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Uomini junior: Cortjens in una volata a 4.
Uomini U23: Turner in una volata a 10.
Donne élite: Brand in una volata a 4.
Uomini élite: vittoria di MvdP , a 40" volata a 2.
(i risultati su c24 sono in parte sbagliati)
Il circuito era poco o nulla selettivo, come indicano le gare precedenti a quella regina, tanto che neppure atleti dominanti come Brand e Cortjens sono riusciti ad evitare la soluzione di gruppetto.
Vincere in solitaria, e con tale distacco, poteva riuscire solo a MvdP.
Utente pennuto
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Le poche corse di Mathieu che ho potuto vedere quest'anno mi hanno fatto riavvicinare alla disciplina. Una maestria pari al miglior Valentino Rossi.
Secondo voi dopo il 2020 si ritira dal Ciclocross, fa sia strada che Ciclocross o dedica ancora anima e corpo al Ciclocross come fece Bjorndalen nel suo prime (ovvero lasciare stare le sirene dello sci di fondo e rimanere a dominare nel Biathlon) ?
GIORNALISTA MALGIOGLIO
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Ha detto, poco tempo fa, che vuole continuare a fare strada, cross e MTB. Però, se proprio deve, lascerà la MTB, non il cross.
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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WVA troppo superiore rispetto ai rivali odierni.
Nonostante una gara con diverse sbavature, vincerà easy.
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A WvA sono bastati due giri a tutta per mettere tra sé e i rivali odierni quasi un minuto.
Dimostrazione di forza che la dice lunga sul suo stato di forma.
Adams è stato, dopo WvA, il più forte in corsa: il terzo posto ricompensa il coraggio messo in campo.
Hermans secondo dopo una volata presa da casa sua, desse un po' di collaborazione a chi la chiede risulterebbe più simpatico.
Sweeck boh, chi lo capisce è bravo.
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IL MORGAN DEL FORUM
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Domanda da ignorante: come mai WVA ha corso una gara ""minore""?
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Soldi.
Il suo onorario per i cross minori è di, suppergiù,10000 euro.
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GIORNALISTA MALGIOGLIO
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30-12-2018, 10:11 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 01-01-2019, 05:55 AM da Luciano Pagliarini.)
Gara bellissima che stava per essere rovinata da un cretino che dovrebbe tutelare gli atleti e non mettere a rischio la loro salute.
Per fortuna che MVDP, nello scontro, non si è fatto nulla di grave (però si è preso una brutta botta al collo e alla gamba).
Lo scatto in salita con cui Mathieu ha staccato Vanthournhout da vedere, rivedere e rivedere ancora. Pareva Frank VDB.
Vanth, comunque, ha buttato il cuore oltre l'ostacolo e si porta a casa un podio meritato, dato che negli ultimi giorni sta andando fortissimo.
Aerts, al netto di diverse sbavature, ha comunque fatto il suo, interpretando bene la gara e cogliendo un terzo posto grazie a una gran sparata con cui ha staccato WVA.
WVA partito malissimo, poi pian piano si è ripreso, ma oggi non era proprio la sua giornata. Solo 5°, staccato pure da VDH e conclude il 2018 senza vittorie nelle prove delle tre challenge più importanti.
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Il Nuovo Ciclismo Supporter
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Purtroppo lo streaming ad un certo punto ha iniziato a bloccarsi e credo di essermi perso gran parte dei passaggi più importanti della gara, compreso l’incidente capitato all’iperfenomeno poi ugualmente vincitore . Percorso molto bello, fatto di un mix ben dosato sulle specificità del cross moderno. È pur vero comunque, che tutto diventa radioso quando in gara c’è il talento spumeggiante e di portata storica di Mathieu Van der Poel!
Sarò troppo classico, ma a dei bambini, o ragazzini, Mathieu va fatto vedere ore: per come pedala, per come sta sulla bicicletta, per come è fatto e per dir loro che mangia sulla linea del buon senso, non del sacrificio che porta su viali nebbiosi e danteschi. Per dire a questi ragazzi che il talento di Mathieu può fare cose mostruose anche oggi, nell’era degli anoressici moderatamente campioncini o brillantemente scarsi e che è dunque possibile essere grandiosi con lo stesso segmento antropometrico di un antico come Eddy Merckx (407), un indice di complessità quasi pari a quel belga lontanissimo (2,21 contro 2,23), ed un differenziale praticamente identico (9 Van der Poel, 8 Merckx).
Ebbene sì, grazie soprattutto a lui, il ciclocross divide col ciclismo su strada delle gare di un giorno, quella palma di speranza e di chiarore, che spinge un vecchio come me, che ha scritto di circa 9000 corridori, a riguardare con giovanile entusiasmo una corsa in bicicletta. Quell’entusiasmo, per intenderci, che è stato sciolto nell’acido di vomito che lascia da troppo, troppo, troppo tempo il pedale delle corse a tappe.
Tornando a Diegem, mi è piaciuto Michael Vanthourenhout che per me sarà sul podio ai prossimi mondiali, ed ha ormai superato le punte del fratello Dieter e del cugino Sven. Bravo anche il vecchio Pauwels. Sottotono Van Aert (che è un grande talento, la cui unica colpa è di essere nato nell’era di M. Van del Poel e che sarà protagonista in diverse classiche di primavera).
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31-12-2018, 12:16 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 31-12-2018, 12:18 AM da Luciano Pagliarini.)
Dopo 'sta tranvata è tornato in sella, ha ripreso Vanth in un attimo e lo ha lasciato là con una fucilata fotonica in salita.
Comunque Maurizio io non sono sicurissimo che Vanth vada a podio al Mondiale. Ha dei picchi eccellenti, ma è un crossista discontinuo e non bravissimo a gestirsi. Sulla carta ne ha solo tre davanti, però quei tre di rado hanno passaggi a vuoto, mentre lui, quest'anno, è capitato che crollasse di colpo e finisse addirittura fuori dai 10 in gare importanti (a volte pure DNF, tipo Gavere).
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Vanth a Niel e Gavere era malato, però è pur sempre vero che poteva gestirsi diversamente e puntare a portare a casa la pellaccia iniziando più in sordina (leggi piazzamento nei 10).
A Bogense l'anno scorso non ha brillato, ma non era neanche il corridore a cui l'argento mondiale ha dato tutt'altra consapevolezza.
La vera domanda è cmq, sul podio al posto di chi?
Io l'anno scorso non lo vedevo tra i primi 3 ma, a posteriori, le avvisaglie di un grande risultato c'erano tutte. A maggior ragione in virtù del fatto che Valkenburg è uno dei suoi circuiti feticcio (da under ha battuto due volte MvdP e WvA).
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(31-12-2018, 12:16 AM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Comunque Maurizio io non sono sicurissimo che Vanth vada a podio al Mondiale. Ha dei picchi eccellenti, ma è un crossista discontinuo e non bravissimo a gestirsi. Sulla carta ne ha solo tre davanti, però quei tre di rado hanno passaggi a vuoto, mentre lui, quest'anno, è capitato che crollasse di colpo e finisse addirittura fuori dai 10 in gare importanti (a volte pure DNF, tipo Gavere).
La discontinuità è una costante di famiglia…

Il cugino Sven ne era stereotipo, soprattutto agli inizi.
Dipenderà molto dal percorso e dalla stagione che i ciclocrossisti incontreranno ai primi di febbraio a Bogense, in Danimarca. Se sarà un percorso pesante, Vanthourenhout ne avrà anche più di 4 davanti, ma se sarà veloce e sarà lì con la testa, Toon Aerts gli starà dietro, come a Diegem. Tra l’altro, nei grandi appuntamenti, sovente, i discontinui trovano una ragione in più per rimanere concentrati. In ogni caso, Michael, con un differenziale 20, è bene che si metta addosso due o tre chili……per la sua salute, ovviamente.
Ciao grande Luca!
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La classe del 2000 è interessante:
Kamp, scuola Callant/Marlux, è il più completo dell'annata e quello che sta rispondendo meglio alla sequela di gare ravvicinate.
Poi a me piacciono anche, come ti avevo già detto, Rouiller e Vandeputte. Il primo per i percorsi duri, da buon biker, come la Svizzera contemporanea impone, e il secondo per la sabbia.
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(31-12-2018, 01:22 AM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Vanth, tra i crossisti, è probabilmente quello col fisico più estremo....e comunque sembra un panzone se paragonato a certi uomini da corse a tappe 
......e che dichiarano (o meglio lo fanno i loro cosiddetti portavoce) più chili di quelli che hanno. Vedi ad esempio l'orrendo, o l'ET a dir si voglia.
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31-12-2018, 01:21 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 31-12-2018, 01:22 PM da Albi.)
Vanth è magro impicco, come si dice dalle mie parti, sin dalle categorie giovanili cmq (come del resto il fratello).
A margine, il prossimo campionato belga si svolgerà a Kruibeke (il percorso del Polderscross è sul modello Ronse), dove nel 2016 ha vinto su Van Aert.
Sebbene possa vantare un invidiabile ruolino nei grandi appuntamenti internazionali (1 oro europeo, 1 mondiale, e 2 argenti mondiali), non è mai salito sul podio della massima vetrina nazionale (miglior risultato un quarto posto a Lille nel 2016).
Direi che è la volta buona per colmare questa, considerevole, lacuna.
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