L'ho seguita per le 4 ore della diretta, con attenzione e senza annoiarmi (cosa che comunque non mi capita mai seguendo la diretta di una corsa), chiedendomi come stessero i singoli, aspettando eventuali sviluppi, osservando come sia stata sostanzialmente una gara di resistenza, come ha annotato Pagliarini.
Per le fasi prima del finale, bravo De Marchi, monumentale Sutherland.
Corsa difficile da interpretare, specialmente con il freddo enfatizzato dalla pioggia. Penso che gli stessi corridori non sappiano come staranno di lì a qualche chilometro. Il freddo e i tanti chilometri agiscono come una roulette, qualche campione scopre all'improvviso di non poterne più, altri trovano ancora qualche energia da mettere sulla strada.
E quindi aspetti. Se hai ancora un po' di gamba sulla Redoute ti chiedi perché giocare le tue chance prematuramente. Se non senti buone sensazioni non riesci a fare la differenza. Anche perché qualche gregario in buona giornata riesce ancora a fare un buon ritmo.
Lo stesso Rosa (bravissimo, comincio a tifare davvero per lui) potrebbe essere rammaricato di aver provato sulla cote de Saint-Nicolas, pensando che conservando le energie avrebbe forse potuto seguire Albasini sulla Naniot.
Eppure Manuel The Volder ha ragione, in tanti avrebbero interesse a provarci prima. Bisogna lavorare per questo, però, la corsa deve essere resa più dura già sulle salite prima della Redoute, per sfoltire il gruppo, per ridurre le capacità degli inseguitori.
Credo che la Naniot la ritroveremo il prossimo anno, almeno evita il gruppetto all'arrivo e in fondo premia chi ne ha di più... Quindi, aspettando Naniot
Un esito non dei più spettacolari ieri, ma tanti chilometri, tanto freddo, tanta voglia di lottare fino all'ultimo metro, e comunque di arrivare onorando la corsa. Tanti applausi.