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Giulio Ciccone
#1
La scheda del corridore italiano Giulio Ciccone: la biografia della sua carriera, le squadre di cui ha fatto parte; il suo palmares completo, con tutte le vittorie ed i piazzamenti ottenuti fino ad oggi; i suoi riferimenti ufficiali sul web, a partire dal sito internet per finire con i contatti twitter e facebook. Per concludere, foto, video ed ultime notizie.

Giulio Ciccone
Italia


Giulio Ciccone

Nome completoGiulio Ciccone
SoprannomeIl geco d'Abruzzo
Data di nascita20 dicembre 1994
Luogo di nascitaChieti (Italia)
Altezza e Peso176 cm x 58 kg
CaratteristicheScalatore
Professionista dal2016

SquadraBardiani-CSF Inox
Stipendio- €
Scadenza contratto2018




Hanno partecipato alla realizzazione di questa scheda: SarriTheBest
 
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#2
Giulio Ciccone: dal Giro, in poi
La maggior parte dei sogni, al mattino, svaniscono. Al pari delle misteriose ombre notturne, semplicemente, a un certo punto scompaiono. Altri, invece, non se ne vanno alla prima luce dell’alba, eclissandosi nel preciso istante in cui gli occhi si schiudono. Sopravvivono alla fantasia, la superano e, in alcuni casi, la migliorano pure. Sono reali, tangibili. Sono veri.

GRANDI SPERANZE - Nel 2014 Giulio Ciccone era un Under23 di belle speranze, indiscusso talento e notevoli aspettative. Era uno di quelli che, in gruppo, notavi per forza: ciuffo ribelle, sguardo deciso, attitudine per le parti alte degli ordini d’arrivo. Era un puledro di razza scalpitante, con un bel 20 anni – considerando che è nato il 20 dicembre, anche qualcosa meno - impresso sulla carta d’identità e tanta voglia di dimostrare il proprio valore. Era un vincente, insomma. Uno di quelli che - pensi - di strada ne farà. Due stagioni fa l’abruzzese di Chieti difendeva i colori del Team Colpack e vestiva, per la prima volta nella sua vita, la Maglia Azzurra. Il debutto assoluto con la divisa dell’Italia era stato di peso e prestigio, nella gara-simbolo della sua categoria: il Tour de l’Avenir. Un autentico sancta sanctorum delle due ruote, dove solamente il gotha del ciclismo giovanile può aspirare di schierarsi al via. Al termine di quella sfida, interrogato sulle aspirazioni riguardanti il futuro, aveva detto: “Le corse dei miei sogni sono il Giro d’Italia e la Liegi Bastogne Liegi. Sono diverse, ma mi piacciono entrambe.”

RITORNO AL PRESENTE - Ad oggi, si può dire che parte del lavoro sia stato fatto. Ammantato di nero-verde Bardiani-Csf il neopro classe 1994 la fiducia concessa da chi credeva – e crede in lui – l’ha ripagata con la moneta più pesante. E con le braccia levate in direzione del cielo. Nella decima tappa del 99esimo Giro d’Italia - la Campi Bisenzio (Fi) - Sestola (Mo) di 219 km – si infila nella fuga giusta poi, quando rimane nell’avanscoperta insieme al compagno Stefano Pirazzi e all’iconico Damiano Cunego (Nippo Vini Fantini, trionfatore del 2004), agguanta al volo l’occasione buona: allunga in discesa, resiste sulla successiva salita e, poi, festeggia in solitaria la prima perla tra i professionisti.

“Non si poteva chiedere di meglio. E' stata forse la giornata più bella della mia vita e spero che ce ne saranno delle altre.” Il ricordo è ancora vivido, gli occhi nuovamente umidi, mentre Ciccone riporta la mente all’esaltante successo. L’immagine traspare chiara, dalle sue parole. Come in un film - visto e rivisto, ma che si ha voglia di rivedere ancora - ecco comparire la linea bianca, ormai vicinissima. Ed ecco arrivare un ragazzo, che si guarda indietro e poi, quasi incredulo, lancia un’altra occhiata. Ma, dietro, non c’è nessuno, mentre davanti c’è un traguardo che lo aspetta per essere espugnato. “Però è stata una sorpresa, sia per me che per tutti e, di sicuro, bisogna continuare a lavorare più di prima e cercare di ottenere altri buoni risultati.” L’umiltà, che l’ha sempre contraddistinto, gli ha permesso di farsi largo tra i grandi.

IL PASSATO E’ IL FUTURO – Ogni persona è il risultato di quella che è stata. Il passato è la base, imprescindibile, su cui costruire il futuro. Quel Tour de l’Avenir 2014, Ciccone l’aveva concluso a bordo dell’ambulanza. Aveva forzato, nella discesa dalla Croix de Fer – ultima tappa dell’appuntamento transalpino di Coppa delle Nazioni - , ed era finito contro un albero. Al di là dell’indiscusso dolore e delusione, con quell’azione Ciccone aveva dimostrato di essere un corridore. E un lottatore. Ci aveva messo l’anima e il cuore, in quella discesa. Ci aveva messo – letteralmente – persino la faccia. Ma, siccome ai meritevoli il Destino quello che toglie, generalmente, restituisce, grazie altresì a una discesa l’atleta classe 1994 si è messo in tasca la rivincita. “A parte quell’Avenir in cui ho preso una pianta, per il resto in discesa mi sono sempre difeso bene – spiega - non rischio. Solo quando ce né bisogno.”

La perla numero uno è arrivata, ma gli asfalti da percorrere sono ancora tanti. E lunghi. “La prima cosa che si impara da professionista credo sia la sofferenza. Cambiano il ritmo, i chilometri, le ore in sella. Ti abitui dipiù alla fatica. Il primo Giro d’Italia per un neopro? E' duro, duro, duro. Sono delle esperienze e delle distanze mai fatte. La gara più lunga che avevo affrontato era di otto tappe; arrivare a ventuno è tutta un’altra cosa. E’ tutto nuovo. Ogni giorno ci sono delle sensazioni nuove, belle. L’ultima settimana è stata ancora più difficile, perché ho dovuto lottare con un virus intestinale.” Afflizione che l’ha costretto a ritirarsi a tre frazioni dalla conclusione.

Dopo una vittoria di tappa alla Corsa Rosa, la domanda è d’obbligo: l’ambizione di puntare al bersaglio grosso – la classifica in un Grande Giro - è sogno o realtà? “Adesso non saprei dirlo. Certo, mi piacerebbe. “ E, conclude con una luce nello sguardo “le caratteristiche dovrebbero, comunque, essere adatte.”

Silvia Tomasoni per ciclismoweb.net
http://www.ciclismoweb.net/news/intervis...n-poi.html
 
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#3
Ciccone: «Problema risolto. E ora...»
«Ripresa graduale per preparare una grande stagione»

Lunedì 24 ottobre Giulio Ciccone si è sottoposto ad un piccolo intervento chirurgico per risolvere definitivamente i fastidi che hanno condizionato le sue prestazioni negli ultimi mesi della stagione 2016 e che gli hanno imposto una chiusura anticipata. Il 10 novembre è finalmente tornato in sella.

«Mi sentivo spesso affaticato e faticavo a recuperare gli sforzi, ci abbiamo messo un po' a capire quale fosse il problema ma alla fine abbiamo scovato questo piccolo nervo atriale che non operava come doveva e siamo intervenuti. Dopo una ventina di giorni di riposo assoluto, muovere i primi colpi di pedale è stato fantastico, ho avuto la sensazione di tornare a fare ciò che amo a tre settimane dall'intervento chirurgico che ho dovuto affrontare per risolvere un disturbo cardiaco che mi ha condizionato nella seconda parte dell'anno» racconta il 22enne abruzzese della Bardiani CSF, vincitore quest'anno della 10a tappa del Giro d'Italia.

A seguito degli accertamenti specializzati, Ciccone è stato sottoposto ad uno studio elettrofisiologico per identificare il tessuto di conduzione cardiaca che generava il disturbo sotto sforzo e, in ultima istanza, è stata attuata una procedura ablativa della via anomala. Per sua natura la procedura a cui è stato sottoposto non è particolarmente invasiva e ha permesso al corridore di recuperare appieno nell’arco di un mese, giusto in tempo per iniziare la preparazione invernale in vista della stagione 2017.

«L'operazione pare sia andata bene, ho ripreso ad allenarmi, ovviamente con gradualità. In questi giorni sto pedalicchiando, man mano riprenderò a pieno ritmo. Per questo inconveniente ho perso qualche mese della stagione 2016 ma nei prossimi ritiri con la squadra a fine mese e a dicembre avremo tutto il tempo necessario per gettare delle basi importanti. A breve delineeremo il programma, quel che è certo è che puntiamo tanto al calendario italiano e in particolare al Giro d'Italia. Il mio obiettivo sarà arrivarci al massimo della condizione. Devo rigraziare tanto la mia famiglia per il sostegno che mi ha dimostrato ancora una volta, l'equipe medica che mi ha seguito e la squadra che mi ha lasciato il tempo e lo spazio necessari per risolvere il problema senza mettermi alcuna fretta. Spero di ripagare tutti coloro che mi sono stati vicini in questo periodo con una bella annata».

Giulia De Maio per tuttobiciweb.it
 
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#4
Visita di controllo per Ciccone e nuovo intervento ablativo
Ieri, giovedì 29 dicembre, Giulio Ciccone è stato sottoposto ad una visita di controllo presso il Centro Cardiologico Monzino nell’ambito dell’intervento di ablazione al quale era stato sottoposto il 20 ottobre scorso.

A seguito della visita il Professor Tondo, Coordinatore dell’Area di Artimologia del Centro che già aveva operato Ciccone, ha evidenziato la necessità di nuovo intervento, non invasivo, per permettere l’eliminazione di eventuali residui in grado di causare ulteriori tachicardie sopraventricolari di cui l’atleta soffriva.

Al fine di ridurre i tempi di recupero in vista dell’inizio della nuova stagione, Ciccone è già stato sottoposto ad intervento. La permanenza post-operatoria presso il Centro Monzino sarà minima e già oggi Ciccone potrà tornare a casa presto e affrontare il necessario periodo di riposo.

Resta per ora non deciso il debutto stagionale di Ciccone nel 2017. A seguito del recupero dal primo intervento il management della Bardiani-CSF si era riservato di decidere la gara d’esordio solo a gennaio. Ora, per garantire il pieno recupero, priorità assoluta della squadra, la decisione sarà posticipata a febbraio.

comunicato stampa Bardiani-CSF
 
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#5
Ho appena visto un video di un suo allenamento e sono molto curioso di vederlo all'opera con la Trek.

Cosa vi aspettate da lui quest'anno?
 
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#6
Belle cose spero
 
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#7
In primis, che possa disputare una stagione intera senza infortuni o problemi fisici tipo la pertosse come l'anno scorso.

Sulla strada non mi aspetto un'esplosione, ma che almeno salga di un gradino. Una vittoria di tappa al Giro sarebbe un'ottima dose di fiducia.
 
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#8
Quando è passato lo ritenevo uno dei migliori prospetti della sua annata, e continuo a pensare possa diventare un corridore di prima fascia. Imho solo una vittoria di tappa al Giro, per quanto non sia da buttare, sarebbe abbastanza deludente.

Complici sfortune varie negli ultimi due anni ha raccolto poco, spero possa dimostrare finalmente di poter fare classifica al Giro.
 
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#9
Quanti altri scalatori hanno avuto successo alla Bardiani nell'ultimo lustro?

In un altro contesto potrebbe girare un paio di viti. Però bisogna anche capire cosa può diventare. Come dice Lambo, non butterei via un bel tappone al Giro.
 
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#10
Aggiungo che spero di vederlo alla Vuelta dove sicuramente avrà la libertà di andare a caccia di tappe
 
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#11
Già l'anno scorso aveva fatto un salto di qualità nella prima parte dell'anno, poi è ricaduto nei suoi soliti problemi.

Da uno come lui ci si aspetta anche che abbia più continuità, che cominci a fare classifica in qualche corsa a tappe e non solo che imbrocchi la giornata giusta ogni tanto.
Alla Trek il livello richiesto è più alto ma può darsi che alzare l'asticella non possa che fargli bene.
 
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#12
Ha fatto un Giro straordinario, ben al di là della maglia Azzurra. 
Solo, qualche domanda sulle sue capacità di recupero, spesso non ha cercato la fuga, mirando gli sforzi. 
Ha fatto bene, naturalmente, ma non saprei dire cosa potrebbe combinare se curasse la generale. 
Ha dato una mano a Mollema, spesso in salita è rimasto con i primi quando non era in fuga, ieri se l'è giocata fino all'ultimo nonostante avesse speso molto per rientrare sulla fuga. 
Cassani accennava al fatto che deve migliorare a cronometro, sottintendendo che in salita può giocarsela.
 
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#13
(25-01-2019, 03:29 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Quanti altri scalatori hanno avuto successo alla Bardiani nell'ultimo lustro?

In un altro contesto potrebbe girare un paio di viti. Però bisogna anche capire cosa può diventare. Come dice Lambo, non butterei via un bel tappone al Giro.

E vabbé.
 
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#14
A suo tempo dissi che solo una vittoria di tappa al Giro mi avrebbe deluso, ma chiaro che bisogna valutare il contesto. Un conto è una tappa alla Nans Peters, un'altro vincere il tappone del Mortirolo, la classifica GPM ed essere protagonista di attacchi e ottime prestazioni in tutte (o poco ci manca) le tappe montane.

Quindi dal mio modestissimo punto di vista reputo più che positivo il suo giro. 


Mi auguro provi almeno una volta a far classifica, senza però buttare una carriera per un sesto/settimo posto nel caso non avesse le giuste qualità.
 
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#15
Fossi stato in lui sarei rimasto ancora qualche anno dai Reverberi.
 
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#16
Data ormai certo l'arrivo di Nibali, questo potrebbe un po' eclissare Ciccone che si ritroverebbe gregario.

Dovrebbe sfruttare la Vuelta di quest'anno come occasione per testarsi in classifica.
 
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#17
al contrario dovrebbe rimanere per imparare da nibali. come nibali fece con basso. non potrebbe esserci scuola migliore.
 
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#18
Speriamo arrivi anche Masnada: un tridente Fausto-Giulio-Vincenzo mi gaserebbe
 
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#19
Molto probabilmente correrà il Tour de France senza particolari pressioni.

Scelta giusta da parte della Trek o era meglio la Vuelta?
 
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#20
Secondo me meglio la Vuelta.
 
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