31-05-2015, 08:00 PM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 01-06-2015, 09:27 AM da SarriTheBest.)
Giro d'Italia, il pagellone dell'edizione 2015
Ag2r La Mondiale - 5,5: sfortunatissimi per la caduta che ha costretto al ritiro Pozzovivo (s.v.), che sicuramente avrebbe giocato un ruolo da protagonista in questo Giro. Segnali di ripresa da Betancur (5,5), che non è riuscito a cogliere però il successo di tappa. Benino Montaguti (6,5) e Domont (6,5), spesso in fuga. Male invece Nocentini (5) protagonista di un Giro assolutamente sotto tono.
Andorni Giocattoli - Sidermec - 4: alla partenza i nomi caldi erano Pellizotti, Gatto e Appollonio. Il primo (voto 6), dopo una settimana dove le gambe proprio non giravano, si è parzialmente ripreso, ma non è mai riuscito ne a stare con i migliori ne a cogliere un successo di tappa. Il secondo (voto 5) si è visto ben poco, protagonista solamente della fuga nella tappa di Forlì, dove ha forato a pochi kilometri dal traguardo compromettendo le possibilità di vittoria. Il terzo (voto 3) non è riuscito mai a fare meglio del quinto posto, nonostante il livello delle volate non fosse dei migliori. A risollevare un po' la baracca ci ha pensato Bandiera (6,5), sempre in fuga e vincitore della classifica dei traguardi volanti.
Astana Pro Team - 9: sorprendenti nella cronometro a squadre di apertura, fortissimi in salita. In più due uomini sul podio e cinque vittorie di tappa. Aru (9), probabilmente il più forte nella prima settimana, seguita però da altrettanti giorni in cui non stava benissimo, si è riscattato alla grande vincendo le ultime due tappe di alta montagna (Cervinia e Sestriere) e conquistanto la (scontata) maglia bianca. Landa (9) ha iniziato a far vedere che era il più forte in salita a Campitello Matese. Da lì una crescita costante, con la sola defaiance della crono, collimata con le vittore di tappa a Madonna di Campiglio e ad Aprica. L'ultima vittoria è di Paolo Tiralongo (7,5) a San Giorgio del Sannio, con un'azione sorprendente. Agli altri gregari va un 7 collettivo, anche se in alcune tappe la tatticha della squadra kazaka è sembrata discutibile.
Bardiani - CSF Pro Team - 5,5: tolta la vittoria di Boem (7), che ha anche vinto la classifica delle fughe, ben poco. Colbrelli (2) praticamente inesistente, lo stesso vale per Battaglin (2). Segnali poco positivi anche da Zardini (4) e dal solito Pirazzi (4). Un po' meglio invece Bongiorno (5,5), che anche quest'anno ha sfiorato la vittoria di tappa con il secondo posto a Verbania.
BMC Racing Team - 7,5: Gilbert (9) ci ha mostrato cosa vuol dire essere un campione vincendo sia a Monte Berico, arrivo a lui congeniale, sia a Verbania, con uno spunto in discesa. Bravo, anche se non brillante nelle ultime tappe, Damiano Caruso (6,5), che ha colto un buon ottavo posto nella classifica generale. Segnali di ripresa anche da parte di Atapuma (6). Degni di nota anche Dilier (6) e Moinard (6), spesso molto attivi in fuga.
CCC Sprandi Polowice - 2: invitati a sorpresa dall'organizzazione del Giro, sicuramente non hanno ripagato la fiducia. Si vedono poco, spesso solamente in fuga, e nemmeno con i loro uomini migliori. Il miglior piazzamento in classificia è il quarantacinquesimo posto di Szmyd (2). Gli unici piazzamenti nella top 10 sono di Paterski (3) ad Imola, con un ottavo posto e di Bole (3) a Fiuggi, sempre in ottava posizione.
Etixx - Quick Step - 5: molto male Uran (5), anche se ha la scusante dei problemi di respirazione che lo hanno afflitto nella prima parte di Giro. Nelle ultime tappe si è comunque risollevato, arrivando terzo sul Sestriere. Oltre a Rigoberto la squadra era ben poca cosa. Si sapeva che Boonen (2) non era in Italia con ambizioni, però il ritiro per partecipare al Giro del Belgio sa un po' di beffa. Ritirato anche Meersman (s.v.) in seguito ad una caduta durante la quarta tappa, uomo per le volate delle squadra belga. Ad alzare la valutazione ci pensa Iljo Keisse (7) con la vittoria nella tappa conclusiva di Milano.
FDJ - 5: il nono posto in classifica generale di Geniez (6,5), che ha corso in maniera molto regolare, non basta per strappare la sufficienza. Il resto della squadra è stata semplicemente inconsistente. L'Ellisonde (4) visto a questo Giro è lontano parente di quello che vinceva sull'Angliru due anni fa. Reza (5), uomo veloce della compagine francese sulla carta, ha colto come massimo risultato due noni posti.
IAM Cycling - 5: ottima la cronometro a squadre iniziale, ma poi, complice anche la sfortuna, solo piazzamenti. Chavanel (6,5) è spesso andato in fuga, cogliendo un secondo (Abetone) ed un terzo (Verbania) posto. Anche Reichenbach (5,5) si è piazzato sul podio a Campitello Matese, per poi ritirarsi durante la tappa dell'Aprica. Pelucchi (6), secondo a Castiglione della Pescaia, è stato costretto al ritiro causa cadute nella tappa di Forlì. Ennesimo piazzamento il buon terzo posto di Kluge nella tappa di Milano.
Lampre - Merida - 8,5: quattro vittorie di tappa erano davvero insperate ad inizio Giro. Ottimo Modolo (8,5) vincitore a Jesolo e a Lugano, supportato alla grande da Ferrari e Richeze (8). Molto bene anche Ulissi (7,5), che ha ritrovato la vittoria dopo un anno a Fiuggi, e si è messo sempre in discussione andando in fuga molto spesso. Bravissimo anche Polanc (7), vittorioso all'Abetone resistendo al rientro dei big. Male invece Niemec (3), mai protagonista in questa edizione della corsa rosa.
Lotto - Soudal - 6: su tre volate disputate Greipel (5,5) centra la vittoria solo a Castiglione della Pescaia, ben poco per un velocista del suo calibro. Si ritira prima della cronometro per evitare le grandi montagne. Un buon undicesimo posto invece per Monfort (6,5), dopo un Giro senza alti ne bassi. Non può essere felice della dodicesima posizione invece Jurgen Van den Broeck (5,5), autore si di un'ottima crono, ma con una parabola discendente nelle ultime tappe di montagna.
Movistar - Team - 7: squadra senza una vera punta di diamante, ma comunque interprete di un ottimo Giro. Visconti (7), spesso all'attacco, riesce a portare a casa la maglia azzurra dei GPM per soli tre punti. Intxausti (7) ha vinto a Campitello Matese, non confermando però l'ottima prestazione anche nelle salite successive. Molto bene invece Amador (8), quarto nella generale dopo tre settimane corse in maniera molto solida. Abbastanza sotto tono invece Lobato (5). Lo si aspettava in qualche tappa un po' mossa, ma si è limitato a cogliere un secondo posto nella tappa di Fiuggi, prima di ritirarsi alla diciottesima tappa.
Nippo - Vini Fantini - 6: l'uomo di punta era Damiano Cunego (5,5), costretto a ritirarsi in una tappa che poteva provare a vincere (Verbania). Il veronese ha corso in maniera migliore rispetto alle ultime stagioni, ma non tanto da raggiungere la sufficienza. Sfortunatissimo invece Colli (s.v.), costretto a ritirarsi dopo un serio infortunio nel finale della sesta tappa. Segnali positivi invece da Berlato (6,5), giovane classe '92, che molto spesso è entrato nella fuga buona mettendosi in mostra. Degno di nota anche il grande Ishibashi (10+), costretto a ritirarsi per manifesta superiorità dopo nove frazioni. Nel complesso squadra in crescita ed invito più che meritato.
Orica - GreenEDGE - 6,5: scontata vittora nella crono a squadre e vittoria con Matthews (6,5) nella terza frazione. Nella prima settimana hanno corso tutti molto bene, per poi sparire dai radar. Gerrans (5,5), non ancora al massimo, ha colto un terzo posto a Fiuggi, prima di ritarsi. Ci si aspettava di più da Chaves (5), che non ha saputo confrontarsi con i migliori quando la strada saliva. Discreti anche Clarke (6,5), secondo a La Spezia e maglia rosa per un giorno, e Durbridge (6), secono a Milano.
Southeast - 3: non ci si poteva aspettare di meglio con una squadra del genere. Petacchi (6) non ha più lo spunto veloce di un tempo. Monsalve (4,5) oltre al terzo posto di La Spezia, non si è più visto. Degno di nota Busato (6,5), sempre in fuga e con un secondo posto a Forlì e un quarto posto a Verbania.
Team Cannondale - Garmin - 7: la valutazione è praticamente dovuta a Formolo e Hesjedal. Il giovane veronese (voto 7) ha vinto una tappa veramente bellissima (La Spezia), resistendo al ritorno del gruppo. Si è un po' spento con il passare delle tappe, ma alla sua prima partecipazione ad un GT (e che GT) può andare bene così. Il canadese (voto 7,5), vincitore del Giro 2012, è un diesel e si è visto. Nella prima settimana ha fatto fatica ad ingranare, perdendo tempo prezioso, mentre nelle ultime tappe è sempre stato con i migliori, oltre ad essere uno dei più attivi. Certo i due secondi posti a Cervinia e Sestriere sanno un po' di beffa, però le sue ottime prestazioni sono sotto gli occhi di tutti.
Team Giant - Alpecin - 5: squadra costruita quasi interamente intorno a Mezgec (5), che non è mai andato oltre al terzo posto. L'altro uomo di punta della squadra era Geschke (5,5), che ha colto si un terzo ed un quarto posto, ma oltre a questo ben poche cose. Gli altri sette componenti della squadra praticamente inesistenti, tranne Haga (5,5), che si è reso protagonista di qualche fuga.
Team Katusha - 7: partiamo da Zakarin (7): bella vittoria ad Imola, quasi eroico sul Colle delle Finestre. Il ragazzo (con in passato una squalifica per doping sul groppone) sembra finalmente sbocciato, sarà la volta buona? Molto bene anche Trofimov (7) che ha raggiungo il suo apice a Madonna di Campiglio (secondo) e ad Aprica (quarto). Purtroppo per lui le cotte nelle ultime due tappe di montagna non gli hanno permesso di andare oltre al decimo posto nella generale. Arrembante anche Kochetkov (6), che spesso si è messo in luce andando in fuga.
Team LottoNL - Jumbo - 6,5: ad inizio Giro guardavo la squadra neerlandese e mi mettevo le mani sui capelli. Sono felice di essere stato smentito, anche se solo grazie ad uno dei nove al via. Steven Kruijswijk (8) ha perso minuti preziosi nella prima settimana ma, da San Giorgio del Sannio in poi, ha sfornato una serie di prestazioni in salita veramente considerevoli. Purtroppo per lui non è arrivata ne la vittoria di tappa ne la maglia blu vestita per alcuni giorni. Il settimo posto nella generale è comunque un punto di partenza per dare finalmente una svolta alla prorpia carriera. Nella pochezza degli altri otto componenti della squadra da segnalare van der Lijke (6), spesso in fuga, e Hofland (5,5), secondo nella tappa di Genova.
Team Sky - 7: nonostante la debacle di Porte (4), di cui già si è parlato molto, il Giro della compagine inglese è stato assolutamente positivo. Bella la vittoria di Viviani (7) a Genova, senza il supporto di un vero e proprio treno per le volate, come anche la vittoria di Kyrienka (7,5) nella crono di Valdobbiadene. Il bielorusso ha provato spesso la fuga, ma la gamba non era quella dei tempi migliori. Il capitano in corsa è diventato König (6,5) giunto sesto in classifica generale, ma senza sfornare prestazioni degne di nota. Il voto poteva essere più alto se non ci fossero state gestioni controverse di corsa in alcune situazioni (Imola e Jesolo in primis).
Tinkoff - Saxo - 7,5: purtroppo il voto della squadra è quasi interamente dovuto a Contador (10), che praticamente ha vinto il Giro da solo, visto che quando la strada saliva i gregari, eccetto in alcuni casi Rogers (6), sparivano. Molto deludenti Basso (3) e, soprattutto, Kreuziger (2), che doveva essere l'ultimo uomo di Contador e seconda punta della squadra, ma che ha finito con l'arrivare spesso quando il proprio capitano era già sotto la doccia.
Trek Factory Racing - 4,5: squadra costruita attorno a Nizzolo (5,5), che anche quest'anno non è riuscito a cogliere nessun successo di tappa, arrivando per due volte secondo (e confermandosi sempre di più come il Michael Ballack del Giro d'Italia, se mi passate il paragone). La maglia rossa è una parziale consolazione, che non può però coprire la delusione per il mancato successo. L'altro uomo su cui faceva affidamento la Trek era Fabio Felline (6,5). Non è arrivata nemmeno per lui la vittoria di tappa, però le ottime prestazioni offerte (soprattutto in salite importanti) lasciano ben sperare per il futuro. Abbastanza penoso Coledan (3), che aspetta l'arrivo di Kluge al Sestriere per arrivare ultimo in classifica.
Ag2r La Mondiale - 5,5: sfortunatissimi per la caduta che ha costretto al ritiro Pozzovivo (s.v.), che sicuramente avrebbe giocato un ruolo da protagonista in questo Giro. Segnali di ripresa da Betancur (5,5), che non è riuscito a cogliere però il successo di tappa. Benino Montaguti (6,5) e Domont (6,5), spesso in fuga. Male invece Nocentini (5) protagonista di un Giro assolutamente sotto tono.
Andorni Giocattoli - Sidermec - 4: alla partenza i nomi caldi erano Pellizotti, Gatto e Appollonio. Il primo (voto 6), dopo una settimana dove le gambe proprio non giravano, si è parzialmente ripreso, ma non è mai riuscito ne a stare con i migliori ne a cogliere un successo di tappa. Il secondo (voto 5) si è visto ben poco, protagonista solamente della fuga nella tappa di Forlì, dove ha forato a pochi kilometri dal traguardo compromettendo le possibilità di vittoria. Il terzo (voto 3) non è riuscito mai a fare meglio del quinto posto, nonostante il livello delle volate non fosse dei migliori. A risollevare un po' la baracca ci ha pensato Bandiera (6,5), sempre in fuga e vincitore della classifica dei traguardi volanti.
Astana Pro Team - 9: sorprendenti nella cronometro a squadre di apertura, fortissimi in salita. In più due uomini sul podio e cinque vittorie di tappa. Aru (9), probabilmente il più forte nella prima settimana, seguita però da altrettanti giorni in cui non stava benissimo, si è riscattato alla grande vincendo le ultime due tappe di alta montagna (Cervinia e Sestriere) e conquistanto la (scontata) maglia bianca. Landa (9) ha iniziato a far vedere che era il più forte in salita a Campitello Matese. Da lì una crescita costante, con la sola defaiance della crono, collimata con le vittore di tappa a Madonna di Campiglio e ad Aprica. L'ultima vittoria è di Paolo Tiralongo (7,5) a San Giorgio del Sannio, con un'azione sorprendente. Agli altri gregari va un 7 collettivo, anche se in alcune tappe la tatticha della squadra kazaka è sembrata discutibile.
Bardiani - CSF Pro Team - 5,5: tolta la vittoria di Boem (7), che ha anche vinto la classifica delle fughe, ben poco. Colbrelli (2) praticamente inesistente, lo stesso vale per Battaglin (2). Segnali poco positivi anche da Zardini (4) e dal solito Pirazzi (4). Un po' meglio invece Bongiorno (5,5), che anche quest'anno ha sfiorato la vittoria di tappa con il secondo posto a Verbania.
BMC Racing Team - 7,5: Gilbert (9) ci ha mostrato cosa vuol dire essere un campione vincendo sia a Monte Berico, arrivo a lui congeniale, sia a Verbania, con uno spunto in discesa. Bravo, anche se non brillante nelle ultime tappe, Damiano Caruso (6,5), che ha colto un buon ottavo posto nella classifica generale. Segnali di ripresa anche da parte di Atapuma (6). Degni di nota anche Dilier (6) e Moinard (6), spesso molto attivi in fuga.
CCC Sprandi Polowice - 2: invitati a sorpresa dall'organizzazione del Giro, sicuramente non hanno ripagato la fiducia. Si vedono poco, spesso solamente in fuga, e nemmeno con i loro uomini migliori. Il miglior piazzamento in classificia è il quarantacinquesimo posto di Szmyd (2). Gli unici piazzamenti nella top 10 sono di Paterski (3) ad Imola, con un ottavo posto e di Bole (3) a Fiuggi, sempre in ottava posizione.
Etixx - Quick Step - 5: molto male Uran (5), anche se ha la scusante dei problemi di respirazione che lo hanno afflitto nella prima parte di Giro. Nelle ultime tappe si è comunque risollevato, arrivando terzo sul Sestriere. Oltre a Rigoberto la squadra era ben poca cosa. Si sapeva che Boonen (2) non era in Italia con ambizioni, però il ritiro per partecipare al Giro del Belgio sa un po' di beffa. Ritirato anche Meersman (s.v.) in seguito ad una caduta durante la quarta tappa, uomo per le volate delle squadra belga. Ad alzare la valutazione ci pensa Iljo Keisse (7) con la vittoria nella tappa conclusiva di Milano.
FDJ - 5: il nono posto in classifica generale di Geniez (6,5), che ha corso in maniera molto regolare, non basta per strappare la sufficienza. Il resto della squadra è stata semplicemente inconsistente. L'Ellisonde (4) visto a questo Giro è lontano parente di quello che vinceva sull'Angliru due anni fa. Reza (5), uomo veloce della compagine francese sulla carta, ha colto come massimo risultato due noni posti.
IAM Cycling - 5: ottima la cronometro a squadre iniziale, ma poi, complice anche la sfortuna, solo piazzamenti. Chavanel (6,5) è spesso andato in fuga, cogliendo un secondo (Abetone) ed un terzo (Verbania) posto. Anche Reichenbach (5,5) si è piazzato sul podio a Campitello Matese, per poi ritirarsi durante la tappa dell'Aprica. Pelucchi (6), secondo a Castiglione della Pescaia, è stato costretto al ritiro causa cadute nella tappa di Forlì. Ennesimo piazzamento il buon terzo posto di Kluge nella tappa di Milano.
Lampre - Merida - 8,5: quattro vittorie di tappa erano davvero insperate ad inizio Giro. Ottimo Modolo (8,5) vincitore a Jesolo e a Lugano, supportato alla grande da Ferrari e Richeze (8). Molto bene anche Ulissi (7,5), che ha ritrovato la vittoria dopo un anno a Fiuggi, e si è messo sempre in discussione andando in fuga molto spesso. Bravissimo anche Polanc (7), vittorioso all'Abetone resistendo al rientro dei big. Male invece Niemec (3), mai protagonista in questa edizione della corsa rosa.
Lotto - Soudal - 6: su tre volate disputate Greipel (5,5) centra la vittoria solo a Castiglione della Pescaia, ben poco per un velocista del suo calibro. Si ritira prima della cronometro per evitare le grandi montagne. Un buon undicesimo posto invece per Monfort (6,5), dopo un Giro senza alti ne bassi. Non può essere felice della dodicesima posizione invece Jurgen Van den Broeck (5,5), autore si di un'ottima crono, ma con una parabola discendente nelle ultime tappe di montagna.
Movistar - Team - 7: squadra senza una vera punta di diamante, ma comunque interprete di un ottimo Giro. Visconti (7), spesso all'attacco, riesce a portare a casa la maglia azzurra dei GPM per soli tre punti. Intxausti (7) ha vinto a Campitello Matese, non confermando però l'ottima prestazione anche nelle salite successive. Molto bene invece Amador (8), quarto nella generale dopo tre settimane corse in maniera molto solida. Abbastanza sotto tono invece Lobato (5). Lo si aspettava in qualche tappa un po' mossa, ma si è limitato a cogliere un secondo posto nella tappa di Fiuggi, prima di ritirarsi alla diciottesima tappa.
Nippo - Vini Fantini - 6: l'uomo di punta era Damiano Cunego (5,5), costretto a ritirarsi in una tappa che poteva provare a vincere (Verbania). Il veronese ha corso in maniera migliore rispetto alle ultime stagioni, ma non tanto da raggiungere la sufficienza. Sfortunatissimo invece Colli (s.v.), costretto a ritirarsi dopo un serio infortunio nel finale della sesta tappa. Segnali positivi invece da Berlato (6,5), giovane classe '92, che molto spesso è entrato nella fuga buona mettendosi in mostra. Degno di nota anche il grande Ishibashi (10+), costretto a ritirarsi per manifesta superiorità dopo nove frazioni. Nel complesso squadra in crescita ed invito più che meritato.
Orica - GreenEDGE - 6,5: scontata vittora nella crono a squadre e vittoria con Matthews (6,5) nella terza frazione. Nella prima settimana hanno corso tutti molto bene, per poi sparire dai radar. Gerrans (5,5), non ancora al massimo, ha colto un terzo posto a Fiuggi, prima di ritarsi. Ci si aspettava di più da Chaves (5), che non ha saputo confrontarsi con i migliori quando la strada saliva. Discreti anche Clarke (6,5), secondo a La Spezia e maglia rosa per un giorno, e Durbridge (6), secono a Milano.
Southeast - 3: non ci si poteva aspettare di meglio con una squadra del genere. Petacchi (6) non ha più lo spunto veloce di un tempo. Monsalve (4,5) oltre al terzo posto di La Spezia, non si è più visto. Degno di nota Busato (6,5), sempre in fuga e con un secondo posto a Forlì e un quarto posto a Verbania.
Team Cannondale - Garmin - 7: la valutazione è praticamente dovuta a Formolo e Hesjedal. Il giovane veronese (voto 7) ha vinto una tappa veramente bellissima (La Spezia), resistendo al ritorno del gruppo. Si è un po' spento con il passare delle tappe, ma alla sua prima partecipazione ad un GT (e che GT) può andare bene così. Il canadese (voto 7,5), vincitore del Giro 2012, è un diesel e si è visto. Nella prima settimana ha fatto fatica ad ingranare, perdendo tempo prezioso, mentre nelle ultime tappe è sempre stato con i migliori, oltre ad essere uno dei più attivi. Certo i due secondi posti a Cervinia e Sestriere sanno un po' di beffa, però le sue ottime prestazioni sono sotto gli occhi di tutti.
Team Giant - Alpecin - 5: squadra costruita quasi interamente intorno a Mezgec (5), che non è mai andato oltre al terzo posto. L'altro uomo di punta della squadra era Geschke (5,5), che ha colto si un terzo ed un quarto posto, ma oltre a questo ben poche cose. Gli altri sette componenti della squadra praticamente inesistenti, tranne Haga (5,5), che si è reso protagonista di qualche fuga.
Team Katusha - 7: partiamo da Zakarin (7): bella vittoria ad Imola, quasi eroico sul Colle delle Finestre. Il ragazzo (con in passato una squalifica per doping sul groppone) sembra finalmente sbocciato, sarà la volta buona? Molto bene anche Trofimov (7) che ha raggiungo il suo apice a Madonna di Campiglio (secondo) e ad Aprica (quarto). Purtroppo per lui le cotte nelle ultime due tappe di montagna non gli hanno permesso di andare oltre al decimo posto nella generale. Arrembante anche Kochetkov (6), che spesso si è messo in luce andando in fuga.
Team LottoNL - Jumbo - 6,5: ad inizio Giro guardavo la squadra neerlandese e mi mettevo le mani sui capelli. Sono felice di essere stato smentito, anche se solo grazie ad uno dei nove al via. Steven Kruijswijk (8) ha perso minuti preziosi nella prima settimana ma, da San Giorgio del Sannio in poi, ha sfornato una serie di prestazioni in salita veramente considerevoli. Purtroppo per lui non è arrivata ne la vittoria di tappa ne la maglia blu vestita per alcuni giorni. Il settimo posto nella generale è comunque un punto di partenza per dare finalmente una svolta alla prorpia carriera. Nella pochezza degli altri otto componenti della squadra da segnalare van der Lijke (6), spesso in fuga, e Hofland (5,5), secondo nella tappa di Genova.
Team Sky - 7: nonostante la debacle di Porte (4), di cui già si è parlato molto, il Giro della compagine inglese è stato assolutamente positivo. Bella la vittoria di Viviani (7) a Genova, senza il supporto di un vero e proprio treno per le volate, come anche la vittoria di Kyrienka (7,5) nella crono di Valdobbiadene. Il bielorusso ha provato spesso la fuga, ma la gamba non era quella dei tempi migliori. Il capitano in corsa è diventato König (6,5) giunto sesto in classifica generale, ma senza sfornare prestazioni degne di nota. Il voto poteva essere più alto se non ci fossero state gestioni controverse di corsa in alcune situazioni (Imola e Jesolo in primis).
Tinkoff - Saxo - 7,5: purtroppo il voto della squadra è quasi interamente dovuto a Contador (10), che praticamente ha vinto il Giro da solo, visto che quando la strada saliva i gregari, eccetto in alcuni casi Rogers (6), sparivano. Molto deludenti Basso (3) e, soprattutto, Kreuziger (2), che doveva essere l'ultimo uomo di Contador e seconda punta della squadra, ma che ha finito con l'arrivare spesso quando il proprio capitano era già sotto la doccia.
Trek Factory Racing - 4,5: squadra costruita attorno a Nizzolo (5,5), che anche quest'anno non è riuscito a cogliere nessun successo di tappa, arrivando per due volte secondo (e confermandosi sempre di più come il Michael Ballack del Giro d'Italia, se mi passate il paragone). La maglia rossa è una parziale consolazione, che non può però coprire la delusione per il mancato successo. L'altro uomo su cui faceva affidamento la Trek era Fabio Felline (6,5). Non è arrivata nemmeno per lui la vittoria di tappa, però le ottime prestazioni offerte (soprattutto in salite importanti) lasciano ben sperare per il futuro. Abbastanza penoso Coledan (3), che aspetta l'arrivo di Kluge al Sestriere per arrivare ultimo in classifica.