà meno fastidio. Se la vivranno peggio quelli che capiranno certe cose a 45 anni.
 
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#68
IT AIN'T MEE IT AIN'T MEEE
I'M NO CARPENTER'S SON
IT AIN'T MEE IT AIN'T MEEE
I'M NO FORTUNATE ONE
 
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[+] A 1 utente piace il post di BidoneJack
#69
(02-07-2023, 05:37 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Il problema è che gli studentelli arroganti non sono due.

Lo sfigato del primo post ha 1400 like.

Ripeto: è purtroppo un problema generazionale e culturale, alimentato da una determinata parte politica e mediatica, come sottolineava giustamente Briatore.

Ed è un problema che sta portando al collasso del mercato del lavoro.

Io, forte del fatto di avere avuto un po' di fortuna nella mia vita, mi sono fatto da parte. E non potevo fare scelta migliore. Tanti altri stanno finendo male....e pretendono di continuare a spiegare la vita agli altri.

Comunque posso dire una cosa riguardo ai numeri? Secondo me su Twitter banalmente fai 1400 like perché ci sono tutti gli studenti se rimaniamo a parlare di studenti, che sono anche "attivisti" o simili.

Ma all'università, e parlo per esperienza personale, anche in una grande come la mia, c'è veramente un disinteresse generale della maggior parte degli studenti verso questi pensieri e anche quelli opposti. Per dire, alle elezioni dei rappresentanti studenteschi c'è stata una affluenza ridicola, e si che dove si poteva votare era durante le lezioni e mi sa, non lo so bene, in aule dentro ogni dipartimento.

Ovviamente pensiero personale dato da impressioni e alcuni dati del mio piccolo. Perché onestamente snche io, sbagliando o meno, non è che mi sia interessato a fondo di certe dinamiche sia per mancanza di voglia/tempo/interesse.
 
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#70
Gli studenti attivisti di Twitter sono la punta dell'iceberg.

E' vero che non sono manco tantissimi, ma sono rumorosi. Infatti quel Social Network lo hanno occupato.

E un altro problema è che per fare carriera in certi ambienti devi pensarla come loro. Uno Stefano Rizzato, per esempio, non si fa alcun problema a parlare di politica sui social. Hai mai visto un giornalista non politico di destra sui social? Verrebbe seppellito vivo da 'sta gente.

Gli studenti non attivisti, purtroppo, sono in buona parte anch'essi figli del sistema. Si va all'università perché si ha paura di lasciare la strada vecchia (scuola) per quella nuova (lavoro). Si va all'università perché, come dicevamo nei giorni scorsi, se fai l'idraulico, il fabbro o l'elettricista devi essere uno intellettualmente poco dotato.

E', purtroppo per me, anche la mia di storia. Che è figlia, ovviamente, di molti fattori. Io le capacità per fare il lavoro che mi ero scelto le avevo davvero e credo sia innegabile. E il 2013/2014, periodo in cui ho iniziato l'università, è stato il momento peggiore per l'imprenditoria veneta. E non vi era certo la certezza che da lì a 10 anni sarebbe tornato tutto come prima. Per cui si è voluto provare una strada diversa.

Però quando entri in quello che è un meccanismo culturale perverso, uscirne è difficile, perché sei all'interno di una gabbia dorata. La tua realtà fa schifo, ma ti raccontano che è bella, che va bene e che ciò che è al di fuori non è all'altezza.

Io certe cose le avevo già capite quando nel 2018, a un master che frequentai, incontrai giornalisti 45enni iscritti all'albo disoccupati che vivevano ancora con la mamma. La gente pensa "Io sono troppo bravo, a me non succederà". Ma la verità è che in un mondo così precario come quello di queste professioni, anche il più bravo di tutti può finire inculato.

Tuttavia, ci fa più paura l'idea di finire dalla parte degli ignoranti. Del resto i giornalisti messi peggio economicamente in relazione all'età, tra quelli che ho conosciuto, passavano le loro giornate sui social a insultare le solite note categorie. Gente che a 50 anni fa fatica a farsi su 1000 euro al mese e pensa che i coglioni siano quelli che non vogliono l'immigrazione clandestina o l'utero in affitto.

E allora meglio rimanere lì, nel brodino, senza nulla di concreto tra le mani, ma con la possibilità di sentirsi sempre nel giusto.

Io ho perso tutte le battaglie che ho intrapreso, da giornalista, in ambito ciclistico. TUTTE. Il giornalismo ciclistico appartiene a Pietre, Grassi, Cauz e compagnia. Non a me. Però uscendo da quel meccanismo là, che parte con l'università e se non hai il coraggio di prendere in mano la vita, non finisce mai, ho vinto la mia guerra.

Non devo emigrare, non devo lavorare per 600 euro al giorno, non devo vivere senza sapere cosa devo fare il giorno dopo. Ho abbracciato quello che è sempre stato il mio mondo, quel mondo da cui per anni sono stato lontano, con un po' di reticenza. Ma presto ho scoperto di amarlo. E lo stesso potrebbe succedere a tante altre persone se solo avessero il coraggio di lasciare quella strada che ci è stato detto essere la via maestra e che abbiamo imboccato soprattutto per paura di essere diversi dallo studente attivista di turno che passa le sue giornate a infamare quelli che non la pensano come lui.
 
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#71
tu invece non passi le giornate e nottate a infamare chi non la pensa come te con post chilometrici (“niente post lunghi”) su un forum letto da sì e no 15 persone che non c’entrano una fava ? ma qualcuno con cui sfogarti e discuterne nella vita reale non c’è ?

non riesco a immaginare uno scenario dove una persona felice che vive nel lusso butti ore al giorno a imporre la propria visione su una piattaforma come questa
 
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#72
Ma cosa cazzo c'entra questo ennesimo avarage pensierino da studente di quinta elementare con ciò di cui stavamo discutendo io e Cigo?

Sono mesi che ti invito a venire da me, così se ti interessa tanto vedi com'è la mia vita. Vedi se sono felice o no. Vedi se ho qualcuno con cui parlare. Vedi tutto.

Mi sembra una via molto più semplice rispetto a star qua a rispondere a tutte le tue invasioni della mia sfera personale. Ho incontrato dal vivo gran parte degli utenti del forum, sono ben contento di incontrare anche te. Sperando che tu non abbia paura.
 
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#73
(03-07-2023, 04:16 AM)Luciano Pagliarini Ha scritto:  tutte le tue invasioni della mia sfera personale

[Immagine: Screenshot-2023-07-03-at-08-35-39.png]
 
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#74
Ma stanotte hai dormito, sì?

Un messaggio 7 ore fa, un altro 2 ore fa.

Ma non hai proprio niente altro da fare?
 
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#75
(03-07-2023, 02:31 AM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Gli studenti attivisti di Twitter sono la punta dell'iceberg.

E' vero che non sono manco tantissimi, ma sono rumorosi. Infatti quel Social Network lo hanno occupato.

E un altro problema è che per fare carriera in certi ambienti devi pensarla come loro. Uno Stefano Rizzato, per esempio, non si fa alcun problema a parlare di politica sui social. Hai mai visto un giornalista non politico di destra sui social? Verrebbe seppellito vivo da 'sta gente.

Gli studenti non attivisti, purtroppo, sono in buona parte anch'essi figli del sistema. Si va all'università perché si ha paura di lasciare la strada vecchia (scuola) per quella nuova (lavoro). Si va all'università perché, come dicevamo nei giorni scorsi, se fai l'idraulico, il fabbro o l'elettricista devi essere uno intellettualmente poco dotato.

E', purtroppo per me, anche la mia di storia. Che è figlia, ovviamente, di molti fattori. Io le capacità per fare il lavoro che mi ero scelto le avevo davvero e credo sia innegabile. E il 2013/2014, periodo in cui ho iniziato l'università, è stato il momento peggiore per l'imprenditoria veneta. E non vi era certo la certezza che da lì a 10 anni sarebbe tornato tutto come prima. Per cui si è voluto provare una strada diversa.

Però quando entri in quello che è un meccanismo culturale perverso, uscirne è difficile, perché sei all'interno di una gabbia dorata. La tua realtà fa schifo, ma ti raccontano che è bella, che va bene e che ciò che è al di fuori non è all'altezza.

Io certe cose le avevo già capite quando nel 2018, a un master che frequentai, incontrai giornalisti 45enni iscritti all'albo disoccupati che vivevano ancora con la mamma. La gente pensa "Io sono troppo bravo, a me non succederà". Ma la verità è che in un mondo così precario come quello di queste professioni, anche il più bravo di tutti può finire inculato.

Tuttavia, ci fa più paura l'idea di finire dalla parte degli ignoranti. Del resto i giornalisti messi peggio economicamente in relazione all'età, tra quelli che ho conosciuto, passavano le loro giornate sui social a insultare le solite note categorie. Gente che a 50 anni fa fatica a farsi su 1000 euro al mese e pensa che i coglioni siano quelli che non vogliono l'immigrazione clandestina o l'utero in affitto.

E allora meglio rimanere lì, nel brodino, senza nulla di concreto tra le mani, ma con la possibilità di sentirsi sempre nel giusto.

Io ho perso tutte le battaglie che ho intrapreso, da giornalista, in ambito ciclistico. TUTTE. Il giornalismo ciclistico appartiene a Pietre, Grassi, Cauz e compagnia. Non a me. Però uscendo da quel meccanismo là, che parte con l'università e se non hai il coraggio di prendere in mano la vita, non finisce mai, ho vinto la mia guerra.

Non devo emigrare, non devo lavorare per 600 euro al giorno, non devo vivere senza sapere cosa devo fare il giorno dopo. Ho abbracciato quello che è sempre stato il mio mondo, quel mondo da cui per anni sono stato lontano, con un po' di reticenza. Ma presto ho scoperto di amarlo. E lo stesso potrebbe succedere a tante altre persone se solo avessero il coraggio di lasciare quella strada che ci è stato detto essere la via maestra e che abbiamo imboccato soprattutto per paura di essere diversi dallo studente attivista di turno che passa le sue giornate a infamare quelli che non la pensano come lui.

Luca ma quindi tu di base, non è che condanni l'andare all'università, ma l'idea di andare obbligatoriamente all'università per non sentirsi inferiori, a causa del pensiero comune?
Cioè, forse mi sbaglio, ma tu, se il mondo del giornalismo funzionasse in maniera migliore di come avevi spiegato in un post precedente, avresti continuato per quella strada?

Tra l'altro, un dato legato parzialmente a questo discorso, che però significa relativamente poco anche perchè il range di tempo è ridotto e post covid, negli ultimi 2 anni stanno diminuendo le matricole, soprattutto al sud e nei piccoli atenei, e soprattutto in ambito STEM, sanitario e letterario.
 
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#76
Critico l'approccio culturale che c'è in Italia nei confronti dell'università.

L'abbiamo fatta diventare una roba per tutti, l'abbiamo fatta diventare la prosecuzione della scuola dell'obbligo e, in questo modo, stiamo demolendo il sistema meritocratico.

Quando parlo degli ingegneri....è ovvio che il sottotesto sia che un ingegnere, se è capace, meriterebbe di prendere molto di più. Però quelli che si sentono chiamati in causa mi vengono a raccontare che un ingegnere che oggi entra nel mondo del lavoro, a quasi 30 anni, prendendo 1200 al mese o anche meno, tra 15 anni potrebbe prenderne 2500 al mese. O mi si dice che dovrebbe emigrare. Lasciare tutto per andare a lavorare a 3 miliardi di chilometri da casa sua. E allora da sta spirale non ci usciamo. Continuiamo a intasare il mercato del lavoro di certe professioni portando tutti verso la mediocrità. Ne ho conosciuti a palate di ragazzi che sono andati a studiare ingegneria così, tanto per, perché non sapevano cosa fare. E ne ho conosciuti altri che amavano veramente l'idea di fare quella professione. Però i due soggetti, quando entrano nel mercato del lavoro, sono uguali. E se la figura A si accontenta delle briciole, porterà inevitabilmente la figura B al suo livello.

Una mia ex coinquilina studiava ingegneria perché voleva dimostrare ai genitori di poter fare anche quello, anche se le sue passioni erano altre. Un altro studiava ingegneria perché i suoi ce lo avevano iscritto a forza, ma lui voleva fare psicologia. Poi quando questi entrano nel mercato del lavoro andranno ovviamente a cercarsi il posto comodo e per prenderselo accettano poco, sperando che il salario cresca nel corso degli anni, perché tanto ce la raccontiamo. E quello bravo e appassionato, che chiaramente fa di tutto per eccellere e pensa di meritare di più rispetto ai contratti da due lire, è costretto a prendere e ad andare a lavorare in Svezia.

Ormai siamo arrivati al punto dove un gruppo di studenti si permette addirittura di chiedere l'abolizione del sistema meritocratico. Cioè, se uno è più bravo di me, deve comunque avere le mie stesse possibilità. Sennò io ci rimango male. Studiamo senza fare esami e poi lasciamo che chi assume lo faccia tirando dei dadi.

Secondo questa gente, io dovrei andare a farmi operare da un medico che non ha mai fatto un esame universitario in vita sua. Perché se loro all'università fanno fatica e trovano gente più brava di loro, ci restano male, si deprimono e anziché valutare l'idea che quella non sia la loro strada, vogliono portare quelli capaci al loro livello.

Io ho grandissima stima per Edo, che è uno che ama davvero ciò che fa. Ed è tangibile. Ma come ci raccontava lui stesso, è probabilmente l'unico del suo corso di laurea ad amare ciò che faceva. E tutti gli altri non fanno che tirarlo a fondo.

Per cui, torniamo al discorso di Briatore, se tutta 'sta gente che va all'università tanto per, che poi va a fare una determinata professione perché deve, scoprisse che può fare anche altro, ci guadagnerebbe la nostra società in toto.

Avessi avuto altri risultati, dal punto di vista salariale, nella mia ex professione avrei continuato? Forse sì, forse no. Non era solo quello ad avermi usurato, ma i schei se bei. Poi certo, già da un po' riflettevo sul fatto che non potevo abbandonare un'attività che portiamo avanti da 65 anni.
 
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#77
Chiaro chiaro.

Comunque sulla parte del sistema meritocratico sono d'accordissimo su ciò che dici, e infatti non condivido le parole utilizzate dalla studente a Padova (come gran parte degli studendi devo dire), tra l'altro non sono sicuro ma diceva anche proprio inesattezze, avevamo discusso a fine di una lezione con un professore sulle parole dette.

Però ci sono oggettivamente cose che si potrebbero fare all'università per renderla migliore, anche semplici e per nulla costose sia come soldi che come tempo, per noi studenti. Questo è poco ma sicuro.

Sul fatto di studiare cose senza volerlo, purtroppo si, quello è un grande problema, ma penso sia sempre esistito (poi non so, forse come dici tu oggi è accentuato dal fatto che si sente l'obbligo di andare a fare l'uni, non ho numeri a riguardo).
 
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#78
Avete preso come esempio una categoria, quella degli ingegneri, che tra le categorie dei laureati è una tra quelle che assicurano una maggiore probabilità di trovare occupazione in tempi brevi. Vi posso portare la mia testimonianza, pur se riferita ad una branca della ingegneria, quella meccanica, da sempre in cima alle graduatorie della occupazione, per cui quasi tutti i laureati trovano lavoro in tempi brevi, ovviamente non tanti in Sardegna. Vero anche come dice Luca che i salari dei neo-laureati sono abbastanza risibili, anche se questo non è vero nel Nord Italia, ma anche questo vizio di proporre stipendi da fame era vero sino a qualche anno fa. Adesso che ci crediate o no, la richiesta di ingegneri, per lo meno del ramo industriale, è superiore alla offerta e quindi ovviamente il salario cresce. Da noi una parte non trascurabile degli studenti della laurea magistrale lavora già e questo è un fenomeno degli ultimi due anni.
 
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#79
Infatti s'è detto che, comunque, gli ingegneri stanno meglio di altri.

Diciamo categoria presa a esempio per il noto video della ingegnera dei 750 euro.

Il fatto è che se pure agli ingegneri offrono i contratti da 750 euro, pensa a quelli che fanno altre professioni.
 
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#80
GASI FLAVIO: https://www.ilgazzettino.it/video/societ...01071.html
 
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